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Olivo Barbieri – ERSATZ LIGHTS case study #1 east west 1982 – 2014
200 opere fotografiche tracciano un percorso retrospettivo di 30 anni di ricerca sull’illuminazione artificiale e il suo rapporto alchemico con la realtà. Le immagini visionarie di Olivo Barbieri – realizzate in Oriente e in Occidente – raccolte nel volume ERSATZ LIGHTS case study #1 east west, pubblicato da Hatje Cantz, in mostra a Villa Manin. Proiettata nel percorso espositivo, l’opera cinematografica dell’artista
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Ersatz Lights. Case study #1 east west
Fotografie di Olivo Barbieri
e il progetto Cinematography
Villa Manin di Passariano dal 16 luglio al 9 ottobre 2016
200 opere fotografiche documentano trent’anni di ricerca sulla luce artificiale e il
suo rapporto alchemico con la realtà: le immagini visionarie di Olivo Barbieri – tra
Oriente ed Occidente – in mostra a Villa Manin.
Proiettata nel percorso espositivo, per la prima volta integralmente, anche tutta
l’opera cinematografica del maestro.
Olivo Barbieri (Carpi, Modena, 1954) appartiene alla generazione più giovane di fotografi
che all’inizio degli anni Ottanta si riunisce intorno alla figura di Luigi Ghirri partecipando a
molti progetti da lui promossi.
Ormai affermato in tutto il mondo, grande esploratore di aree urbane e paesaggi,
Barbieri sembra chiedersi continuamente quanta realtà esista nel nostro sistema di
vita, o ancora, quanto profondamente la nostra percezione sia atta a comprendere
ciò che ci circonda.
La mostra Ersatz Lights. Case study #1 east west a Villa Manin di Passariano -
promossa dalla Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia - Ente Regionale Patrimonio
Culturale con la Regione Emilia Romagna e il Comune di Reggio Emilia in occasione di
Fotografia Europea 2015 e accompagnata dal catalogo pubblicato dall’editore tedesco
Hatje Cantz - in fondo mette in campo questi interrogativi e li sostanzia attraverso una
selezione delle opere - centonovantanove - realizzate da Olivo in un arco temporale
di trent’anni, tra il 1982 e il 2014, in cui la realtà risulta illuminata da sostituti della
luce naturale, surrogati della luce solare di qualunque tipo.
“Ho analizzato il mio archivio come fosse un data base, appropriandomi delle immagini da
me realizzate come se le avessi trovate su internet. Ho creato – scrive il fotografo – un
contatto non cronologico, ma concettuale, tra diversi cicli della mia ricerca. Tenendo come
asse portante la sequenza delle immagini con la luce artificiale ho sporadicamente inserito
opere da serie diverse come site specific_, Parks, Images, China.”
Le fotografie in mostra a Villa Manin – dal 16 luglio al 9 ottobre 2016 - sono esposte in
cornici orizzontali di un unico formato, a creare un pattern dimensionale che
esplicita progettualmente il dialogo tra scatti di diversi periodi e soggetti. Europa,
Giappone, Cina, Malesia, Singapore, Cairo, Usa etc., sono narrati e descritti creando
relazioni tra i soggetti, i luoghi e le forme, a volte anche alla luce diurna.
In realtà Olivo Barbieri - che tra le tante esposizioni internazionali ha partecipato anche a
numerose edizioni della Biennale di Venezia (nel 1993, 1995, 1997, 2011 e 2013) –
cominciò a interessarsi alla luce artificiale fin dalla fine degli anni Settanta, mentre
cercava di rintracciare le famose piazze metafische di De Chirico (esistevano o se le
era inventate?). La sua intuizione fu decisiva: la luce artificiale mette in discussione il
rapporto che intratteniamo con la realtà (ovvero la realtà stessa), trasformando lo
spazio in un palcoscenico e alterando la sua corrispondenza con le informazioni contenute
nella nostra memoria.
