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Ombrapenombrabuio
Tre mostre di carattere prettamente e talvolta illusoriamente fotografico compongono la rassegna Ombrapenombrabuio. Si parte con la collettiva dedicata all’ombra, una mostra che a causa di un paradosso “teorico” sarà tutt’altro che scura…
Comunicato stampa
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OMBRAPENOMBRABUIO è una rassegna composta da tre mostre di carattere prettamente e illusoriamente fotografico. A partire dal prossimo 30 settembre, presso lo spazio Studio Art 74 di via Masia a Bologna, si alterneranno una serie di voci chiamate ad indagare l’affascinante tema delle immagini contemporanee rapportate alle loro relazioni con la verità è l’illusione, con il reale e l’impossibile.
L’ombra, la penombra e il buio non sono solo le caratteristiche ambientali necessarie alla buona riuscita della stampa di un’immagine in modello analogico ma, in questo caso, sono lemmi che metaforizzano una condizione del vedere.
OMBRAPENOMBRABUIO vuole essere una sorta di gioco di specchi, dove le condizioni per una corretta visione sono spesso determinate, come accadeva esattamente in camera oscura, dal negativo, dalla parte oscura di un soggetto che, frequentemente, si mostra in maniera diametralmente opposta dalla condizione che ci si sarebbe aspettati.
L’ombra di OMBRAPENOMBRABUIO è un’interferenza tra sogni e luminosità differenti in cui l’oscurità, quando esiste, è macchiata di artificio o substrato della notte. O riflesso di un catalogo di meraviglie comuni.
Dell’ombra, infatti, è probabilmente più interessante decretarne la sua assenza proprio per la possibilità di “disegnare” mondi che non appartengono alla realtà ma sono sospesi nella violenza di una sovra-illuminazione o di un momento luminoso, destinati a convergere in un sistema di problematicità: quando la percezione non trova equilibrio, e non solo visivo, il termine ultimo per la deriva di cui si intraprende il sentiero è la follia.
L’argomento di cui si parla in questo capitolo non è un’ombra naturale, non è il film rassicurante dei tardi pomeriggi in spiaggia ma la spaccatura di una mancanza che provoca la nascita di un pensiero multiforme e alieno.
È l’ombra del pieno sole dei dipinti di Edward Hopper che ci accompagna o quella piatta della pianura padana: è la sensazione di silenzio dovuto alla consapevolezza inconscia di essere stati ingannati. Un’ombra che trasmette sé stessa solo attraverso il suo personalissimo io e diviene luminosissima.
Le immagini di Maurizio Agostinetto, Mariangela Bombardieri, Luigi Ghirri e Alessandro Rizzi sono chiamate a rappresentare questa prima “puntata” macchiata di punti scuri nel mistero di una luce spesso straniera, paradossalmente occulta come tradizionalmente si vuole l’ombra.
L’ombra, la penombra e il buio non sono solo le caratteristiche ambientali necessarie alla buona riuscita della stampa di un’immagine in modello analogico ma, in questo caso, sono lemmi che metaforizzano una condizione del vedere.
OMBRAPENOMBRABUIO vuole essere una sorta di gioco di specchi, dove le condizioni per una corretta visione sono spesso determinate, come accadeva esattamente in camera oscura, dal negativo, dalla parte oscura di un soggetto che, frequentemente, si mostra in maniera diametralmente opposta dalla condizione che ci si sarebbe aspettati.
L’ombra di OMBRAPENOMBRABUIO è un’interferenza tra sogni e luminosità differenti in cui l’oscurità, quando esiste, è macchiata di artificio o substrato della notte. O riflesso di un catalogo di meraviglie comuni.
Dell’ombra, infatti, è probabilmente più interessante decretarne la sua assenza proprio per la possibilità di “disegnare” mondi che non appartengono alla realtà ma sono sospesi nella violenza di una sovra-illuminazione o di un momento luminoso, destinati a convergere in un sistema di problematicità: quando la percezione non trova equilibrio, e non solo visivo, il termine ultimo per la deriva di cui si intraprende il sentiero è la follia.
L’argomento di cui si parla in questo capitolo non è un’ombra naturale, non è il film rassicurante dei tardi pomeriggi in spiaggia ma la spaccatura di una mancanza che provoca la nascita di un pensiero multiforme e alieno.
È l’ombra del pieno sole dei dipinti di Edward Hopper che ci accompagna o quella piatta della pianura padana: è la sensazione di silenzio dovuto alla consapevolezza inconscia di essere stati ingannati. Un’ombra che trasmette sé stessa solo attraverso il suo personalissimo io e diviene luminosissima.
Le immagini di Maurizio Agostinetto, Mariangela Bombardieri, Luigi Ghirri e Alessandro Rizzi sono chiamate a rappresentare questa prima “puntata” macchiata di punti scuri nel mistero di una luce spesso straniera, paradossalmente occulta come tradizionalmente si vuole l’ombra.
30
settembre 2010
Ombrapenombrabuio
Dal 30 settembre al 28 ottobre 2010
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
STUDIO ART 74
Bologna, Via Massenzio Masia, 12/b-c, (Bologna)
Bologna, Via Massenzio Masia, 12/b-c, (Bologna)
Orario di apertura
lunedì- sabato 10.00-13.00 e 15.00-19.00
o su appuntamento
Vernissage
30 Settembre 2010, ore 18.30
Autore
Curatore