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Oliver Ressler – Tutto confluisce mentre tutto si disgrega
Una installazione video a 5 canali, di Oliver Ressler (2016-2019)
Comunicato stampa
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Non molto tempo fa il riscaldamento globale era fantascienza. Ora è diventato una scienza esatta, è la realtà in cui già viviamo .
Gli ultimi report del solitamente prudente IPCC affermano che il pianeta potrebbe varcare diverse soglie oltre le quali il danno diventerebbe irreversibile e che questo processo avviene più velocemente di quanto mai ipotizzato.
Il titolo "Tutto confluisce mentre tutto si disgrega" si riferisce al presente stato di cose, in cui esiste già tutta la tecnologia necessaria per porre fine all'età del fossile. Se saremo o no in grado di superare la crisi ecologica, sociale ed economica è prima di tutto una questione di potere politico. Il movimento climatico è più forte che mai. Ha ostacolato progetti di oleodotti come il Keystone LX per sabbie bituminose. Ha bloccato le trivellazioni artiche e il fracking in tutto il mondo. Centrali a carbone sono state chiuse dalla resistenza e il movimento per il disinvestimento ha registrato diversi successi premendo sulle istituzioni perché si liberassero delle azioni investite nelle corporation del petrolio.
La storia di questo progetto filmico (ancora in corso) potrebbe rivelarsi come la storia dell'inizio della rivoluzione climatica, il momento in cui la resistenza popolare comincia a riconfigurare il mondo. Il progetto segue il movimento climatico nella sua lotta per smantellare un sistema economico pesantemente dipendente dai combustibili fossili. Registra eventi chiave per il movimento climatico accostando diverse situazioni, contesti, voci ed esperienze. C'è un film per ogni evento.
Nel primo film (17 min., 2016), gli attivisti contestano la Conferenza ONU sul Cambiamento Climatico a Parigi, una città in quel momento interessata dallo stato d'emergenza (reso permanente dalla recente legislazione francese). Esattamente come le precedenti venti conferenze annuali sul clima, tutte fallite, la COP 21 di Parigi (2015) ha provato l'incapacità dei governi di impegnarsi in accordi vincolanti che ridurrebbero il riscaldamento globale attraverso una precisa strategia verso la fine dell'utilizzo delle fonti fossili. Il risultante Accordo Climatico evita qualsiasi aspetto che potrebbe danneggiare gli interessi economici delle corporation. I governi che oggi fingono che accordi non vincolanti possano bloccare il climate change, sono gli stessi che, attraverso i patti vincolanti di libero commercio, non rispettano le legislazioni locali in merito a tutela ambientale e climatica.
Il film sull'azione Ende Gelände (12 min., 2016) sposta il focus su un'azione di disobbedienza civile di massa tenutasi nelle cave di carbone di Lusatia (vicino a Berlino). 4000 attivisti sono entrati nella miniera a cielo aperto, bloccando la stazione di carico e i binari verso la centrale a carbone. I blocchi hanno fermato il rifornimento di carbone e costretto il proprietario, la svedese Vattenfall, a chiudere l'impianto. L'azione si dava nel contesto della cosiddetta "global escalation" internazionale contro l'industria dei combustibili fossili, chiedendo al mondo di "liberarsi dalle fonti fossili" e di mettere in pratica immediatamente tale indicazione.
Il film sulla ZAD (36 min., 2017) si concentra su una dei più grandi territori autonomi d'Europa, situato vicino a Nantes, in Francia. La ZAD (zona da difendere) nasce in relazione alla lotta contro la costruzione del locale aeroporto. Nel 2012, il tentativo dello Stato francese di sgomberare la zona, vide la fiera resistenza di oltre 40.000 persone. Da allora la polizia non vi ha più messo piede. Oggi 250 persone organizzate in 60 collettivi vivono permanentemente nella ZAD, occupando le terre, i campi e le foreste. La ZAD è un esempio importante di come resistenza e costruzione di alternativa abbiano bisogno di accadere allo stesso tempo. Mentre le persone si riprendono il controllo delle proprie vite attraverso esempi di autorganizzazione della produzione (panetterie, officine, una birreria, uno studio per il rap, diversi giardini di erbe medicinali, un giornale settimanale ed una biblioteca), al tempo stesso impediscono la costruzione di un aeroporto inutile ed ecologicamente disastroso. Il film è costruito attorno ad una discussione di gruppo con alcuni attivisti residenti nella ZAD.