“Nel pieno della temperie postmodernista (in Italia l’ondata più forte arriva con la prima
Biennale di Architettura a Venezia nel 1980), Olivo Barbieri - scrive Francesco Zanot -
sceglie un soggetto che agisce con la stessa modalità del mezzo con cui viene
rappresentato. Come la macchina fotografica, infatti, anche l’illuminazione artificiale
conduce a un duplice esito: da una parte fa vedere meglio tutto ciò che vi si espone,
mentre dall’altra lo altera radicalmente. Nel lavoro di Barbieri, il fattore che rende esplicito
questo processo è un’ulteriore novità rispetto alle ricerche degli autori del passato. Si tratta
del colore, attraverso cui passa l’improvvisa sostituzione del reale con una sua
scenografia, nella quale l’asfalto delle strade può diventare giallo, blu o verde, e i cieli
tingersi di un rosso del tutto incongruente con quello del tramonto: molto più acceso,
tendente al fucsia, innaturale, intriso di aberrazioni ottiche e chimiche. Come nei dipinti
degli impressionisti, in queste immagini le cose appaiono inseparabili dalla loro sostanza
cromatica, che ne determina la forma e le rende al contempo provvisorie...
...Nelle sue mani, la macchina fotografica non genera più inconfutabili attestati di realtà,
ma è al contrario un potente dispositivo per la sua decostruzione. ...Tutto ciò fa di Barbieri
non soltanto un innovatore, ma un autentico visionario. Le sue opere valicano i confini
della verosimiglianza per suggerire un’alternativa alla consuetudine....prefigurano scenari
futuribili”.
Fin dall’inizio della sua carriera Barbieri ha sperimentato tecniche fotografiche innovative -
come la messa a fuoco selettiva, il disegno, il rendering, la ripresa dall’alto - mettendo in
crisi le consuete modalità di rappresentazione.
Ed è l’intersse per l’immagine a indurre negli anni Barbieri a dedicarsi anche alla
produzione cinematografica
In mostra a Villa Manin ci sarà anche il progetto Cinematopgraphy dedicato appunto
al cinema con 21 fotografie a colori e in bianco e nero che hanno per soggetto il
decadimento delle sale e degli edifici dei cinematografi - “The End Movie Theaters 1982-
2012” - e per la prima volta la proiezione integrale dell’opera cinematografica del maestro:
17 film realizzati tra il 1995-2015.
E’ stata questa l‘occasione per Villa Manin-ERPAC anche di promuovere, insieme
all’editore Danilo Montanari, la pubblicazione dell’omonimo libro d’artista e dunque il primo
catalogo del lavoro filmico di Olivo Barbieri.
Un cartellone ricchissimo: dalla musica classica e contemporanea, con protagonisti e star internazionali,
alle grandi mostre di fotografia; dal teatro ai percorsi animati per i più piccoli, con la partecipazione di
Altan.
In prima mondiale una produzione di Villa Manin, con la Fondazione Giorgio Cini e Casa Ricordi: “La
Gloria e Imeneo RV 687” di Antonio Vivaldi.
“Notte Bianca di Villa Manin” il 15 luglio: “Cinema con l'orchestra” e molto altro.
Due mostre imperdibili: le star dei tempi d'oro di Hollywood, negli scatti di tanti maestri della fotografia
dalla collezione di John Koban e il mondo attraverso i bagliori di luce artificiale, nelle foto visionarie del
grande Olivo Barbieri.
Musica, teatro, fotografia e cinema si alterneranno questa estate nello scenario magico di Villa Manin di
Passariano a Codroipo (Udine) con un cartellone ricco di appuntamenti di altissimo livello, promosso dalla
Regione Friuli-Venezia Giulia - Ente Regionale Patrimonio Culturale, con il sostegno della Fondazione CRUP
e la collaborazione di tante, prestigiose istituzioni culturali.
Dalla musica classica e contemporanea, con protagonisti famosi e star internazionali, alle grandi mostre di
fotografia; dal teatro, con nuove e originali produzioni, ai percorsi animati per i più piccoli: un connubio tra
le arti, in un dialogo suggestivo con le architetture, i volumi e lo scenografico parco della residenza
dell’ultimo Doge di Venezia, Ludovico Manin.
Perché il filo rosso, che unisce le diverse proposte della stagione e rende unico il programma “Villa Manin
estate 2016”, è proprio il fascino della sua ambientazione e il fatto che gli eventi siano stati studiati, allestiti
e in molti casi appositamente ideati e prodotti proprio in funzione di questo straordinario sito, che Carlo
Goldoni non esitò a definire “soggiorno degno di un re”.
