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Omaggio a Scipione
Dal 28 febbraio al 7 marzo 2004 le sale della Pinacoteca Comunale di Macerata ospiteranno, eccezionalmente, circa quindici opere di Scipione della collezione di Palazzo Ricci di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 28 febbraio alle 10,30 a Macerata, nell’Aula Magna dell’Università degli Studi in Piaggia dell’Università n. 2, la città tributerà il suo Omaggio a Scipione, per celebrare il centenario della nascita del grande artista del primo Novecento, avvenuta a Macerata il 25 febbraio 1904.
Gino Bonichi (Scipione è lo pseudonimo che egli stesso si attribuì nel 1927 ispirandosi allo storico personaggio romano) fu tra gli animatori, insieme a Mario Mafai, Antonietta Raphaël e Renato Mazzacurati, della cosiddetta “Scuola di via Cavour” degli anni 1925-30, primo nucleo della Scuola Romana. Pittore dal linguaggio fantasioso e rigoglioso, dalle forme espressionistiche deformate e simbolistiche in cui l’ironia e l’erotismo si fondono al senso barocco, Scipione fu, oltre che illustratore satirico, collaboratore di riviste e grafico, anche poeta e letterato, un aspetto quest’ultimo meno conosciuto ma di assoluto rilievo. Una vita intensa seppur brevissima, minata già nella prima giovinezza dalla malattia e stroncata a soli ventinove anni dalla tubercolosi.
Ad ognuno dei tre illustri relatori chiamati a rendere l’Omaggio a Scipione spetterà il compito di illustrare e mettere in risalto una diversa sfaccettatura di questa complessa e straordinaria personalità artistica. Il professor Giuseppe Appella, critico, storico dell’arte e curatore di numerose mostre, parlerà de “Il disegno di Scipione”; il professor Fabrizio D’Amico, docente di Storia dell’Arte all’Università di Pisa, presenterà “La pittura di Scipione”; Paolo Mauri infine, letterato e responsabile cultura di Repubblica, analizzerà “La poesia di Scipione”.
L’evento, organizzato dal Comune di Macerata, dalla Provincia di Macerata e dalla Fondazione Carima con il patrocino della Giunta Regionale delle Marche, è l’ultimo in ordine di tempo di una serie di iniziative in onore del grande artista, già celebrato nella sua città natale con due mostre (la riproposizione, nel 1948, della Sala dedicata a Scipione dalla Biennale di Venezia di quell’anno e la grande esposizione nel 1985 a Palazzo Ricci, curata da Appella, seguita da un convegno di studi) e con la pubblicazione, nel 2003, del volume Scipione. Poesie e prose a cura di Brunella Antomarini e Susan Stewart, la prima edizione con testo inglese a fronte.
LE PUBBLICAZIONI
Nell’occasione verranno presentati due volumi editi dalle Edizioni della Cometa di Roma per il centenario: Un pittore come Scipione a cura di Giuseppe Appella e Poesie di Scipione a cura di Paolo Mauri.
LA MOSTRA
Dal 28 febbraio al 7 marzo 2004 le sale della Pinacoteca Comunale di Macerata ospiteranno, eccezionalmente, circa quindici opere di Scipione della collezione di Palazzo Ricci di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata.
