Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Olivia Gay – Guardare e non toccare
Olivia attraversa percorsi, scorre immagini e ferma vibrazioni. Sceglie un soggetto. Le donne. Osserva le loro vite e ne condivide stati d’animo e atmosfere.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
LA MOVING GALLERY
La MOVING GALLERY nasce dall’idea di movimento, fruizione e libera circolazione di arte contemporanea.
Luogo di progettazione incorporeo in cui esporre e presentare l’attività di artisti, fotografi e performers, italiani ed internazionali.
La moving gallery si rivolge ad una semplificazione della fruibilità artistica attraverso la scelta di contesti espressivi diversi dalla comune dimensione della galleria tout-court.
L’arte si muove dalla staticità della sua convenzionale ubicazione e dialoga con l’ambiente circostante, senza preconcetti sulla consueta destinazione del luogo scelto: aree urbane (superfici, piazze, strade), boutiques, mezzi cittadini, giardini, appartamenti o gallerie ospitanti.
Il movimento inteso come spostamento, dialogo e interazione conduce la MOVING GALLERY sul fertile terreno della progettazione e della sperimentazione espositiva in cui la creazione artistica cerca e trova uno scambio costante con gli stimoli dello spazio circostante.
MOSTRA
Guardare e non toccare.
Olivia Gay.
Olivia attraversa percorsi, scorre immagini e ferma vibrazioni. Sceglie un soggetto. Le donne. Osserva le loro vite e ne condivide stati d’animo e atmosfere. Diventa loro alter ego e cronista delle loro esistenze. Quelle sciagurate delle prostitute, delle streepteuses e quelle impietose della semplice quotidianità, dei silenzi, delle imperfezioni dei corpi, dei momenti di abbandono o dei piccoli gesti. Il suo occhio documenta scene di vita quotidiana, si ferma sul particolare che colpisce il suo sguardo e che imprigiona la sua mente. L’obiettivo condivide con il mondo che scruta la realtà delle cose e, senza finta pietà o morale, documenta ciò che semplicemente vede. Entra nell’intimità di una stanza, di una vita, di un momento. Osserva lo squallore e l’anonimato di esistenze che sarebbe altrimenti difficile raccontare. Sente gli odori, annusa i respiri di gente reale e ne percepisce il movimento dei corpi.
Non orchestra la scena, si limita ad osservarla. Si ferma a immortalare ciò che la emoziona, quando il suo punto di vista, unico possibile spettatore della macchina fotografica, coglie ciò che l’occhio sta osservando. Momenti, suoni, luci e colori. Quelli che poi restituisce nella sintesi di immagini che colgono, meravigliosamente in una sola scena, il movimento di un racconto. Un prima e un dopo, forse sempre uguale, cadenzato monotomo ma drammaticamente esistente. Ogni fotografia di Olivia è un piccolo film di storie mai dette, di pensieri mai svelati, di segreti, di gesti consapevoli o meno. Così le sue donne, nascoste o svelate, conscienti o no della presenza della macchina fotografica hanno sguardi intensi, vite dense e gesti pieni di storie da dire.
Olivia ci rende partecipi di queste vite. Entra nella loro esistenza, la condivide con noi, sottovoce, e con una sorta di improvviso pudore ci dice: Per favore, guardare e non toccare.
a cura di Ilaria Marotta
PROFILO ARTISTA
Olivia Gay, giovane fotografa francese in mostra per la prima volta in Italia, ama percorrere il mondo; ama seguire, fotografare e comprendere. Le sue foto sono immagini: belle, emozionanti e vere.
Durante le sue peregrinazioni scopre Cuba e le Jineteras (giovani prostitute dell’Avana) e realizza le sue prime immagini, attratta dal documentario sociale e da fotografi come Dorothea Lange o Alex Webb. Dal quel momento comincia a mischiarsi con diverse tribù sociali e a fotografare prostitute, travestiti, emarginati. Vive per breve tempo a New York ove lavora per diverse agenzie fotografiche prima di tornare in Francia, a Parigi, ove comincia a lavorare come fotografa indipendente per la stampa (Libération è stato il mio primo cliente).
1973: Nasce a Boulogne Bellancourt in Francia
1993-95: Storia dell’arte a Bordeaux
1995-97: New England School of Photography di Boston
Fotografa free-lance in Francia dal 1998. Lavora per Libération, New York Times, Marie Claire, le Monde etc.
Premi:
Menzione speciale della Critica Fotografica Prix Kodak 2000
Premio di Critica Fotografica Prix Kodak 2003
Esposizioni:
Rencontres Photographique du sud Gironde (Francia)
Galerie Olga Soe , Paris (Francia)
Pubblicazioni:
Photo Nouvelles (Paris, France)- “Le quotidien” – ottobre 2001
Pour Voir (Paris, France)-“Jineteras y meretriz” – ottobre 2000
Pagina 12 (Argentina)- “Jineteras” – Marzo 2000
La MOVING GALLERY nasce dall’idea di movimento, fruizione e libera circolazione di arte contemporanea.
