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Oltre l’argento
I Tommasoli, fotografi dal 1906
Comunicato stampa
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Lo studio Tommasoli conserva le immagini di tre generazioni di fotografi: Silvio (1878-1943), Filippo (1910-1985) e Fausto (1912-1971), Sirio (1947) e Alessandra (1961).
Il passare del tempo, che si evidenzia particolarmente nei ritratti e nelle fotografie di paesaggio, si manifesta nelle opere degli autori: pur impegnati a dare continuità al nome dello studio, elaborano personalità e attenzioni diverse testimoniando, con la passione per l’arte, il senso di appartenenza a una tradizione che si afferma negli anni.
Il linguaggio della fotografia viene indagato in percorsi autonomi da cui a volte traspaiono memorie improvvise, che rivelano un background artistico familiare. Le conoscenze tecniche passano di mano in mano aggiornandosi senza soluzione di continuità. Il divenire della cultura visiva, nell’unicità di questo archivio lungo un secolo, facilita la lettura delle immagini nelle due direzioni del tempo, consentendo inoltre continui passaggi dalle prassi professionali alle indagini più libere della ricerca artistica.
Ed è qui che più appare il valore aggiunto di questa “storia di famiglia” che si sovrappone per un secolo alla storia della fotografia e dell’arte.
Prima sezione
Silvio Tommasoli, dal 1906 al 1940
Questa sezione, ordinata per quanto possibile cronologicamente, è costituita da una rassegna di opere inerenti i temi fondamentali attraversati dall’autore. Le prime fotografie sono stampe originali e ristampe da lastre appartenenti agli anni dello studio estivo di Recoaro, condiviso con l’amico Bressanini fino al 1908: fra queste, alcune opere seriali, che rappresentano con ironia gli ozi e i giochi della rituale villeggiatura borghese, oltre che ritratti di amici (il poeta Barbarani, l’antropologo Callegari, il pittore Boccioni...).
Al ritratto in studio nella mostra è dedicato ampio spazio per l’importanza che questo genere ha avuto nell’attività professionale di Silvio Tommasoli, con la sperimentazione di specifiche formule espressive, compositive, ottiche e chimiche. In particolare, saranno proposte alcune stampe al carbone, all’olio e alla gomma, viraggi e fotografie dipinte.
Pari attenzione meritano le immagini di paesaggio urbano e del Lago di Garda, con lavori che vanno dal 1910 al 1940.
Infine, alcune opere che appartengono più strettamente alla ricerca di Silvio Tommasoli: nudi e particolari elaborazioni che indagano in profondità il linguaggio della fotografia e dell’arte con risultati di grande rilevanza e suggestione.
Si tratta di circa 40 opere di vario formato, alcune stampate con tecniche diverse dall’autore a volte allestite con fondi o cornici dell’epoca, altre ristampate dai successori dalle lastre originali.
Seconda sezione
Filippo e Fausto Tommasoli, dal 1935 al 1975
Anche questa sezione vuole ripercorrere i generi più frequentati dagli autori, che hanno sempre lavorato e firmato assieme le loro opere, proponendo una rassegna di lavori ordinati cronologicamente.
Il ritratto in bianco e nero, fotografie quasi sempre realizzate con il banco ottico e stampate su raffinate carte al cloro-bromuro, avrà parte importante nella mostra, con alcuni originali dedicati a personaggi del mondo artistico e culturale.
Saranno inoltre esposte fotografie di architettura e di paesaggio oltre a una serie di immagini appartenenti a una particolare ricerca degli anni Cinquanta dedicata al nudo e allo still-life, alcune delle quali sono vintage realizzati su carta fotografica dell’epoca.
Si tratta di circa 40 opere di vario formato, stampate dagli autori o ristampate dalle lastre originali.
Terza sezione
Sirio Tommasoli e Alessandra Salardi, dal 1970 al 2006
Mantenendo un ordine cronologico, in quest’ultima sezione saranno esposti, oltre ai ritratti soprattutto in bianco e nero e spesso realizzati con il banco ottico, una rassegna di immagini tratte dal lavoro editoriale dedicato soprattutto al reportage artistico e del territorio.