Il film "Tutto confluisce mentre tutto si disgrega: Code Rood" (14 min., 2018) si concentra su un'azione di disobbedienza civile nel porto di Amsterdam, nel giugno del 2017. Il blocco del secondo porto europeo per quantità di carbone trattato va a colpire questo importante nodo dell'infrastruttura del capitalismo fossile. La maggiore fonte di approvvigionamento di carbone è la Colombia, dove il minerale viene estratto in condizioni socialmente ed ecologicamente devastanti.
"Tutto confluisce mentre tutto si disgrega: Limity jsme my" (10 minuti, 2019) ci porta nel cuore del blocco della miniera di carbone di Bìlina, in Boemia del Nord, Repubblica Ceca. 280 attivisti su 400 furono arrestati. La camera segue un gruppo di attivisti circondati dalla polizia, in attesa dell'arresto, il tutto sullo sfondo di un paesaggio devastato dall'estrazione della lignite. Mentre lo schermo mostra le immagini filmate dall'interno di un veicolo per il trasporto dei fermati, ascoltiamo la voci di un personaggio semi-fictional che riflette sulla disobbedienza civile di massa.
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Nonostante gli sforzi dei governi e degli addetti alle pubbliche relazioni delle multinazionali di convincerci altrimenti, se i combustibili fossili verranno abbandonati e quando, eventualmente, ciò accadrà, dipenderà soprattutto dai movimenti sociali e dal grado di pressione che sapranno operare sulle istituzioni. Sono potenti strutture a costringerci all'interno di vite che distruggono la nostra stessa possibilità di riprodurre la vita. Sono queste stesse strutture che vanno cambiate, e nulla se non la nostra comune azione può riuscirci.
“Everything's coming together while everything's falling apart” è stato presentato per la prima volta come video installazione a due canali nell'ambito di "Property is Theft" (2016), mostra personale di Oliver Ressler al MNAC - Museo Nazionale di Arte Contemporanea di Bucarest. Il progetto si è successivamente espanso fino a prendere la forma di una installazione a cinque canali ed è tuttora in corso di sviluppo, con nuovi episodi che si aggiungeranno con la prosecuzione della lotta contro questa economia, segnata dalla dipendenza da combustibili fossili.
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Oliver Ressler (Knittelfeld, Austria, 1970) vive e lavora a Vienna e realizza installazioni, progetti in spazi pubblici e film su temi quali economia, democrazia, surriscaldamento globale, forme di resistenza e alternative sociali. Tra le oltre 60 mostre personali, si annoverano quelle presso il Berkeley Art Museum,negli Stati Uniti, il Platform Garanti Contemporary Art Center di Istanbul, il Museo di Arte Contemporanea diBelgrado, il Centro Cultural Conde Duque di Madrid, l’Alexandria Contemporary Arts Forum in Egitto, il Wyspa Institute of Art di Gdansk, il Lentos Kunstmuseum di Linz e il Centro Andaluz de Arte Contemporaneo– CAAC di Siviglia. Attualmente sta lavorando alla preparazione di altre due mostre personali per SALTGalata di Istanbul e il MNAC – National Museum of Contemporary Art di Bucarest, le cui rispettive inaugurazioni sono previste per novembre 2016. Ressler ha partecipato a oltre 300 mostre collettive, tra cui quelle presso il Museo Reina Sofía di Madrid, il Van Abben Museum di Eindhoven, il MASSMoCA di NorthAdams, Stati Uniti, il Centre Pompidou di Parigi; inoltre, ha preso parte alle biennali di Siviglia (2006), Mosca(2007), Taipei (2008), Lione (2009), Gyumri (2012), Venezia (2013), Atene (2013, 2015) e Quebec (2014).Nel 2016, Ressler ha vinto il premio di recente creazione Prix Thun for Art and Ethics Award. www.ressler.at
Gli ultimi report del solitamente prudente IPCC affermano che il pianeta potrebbe varcare diverse soglie oltre le quali il danno diventerebbe irreversibile e che questo processo avviene più velocemente di quanto mai ipotizzato.