Una conferma si trova nelle proposte elaborate dal Direttore Artistico della sezione musica classica, Claudio
Orazi - Sovrintendente del Teatro Lirico di Cagliari e già Commissario Straordinario della Fondazione Teatro
Verdi di Trieste, dopo le esperienze pluriennali all’Arena Sferisterio di Macerata e all’Arena di Verona – che
ha voluto valorizzare il connubio gioioso tra Musica e Luogo d’arte, sia nel concerto inaugurale (23 giugno
2016) con l’orchestra Filarmonica Gioachino Rossini diretta da Donato Renzetti, sia nei successivi
appuntamenti di musica classica che animeranno il mese di luglio, tutti a ingresso gratuito.
Due gioielli, per raffinatezza di programma ed eleganza stilistica, saranno i concerti del Quartetto d’Archi
del Teatro alla Scala (giovedì 7 luglio, con musiche di Mozart, Mendelssohn e Šostakovič ) e dei Cameristi
dell’Accademia di Santa Cecilia (29 luglio: musiche di Mozart, Boccherini e Reicha, per Flauto, Oboe e
Quartetto d’archi); sarà invece una nuova produzione di Villa Manin - in collaborazione con la Fondazione
Giorgio Cini di Venezia-Istituto italiano Antonio Vivaldi e Casa Ricordi di Milano - l’atteso spettacolo del 22
luglio, che riporterà atmosfere e venti di Francia e del XVIII secolo a Villa Manin.
Eseguita dall’Orchestra La Fenice di Venezia, diretta da Francesco Fanna, con la regia di Elisabetta Brusa, la
prima esecuzione mondiale della Serenata di Antonio Vivaldi per soprano, mezzosoprano ed orchestra, La
Gloria e Imeneo RV 687 nell’edizione critica di Alessandro Borin (prima pubblicazione in epoca moderna a
cura di Casa Ricordi ), non potrebbe avere, d’altra parte, teatro più appropriato.
Per la serenata, commissionata dell’ambasciatore francese a Venezia per festeggiare le nozze di Luigi XV
con la principessa polacca Leszczynska, Vivaldi ha preso infatti ispirazione dalle medesime allegorie
affrescate dal francese Louis Dorigny in una delle sale di rappresentanza della grande villa veneta.
L’intento della rappresentazione – come dell’intero programma elaborato da Orazi - è dunque restituire un
clima di festa e splendore analogo a quello vissuto da Villa Manin, il cui parco ispirato alla reggia di
Versailles – 18 ettari impreziositi da statue, colline artificiali, specchi d’acqua – fu esso stesso cornice nel
Settecento di una sontuosa cerimonia di nozze, tra la figlia del Re di Sassonia e il re di Napoli.
Un gioco di affinità e atmosfere rievocate, di grande raffinatezza, per un evento musicale di assoluto rilievo.
E mentre il 2 luglio Villa Manin farà da palcoscenico anche a una interessante edizione del “Barbiere di
Siviglia! di Gioachino Rossini a cura del Piccolo Festival del Friuli Venezia Giulia - è sempre il parco, con i
suoi grandi alberi centenari e le tante opere d’arte che da secoli lo abitano, ad aver ispirato il progetto
“Altan a Villa Manin” dedicato alle famiglie e ai più piccoli, prodotto assieme al CTA-Centro Teatro
Animazione e Figure di Gorizia (Antonella Caruzzi, Toni Zogno) che ha curato la realizzazione del progetto
ideato appositamente per il parco di Villa Manin dal grande illustratore Altan.
“Caccia alla favola” in particolare, tutti i giorni dal 1 al 24 luglio, porterà i bambini - e non solo - ad
avventurasi tra arbusti e angoli nascosti del parco, senza un itinerario preciso ma guidati da una mappa
oppure seguendo (nei fine settimana) lo spettacolo-racconto di due attrici (Elena De Tullio e Alice Melloni
con la regia di Roberto Piaggio), alla ricerca dei personaggi di sette favole di animali rappresentati da
sagome e “nascosti” in questo luogo di grande fantasia.
Ad accompagnare e intervallare la singolare “caccia al tesoro”, lo spettacolo Piume - prodotto dal CTA –con
la partecipazione diretta agli allestimenti di Altan cui si devono, di volta in volta figure, scene e pupazzi.