Luogo di progettazione incorporeo in cui esporre e presentare l’attività di artisti, fotografi e performers, italiani ed internazionali.
La moving gallery si rivolge ad una semplificazione della fruibilità artistica attraverso la scelta di contesti espressivi diversi dalla comune dimensione della galleria tout-court.
L’arte si muove dalla staticità della sua convenzionale ubicazione e dialoga con l’ambiente circostante, senza preconcetti sulla consueta destinazione del luogo scelto: aree urbane (superfici, piazze, strade), boutiques, mezzi cittadini, giardini, appartamenti o gallerie ospitanti.
Il movimento inteso come spostamento, dialogo e interazione conduce la MOVING GALLERY sul fertile terreno della progettazione e della sperimentazione espositiva in cui la creazione artistica cerca e trova uno scambio costante con gli stimoli dello spazio circostante.
MOSTRA
Guardare e non toccare.
Olivia Gay.
Olivia attraversa percorsi, scorre immagini e ferma vibrazioni. Sceglie un soggetto. Le donne. Osserva le loro vite e ne condivide stati d’animo e atmosfere. Diventa loro alter ego e cronista delle loro esistenze. Quelle sciagurate delle prostitute, delle streepteuses e quelle impietose della semplice quotidianità, dei silenzi, delle imperfezioni dei corpi, dei momenti di abbandono o dei piccoli gesti. Il suo occhio documenta scene di vita quotidiana, si ferma sul particolare che colpisce il suo sguardo e che imprigiona la sua mente. L’obiettivo condivide con il mondo che scruta la realtà delle cose e, senza finta pietà o morale, documenta ciò che semplicemente vede. Entra nell’intimità di una stanza, di una vita, di un momento. Osserva lo squallore e l’anonimato di esistenze che sarebbe altrimenti difficile raccontare. Sente gli odori, annusa i respiri di gente reale e ne percepisce il movimento dei corpi.
Non orchestra la scena, si limita ad osservarla. Si ferma a immortalare ciò che la emoziona, quando il suo punto di vista, unico possibile spettatore della macchina fotografica, coglie ciò che l’occhio sta osservando. Momenti, suoni, luci e colori. Quelli che poi restituisce nella sintesi di immagini che colgono, meravigliosamente in una sola scena, il movimento di un racconto. Un prima e un dopo, forse sempre uguale, cadenzato monotomo ma drammaticamente esistente. Ogni fotografia di Olivia è un piccolo film di storie mai dette, di pensieri mai svelati, di segreti, di gesti consapevoli o meno. Così le sue donne, nascoste o svelate, conscienti o no della presenza della macchina fotografica hanno sguardi intensi, vite dense e gesti pieni di storie da dire.
Olivia ci rende partecipi di queste vite. Entra nella loro esistenza, la condivide con noi, sottovoce, e con una sorta di improvviso pudore ci dice: Per favore, guardare e non toccare.
a cura di Ilaria Marotta
PROFILO ARTISTA
Olivia Gay, giovane fotografa francese in mostra per la prima volta in Italia, ama percorrere il mondo; ama seguire, fotografare e comprendere. Le sue foto sono immagini: belle, emozionanti e vere.
Durante le sue peregrinazioni scopre Cuba e le Jineteras (giovani prostitute dell’Avana) e realizza le sue prime immagini, attratta dal documentario sociale e da fotografi come Dorothea Lange o Alex Webb. Dal quel momento comincia a mischiarsi con diverse tribù sociali e a fotografare prostitute, travestiti, emarginati. Vive per breve tempo a New York ove lavora per diverse agenzie fotografiche prima di tornare in Francia, a Parigi, ove comincia a lavorare come fotografa indipendente per la stampa (Libération è stato il mio primo cliente).
1973: Nasce a Boulogne Bellancourt in Francia
1993-95: Storia dell’arte a Bordeaux
1995-97: New England School of Photography di Boston
Fotografa free-lance in Francia dal 1998. Lavora per Libération, New York Times, Marie Claire, le Monde etc.
Premi:
Menzione speciale della Critica Fotografica Prix Kodak 2000
Premio di Critica Fotografica Prix Kodak 2003
Esposizioni:
Rencontres Photographique du sud Gironde (Francia)
Galerie Olga Soe , Paris (Francia)
Pubblicazioni:
Photo Nouvelles (Paris, France)- “Le quotidien” – ottobre 2001
Pour Voir (Paris, France)-“Jineteras y meretriz” – ottobre 2000
Pagina 12 (Argentina)- “Jineteras” – Marzo 2000
20
gennaio 2005
Olivia Gay – Guardare e non toccare
Dal 20 gennaio al 20 febbraio 2005
arte contemporanea
Location
LOL MODA ARTE DESIGN
Roma, Piazza Degli Zingari, 11, (Roma)
Roma, Piazza Degli Zingari, 11, (Roma)
Orario di apertura
tutti i giorni 10-20. Lunedì 14-20
Vernissage
20 Gennaio 2005, ore 19
Sito web
www.movinggallery.com
Autore
Curatore