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Oltre la linea – Il disegno come processo mentale figurato
La mostra presenta l’uso differenziato di matita e carta attraverso quattro recenti posizioni austriache: Thomas Feuerstein, Michaela Math, Micha Payer & Martin Gabriel e Heidrun Sandbichler.
Comunicato stampa
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Una delle forme più originarie dell’espressione artistica è senza dubbio il disegno. Con un minimo di mezzi esso apre una molteplicità di approcci: dall’improvvisazione spontanea a processi mentali concezionali e programmi iconografici complessi fino al reportage e alla cultura quotidiana. La mostra “Oltre la linea” presenta l’uso differenziato di matita e carta attraverso quattro recenti posizioni austriache: Thomas Feuerstein, Michaela Math, Micha Payer & Martin Gabriel e Heidrun Sandbichler.
Thomas Feuerstein lavora con i mezzi artistici più disparati, assegnando un ruolo importante al disegno. Elementi essenziali per i suoi lavori sono la combinazione di arte e scienza nonché la dialettica tra fatti reali e fatti costruiti che nella sua opera vengono uniti in una narrazione concettuale. I due lavori creati per la mostra, GODOG e DOGOD, sono due anagrammi ossia palindromi basati sulle parole God (Dio) e Dog (cane). I termini vengono trascritti per mezzo di cavi e spine. I cavi fungono da prolungamento spaziale del tratto grafico e si sovrappongono in un secondo livello al disegno a mano. I termini polari marcano in miti e filosofia la posizione dell’uomo tra gli animali e gli Dei. Per quanto riguarda l’iconografia, alla base del quadro GODOG sta una testa con cervello e nervi e alla base del quadro DOGOD un intestino e un cranio di cane. Organi umani si trovano anche spesso nell’opera di Michaela Math che lavora quasi esclusivamente con i mezzi classici del disegno: matita o china su carta. Il suo interesse è rivolto soprattutto alla complessità della nostra percezione della realtà. I disegni anatomici apparentemente precisi rivelano una vita interiore fittizia, tessuti si drappeggiano a formare esseri ibridi, strutture astratte si dispongono in una sterpaglia vegetativa. Per la mostra Math ha creato un intreccio di linee costituito da più di ottanta pezzi singoli che dal pavimento si innalza rigogliosamente come una pianta rampicante. La visualità oberata della realtà di vita attuale è invece programmatica per i lavori – veri e propri fiumi di immagini – della coppia di artisti Micha Payer & Martin Gabriel. I loro disegni a matita colorata formano ciascuno un universo a parte in cui svariati temi vengono analizzati e messi in discussione in modo logico-razionale e poetico-associativo. In questo modo in nulla dies sine linea, partendo da una mappa delle stelle del cartografo olandese Henricus Hondius del 1661, nasce il tentativo di rappresentare cartograficamente una terra incognita individuale che viene caricata di miti e feticci propri. Oppure nel lavoro toile d’enfance, attenendosi formalmente alla tradizione della Toile de Jouy (stoffe stampate in modo pregevole che riproducono in serie scene bucoliche o motivi ornamentali), vengono riflesse le formazioni dell’identità nell’infanzia e vengono tra l’altro tematizzati i metodi pedagogici crudeli e repressivi del rappresentante principale della pedagogia nera, Moritz Schreber. In contrasto con l’abbondanza ottica dei lavori di Payer & Gabriel stanno i disegni ridotti, dall’effetto quasi meditativo, di Heidrun Sandbichler. Per Sandbichler, che nel suo lavoro si avvale di diversi mezzi espressivi, il disegno assume un ruolo centrale. Il chiaro rigore logico della riduzione lascia la superficie del foglio da disegno per immergersi nelle profondità di processi concezionali e per scandagliare nuovi spazi mentali. I disegni presentati nella mostra provengono in gran parte dal ciclo Locus Solus e si occupano dell’omonimo romanzo dello scrittore francese Raymond Roussel del 1914.
