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Olivo Barbieri – Mountains and Parks
Sono oltre 50 i lavori esposti in un percorso ventennale che comprende, tra le altre, una serie di grandi immagini fotografiche inedite sulle montagne della Valle d’Aosta realizzate per l’occasione. Per la prima volta, poi, viene presentata la produzione scultorea dell’artista attraverso tre imponenti lavori plastici che occupano l’ala centrale del Centro Saint-Bénin. Le opere in mostra ripercorrono la ricerca compiuta da Barbieri dal 2002 al 2019 sottolineando l’attenzione verso le tematiche connesse con il paesaggio e l’ambiente. Non manca un ciclo d’immagini dedicato alla storia dellarte antica e moderna e la proiezione di un video del 2006 realizzato in Cina.
Comunicato stampa
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Olivo Barbieri. Mountains and Parks è la personale dedicata ad uno dei maggiori fotografi contemporanei che verrà inaugurata al Centro Saint-Bénin di Aosta venerdì 15 novembre 2019 alle ore 18 e rimarrà aperta fino a domenica 19 aprile 2020. Lesposizione, curata da Alberto Fiz, è organizzata dalla struttura Attività espositive dellAssessorato del Turismo, Sport, Commercio, Agricoltura e Beni culturali della Regione autonoma Valle dAosta.
Sono oltre 50 i lavori esposti in un percorso ventennale che comprende, tra le altre, una serie di grandi immagini fotografiche inedite sulle montagne della Valle dAosta realizzate per loccasione. Per la prima volta, poi, viene presentata la produzione scultorea dellartista attraverso tre imponenti lavori plastici che occupano lala centrale del Centro Saint-Bénin. Le opere in mostra ripercorrono la ricerca compiuta da Barbieri dal 2002 al 2019 sottolineando lattenzione verso le tematiche connesse con il paesaggio e lambiente. Non manca un ciclo dimmagini dedicato alla storia dellarte antica e moderna e la proiezione di un video del 2006 realizzato in Cina.
Progetto ideato per il Centro Saint-Bénin di Aosta, Mountains and Parks propone lindagine di Olivo Barbieri sui parchi naturali, siano essi le Alpi (già nel 2012 la Valle dAosta era stata oggetto di una specifica indagine), le Dolomiti, Capri rivisitata con i colori della memoria o le cascate più importanti del pianeta che, come afferma lartista, sopravvivono intatte ad uso del turismo o come luoghi fisici museali dove ammirare come potrebbe essere una natura incontaminata.
Si tratta di una rassegna spettacolare quanto problematica che affronta questioni di fondamentale importanza come lesigenza di un rinnovato equilibrio naturale associato al turismo di massa che, se da un lato consuma i luoghi, dallaltra ne garantisce la sopravvivenza.
Le sue immagini viste dallalto, riprese con la tecnica della messa a fuoco selettiva che evidenzia solo alcuni elementi lasciando volontariamente sfocato il resto della scena, hanno inaugurato un nuovo modo di percepire il paesaggio che, grazie allintroduzione consapevole di alcuni errori fotografici, ci appare in modo inedito, più simile a un modellino in scala (non manca nemmeno luso della pittura digitale) che a un contesto reale. E sebbene nulla di ciò che vediamo appaia contraffatto, lindagine di Barbieri decreta lambiguità di ogni rappresentazione. Sono immagini che non nascono dalla volontà di ottenere effetti speciali (la forma dei soggetti rappresentati non è alterata), ma dalla curiosità di verificare il comportamento del mezzo fotografico in condizioni non-idonee; è un approccio che rivela linteresse per il mondo, ma anche per gli strumenti ottici attraverso cui possiamo leggerlo: Ciò che mi ha sempre coinvolto nella fotografia è il rapporto di scarto tra la visione dellocchio e le abilità del mezzo, precisa Olivo Barbieri.
Insieme ai parchi dei ghiacci e dellacqua, il suo sguardo si estende ai Landfills, le quattro grandi discariche abitate da migliaia di persone e animali del Sud Est asiatico in Thailandia, Indonesia e Malesia. Sono i parchi tematici in negativo, la coscienza sporca dellOccidente dove si gioca lequilibrio del pianeta.