In merito all’attività artistica, di Sirio Tommasoli saranno esposte opere concettuali e immagini seriali di nudo degli anni Settanta e Ottanta, “scritture fotogrammiche” e lavori più recenti appartenenti alle serie Waiting, Windows e Writing su carta e banner, oltre che un video della serie Waves.
Di Alessandra Salardi sarà proposta una particolare ricerca realizzata negli anni Novanta, immagini ottenute impressionando la carta fotografica con il proprio corpo posto direttamente a contatto con il materiale sensibile. Si tratta di circa 40 opere di vario formato, stampate dagli autori anche in grandi dimensioni: carte e tele fotografiche in bianco e nero, cibachrome, digitali Roland.
******
Note biografiche
Silvio (Verona 1878-1943) figlio di Filippo Tommasoli, pergamenista e calligrafo proveniente da Urbino, compie gli studi artistici all’Accademia di Belle Arti Cignaroli – di cui era presidente il fotografo Lotze – con maestri quali Napoleone Nani e Mosé Bianchi.
Nel 1898 si trasferisce a Milano dove frequenta l’Accademia di Brera, ottiene l’abilitazione all’insegnamento e si dedica alla pittura, alla grafica – sua è la copertina del mensile “L’Amore Illustrato”, gennaio 1900, che inaugura il nuovo secolo – e alla fotografia collaborando con la storica “Eliotipia Calzolari Ferrario”, con cui partecipa nello stesso anno alla “Esposizione Universale” di Parigi.
Nel 1902, con l’amico Bressanini, ha l’opportunità di aprire a Recoaro, nota località climatica alla moda, uno studio fotografico frequentato assiduamente dagli amici, quali il poeta Barbarani, l’antropologo Callegari, ...
È in questi anni che il giovane Tommasoli indaga e approfondisce il suo linguaggio di fotografo, che poi articolerà percorrendo con personalità i generi della nuova arte, interpretando a volte con ironia il forte ruolo sociale che ne caratterizza l’esplosione mediatica, altre volte traducendo l’azione fotografica in provocazione. Com’è evidente in alcune opere seriali (1902-1905) o in “Modella” del 1910, dove sono le scarpe nere, unico indumento indossato dalla donna, le protagoniste stranianti della fotografia in un’intrigante inquadratura del suo studio.
Nel 1906 apre il suo primo studio a Verona, in via XX Settembre, da dove si trasferisce successivamente in via Sant’Andrea e poi nel 1922 in via San Nicolò. Il lavoro professionale di Silvio Tommasoli è dedicato da
subito soprattutto al ritratto e al paesaggio, che realizza con stile poco incline al pittorialismo, sebbene ne rimangano alcune pregevoli citazioni, mentre molte sono le opere di ricerca che testimoniano la sua
particolare attenzione all’azione (evento) della fotografia in sè, che a volte invade il soggetto rappresentato fino a dichiarare apertamente il processo (rito) del fare.
Un esempio è la fotografia del 1918 “Pace”, che porta in modo volutamente evidente i segni dell’intervento grafico, con scritte che sembrano fatte con gesso bianco e colore sulla scena prima della ripresa, mentre sulla lastra risulta esasperata la luce che entra prepotente dalla finestra e illumina la figura simbolica del bambino-coscritto.
A Silvio, allontanato dalla città dal regime fascista, negli anni Trenta succedono i figli Filippo (Verona 1910-1985), con alle spalle studi filosofici, e Fausto (Verona 1912-1971), pittore diplomato all’Accademia di Belle Arti. Tutti e due avevano studiato anche al Conservatorio Musicale e questo in parte spiega l’assiduità con cui il loro atelier era frequentato non solo da artisti e poeti, ma anche da musicisti e cantanti, come gli amici Carlo Carrà, Lucio Fontana, Giacomo Manzù... Arturo Benedetti Michelangeli, Maria Callas...
Filippo e Fausto, che hanno sempre firmato assieme le loro fotografie, hanno continuato a operare nella sede di via San Nicolò, dedicandosi con grande personalità e professionalità al ritratto, realizzando immagini soprattutto in bianco e nero, e al reportage culturale e del territorio, lavorando per Enti turistici in Veneto, Liguria, Campania, Sicilia... oltre che per la Cassa di Risparmio e la Banca Popolare di Verona, la Achille Lauro, la Metro Golden Mayer... con numerosissime fotografie pubblicate in Italia e all’estero.