Villa Manin, anche con il recente avvio delle Residenze d’artista , si consolida quindi quest’estate come
“luogo di produzione culturale”. Ma non mancano le “ospitalità”. Le coinvolgenti “Letture nel parco” -
letture sceniche con accompagnamento musicale - e, come ogni estate a Passariano, i grandi concerti di
musica contemporanea, quest’anno con personalità di primo piano della musica americana, dal jazz al folk,
come Esperanza Spalding (12 luglio in collaborazione con PROGETTO LIVE), la cantautrice Suzanne Vega (20
luglio in collaborazione con Folkest), e il duo statunitense Tuck & Patti (26 luglio). Esibizione attesa anche
quella del compositore, musicista e sound designer Teo Theardo (23 luglio) che torna a Villa Manin con le
sue musiche composte in occasione delle mostre dedicate a Man Ray e a Miro’.
Sarà tuttavia il 15 luglio la notte più lunga e intensa di questa estate con la “Notte bianca di Villa Manin”
che vedrà l’inaugurazione di due grandi mostre di fotografia, coprodotte dalla Regione Autonoma Friuli
Venezia Giulia – Ente Regionale Patrimonio Culturale con la John Kobal Foundation di Londra e con la
Regione Emilia Romagna e il Comune di Reggio Emilia – Fotografia Europea: Hollywood Icons, rassegna
delle stelle dell’epoca d’oro di Hollywood e dei fotografi che hanno creato le loro immagini scintillanti, dalla
mitica collezione di John Kobal, e Ersatz Lights, 200 scatti intensi di Olivo Barbieri realizzati nel corso della
sua attività, tra Oriente e Occidente, a documentare nella notte l’illuminazione artificiale e tutti i surrogati
della luce solare.
Nell’occasione anche Cinema con l’orchestra, in collaborazione con le Giornate del Cinema Muto e
Cinemazero, che offre la possibilità di rivedere il famoso film del 1928 “Show People” di King Vidor, con
Charlie Chaplin e Buster Keaton, accompagnato dal vivo dalle ZERORCHESTRA diretta da Gunther Buchwald,
e poi Cinematography di Olivo Barbieri.
I film che il grande fotografo italiano ha realizzato site specific, innovando tecniche e prospettive per
tracciare a suo modo visioni di città e genti, da Roma a Bangkok, da Las Vegas a Siviglia, da Pechino a
Milano, ci accompagneranno in questa specialissima e magica notte, ricca di stelle in cielo e in terra, uno
degli appuntamenti più coinvolgenti di “Villa Manin Estate 2016”.
Fotografie di Olivo Barbieri
e il progetto Cinematography
Villa Manin di Passariano dal 16 luglio al 9 ottobre 2016
200 opere fotografiche documentano trent’anni di ricerca sulla luce artificiale e il
suo rapporto alchemico con la realtà: le immagini visionarie di Olivo Barbieri – tra
Oriente ed Occidente – in mostra a Villa Manin.
Proiettata nel percorso espositivo, per la prima volta integralmente, anche tutta
l’opera cinematografica del maestro.
Olivo Barbieri (Carpi, Modena, 1954) appartiene alla generazione più giovane di fotografi
che all’inizio degli anni Ottanta si riunisce intorno alla figura di Luigi Ghirri partecipando a
molti progetti da lui promossi.
Ormai affermato in tutto il mondo, grande esploratore di aree urbane e paesaggi,
Barbieri sembra chiedersi continuamente quanta realtà esista nel nostro sistema di
vita, o ancora, quanto profondamente la nostra percezione sia atta a comprendere
ciò che ci circonda.
La mostra Ersatz Lights. Case study #1 east west a Villa Manin di Passariano -
promossa dalla Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia - Ente Regionale Patrimonio
Culturale con la Regione Emilia Romagna e il Comune di Reggio Emilia in occasione di
Fotografia Europea 2015 e accompagnata dal catalogo pubblicato dall’editore tedesco
Hatje Cantz - in fondo mette in campo questi interrogativi e li sostanzia attraverso una
selezione delle opere - centonovantanove - realizzate da Olivo in un arco temporale
di trent’anni, tra il 1982 e il 2014, in cui la realtà risulta illuminata da sostituti della
luce naturale, surrogati della luce solare di qualunque tipo.
“Ho analizzato il mio archivio come fosse un data base, appropriandomi delle immagini da
me realizzate come se le avessi trovate su internet. Ho creato – scrive il fotografo – un
contatto non cronologico, ma concettuale, tra diversi cicli della mia ricerca. Tenendo come
asse portante la sequenza delle immagini con la luce artificiale ho sporadicamente inserito
opere da serie diverse come site specific_, Parks, Images, China.”