Il paesaggio si estende anche alluniverso della storia dellarte dove la messa a fuoco selettiva modifica la percezione di opere ormai metabolizzate con un atteggiamento ironico e dissacrante. E se nel Paradiso Terreste di Nicolas Poussin sembra di vedere il Creatore che si allontana appoggiato ad un drone di controllo, il mito di Mark Rothko appare connesso con i simboli del fast food americano, gli hamburger. Il dialogo con i maestri del passato coinvolge anche Paolo Uccello, Caravaggio e Canaletto. Questultimo, attraverso luso della camera ottica, sembra anticipare gli esiti della fotografia contemporanea.
Per la prima volta, poi, viene presentata la produzione plastica di Barbieri e vengono esposte tre grandi sculture in legno realizzate per loccasione che fanno riferimento alla mappatura simbolica dei codici Hobo, ai vagabondi americani e ai Rom. Ne emerge una geografia errante che crea un paesaggio segreto, accessibile solo ai membri della tribù. A completamento della rassegna, viene proiettato il video Seascape #1 Night, China Shenzhen 05 del 2006 che fa parte di un progetto artistico in divenire. In questo caso tutto parte da Shenzhen, in Cina, una delle nuove aree economiche vicino ad Hong Kong dove un'intera generazione di cinesi sta per concedersi, per la prima volta da cinquant'anni, un divertimento di massa: fare il bagno in mare al chiaro di luna.
Nellepoca del digitale e dei social, dunque, Mountains and Parks si configura come unoccasione particolarmente stimolante per verificare la nostra relazione con la realtà colta nelle sue differenti e contraddittorie sfaccettature, tra ironia e dramma sociale.
Il catalogo della mostra, in italiano e francese, con la pubblicazione di tutte le opere esposte, è edito da Magonza. Insieme ai saggi di Alberto Fiz e di Daria Jorioz, contiene, un intervento inedito dello scrittore Paolo Cognetti e un testo sullestetica della montagna dellalpinista Giovanni Battista Rossi. Non manca, poi, unintervista con Olivo Barbieri presente nel volume anche con una sua testimonianza.
Cenni biografici
Olivo Barbieri è nato a Carpi (Modena) nel 1954. Frequenta Pedagogia e il DAMS allUniversità di Bologna e dal 1971 intensifica il suo interesse per il linguaggio fotografico. Realizza Flippers 1977-1978, una serie di immagini sul ritrovamento di un deposito di flipper abbandonato, che custodiscono limmaginario di unintera epoca.
Nei primi anni Ottanta inizia la serie di immagini sullilluminazione artificiale nelle città europee e orientali. Dal 1989 viaggia costantemente in Oriente, soprattutto in Cina, sviluppando una ricerca ancora in corso sui temi dei grandi cambiamenti in atto e sulla loro rappresentazione.
Nel 1996 il Folkwang Museum di Essen gli dedica la prima retrospettiva. Dalla metà degli anni Novanta adotta una tecnica fotografica che gli permette di mantenere a fuoco solo alcuni punti dellimmagine.
Nel 2003 inaugura il progetto site specific_ che coinvolge 40 città nel mondo e prosegue ancora oggi, così come Parks iniziato nel 2006.
site specific_, Parks, e le altre serie Real Words (2008-2013), Images (1978-2007), Virtual Truths (19962002) e Artificial Illuminations (1980-2014) hanno in comune la riflessione sulla quantità di realtà presente nel nostro sistema di vita, e su quanto la nostra percezione sia in grado di comprenderla.
Nel 2015 realizza il progetto Adriatic (staged) Dancing people. Nel 2017 ha dedicato un progetto allimpianto solare di Ivanpah nel deserto della California, la più grande centrale termica a concentrazione solare del mondo e nel 2019, in occasione della mostra aostana, realizza una serie di nuovi lavori sulla geografia della montagna Alps Geographies and People che appartengono alla serie Parks.
