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Oltre il paesaggio
Una tra le più eleganti Ville Venete, inserita in un ambiente collinare tra i più belli d’Italia, ospiterà, lungo un programma che si svilupperà su cinque anni, una indagine su un tema assolutamente affascinante, quello del connubio, incontro, scontro tra l’arte e il paesaggio, non nella grande storia dell’arte veneta ma nei suoi più recenti sviluppi, dal secondo dopoguerra all’attualità.
Comunicato stampa
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Cinque anni di grandi mostre per indagare, in un'ottica veneta, un tema assolutamente affascinante, quello dell'interazione tra l'arte ed il paesaggio.
Il progetto, intitolato "Possibile Paesaggio", è stato messo a punto da Dino Marangon su invito del Comune di Pieve di Soligo, della Regione del Veneto e del Gruppo Euromobil, e sarà focalizzato sull'arte dal secondo dopoguerra ad oggi.
Ad ospitare questo affascinante progetto sarà, dal prossimo febbraio e a cadenza annuale, Villa Brandolini a Solighetto, in comune di Pieve di Soligo. Villa Brandolini e il suo magnifico parco storico sono incastonate in un ambiente collinare tra i più suggestivi d'Italia, perfetto emblema della bellezza del paesaggio delle terre che dalle Alpi scendono alla Laguna.
Il primo appuntamento del ciclo quinquennale è dedicato a Oltre il Paesaggio. Ciò a partire da uno dei principali assiomi del moderno, secondo il quale dipingere non significa riprodurre quello che c'è, bensì far vedere quello che altrimenti non si vedrebbe.
L'esposizione riunirà all'interno, ma anche nel parco, della settecentesca Villa, più di cento opere. "Alla ricerca di ciò che, nell'arte dell'ultimo mezzo secolo, pur senza ignorare quanto permane delle caratteristiche storiche, degli influssi, degli echi del grande paesaggismo di tradizione veneta, tende al superamento di ogni immediata referenzialità esterna, attraverso la costruzione di un ambiente immaginativo concepito come ritmo astratto della natura, come puro spazio cromatico, come analisi dei mezzi stessi della pittura, come sedimentazione alchemica ed esplorazione dei nuovi media".
Se in alcuni dei protagonisti (Birolli, Santomaso, Turcato, Vedova, Afro) del cosiddetto Gruppo degli Otto, la metafora del reale continua a far intravedere poetici rapporti con la realtà fenomenica, nello Spazialismo di Virgilio Guidi, di Mario Deluigi, di Vinicio Vianello, di Anton Giulio Ambrosini, di Tancredi, di Edmondo Bacci e di Gino Morandis si consuma ogni riferimento all'orizzonte naturale per attingere a più ampie visioni cosmiche, ideali ed escatologiche.
Ma, e questo è forse l'aspetto più interessante dell'iniziativa. La mostra, infatti, non si limita a esporre, dal particolare punto di vista del Possibile Paesaggio, un consistente numero di opere relative a correnti e a gruppi ormai ampiamente conosciuti, ma intende anche proporre raggiungimenti e ricerche spesso non ancora adeguatamente conosciuti e apprezzati dal mercato e dalla stessa critica. Una indagine che si estende a tutta una serie di personalità di notevole spessore e originalità, utili per ricostruire il complesso intreccio della civiltà artistica gravitante nella seconda metà del secolo scorso attorno a Venezia, ai suoi musei e alle sue gallerie.
Come Bill Congdon, uno dei protagonisti della Scuola di New York, presente in mostra con le sue straordinarie visioni di Venezia e i suoi emozionanti paesaggi dell'anima.
Il nucleo centrale dell'esposizione riguarderà artisti come Ferruccio Bortoluzzi, Giovanni Korompay, Leon Gischia, Bruno Blenner, Ennio Finzi, Riccardo Licata, Saverio Rampin, Gino Silvestri, per dare quindi spazio alle ipotesi paesaggistiche attive nelle ricerche percettive di Alberto Biasi e Franco Costalonga, alla pittura analitica di Paolo Patelli o di Pope, alle raffinate istanze novorealistiche di Raoul Schultz, alle sognanti simbologie di Nino Memo, alle sedimentazioni alchemiche di Maurizio Cosua e di Gea D'Este, e alla pittura neoluministica del più giovane Franco Ruaro.
Un adeguato spazio verrà poi riservato alle celebri Sostituzioni di Germano Olivotto.
Un ulteriore settore si incentrerà sulle ricerche video, sviluppate nell'ambito della Galleria del Cavallino da artisti come Guido Sartorelli, Claudio Ambrosini, Michele Sambin, Luigi Viola e Paolo Fassetta, e ancora sui progetti e le videoinstallazioni di Fabrizio Plessi.
Infine nel parco troveranno posto alcuni interventi Site specific di Claudia Steiner e di Enrico Minato.
Realizzata nell'ambito di tutta una serie di convegni, iniziative e incontri sui più diversi aspetti del Paesaggio promossi dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Pieve di Soligo, Oltre il paesaggio, si propone quindi all'attenzione di chi voglia riflettere su questa essenziale tematica aprendosi anche all'emozione di proposte nuove e sorprendenti, ma sempre di grande qualità intellettuale e creativa, la cui conoscenza appare per molti aspetti indispensabile, se è vero che, come si intitola una delle opere esposte, L'uomo si ciba di paesaggio.
Il progetto, intitolato "Possibile Paesaggio", è stato messo a punto da Dino Marangon su invito del Comune di Pieve di Soligo, della Regione del Veneto e del Gruppo Euromobil, e sarà focalizzato sull'arte dal secondo dopoguerra ad oggi.