Le fotografie in mostra a Villa Manin – dal 16 luglio al 9 ottobre 2016 - sono esposte in
cornici orizzontali di un unico formato, a creare un pattern dimensionale che
esplicita progettualmente il dialogo tra scatti di diversi periodi e soggetti. Europa,
Giappone, Cina, Malesia, Singapore, Cairo, Usa etc., sono narrati e descritti creando
relazioni tra i soggetti, i luoghi e le forme, a volte anche alla luce diurna.
In realtà Olivo Barbieri - che tra le tante esposizioni internazionali ha partecipato anche a
numerose edizioni della Biennale di Venezia (nel 1993, 1995, 1997, 2011 e 2013) –
cominciò a interessarsi alla luce artificiale fin dalla fine degli anni Settanta, mentre
cercava di rintracciare le famose piazze metafische di De Chirico (esistevano o se le
era inventate?). La sua intuizione fu decisiva: la luce artificiale mette in discussione il
rapporto che intratteniamo con la realtà (ovvero la realtà stessa), trasformando lo
spazio in un palcoscenico e alterando la sua corrispondenza con le informazioni contenute
nella nostra memoria.
“Nel pieno della temperie postmodernista (in Italia l’ondata più forte arriva con la prima
Biennale di Architettura a Venezia nel 1980), Olivo Barbieri - scrive Francesco Zanot -
sceglie un soggetto che agisce con la stessa modalità del mezzo con cui viene
rappresentato. Come la macchina fotografica, infatti, anche l’illuminazione artificiale
conduce a un duplice esito: da una parte fa vedere meglio tutto ciò che vi si espone,
mentre dall’altra lo altera radicalmente. Nel lavoro di Barbieri, il fattore che rende esplicito
questo processo è un’ulteriore novità rispetto alle ricerche degli autori del passato. Si tratta
del colore, attraverso cui passa l’improvvisa sostituzione del reale con una sua
scenografia, nella quale l’asfalto delle strade può diventare giallo, blu o verde, e i cieli
tingersi di un rosso del tutto incongruente con quello del tramonto: molto più acceso,
tendente al fucsia, innaturale, intriso di aberrazioni ottiche e chimiche. Come nei dipinti
degli impressionisti, in queste immagini le cose appaiono inseparabili dalla loro sostanza
cromatica, che ne determina la forma e le rende al contempo provvisorie...
...Nelle sue mani, la macchina fotografica non genera più inconfutabili attestati di realtà,
ma è al contrario un potente dispositivo per la sua decostruzione. ...Tutto ciò fa di Barbieri
non soltanto un innovatore, ma un autentico visionario. Le sue opere valicano i confini
della verosimiglianza per suggerire un’alternativa alla consuetudine....prefigurano scenari
futuribili”.
Fin dall’inizio della sua carriera Barbieri ha sperimentato tecniche fotografiche innovative -
come la messa a fuoco selettiva, il disegno, il rendering, la ripresa dall’alto - mettendo in
crisi le consuete modalità di rappresentazione.
Ed è l’intersse per l’immagine a indurre negli anni Barbieri a dedicarsi anche alla
produzione cinematografica
In mostra a Villa Manin ci sarà anche il progetto Cinematopgraphy dedicato appunto
al cinema con 21 fotografie a colori e in bianco e nero che hanno per soggetto il
decadimento delle sale e degli edifici dei cinematografi - “The End Movie Theaters 1982-
2012” - e per la prima volta la proiezione integrale dell’opera cinematografica del maestro:
17 film realizzati tra il 1995-2015.
E’ stata questa l‘occasione per Villa Manin-ERPAC anche di promuovere, insieme
all’editore Danilo Montanari, la pubblicazione dell’omonimo libro d’artista e dunque il primo
catalogo del lavoro filmico di Olivo Barbieri.
Un cartellone ricchissimo: dalla musica classica e contemporanea, con protagonisti e star internazionali,
alle grandi mostre di fotografia; dal teatro ai percorsi animati per i più piccoli, con la partecipazione di
Altan.
In prima mondiale una produzione di Villa Manin, con la Fondazione Giorgio Cini e Casa Ricordi: “La
Gloria e Imeneo RV 687” di Antonio Vivaldi.
“Notte Bianca di Villa Manin” il 15 luglio: “Cinema con l'orchestra” e molto altro.