Noto a livello internazionale, Olivo Barbieri inizia ad esporre nel 1978 alla Galleria Civica di Modena. Da allora le sue opere sono state presentate da istituzioni prestigiose quali: Folkwang Museum di Essen, Museum of Contemporary Art di Cleveland, Moma di San Francisco, Cca di Montréal e Bund 18 di Shanghai. Tra le sedi pubbliche italiane che hanno ospitato le sue personali vi sono la Triennale di Milano, il Mart di Rovereto, il Madre di Napoli e il Maxxi di Roma. E stato invitato cinque volte alla Biennale di Venezia e le sue opere si trovano al Moma di New York, allInternational Center of Photography di New York, alla Deutsche Bank, allUBS Art Collection. Alcune sue immagini sono presenti nella collezione privata di Elton John.
Sono oltre 50 i lavori esposti in un percorso ventennale che comprende, tra le altre, una serie di grandi immagini fotografiche inedite sulle montagne della Valle dAosta realizzate per loccasione. Per la prima volta, poi, viene presentata la produzione scultorea dellartista attraverso tre imponenti lavori plastici che occupano lala centrale del Centro Saint-Bénin. Le opere in mostra ripercorrono la ricerca compiuta da Barbieri dal 2002 al 2019 sottolineando lattenzione verso le tematiche connesse con il paesaggio e lambiente. Non manca un ciclo dimmagini dedicato alla storia dellarte antica e moderna e la proiezione di un video del 2006 realizzato in Cina.
Progetto ideato per il Centro Saint-Bénin di Aosta, Mountains and Parks propone lindagine di Olivo Barbieri sui parchi naturali, siano essi le Alpi (già nel 2012 la Valle dAosta era stata oggetto di una specifica indagine), le Dolomiti, Capri rivisitata con i colori della memoria o le cascate più importanti del pianeta che, come afferma lartista, sopravvivono intatte ad uso del turismo o come luoghi fisici museali dove ammirare come potrebbe essere una natura incontaminata.
Si tratta di una rassegna spettacolare quanto problematica che affronta questioni di fondamentale importanza come lesigenza di un rinnovato equilibrio naturale associato al turismo di massa che, se da un lato consuma i luoghi, dallaltra ne garantisce la sopravvivenza.
Le sue immagini viste dallalto, riprese con la tecnica della messa a fuoco selettiva che evidenzia solo alcuni elementi lasciando volontariamente sfocato il resto della scena, hanno inaugurato un nuovo modo di percepire il paesaggio che, grazie allintroduzione consapevole di alcuni errori fotografici, ci appare in modo inedito, più simile a un modellino in scala (non manca nemmeno luso della pittura digitale) che a un contesto reale. E sebbene nulla di ciò che vediamo appaia contraffatto, lindagine di Barbieri decreta lambiguità di ogni rappresentazione. Sono immagini che non nascono dalla volontà di ottenere effetti speciali (la forma dei soggetti rappresentati non è alterata), ma dalla curiosità di verificare il comportamento del mezzo fotografico in condizioni non-idonee; è un approccio che rivela linteresse per il mondo, ma anche per gli strumenti ottici attraverso cui possiamo leggerlo: Ciò che mi ha sempre coinvolto nella fotografia è il rapporto di scarto tra la visione dellocchio e le abilità del mezzo, precisa Olivo Barbieri.
Insieme ai parchi dei ghiacci e dellacqua, il suo sguardo si estende ai Landfills, le quattro grandi discariche abitate da migliaia di persone e animali del Sud Est asiatico in Thailandia, Indonesia e Malesia. Sono i parchi tematici in negativo, la coscienza sporca dellOccidente dove si gioca lequilibrio del pianeta.
Il paesaggio si estende anche alluniverso della storia dellarte dove la messa a fuoco selettiva modifica la percezione di opere ormai metabolizzate con un atteggiamento ironico e dissacrante. E se nel Paradiso Terreste di Nicolas Poussin sembra di vedere il Creatore che si allontana appoggiato ad un drone di controllo, il mito di Mark Rothko appare connesso con i simboli del fast food americano, gli hamburger. Il dialogo con i maestri del passato coinvolge anche Paolo Uccello, Caravaggio e Canaletto. Questultimo, attraverso luso della camera ottica, sembra anticipare gli esiti della fotografia contemporanea.
