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Omaggio a Mario Avati
La Galleria Sant’Angelo inaugura la nuova stagione con una esposizione dei lavori dell’artista francese Mario Avati, universalmente riconosciuto come il più grande incisore contemporaneo alla maniera nera. La mostra è composta da incisioni e disegni realizzati tra il 1947 e il 1973.
Comunicato stampa
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Avati nelle sue opere, ma in particolare nelle sue incisioni, organizza veri e propri teatrini in cui vanno in scena piccoli spettacoli destinati a indurre lo spettatore all’allegria. Spettacoli che hanno uno scenario diverso da quello tradizionale di buona parte della grafica del Novecento, perché caratterizzati da un allargamento dello spazio visivo dello spettatore grazie a forma, colore e luce che si collocano sul foglio inseguendo accordi in movimento. Un movimento sommerso che genera stupore, affidandosi allo splendore dei profondi scenari dove le figure, gli animali, gli oggetti raffigurati si situano.
Le opere di Avati contengono gli stimolanti fermenti di una fantasia continuamente immersa nell'interpretazione della realtà e, anche negli elementi apparentemente dovuti al caso, assecondano senza riserve i principi che reggono ogni costruzione plastica, dove tutto deve vibrare, ogni componente godere di una luminosa pulizia, il cielo riempirsi di uccelli, i vasi di frutta e di fiori, in un'armonia fatta di simboli di gioia vitale della natura, di pace silente, di intimità familiare.
Mario Avati (Principato di Monaco 1921 – Parigi 2009) ha studiato alla Scuola di Arti Decorative di Nizza e alla Scuola Superiore di Belle Arti di Parigi, città dove ha vissuto a lungo. All’inizio della sua attività di incisore (dal 1947 al 1956) ha sperimentato ed utilizzato diverse tecniche. A cominciare dal 1957 ha utilizzato quasi esclusivamente la maniera nera o mezzotinto, inizialmente in bianco e nero e, dopo il 1967, a colori. Avati è universalmente riconosciuto come il più grande incisore contemporaneo alla maniera nera, una tecnica incisoria - ideata nel 1642 dal tedesco Ludwig von Siegen di Utrecht - che ha avuto una grande diffusione nel Settecento e fino alla prima metà dell’Ottocento, ma poi caduta quasi completamente in disuso.
A Mario Avati sono state dedicate mostre personali, retrospettive ed antologiche, in musei di tutto il mondo (dove le sue opere sono inserite nelle collezioni di grafica) ed ha partecipato a molte delle grandi manifestazioni internazionali dedicata alla grafica.
La maniera nera è una tecnica per l’incisione diretta della lastra con cui è possibile rendere pittoricamente i valori di chiaroscuro in una gamma pressoché infinita di toni di grigio, dove i neri vellutati sono interrotti da molteplici giochi di luce per dare forma alle cose togliendole dal buio. Nella maniera nera si lavora sulle campiture partendo dai toni più scuri. La lastra di metallo viene preparata con uno strumento particolare, a forma di mezzaluna dentata, chiamato berceau.
Passato sulla lastra più volte cambiando il senso di lavoro, il berceau la ricopre in modo talmente fitto di segni (operazione detta di granitura della lastra) che, se la lastra venisse inchiostrata e stampata produrrebbe il nero completo.
A questo punto, con l’aiuto di raschietti e di altri strumenti idonei come il brunitoio o la pietra d’agata, l’incisore schiaccia o raschia via la granitura del metallo dove vuole ottenere i bianchi (raschiando o schiacciando completamente la granitura) e i grigi (raschiando o schiacciando parzialmente la granitura).
Il risultato a stampa di una lastra così lavorata è estremamente morbido, con diversi valori di chiaroscuro ben modulati. La maniera nera non sopporta le grandi tirature, dal momento che la pressione del torchio da stampa ne appiattisce rapidamente la delicata granitura.
Le opere di Avati contengono gli stimolanti fermenti di una fantasia continuamente immersa nell'interpretazione della realtà e, anche negli elementi apparentemente dovuti al caso, assecondano senza riserve i principi che reggono ogni costruzione plastica, dove tutto deve vibrare, ogni componente godere di una luminosa pulizia, il cielo riempirsi di uccelli, i vasi di frutta e di fiori, in un'armonia fatta di simboli di gioia vitale della natura, di pace silente, di intimità familiare.
Mario Avati (Principato di Monaco 1921 – Parigi 2009) ha studiato alla Scuola di Arti Decorative di Nizza e alla Scuola Superiore di Belle Arti di Parigi, città dove ha vissuto a lungo. All’inizio della sua attività di incisore (dal 1947 al 1956) ha sperimentato ed utilizzato diverse tecniche. A cominciare dal 1957 ha utilizzato quasi esclusivamente la maniera nera o mezzotinto, inizialmente in bianco e nero e, dopo il 1967, a colori. Avati è universalmente riconosciuto come il più grande incisore contemporaneo alla maniera nera, una tecnica incisoria - ideata nel 1642 dal tedesco Ludwig von Siegen di Utrecht - che ha avuto una grande diffusione nel Settecento e fino alla prima metà dell’Ottocento, ma poi caduta quasi completamente in disuso.
A Mario Avati sono state dedicate mostre personali, retrospettive ed antologiche, in musei di tutto il mondo (dove le sue opere sono inserite nelle collezioni di grafica) ed ha partecipato a molte delle grandi manifestazioni internazionali dedicata alla grafica.
La maniera nera è una tecnica per l’incisione diretta della lastra con cui è possibile rendere pittoricamente i valori di chiaroscuro in una gamma pressoché infinita di toni di grigio, dove i neri vellutati sono interrotti da molteplici giochi di luce per dare forma alle cose togliendole dal buio. Nella maniera nera si lavora sulle campiture partendo dai toni più scuri. La lastra di metallo viene preparata con uno strumento particolare, a forma di mezzaluna dentata, chiamato berceau.
Passato sulla lastra più volte cambiando il senso di lavoro, il berceau la ricopre in modo talmente fitto di segni (operazione detta di granitura della lastra) che, se la lastra venisse inchiostrata e stampata produrrebbe il nero completo.
A questo punto, con l’aiuto di raschietti e di altri strumenti idonei come il brunitoio o la pietra d’agata, l’incisore schiaccia o raschia via la granitura del metallo dove vuole ottenere i bianchi (raschiando o schiacciando completamente la granitura) e i grigi (raschiando o schiacciando parzialmente la granitura).
Il risultato a stampa di una lastra così lavorata è estremamente morbido, con diversi valori di chiaroscuro ben modulati. La maniera nera non sopporta le grandi tirature, dal momento che la pressione del torchio da stampa ne appiattisce rapidamente la delicata granitura.
10
settembre 2011
Omaggio a Mario Avati
Dal 10 settembre al 29 ottobre 2011
disegno e grafica
Location
GALLERIA SANT’ANGELO
Biella, Corso Del Piazzo, 18, (Biella)
Biella, Corso Del Piazzo, 18, (Biella)
Orario di apertura
giovedì-venerdì-sabato ore 15.30-19.00
Vernissage
10 Settembre 2011, ore 17.30
Autore
Curatore