Sono il tentativo di sviluppare ulteriormente in una dimensione metaforica i complessi mondi linguistici di Roussel, fatti di giochi di parole, associazioni sonore e apparenti illusioni, per infondere loro una propria anima.
Silvia Höller
Curatrice, Innsbruck
Thomas Feuerstein lavora con i mezzi artistici più disparati, assegnando un ruolo importante al disegno. Elementi essenziali per i suoi lavori sono la combinazione di arte e scienza nonché la dialettica tra fatti reali e fatti costruiti che nella sua opera vengono uniti in una narrazione concettuale. I due lavori creati per la mostra, GODOG e DOGOD, sono due anagrammi ossia palindromi basati sulle parole God (Dio) e Dog (cane). I termini vengono trascritti per mezzo di cavi e spine. I cavi fungono da prolungamento spaziale del tratto grafico e si sovrappongono in un secondo livello al disegno a mano. I termini polari marcano in miti e filosofia la posizione dell’uomo tra gli animali e gli Dei. Per quanto riguarda l’iconografia, alla base del quadro GODOG sta una testa con cervello e nervi e alla base del quadro DOGOD un intestino e un cranio di cane. Organi umani si trovano anche spesso nell’opera di Michaela Math che lavora quasi esclusivamente con i mezzi classici del disegno: matita o china su carta. Il suo interesse è rivolto soprattutto alla complessità della nostra percezione della realtà. I disegni anatomici apparentemente precisi rivelano una vita interiore fittizia, tessuti si drappeggiano a formare esseri ibridi, strutture astratte si dispongono in una sterpaglia vegetativa. Per la mostra Math ha creato un intreccio di linee costituito da più di ottanta pezzi singoli che dal pavimento si innalza rigogliosamente come una pianta rampicante. La visualità oberata della realtà di vita attuale è invece programmatica per i lavori – veri e propri fiumi di immagini – della coppia di artisti Micha Payer & Martin Gabriel. I loro disegni a matita colorata formano ciascuno un universo a parte in cui svariati temi vengono analizzati e messi in discussione in modo logico-razionale e poetico-associativo. In questo modo in nulla dies sine linea, partendo da una mappa delle stelle del cartografo olandese Henricus Hondius del 1661, nasce il tentativo di rappresentare cartograficamente una terra incognita individuale che viene caricata di miti e feticci propri. Oppure nel lavoro toile d’enfance, attenendosi formalmente alla tradizione della Toile de Jouy (stoffe stampate in modo pregevole che riproducono in serie scene bucoliche o motivi ornamentali), vengono riflesse le formazioni dell’identità nell’infanzia e vengono tra l’altro tematizzati i metodi pedagogici crudeli e repressivi del rappresentante principale della pedagogia nera, Moritz Schreber. In contrasto con l’abbondanza ottica dei lavori di Payer & Gabriel stanno i disegni ridotti, dall’effetto quasi meditativo, di Heidrun Sandbichler. Per Sandbichler, che nel suo lavoro si avvale di diversi mezzi espressivi, il disegno assume un ruolo centrale. Il chiaro rigore logico della riduzione lascia la superficie del foglio da disegno per immergersi nelle profondità di processi concezionali e per scandagliare nuovi spazi mentali. I disegni presentati nella mostra provengono in gran parte dal ciclo Locus Solus e si occupano dell’omonimo romanzo dello scrittore francese Raymond Roussel del 1914.
Sono il tentativo di sviluppare ulteriormente in una dimensione metaforica i complessi mondi linguistici di Roussel, fatti di giochi di parole, associazioni sonore e apparenti illusioni, per infondere loro una propria anima.
Silvia Höller
Curatrice, Innsbruck
11
marzo 2011
Oltre la linea – Il disegno come processo mentale figurato
Dall'undici marzo al 29 aprile 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA GOETHE2
Bolzano, Via Dei Cappuccini, 26A, (Bolzano)
Bolzano, Via Dei Cappuccini, 26A, (Bolzano)
Orario di apertura
lunedì-venerdì 15.30-19.30
Mattino su appuntamento
Vernissage
11 Marzo 2011, ore 18.00
Autore
Curatore