La loro attività artistica spazia dal nudo, genere in cui esprimono un linguaggio secco e essenziale, allo still-life, al paesaggio urbano. Si tratta di immagini ricche di cultura e di forza, complesse e a volte aggressive, sempre dense di tendenze e tensioni della loro epoca.
Dagli anni Settanta lo studio Tommasoli è condotto, in altra sede, dal nipote Sirio (Verona 1947) che, con la moglie Alessandra Salardi (Verona 1961), ha continuato la tradizione centenaria, associando all’attività di artista lo sviluppo di iniziative editoriali e la professione nell’ambito della comunicazione.
Sirio, laureato in sociologia, dal 1970 è artista visivo (fotografia, videoart, installazioni), pubblica e tiene mostre in Italia e all’estero. Il suo lavoro è dedicato soprattutto allo studio e sviluppo dell’”immagine successiva” con opere seriali e, dal 1980, fotogrammiche. Sue opere sono conservate in numerose collezioni pubbliche e private. Già docente di fotografia all’Accademia d’Arte Cignaroli, dal 1990 è redattore di Anterem, rivista di ricerca poetica, e dal 2004 è direttore artistico della sezione Arti visive della Biennale Anterem di Poesia.
Alessandra, diplomata in fotografia all’Accademia d’Arte Cignaroli, si occupa della cura dell’archivio e svolge un’intensa attività fotografica dedicandosi soprattutto al reportage. Suoi temi preferiti, l’ambito culturale e il territorio, con una particolare attenzione per l’ambiente rurale e il prodotto tipico. Ha pubblicato numerosi libri fotografici su diversi temi. Sue ricerche, sulla maternità e il corpo fotografato impressionando direttamente la carta sensibile, hanno partecipato a importanti mostre.
Il passare del tempo, che si evidenzia particolarmente nei ritratti e nelle fotografie di paesaggio, si manifesta nelle opere degli autori: pur impegnati a dare continuità al nome dello studio, elaborano personalità e attenzioni diverse testimoniando, con la passione per l’arte, il senso di appartenenza a una tradizione che si afferma negli anni.
Il linguaggio della fotografia viene indagato in percorsi autonomi da cui a volte traspaiono memorie improvvise, che rivelano un background artistico familiare. Le conoscenze tecniche passano di mano in mano aggiornandosi senza soluzione di continuità. Il divenire della cultura visiva, nell’unicità di questo archivio lungo un secolo, facilita la lettura delle immagini nelle due direzioni del tempo, consentendo inoltre continui passaggi dalle prassi professionali alle indagini più libere della ricerca artistica.
Ed è qui che più appare il valore aggiunto di questa “storia di famiglia” che si sovrappone per un secolo alla storia della fotografia e dell’arte.
Prima sezione
Silvio Tommasoli, dal 1906 al 1940
Questa sezione, ordinata per quanto possibile cronologicamente, è costituita da una rassegna di opere inerenti i temi fondamentali attraversati dall’autore. Le prime fotografie sono stampe originali e ristampe da lastre appartenenti agli anni dello studio estivo di Recoaro, condiviso con l’amico Bressanini fino al 1908: fra queste, alcune opere seriali, che rappresentano con ironia gli ozi e i giochi della rituale villeggiatura borghese, oltre che ritratti di amici (il poeta Barbarani, l’antropologo Callegari, il pittore Boccioni...).
Al ritratto in studio nella mostra è dedicato ampio spazio per l’importanza che questo genere ha avuto nell’attività professionale di Silvio Tommasoli, con la sperimentazione di specifiche formule espressive, compositive, ottiche e chimiche. In particolare, saranno proposte alcune stampe al carbone, all’olio e alla gomma, viraggi e fotografie dipinte.
Pari attenzione meritano le immagini di paesaggio urbano e del Lago di Garda, con lavori che vanno dal 1910 al 1940.
Infine, alcune opere che appartengono più strettamente alla ricerca di Silvio Tommasoli: nudi e particolari elaborazioni che indagano in profondità il linguaggio della fotografia e dell’arte con risultati di grande rilevanza e suggestione.