Il titolo "Tutto confluisce mentre tutto si disgrega" si riferisce al presente stato di cose, in cui esiste già tutta la tecnologia necessaria per porre fine all'età del fossile. Se saremo o no in grado di superare la crisi ecologica, sociale ed economica è prima di tutto una questione di potere politico. Il movimento climatico è più forte che mai. Ha ostacolato progetti di oleodotti come il Keystone LX per sabbie bituminose. Ha bloccato le trivellazioni artiche e il fracking in tutto il mondo. Centrali a carbone sono state chiuse dalla resistenza e il movimento per il disinvestimento ha registrato diversi successi premendo sulle istituzioni perché si liberassero delle azioni investite nelle corporation del petrolio.
La storia di questo progetto filmico (ancora in corso) potrebbe rivelarsi come la storia dell'inizio della rivoluzione climatica, il momento in cui la resistenza popolare comincia a riconfigurare il mondo. Il progetto segue il movimento climatico nella sua lotta per smantellare un sistema economico pesantemente dipendente dai combustibili fossili. Registra eventi chiave per il movimento climatico accostando diverse situazioni, contesti, voci ed esperienze. C'è un film per ogni evento.
Nel primo film (17 min., 2016), gli attivisti contestano la Conferenza ONU sul Cambiamento Climatico a Parigi, una città in quel momento interessata dallo stato d'emergenza (reso permanente dalla recente legislazione francese). Esattamente come le precedenti venti conferenze annuali sul clima, tutte fallite, la COP 21 di Parigi (2015) ha provato l'incapacità dei governi di impegnarsi in accordi vincolanti che ridurrebbero il riscaldamento globale attraverso una precisa strategia verso la fine dell'utilizzo delle fonti fossili. Il risultante Accordo Climatico evita qualsiasi aspetto che potrebbe danneggiare gli interessi economici delle corporation. I governi che oggi fingono che accordi non vincolanti possano bloccare il climate change, sono gli stessi che, attraverso i patti vincolanti di libero commercio, non rispettano le legislazioni locali in merito a tutela ambientale e climatica.
Il film sull'azione Ende Gelände (12 min., 2016) sposta il focus su un'azione di disobbedienza civile di massa tenutasi nelle cave di carbone di Lusatia (vicino a Berlino). 4000 attivisti sono entrati nella miniera a cielo aperto, bloccando la stazione di carico e i binari verso la centrale a carbone. I blocchi hanno fermato il rifornimento di carbone e costretto il proprietario, la svedese Vattenfall, a chiudere l'impianto. L'azione si dava nel contesto della cosiddetta "global escalation" internazionale contro l'industria dei combustibili fossili, chiedendo al mondo di "liberarsi dalle fonti fossili" e di mettere in pratica immediatamente tale indicazione.
Il film sulla ZAD (36 min., 2017) si concentra su una dei più grandi territori autonomi d'Europa, situato vicino a Nantes, in Francia. La ZAD (zona da difendere) nasce in relazione alla lotta contro la costruzione del locale aeroporto. Nel 2012, il tentativo dello Stato francese di sgomberare la zona, vide la fiera resistenza di oltre 40.000 persone. Da allora la polizia non vi ha più messo piede. Oggi 250 persone organizzate in 60 collettivi vivono permanentemente nella ZAD, occupando le terre, i campi e le foreste. La ZAD è un esempio importante di come resistenza e costruzione di alternativa abbiano bisogno di accadere allo stesso tempo. Mentre le persone si riprendono il controllo delle proprie vite attraverso esempi di autorganizzazione della produzione (panetterie, officine, una birreria, uno studio per il rap, diversi giardini di erbe medicinali, un giornale settimanale ed una biblioteca), al tempo stesso impediscono la costruzione di un aeroporto inutile ed ecologicamente disastroso. Il film è costruito attorno ad una discussione di gruppo con alcuni attivisti residenti nella ZAD.