Due mostre imperdibili: le star dei tempi d'oro di Hollywood, negli scatti di tanti maestri della fotografia
dalla collezione di John Koban e il mondo attraverso i bagliori di luce artificiale, nelle foto visionarie del
grande Olivo Barbieri.
Musica, teatro, fotografia e cinema si alterneranno questa estate nello scenario magico di Villa Manin di
Passariano a Codroipo (Udine) con un cartellone ricco di appuntamenti di altissimo livello, promosso dalla
Regione Friuli-Venezia Giulia - Ente Regionale Patrimonio Culturale, con il sostegno della Fondazione CRUP
e la collaborazione di tante, prestigiose istituzioni culturali.
Dalla musica classica e contemporanea, con protagonisti famosi e star internazionali, alle grandi mostre di
fotografia; dal teatro, con nuove e originali produzioni, ai percorsi animati per i più piccoli: un connubio tra
le arti, in un dialogo suggestivo con le architetture, i volumi e lo scenografico parco della residenza
dell’ultimo Doge di Venezia, Ludovico Manin.
Perché il filo rosso, che unisce le diverse proposte della stagione e rende unico il programma “Villa Manin
estate 2016”, è proprio il fascino della sua ambientazione e il fatto che gli eventi siano stati studiati, allestiti
e in molti casi appositamente ideati e prodotti proprio in funzione di questo straordinario sito, che Carlo
Goldoni non esitò a definire “soggiorno degno di un re”.
Una conferma si trova nelle proposte elaborate dal Direttore Artistico della sezione musica classica, Claudio
Orazi - Sovrintendente del Teatro Lirico di Cagliari e già Commissario Straordinario della Fondazione Teatro
Verdi di Trieste, dopo le esperienze pluriennali all’Arena Sferisterio di Macerata e all’Arena di Verona – che
ha voluto valorizzare il connubio gioioso tra Musica e Luogo d’arte, sia nel concerto inaugurale (23 giugno
2016) con l’orchestra Filarmonica Gioachino Rossini diretta da Donato Renzetti, sia nei successivi
appuntamenti di musica classica che animeranno il mese di luglio, tutti a ingresso gratuito.
Due gioielli, per raffinatezza di programma ed eleganza stilistica, saranno i concerti del Quartetto d’Archi
del Teatro alla Scala (giovedì 7 luglio, con musiche di Mozart, Mendelssohn e Šostakovič ) e dei Cameristi
dell’Accademia di Santa Cecilia (29 luglio: musiche di Mozart, Boccherini e Reicha, per Flauto, Oboe e
Quartetto d’archi); sarà invece una nuova produzione di Villa Manin - in collaborazione con la Fondazione
Giorgio Cini di Venezia-Istituto italiano Antonio Vivaldi e Casa Ricordi di Milano - l’atteso spettacolo del 22
luglio, che riporterà atmosfere e venti di Francia e del XVIII secolo a Villa Manin.
Eseguita dall’Orchestra La Fenice di Venezia, diretta da Francesco Fanna, con la regia di Elisabetta Brusa, la
prima esecuzione mondiale della Serenata di Antonio Vivaldi per soprano, mezzosoprano ed orchestra, La
Gloria e Imeneo RV 687 nell’edizione critica di Alessandro Borin (prima pubblicazione in epoca moderna a
cura di Casa Ricordi ), non potrebbe avere, d’altra parte, teatro più appropriato.
Per la serenata, commissionata dell’ambasciatore francese a Venezia per festeggiare le nozze di Luigi XV
con la principessa polacca Leszczynska, Vivaldi ha preso infatti ispirazione dalle medesime allegorie
affrescate dal francese Louis Dorigny in una delle sale di rappresentanza della grande villa veneta.
L’intento della rappresentazione – come dell’intero programma elaborato da Orazi - è dunque restituire un
clima di festa e splendore analogo a quello vissuto da Villa Manin, il cui parco ispirato alla reggia di
Versailles – 18 ettari impreziositi da statue, colline artificiali, specchi d’acqua – fu esso stesso cornice nel
Settecento di una sontuosa cerimonia di nozze, tra la figlia del Re di Sassonia e il re di Napoli.
Un gioco di affinità e atmosfere rievocate, di grande raffinatezza, per un evento musicale di assoluto rilievo.