Si tratta di circa 40 opere di vario formato, alcune stampate con tecniche diverse dall’autore a volte allestite con fondi o cornici dell’epoca, altre ristampate dai successori dalle lastre originali.
Seconda sezione
Filippo e Fausto Tommasoli, dal 1935 al 1975
Anche questa sezione vuole ripercorrere i generi più frequentati dagli autori, che hanno sempre lavorato e firmato assieme le loro opere, proponendo una rassegna di lavori ordinati cronologicamente.
Il ritratto in bianco e nero, fotografie quasi sempre realizzate con il banco ottico e stampate su raffinate carte al cloro-bromuro, avrà parte importante nella mostra, con alcuni originali dedicati a personaggi del mondo artistico e culturale.
Saranno inoltre esposte fotografie di architettura e di paesaggio oltre a una serie di immagini appartenenti a una particolare ricerca degli anni Cinquanta dedicata al nudo e allo still-life, alcune delle quali sono vintage realizzati su carta fotografica dell’epoca.
Si tratta di circa 40 opere di vario formato, stampate dagli autori o ristampate dalle lastre originali.
Terza sezione
Sirio Tommasoli e Alessandra Salardi, dal 1970 al 2006
Mantenendo un ordine cronologico, in quest’ultima sezione saranno esposti, oltre ai ritratti soprattutto in bianco e nero e spesso realizzati con il banco ottico, una rassegna di immagini tratte dal lavoro editoriale dedicato soprattutto al reportage artistico e del territorio.
In merito all’attività artistica, di Sirio Tommasoli saranno esposte opere concettuali e immagini seriali di nudo degli anni Settanta e Ottanta, “scritture fotogrammiche” e lavori più recenti appartenenti alle serie Waiting, Windows e Writing su carta e banner, oltre che un video della serie Waves.
Di Alessandra Salardi sarà proposta una particolare ricerca realizzata negli anni Novanta, immagini ottenute impressionando la carta fotografica con il proprio corpo posto direttamente a contatto con il materiale sensibile. Si tratta di circa 40 opere di vario formato, stampate dagli autori anche in grandi dimensioni: carte e tele fotografiche in bianco e nero, cibachrome, digitali Roland.
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Note biografiche
Silvio (Verona 1878-1943) figlio di Filippo Tommasoli, pergamenista e calligrafo proveniente da Urbino, compie gli studi artistici all’Accademia di Belle Arti Cignaroli – di cui era presidente il fotografo Lotze – con maestri quali Napoleone Nani e Mosé Bianchi.
Nel 1898 si trasferisce a Milano dove frequenta l’Accademia di Brera, ottiene l’abilitazione all’insegnamento e si dedica alla pittura, alla grafica – sua è la copertina del mensile “L’Amore Illustrato”, gennaio 1900, che inaugura il nuovo secolo – e alla fotografia collaborando con la storica “Eliotipia Calzolari Ferrario”, con cui partecipa nello stesso anno alla “Esposizione Universale” di Parigi.
Nel 1902, con l’amico Bressanini, ha l’opportunità di aprire a Recoaro, nota località climatica alla moda, uno studio fotografico frequentato assiduamente dagli amici, quali il poeta Barbarani, l’antropologo Callegari, ...
È in questi anni che il giovane Tommasoli indaga e approfondisce il suo linguaggio di fotografo, che poi articolerà percorrendo con personalità i generi della nuova arte, interpretando a volte con ironia il forte ruolo sociale che ne caratterizza l’esplosione mediatica, altre volte traducendo l’azione fotografica in provocazione. Com’è evidente in alcune opere seriali (1902-1905) o in “Modella” del 1910, dove sono le scarpe nere, unico indumento indossato dalla donna, le protagoniste stranianti della fotografia in un’intrigante inquadratura del suo studio.
Nel 1906 apre il suo primo studio a Verona, in via XX Settembre, da dove si trasferisce successivamente in via Sant’Andrea e poi nel 1922 in via San Nicolò. Il lavoro professionale di Silvio Tommasoli è dedicato da
subito soprattutto al ritratto e al paesaggio, che realizza con stile poco incline al pittorialismo, sebbene ne rimangano alcune pregevoli citazioni, mentre molte sono le opere di ricerca che testimoniano la sua
particolare attenzione all’azione (evento) della fotografia in sè, che a volte invade il soggetto rappresentato fino a dichiarare apertamente il processo (rito) del fare.
