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Olinsky – L’anima russa di un pittore veneziano
Un topo divertente, ironico, ficcanaso, è l’indiscusso protagonista delle tele di Olinsky. In compagnia dii questo personaggio corriamo su e giù per i percorsi della storia dell’arte, annullando le distanze, mentre lo sguardo si lascia convincere dalle indiscusse capacità pittoriche dell’artista.
Comunicato stampa
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P maiuscola = Pittura
Dice Robert Musil: Olinsky produce immagini circondate dagli eventi e immagini che li circondano. Il suo lavoro è penetrazione e contemplazione al tempo stesso, i suoi quadri sono ripetizioni di tante antitesi dell’esperienza e di tante loro sfaccettature linguistiche. Nelle sue tele c’è citazione e fantasia, un incastro dell’illustrazione nella sfera nobile della pittura vivendo di atteggiamenti fondamentali della cultura e dello spirito.
Pur rivendicando una sua specifica e legittima identità artistica Olinsky è un incrocio di testimonianze e racconti che dipinge correndo con grande rapidità su e giù per i percorsi della storia dell’arte. Si richiama a letteratura e mitologia, ibridazioni e avanguardie, annulla le distanze scorazzando tra medioevo e rinascimento, poesia, fantascienza e invenzioni.
La sua immaginazione irrequieta si nutre dell’entusiasmo personale. Ecco perché l’onnipresente “topo” protagonista nelle sue tele è un progetto euforico e ossessivo il cui successo dipende dalla sua flessibilità e dall’originalità della manipolazione dell’identità altrui. L’indiscussa capacità pittorica di Olinsky si rivela nell’attualizzazione del gesto: scardina il racconto della storia prolungandola in una riflessione divertita e divertente sull’arte. Divertita e divertente. Non facciamoci sviare. La pittura di Olinsky ha la P maiuscola. Nemmeno il personaggio guida inganni. Il topo ficcanaso, onnipresente, divertente, ironico, simbolico, protagonista invadente è coniugazione di tempo e spazio, filo conduttore di un percorso tortuoso che Olinsky compie senza tachicardia. Il topo, visitatore, esploratore e guida nella trama del quadro.
Dietro la struttura della finzione che “non è tutto” il suo pennello tocca il reale senso dell’arte, un gesto sapiente e predestinato per cui la struttura stessa della finzione si fa superficie nuova. Olinsky è un generatore di concetti negli ambiti dell’arte attraverso la memoria. Ciò che si legge con gli occhi, ciò che si sedimenta, ha bisogno della mano, intelligenza del pittore, per divenire manufatto artistico.
Tutti i meccanismi utilizzati da Olinsky passano attraverso un uso della pittura ad olio che ha una tradizione vincolante ma che si srotola in una dimensione personale, dai risultati quasi temerari, stabilendo una fitta rete di contatti tra cooperazione intellettuale virtuale e un allungo deciso verso l’eccezione.
L’euforia e il cosmopolitismo degli anni ’80 assieme ad un balzo spaventoso della tecnologia avevano prodotto la convinzione che il cambiamento e rinnovamento passassero, nell’arte, sul corpo moribondo della pittura. Tuttavia lo straordinario non deve essere per forza uno spettacolo psichedelico e la pittura, sempre che abbia la P maiuscola, ha dimostrato di essere viva, vivissima. Il suo dna è rigenerato e la sua proliferazione un movimento oscillatorio di cui Olinsky e la sua pittura contribuiscono ad allargare l’orizzonte del possibile.
Martina Cavallarin
Curriculum vitae:
Olinsky:
2004 ‘Olinsky: l’anima russa di un pittore veneziano’, Galleria Michela Rizzo, Venezia (personale)
2004 ‘Olinsky: la collezione ritrovata’, con la presentazione di Francesco Tedeschi, Galleria L’Affiche, Milano (personale),
2003 ‘Cinquanta innaffiatoi per Fabio Giardiniere’, Spazio Ratti, Milano (collettiva)
Dice Robert Musil:
Pur rivendicando una sua specifica e legittima identità artistica Olinsky è un incrocio di testimonianze e racconti che dipinge correndo con grande rapidità su e giù per i percorsi della storia dell’arte. Si richiama a letteratura e mitologia, ibridazioni e avanguardie, annulla le distanze scorazzando tra medioevo e rinascimento, poesia, fantascienza e invenzioni.
La sua immaginazione irrequieta si nutre dell’entusiasmo personale. Ecco perché l’onnipresente “topo” protagonista nelle sue tele è un progetto euforico e ossessivo il cui successo dipende dalla sua flessibilità e dall’originalità della manipolazione dell’identità altrui. L’indiscussa capacità pittorica di Olinsky si rivela nell’attualizzazione del gesto: scardina il racconto della storia prolungandola in una riflessione divertita e divertente sull’arte. Divertita e divertente. Non facciamoci sviare. La pittura di Olinsky ha la P maiuscola. Nemmeno il personaggio guida inganni. Il topo ficcanaso, onnipresente, divertente, ironico, simbolico, protagonista invadente è coniugazione di tempo e spazio, filo conduttore di un percorso tortuoso che Olinsky compie senza tachicardia. Il topo, visitatore, esploratore e guida nella trama del quadro.
Dietro la struttura della finzione che “non è tutto” il suo pennello tocca il reale senso dell’arte, un gesto sapiente e predestinato per cui la struttura stessa della finzione si fa superficie nuova. Olinsky è un generatore di concetti negli ambiti dell’arte attraverso la memoria. Ciò che si legge con gli occhi, ciò che si sedimenta, ha bisogno della mano, intelligenza del pittore, per divenire manufatto artistico.
Tutti i meccanismi utilizzati da Olinsky passano attraverso un uso della pittura ad olio che ha una tradizione vincolante ma che si srotola in una dimensione personale, dai risultati quasi temerari, stabilendo una fitta rete di contatti tra cooperazione intellettuale virtuale e un allungo deciso verso l’eccezione.
L’euforia e il cosmopolitismo degli anni ’80 assieme ad un balzo spaventoso della tecnologia avevano prodotto la convinzione che il cambiamento e rinnovamento passassero, nell’arte, sul corpo moribondo della pittura. Tuttavia lo straordinario non deve essere per forza uno spettacolo psichedelico e la pittura, sempre che abbia la P maiuscola, ha dimostrato di essere viva, vivissima. Il suo dna è rigenerato e la sua proliferazione un movimento oscillatorio di cui Olinsky e la sua pittura contribuiscono ad allargare l’orizzonte del possibile.
Martina Cavallarin
Curriculum vitae:
Olinsky:
2004 ‘Olinsky: l’anima russa di un pittore veneziano’, Galleria Michela Rizzo, Venezia (personale)
2004 ‘Olinsky: la collezione ritrovata’, con la presentazione di Francesco Tedeschi, Galleria L’Affiche, Milano (personale),
2003 ‘Cinquanta innaffiatoi per Fabio Giardiniere’, Spazio Ratti, Milano (collettiva)
12
ottobre 2004
Olinsky – L’anima russa di un pittore veneziano
Dal 12 ottobre al 10 novembre 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA MICHELA RIZZO PROJECT ROOM
Venezia, Calle Degli Albanesi, 4254, (Venezia)
Venezia, Calle Degli Albanesi, 4254, (Venezia)
Orario di apertura
martedì 10.00 – 12.30, da martedì a sabato 16.30 – 19.30, e su appuntamento
Vernissage
12 Ottobre 2004, ore 18.30