E mentre il 2 luglio Villa Manin farà da palcoscenico anche a una interessante edizione del “Barbiere di
Siviglia! di Gioachino Rossini a cura del Piccolo Festival del Friuli Venezia Giulia - è sempre il parco, con i
suoi grandi alberi centenari e le tante opere d’arte che da secoli lo abitano, ad aver ispirato il progetto
“Altan a Villa Manin” dedicato alle famiglie e ai più piccoli, prodotto assieme al CTA-Centro Teatro
Animazione e Figure di Gorizia (Antonella Caruzzi, Toni Zogno) che ha curato la realizzazione del progetto
ideato appositamente per il parco di Villa Manin dal grande illustratore Altan.
“Caccia alla favola” in particolare, tutti i giorni dal 1 al 24 luglio, porterà i bambini - e non solo - ad
avventurasi tra arbusti e angoli nascosti del parco, senza un itinerario preciso ma guidati da una mappa
oppure seguendo (nei fine settimana) lo spettacolo-racconto di due attrici (Elena De Tullio e Alice Melloni
con la regia di Roberto Piaggio), alla ricerca dei personaggi di sette favole di animali rappresentati da
sagome e “nascosti” in questo luogo di grande fantasia.
Ad accompagnare e intervallare la singolare “caccia al tesoro”, lo spettacolo Piume - prodotto dal CTA –con
la partecipazione diretta agli allestimenti di Altan cui si devono, di volta in volta figure, scene e pupazzi.
Villa Manin, anche con il recente avvio delle Residenze d’artista , si consolida quindi quest’estate come
“luogo di produzione culturale”. Ma non mancano le “ospitalità”. Le coinvolgenti “Letture nel parco” -
letture sceniche con accompagnamento musicale - e, come ogni estate a Passariano, i grandi concerti di
musica contemporanea, quest’anno con personalità di primo piano della musica americana, dal jazz al folk,
come Esperanza Spalding (12 luglio in collaborazione con PROGETTO LIVE), la cantautrice Suzanne Vega (20
luglio in collaborazione con Folkest), e il duo statunitense Tuck & Patti (26 luglio). Esibizione attesa anche
quella del compositore, musicista e sound designer Teo Theardo (23 luglio) che torna a Villa Manin con le
sue musiche composte in occasione delle mostre dedicate a Man Ray e a Miro’.
Sarà tuttavia il 15 luglio la notte più lunga e intensa di questa estate con la “Notte bianca di Villa Manin”
che vedrà l’inaugurazione di due grandi mostre di fotografia, coprodotte dalla Regione Autonoma Friuli
Venezia Giulia – Ente Regionale Patrimonio Culturale con la John Kobal Foundation di Londra e con la
Regione Emilia Romagna e il Comune di Reggio Emilia – Fotografia Europea: Hollywood Icons, rassegna
delle stelle dell’epoca d’oro di Hollywood e dei fotografi che hanno creato le loro immagini scintillanti, dalla
mitica collezione di John Kobal, e Ersatz Lights, 200 scatti intensi di Olivo Barbieri realizzati nel corso della
sua attività, tra Oriente e Occidente, a documentare nella notte l’illuminazione artificiale e tutti i surrogati
della luce solare.
Nell’occasione anche Cinema con l’orchestra, in collaborazione con le Giornate del Cinema Muto e
Cinemazero, che offre la possibilità di rivedere il famoso film del 1928 “Show People” di King Vidor, con
Charlie Chaplin e Buster Keaton, accompagnato dal vivo dalle ZERORCHESTRA diretta da Gunther Buchwald,
e poi Cinematography di Olivo Barbieri.
I film che il grande fotografo italiano ha realizzato site specific, innovando tecniche e prospettive per
tracciare a suo modo visioni di città e genti, da Roma a Bangkok, da Las Vegas a Siviglia, da Pechino a
Milano, ci accompagneranno in questa specialissima e magica notte, ricca di stelle in cielo e in terra, uno
degli appuntamenti più coinvolgenti di “Villa Manin Estate 2016”.
15
luglio 2016
Olivo Barbieri – ERSATZ LIGHTS case study #1 east west 1982 – 2014
Dal 15 luglio al 09 ottobre 2016
fotografia
Location
VILLA MANIN DI PASSARIANO
Codroipo, Piazza Manin, 10, (Udine)
Codroipo, Piazza Manin, 10, (Udine)
Ufficio stampa
VILLAGGIO GLOBALE
Autore