L’ARTISTA
Gino Bonichi (Scipione) nasce a Macerata, ultimo di sei fratelli, il 25 febbraio 1904. Il padre Serafino è capitano d’amministrazione presso il Distretto Militare, la madre Emma Wulderk è di origine tedesca. Trasferitosi con la famiglia a soli quindici anni a Roma, smette l’attività sportiva cui si dedica con buoni risultati a causa della tubercolosi, contratta in seguito ad una polmonite. A Roma inizia, intorno al 1924, la propria attività artistica con divertenti caricature, iscrivendosi quindi all’Accademia di Belle Arti e studiando insieme a Mario Mafai nella Biblioteca di Storia dell’Arte di Palazzo Venezia. Con lui e con Renato Mazzacurati frequenta la casa di via Cavour della pittrice Antonietta Raphaël, dando vita alla cosiddetta “Scuola di via Cavour”. Studia con passione El Greco, Goya, Tintoretto, Soutine, Chagall ed altri espressionisti tedeschi e francesi. Esordisce come pittore nel 1925 alla Biennale romana, mentre già nel 1929 presenta opere in diverse collettive nella Capitale ed a Padova. Seguendo da vicino l’intensa vita culturale e le polemiche artistiche della Roma del tempo, nel 1928, con all’amico Mafai, tenta di avviare la pubblicazione di un foglio culturale dal titolo Il Fondaco, di cui escono solo due numeri. Nella Collettiva di Palazzo Doria a Roma e nelle esposizioni seguenti alla Prima Sindacale e alla Casa d’arte Bragaglia, la sua pittura è ancora in bilico tra primitivismo - in voga grazie all’influsso del poeta-contadino Gisberto Ceracchini - e la aulica plasticità del Novecento. Ma nell’autunno del 1929 la pittura di Scipione trova la sua strada, si rinnova sul piano materico e iconografico, caratterizzato da un cromatismo acceso e da un linguaggio nervoso e cupo: la vena fantastica e visionaria scopre un piano formale adeguato, che rivaluta l’immediatezza del sentimento come dato irrazionale magico e poetico contro il revival neoclassico e l’astrattismo cubista. Un periodo intensissimo quello fino alla primavera del 1931, in cui Scipione dipinge i suoi capolavori (dal Risveglio della Bionda Sirena al Ritratto del Cardinale Decano), la serie delle nature morte e delle vedute romane.
Espone alle mostre sindacali (1929 e 1930), alla Biennale di Venezia del 1930, alla prima Quadriennale del 1931, tiene una personale nel 1930 con Mafai alla Galleria romana di P. M. Bardi. Collabora inoltre all’Italia letteraria, con disegni e caricature, concepisce copertine di libri, fonda la rivista Fronte con Mazzacurati, che esce in due soli numeri nel 1931. Purtroppo nello stesso anno la sua malattia si aggrava ed inizia un lungo ed inutile calvario di cure in numerosi sanatori fino a quello di Arco di Trento, nel quale si spegne il 9 novembre 1933. Un dramma personale che si riflette nella sua estrema stagione pittorica, pur permeata da una certa tendenza allo schiarirsi dei toni propria della Scuola Romana negli anni Trenta.
Gino Bonichi (Scipione è lo pseudonimo che egli stesso si attribuì nel 1927 ispirandosi allo storico personaggio romano) fu tra gli animatori, insieme a Mario Mafai, Antonietta Raphaël e Renato Mazzacurati, della cosiddetta “Scuola di via Cavour” degli anni 1925-30, primo nucleo della Scuola Romana. Pittore dal linguaggio fantasioso e rigoglioso, dalle forme espressionistiche deformate e simbolistiche in cui l’ironia e l’erotismo si fondono al senso barocco, Scipione fu, oltre che illustratore satirico, collaboratore di riviste e grafico, anche poeta e letterato, un aspetto quest’ultimo meno conosciuto ma di assoluto rilievo. Una vita intensa seppur brevissima, minata già nella prima giovinezza dalla malattia e stroncata a soli ventinove anni dalla tubercolosi.
Ad ognuno dei tre illustri relatori chiamati a rendere l’Omaggio a Scipione spetterà il compito di illustrare e mettere in risalto una diversa sfaccettatura di questa complessa e straordinaria personalità artistica. Il professor Giuseppe Appella, critico, storico dell’arte e curatore di numerose mostre, parlerà de “Il disegno di Scipione”; il professor Fabrizio D’Amico, docente di Storia dell’Arte all’Università di Pisa, presenterà “La pittura di Scipione”; Paolo Mauri infine, letterato e responsabile cultura di Repubblica, analizzerà “La poesia di Scipione”.
L’evento, organizzato dal Comune di Macerata, dalla Provincia di Macerata e dalla Fondazione Carima con il patrocino della Giunta Regionale delle Marche, è l’ultimo in ordine di tempo di una serie di iniziative in onore del grande artista, già celebrato nella sua città natale con due mostre (la riproposizione, nel 1948, della Sala dedicata a Scipione dalla Biennale di Venezia di quell’anno e la grande esposizione nel 1985 a Palazzo Ricci, curata da Appella, seguita da un convegno di studi) e con la pubblicazione, nel 2003, del volume Scipione. Poesie e prose a cura di Brunella Antomarini e Susan Stewart, la prima edizione con testo inglese a fronte.
