Disegnatore nato e figlio del pittore Oscar, fin da giovanissimo mostrò di poter di mettere fuori strada qualsiasi lettura critica che volesse incastonarlo in un determinato periodo o tendenza: Paulo Ghiglia (1905-1979). La sua è stata una ricerca indefessa e tormentosa, guidata da un’unica passione: l’espressione del volto umano. In Omaggio a Paulo Ghiglia sarà possibile ammirare una raccolta di dipinti a olio su tela realizzati tra gli inizi degli anni ‘50 e gli ultimi anni della sua vita.

“Con tocchi incisivi e perentori impagina i suoi umori, le sue passioni, le sue virtù. Dalla sua scena pittorica non scompare mai il pensiero controllato del disegno, il rapporto punto-linea-superficie”, scrive Marta Casati nel testo critico, “non è soltanto il pittore delle sfumature incantate, delle estasi liriche, delle atmosfere trasognate, dense di dolcezza o melanconia. Ghiglia è l’artista che si illumina di improvvise accensioni, che rompe gli schemi strutturali e linee romantiche. Si nutre di guizzi e colpi avventurosi.”