La Pro Loco di Sarego (VI) in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, dopo aver proposto all’attenzione del pubblico nelle passate edizioni le opere di artisti di indubbia rilevanza nazionale, quali ad esempio Eugenio Carmi, Ennio Finzi, Alberto Gianquinto, Piero Giunni, Claudio Olivieri, Mario Raciti, Valentino Vago, prosegue la ricognizione, avviata qualche anno fa, delle presenze artistiche più rilevanti del Novecento nel territorio vicentino, con stringati ma puntuali omaggi di taglio antologico, contando quest’anno anche sul patrocinio della Provincia; dopo Attilio Polato, Neri Pozza e Nerina Noro, è ora la volta di Ernesto Lomazzi. Nato nel 1905 a Verona e formatosi nell’ambiente artistico bolognese, dopo promettenti esordi e la partecipazione ad importanti rassegne nazionali, giunse in qualità di docente di Disegno e Storia dell’Arte a Vicenza nel 1942 dove visse sino alla scomparsa nel 1985. “Lomazzi pittore” annotava il curatore della mostra Giuliano Menato in un catalogo qualche anno fa “è figlio naturale del suo tempo: dovendolo definire, si potrebbe parlare di postimpressionismo materico italiano, che affonda robuste radici nella figurazione classica”. Dagli anni cinquanta Lomazzi riprese la pratica dell’incisione all’acquaforte intrapresa in gioventù, per dedicarsi ad essa con continuità, tralasciando per lunghi periodi la pittura, mai però del tutto abbandonata; nella produzione incisoria raggiunse indubbiamente i suoi esiti più alti e significativi, caratterizzati da una tensione visionaria e talora decisamente espressionista di rara intensità, affrontando spesso temi di impegno civile. Nel 2005, in occasione del centenario della nascita, il Comune di Vicenza gli ha reso omaggio con un’ampia antologica nel Salone degli Zavatteri della Basilica Palladiana, a cura di Giuliano Menato e Resy Amaglio.