LE PUBBLICAZIONI
Nell’occasione verranno presentati due volumi editi dalle Edizioni della Cometa di Roma per il centenario: Un pittore come Scipione a cura di Giuseppe Appella e Poesie di Scipione a cura di Paolo Mauri.
LA MOSTRA
Dal 28 febbraio al 7 marzo 2004 le sale della Pinacoteca Comunale di Macerata ospiteranno, eccezionalmente, circa quindici opere di Scipione della collezione di Palazzo Ricci di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata.
L’ARTISTA
Gino Bonichi (Scipione) nasce a Macerata, ultimo di sei fratelli, il 25 febbraio 1904. Il padre Serafino è capitano d’amministrazione presso il Distretto Militare, la madre Emma Wulderk è di origine tedesca. Trasferitosi con la famiglia a soli quindici anni a Roma, smette l’attività sportiva cui si dedica con buoni risultati a causa della tubercolosi, contratta in seguito ad una polmonite. A Roma inizia, intorno al 1924, la propria attività artistica con divertenti caricature, iscrivendosi quindi all’Accademia di Belle Arti e studiando insieme a Mario Mafai nella Biblioteca di Storia dell’Arte di Palazzo Venezia. Con lui e con Renato Mazzacurati frequenta la casa di via Cavour della pittrice Antonietta Raphaël, dando vita alla cosiddetta “Scuola di via Cavour”. Studia con passione El Greco, Goya, Tintoretto, Soutine, Chagall ed altri espressionisti tedeschi e francesi. Esordisce come pittore nel 1925 alla Biennale romana, mentre già nel 1929 presenta opere in diverse collettive nella Capitale ed a Padova. Seguendo da vicino l’intensa vita culturale e le polemiche artistiche della Roma del tempo, nel 1928, con all’amico Mafai, tenta di avviare la pubblicazione di un foglio culturale dal titolo Il Fondaco, di cui escono solo due numeri. Nella Collettiva di Palazzo Doria a Roma e nelle esposizioni seguenti alla Prima Sindacale e alla Casa d’arte Bragaglia, la sua pittura è ancora in bilico tra primitivismo - in voga grazie all’influsso del poeta-contadino Gisberto Ceracchini - e la aulica plasticità del Novecento. Ma nell’autunno del 1929 la pittura di Scipione trova la sua strada, si rinnova sul piano materico e iconografico, caratterizzato da un cromatismo acceso e da un linguaggio nervoso e cupo: la vena fantastica e visionaria scopre un piano formale adeguato, che rivaluta l’immediatezza del sentimento come dato irrazionale magico e poetico contro il revival neoclassico e l’astrattismo cubista. Un periodo intensissimo quello fino alla primavera del 1931, in cui Scipione dipinge i suoi capolavori (dal Risveglio della Bionda Sirena al Ritratto del Cardinale Decano), la serie delle nature morte e delle vedute romane.
Espone alle mostre sindacali (1929 e 1930), alla Biennale di Venezia del 1930, alla prima Quadriennale del 1931, tiene una personale nel 1930 con Mafai alla Galleria romana di P. M. Bardi. Collabora inoltre all’Italia letteraria, con disegni e caricature, concepisce copertine di libri, fonda la rivista Fronte con Mazzacurati, che esce in due soli numeri nel 1931. Purtroppo nello stesso anno la sua malattia si aggrava ed inizia un lungo ed inutile calvario di cure in numerosi sanatori fino a quello di Arco di Trento, nel quale si spegne il 9 novembre 1933. Un dramma personale che si riflette nella sua estrema stagione pittorica, pur permeata da una certa tendenza allo schiarirsi dei toni propria della Scuola Romana negli anni Trenta.
28
febbraio 2004
Omaggio a Scipione
Dal 28 febbraio al 07 marzo 2004
arte contemporanea
Location
PINACOTECA COMUNALE
Macerata, Piazza Vittorio Veneto, 2, (Macerata)
Macerata, Piazza Vittorio Veneto, 2, (Macerata)
Autore