Ad ospitare questo affascinante progetto sarà, dal prossimo febbraio e a cadenza annuale, Villa Brandolini a Solighetto, in comune di Pieve di Soligo. Villa Brandolini e il suo magnifico parco storico sono incastonate in un ambiente collinare tra i più suggestivi d'Italia, perfetto emblema della bellezza del paesaggio delle terre che dalle Alpi scendono alla Laguna.
Il primo appuntamento del ciclo quinquennale è dedicato a Oltre il Paesaggio. Ciò a partire da uno dei principali assiomi del moderno, secondo il quale dipingere non significa riprodurre quello che c'è, bensì far vedere quello che altrimenti non si vedrebbe.
L'esposizione riunirà all'interno, ma anche nel parco, della settecentesca Villa, più di cento opere. "Alla ricerca di ciò che, nell'arte dell'ultimo mezzo secolo, pur senza ignorare quanto permane delle caratteristiche storiche, degli influssi, degli echi del grande paesaggismo di tradizione veneta, tende al superamento di ogni immediata referenzialità esterna, attraverso la costruzione di un ambiente immaginativo concepito come ritmo astratto della natura, come puro spazio cromatico, come analisi dei mezzi stessi della pittura, come sedimentazione alchemica ed esplorazione dei nuovi media".
Se in alcuni dei protagonisti (Birolli, Santomaso, Turcato, Vedova, Afro) del cosiddetto Gruppo degli Otto, la metafora del reale continua a far intravedere poetici rapporti con la realtà fenomenica, nello Spazialismo di Virgilio Guidi, di Mario Deluigi, di Vinicio Vianello, di Anton Giulio Ambrosini, di Tancredi, di Edmondo Bacci e di Gino Morandis si consuma ogni riferimento all'orizzonte naturale per attingere a più ampie visioni cosmiche, ideali ed escatologiche.
Ma, e questo è forse l'aspetto più interessante dell'iniziativa. La mostra, infatti, non si limita a esporre, dal particolare punto di vista del Possibile Paesaggio, un consistente numero di opere relative a correnti e a gruppi ormai ampiamente conosciuti, ma intende anche proporre raggiungimenti e ricerche spesso non ancora adeguatamente conosciuti e apprezzati dal mercato e dalla stessa critica. Una indagine che si estende a tutta una serie di personalità di notevole spessore e originalità, utili per ricostruire il complesso intreccio della civiltà artistica gravitante nella seconda metà del secolo scorso attorno a Venezia, ai suoi musei e alle sue gallerie.
Come Bill Congdon, uno dei protagonisti della Scuola di New York, presente in mostra con le sue straordinarie visioni di Venezia e i suoi emozionanti paesaggi dell'anima.
Il nucleo centrale dell'esposizione riguarderà artisti come Ferruccio Bortoluzzi, Giovanni Korompay, Leon Gischia, Bruno Blenner, Ennio Finzi, Riccardo Licata, Saverio Rampin, Gino Silvestri, per dare quindi spazio alle ipotesi paesaggistiche attive nelle ricerche percettive di Alberto Biasi e Franco Costalonga, alla pittura analitica di Paolo Patelli o di Pope, alle raffinate istanze novorealistiche di Raoul Schultz, alle sognanti simbologie di Nino Memo, alle sedimentazioni alchemiche di Maurizio Cosua e di Gea D'Este, e alla pittura neoluministica del più giovane Franco Ruaro.
Un adeguato spazio verrà poi riservato alle celebri Sostituzioni di Germano Olivotto.
Un ulteriore settore si incentrerà sulle ricerche video, sviluppate nell'ambito della Galleria del Cavallino da artisti come Guido Sartorelli, Claudio Ambrosini, Michele Sambin, Luigi Viola e Paolo Fassetta, e ancora sui progetti e le videoinstallazioni di Fabrizio Plessi.
Infine nel parco troveranno posto alcuni interventi Site specific di Claudia Steiner e di Enrico Minato.
Realizzata nell'ambito di tutta una serie di convegni, iniziative e incontri sui più diversi aspetti del Paesaggio promossi dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Pieve di Soligo, Oltre il paesaggio, si propone quindi all'attenzione di chi voglia riflettere su questa essenziale tematica aprendosi anche all'emozione di proposte nuove e sorprendenti, ma sempre di grande qualità intellettuale e creativa, la cui conoscenza appare per molti aspetti indispensabile, se è vero che, come si intitola una delle opere esposte, L'uomo si ciba di paesaggio.
14
febbraio 2009
Oltre il paesaggio
Dal 14 febbraio al 19 aprile 2009
arte contemporanea
Location
VILLA BRANDOLINI
Pieve Di Soligo, Piazza Libertà, 7, (Treviso)
Pieve Di Soligo, Piazza Libertà, 7, (Treviso)
Biglietti
Biglietti:
intero € 5,00
ridotto € 3,00 dai 18 ai 25 anni; over 65; studenti universitari; soci Touring Club Italia; gruppi di almeno 15 persone
gratuito minori di anni 18; portatori di handicap con un accompagnatore; giornalisti con tesserino
Orario di apertura
Venerdì: 18.00 - 20.00
Sabato: 15.00 - 20.00
Domenica e festivi infrasettimanali:
10.00 - 13.00 e 15.00 - 20.00
Chiuso il giorno di Pasqua
Vernissage
14 Febbraio 2009, ore 17
Sito web
www.astartesc.it
Editore
CANOVA
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore
Curatore