Un esempio è la fotografia del 1918 “Pace”, che porta in modo volutamente evidente i segni dell’intervento grafico, con scritte che sembrano fatte con gesso bianco e colore sulla scena prima della ripresa, mentre sulla lastra risulta esasperata la luce che entra prepotente dalla finestra e illumina la figura simbolica del bambino-coscritto.
A Silvio, allontanato dalla città dal regime fascista, negli anni Trenta succedono i figli Filippo (Verona 1910-1985), con alle spalle studi filosofici, e Fausto (Verona 1912-1971), pittore diplomato all’Accademia di Belle Arti. Tutti e due avevano studiato anche al Conservatorio Musicale e questo in parte spiega l’assiduità con cui il loro atelier era frequentato non solo da artisti e poeti, ma anche da musicisti e cantanti, come gli amici Carlo Carrà, Lucio Fontana, Giacomo Manzù... Arturo Benedetti Michelangeli, Maria Callas...
Filippo e Fausto, che hanno sempre firmato assieme le loro fotografie, hanno continuato a operare nella sede di via San Nicolò, dedicandosi con grande personalità e professionalità al ritratto, realizzando immagini soprattutto in bianco e nero, e al reportage culturale e del territorio, lavorando per Enti turistici in Veneto, Liguria, Campania, Sicilia... oltre che per la Cassa di Risparmio e la Banca Popolare di Verona, la Achille Lauro, la Metro Golden Mayer... con numerosissime fotografie pubblicate in Italia e all’estero.
La loro attività artistica spazia dal nudo, genere in cui esprimono un linguaggio secco e essenziale, allo still-life, al paesaggio urbano. Si tratta di immagini ricche di cultura e di forza, complesse e a volte aggressive, sempre dense di tendenze e tensioni della loro epoca.
Dagli anni Settanta lo studio Tommasoli è condotto, in altra sede, dal nipote Sirio (Verona 1947) che, con la moglie Alessandra Salardi (Verona 1961), ha continuato la tradizione centenaria, associando all’attività di artista lo sviluppo di iniziative editoriali e la professione nell’ambito della comunicazione.
Sirio, laureato in sociologia, dal 1970 è artista visivo (fotografia, videoart, installazioni), pubblica e tiene mostre in Italia e all’estero. Il suo lavoro è dedicato soprattutto allo studio e sviluppo dell’”immagine successiva” con opere seriali e, dal 1980, fotogrammiche. Sue opere sono conservate in numerose collezioni pubbliche e private. Già docente di fotografia all’Accademia d’Arte Cignaroli, dal 1990 è redattore di Anterem, rivista di ricerca poetica, e dal 2004 è direttore artistico della sezione Arti visive della Biennale Anterem di Poesia.
Alessandra, diplomata in fotografia all’Accademia d’Arte Cignaroli, si occupa della cura dell’archivio e svolge un’intensa attività fotografica dedicandosi soprattutto al reportage. Suoi temi preferiti, l’ambito culturale e il territorio, con una particolare attenzione per l’ambiente rurale e il prodotto tipico. Ha pubblicato numerosi libri fotografici su diversi temi. Sue ricerche, sulla maternità e il corpo fotografato impressionando direttamente la carta sensibile, hanno partecipato a importanti mostre.
24
aprile 2007
Oltre l’argento
Dal 24 aprile al 23 settembre 2007
fotografia
Location
CENTRO INTERNAZIONALE DI FOTOGRAFIA SCAVI SCALIGERI
Verona, Piazza Francesco Viviani, (Verona)
Verona, Piazza Francesco Viviani, (Verona)
Biglietti
intero: 4,10 Euro; ridotto: 2,10 Euro; ragazzi fino a 14 anni, scolaresche: 1,00 Euro
Orario di apertura
da martedì a domenica : 10.00 - 19.00 (la biglietteria chiude alle ore 18.30)
Lunedì chiuso; aperto nelle seguenti festività: 1 maggio, 2 giugno, 15 agosto
Vernissage
24 Aprile 2007, ore 18
Editore
ANTEREM
Autore