Il film "Tutto confluisce mentre tutto si disgrega: Code Rood" (14 min., 2018) si concentra su un'azione di disobbedienza civile nel porto di Amsterdam, nel giugno del 2017. Il blocco del secondo porto europeo per quantità di carbone trattato va a colpire questo importante nodo dell'infrastruttura del capitalismo fossile. La maggiore fonte di approvvigionamento di carbone è la Colombia, dove il minerale viene estratto in condizioni socialmente ed ecologicamente devastanti.
"Tutto confluisce mentre tutto si disgrega: Limity jsme my" (10 minuti, 2019) ci porta nel cuore del blocco della miniera di carbone di Bìlina, in Boemia del Nord, Repubblica Ceca. 280 attivisti su 400 furono arrestati. La camera segue un gruppo di attivisti circondati dalla polizia, in attesa dell'arresto, il tutto sullo sfondo di un paesaggio devastato dall'estrazione della lignite. Mentre lo schermo mostra le immagini filmate dall'interno di un veicolo per il trasporto dei fermati, ascoltiamo la voci di un personaggio semi-fictional che riflette sulla disobbedienza civile di massa.
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Nonostante gli sforzi dei governi e degli addetti alle pubbliche relazioni delle multinazionali di convincerci altrimenti, se i combustibili fossili verranno abbandonati e quando, eventualmente, ciò accadrà, dipenderà soprattutto dai movimenti sociali e dal grado di pressione che sapranno operare sulle istituzioni. Sono potenti strutture a costringerci all'interno di vite che distruggono la nostra stessa possibilità di riprodurre la vita. Sono queste stesse strutture che vanno cambiate, e nulla se non la nostra comune azione può riuscirci.
“Everything's coming together while everything's falling apart” è stato presentato per la prima volta come video installazione a due canali nell'ambito di "Property is Theft" (2016), mostra personale di Oliver Ressler al MNAC - Museo Nazionale di Arte Contemporanea di Bucarest. Il progetto si è successivamente espanso fino a prendere la forma di una installazione a cinque canali ed è tuttora in corso di sviluppo, con nuovi episodi che si aggiungeranno con la prosecuzione della lotta contro questa economia, segnata dalla dipendenza da combustibili fossili.
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Oliver Ressler (Knittelfeld, Austria, 1970) vive e lavora a Vienna e realizza installazioni, progetti in spazi pubblici e film su temi quali economia, democrazia, surriscaldamento globale, forme di resistenza e alternative sociali. Tra le oltre 60 mostre personali, si annoverano quelle presso il Berkeley Art Museum,negli Stati Uniti, il Platform Garanti Contemporary Art Center di Istanbul, il Museo di Arte Contemporanea diBelgrado, il Centro Cultural Conde Duque di Madrid, l’Alexandria Contemporary Arts Forum in Egitto, il Wyspa Institute of Art di Gdansk, il Lentos Kunstmuseum di Linz e il Centro Andaluz de Arte Contemporaneo– CAAC di Siviglia. Attualmente sta lavorando alla preparazione di altre due mostre personali per SALTGalata di Istanbul e il MNAC – National Museum of Contemporary Art di Bucarest, le cui rispettive inaugurazioni sono previste per novembre 2016. Ressler ha partecipato a oltre 300 mostre collettive, tra cui quelle presso il Museo Reina Sofía di Madrid, il Van Abben Museum di Eindhoven, il MASSMoCA di NorthAdams, Stati Uniti, il Centre Pompidou di Parigi; inoltre, ha preso parte alle biennali di Siviglia (2006), Mosca(2007), Taipei (2008), Lione (2009), Gyumri (2012), Venezia (2013), Atene (2013, 2015) e Quebec (2014).Nel 2016, Ressler ha vinto il premio di recente creazione Prix Thun for Art and Ethics Award. www.ressler.at
18
settembre 2019
Oliver Ressler – Tutto confluisce mentre tutto si disgrega
Dal 18 settembre al 18 ottobre 2019
Location
S.A.L.E. DOCKS
Venezia, Sestiere Dorsoduro, 265, (Venezia)
Venezia, Sestiere Dorsoduro, 265, (Venezia)
Orario di apertura
Giovedì-Domenica ore 12-18; Su prenotazione scrivendo a saledocks@gmail.com
Vernissage
18 Settembre 2019, ore 19
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