Per la prima volta, poi, viene presentata la produzione plastica di Barbieri e vengono esposte tre grandi sculture in legno realizzate per loccasione che fanno riferimento alla mappatura simbolica dei codici Hobo, ai vagabondi americani e ai Rom. Ne emerge una geografia errante che crea un paesaggio segreto, accessibile solo ai membri della tribù. A completamento della rassegna, viene proiettato il video Seascape #1 Night, China Shenzhen 05 del 2006 che fa parte di un progetto artistico in divenire. In questo caso tutto parte da Shenzhen, in Cina, una delle nuove aree economiche vicino ad Hong Kong dove un'intera generazione di cinesi sta per concedersi, per la prima volta da cinquant'anni, un divertimento di massa: fare il bagno in mare al chiaro di luna.
Nellepoca del digitale e dei social, dunque, Mountains and Parks si configura come unoccasione particolarmente stimolante per verificare la nostra relazione con la realtà colta nelle sue differenti e contraddittorie sfaccettature, tra ironia e dramma sociale.
Il catalogo della mostra, in italiano e francese, con la pubblicazione di tutte le opere esposte, è edito da Magonza. Insieme ai saggi di Alberto Fiz e di Daria Jorioz, contiene, un intervento inedito dello scrittore Paolo Cognetti e un testo sullestetica della montagna dellalpinista Giovanni Battista Rossi. Non manca, poi, unintervista con Olivo Barbieri presente nel volume anche con una sua testimonianza.
Cenni biografici
Olivo Barbieri è nato a Carpi (Modena) nel 1954. Frequenta Pedagogia e il DAMS allUniversità di Bologna e dal 1971 intensifica il suo interesse per il linguaggio fotografico. Realizza Flippers 1977-1978, una serie di immagini sul ritrovamento di un deposito di flipper abbandonato, che custodiscono limmaginario di unintera epoca.
Nei primi anni Ottanta inizia la serie di immagini sullilluminazione artificiale nelle città europee e orientali. Dal 1989 viaggia costantemente in Oriente, soprattutto in Cina, sviluppando una ricerca ancora in corso sui temi dei grandi cambiamenti in atto e sulla loro rappresentazione.
Nel 1996 il Folkwang Museum di Essen gli dedica la prima retrospettiva. Dalla metà degli anni Novanta adotta una tecnica fotografica che gli permette di mantenere a fuoco solo alcuni punti dellimmagine.
Nel 2003 inaugura il progetto site specific_ che coinvolge 40 città nel mondo e prosegue ancora oggi, così come Parks iniziato nel 2006.
site specific_, Parks, e le altre serie Real Words (2008-2013), Images (1978-2007), Virtual Truths (19962002) e Artificial Illuminations (1980-2014) hanno in comune la riflessione sulla quantità di realtà presente nel nostro sistema di vita, e su quanto la nostra percezione sia in grado di comprenderla.
Nel 2015 realizza il progetto Adriatic (staged) Dancing people. Nel 2017 ha dedicato un progetto allimpianto solare di Ivanpah nel deserto della California, la più grande centrale termica a concentrazione solare del mondo e nel 2019, in occasione della mostra aostana, realizza una serie di nuovi lavori sulla geografia della montagna Alps Geographies and People che appartengono alla serie Parks.
Noto a livello internazionale, Olivo Barbieri inizia ad esporre nel 1978 alla Galleria Civica di Modena. Da allora le sue opere sono state presentate da istituzioni prestigiose quali: Folkwang Museum di Essen, Museum of Contemporary Art di Cleveland, Moma di San Francisco, Cca di Montréal e Bund 18 di Shanghai. Tra le sedi pubbliche italiane che hanno ospitato le sue personali vi sono la Triennale di Milano, il Mart di Rovereto, il Madre di Napoli e il Maxxi di Roma. E stato invitato cinque volte alla Biennale di Venezia e le sue opere si trovano al Moma di New York, allInternational Center of Photography di New York, alla Deutsche Bank, allUBS Art Collection. Alcune sue immagini sono presenti nella collezione privata di Elton John.
15
novembre 2019
Olivo Barbieri – Mountains and Parks
Dal 15 novembre 2019 al 19 aprile 2020
fotografia
Location
CENTRO SAINT BENIN
Aosta, Via Bonifacio Festaz, 27, (Aosta)
Aosta, Via Bonifacio Festaz, 27, (Aosta)
Vernissage
15 Novembre 2019, h 18
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore
Curatore