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Ombre e Riflessi
Da Bartolo Chichi – Art & Photo Gallery percorriamo magistralmente una strada concentrata da aperture inattese, con riflessi parabolici e ombre parallele, ci muoviamo attraverso fasci ambientali e umani, scorci romantici e impressionanti, evocando l’anima profonda della natura e dell’inconscio.
Comunicato stampa
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Ci sono corpi e cose che osserviamo e corpi e cose che osserviamo di riflesso.
Una visione incondizionata, a volte rapida e sfumata, come un’ombra, oppure specchiante e speculare, come un riflesso. Quello che osserviamo veramente e quello che si proietta all’interno e all’esterno del nostro spazio vitale, è un mondo affascinante e misterioso.
In mezzo alla reale visione esistono infinite forme e quadri. Quello che conosciamo al di là della reale percezione è un modo differente di condividere e di considerare altre esistenze. Le visioni che entrano in gioco per la collettiva fotografica “Ombre e Riflessi”, sono uno “scacco matto” alla contingenza. Non osserviamo quello che realmente è, ma quello che ci appare, segretamente, parzialmente o essenzialmente.
Ernst H. Gombric scrive nel suo saggio sull’ombra: “Ci appare effimera e sfuggente ha un’evidenza che non può essere spiegata con le leggi dell’ottica e si sottrae alla logica della percezione. Ma al tempo stesso affonda le sue radici nella leggenda e nel mito, e tracce delle leggende e del mito fa affiorare allo sguardo, non solo ottico, dello spettatore”.
Visioni dunque, catturate dagli obiettivi dei nostri giovani fotografi sono allestite da Bartolo Chichi - Art & Photo Gallery, mostrando agli spettatori una nuova porta dalla quale accedere, per mettere in discussione la nostra realtà circostante.
“L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita”, questo è quello che leggiamo inciso sulla facciata del Teatro Massimo a Palermo, in questa ipotesi di lavoro creativo e artistico: Silvia Bava, Rosa Bonanno, Maria Luisa De Luca, Stefania Grimaldi, Silvia La Mantia, Giusy Liga, Corrado Pantò, Giancarlo Porzio e Alessandra Tripi, scattano immagini alla ricerca di quell’immenso spazio in cui l’alternanza di zone chiare e scure, disegnano le forme e si specchiano in quell’universo che ci consente di identificare una parte del reale.
Immagini nascoste e celate, ci svelano un attimo strano e insolito, sono frammenti di cielo e di aria respirate, di terra e di città calpestate, di luoghi e persone incontrate.
Passanti per le strade ci sviano con le loro ombre, come una bambina che gioca sul suo monopattino o un uomo a passeggio con la sua bicicletta oppure ancora, un anziano chino sul suo bastone, al tramonto della sua strada.
Il tempo di un click e ci troviamo proiettati dentro altre apparizioni, una vetrina di un negozio a mezzogiorno, un tavolino di cristallo durante una pausa, un finestrino di un’automobile, uno specchio antico, un paio di occhiali da sole o un manifesto pubblicitario.
L’acqua, antico specchio dei nostri antenati, ci fa diventare dei narcisi davanti ad una pozzanghera, in riva al mare, dentro una fontana, al margine di un porto o di una strada appena accennata dalla pioggia.
Gli occhi si posano là, dove le persone e le cose sono falsate. Suggestioni compresse e oblique ci duplicano e ci fanno interagire all’interno di una realtà parallela, tra il nascondersi, l’essere e l’apparire, o dove la vera natura e la superficialità si incontrano. Un inganno primitivo dei sensi.
Allucinazioni contemporanee e virtuali, nella persistenza di un sogno, di un passato e di un catartico e magico inizio.
Culliamoci e trastulliamoci d’illusioni nell’osservare queste fotografie, che altro non sono che proiezioni al di là di un corpo, ma in fondo chi può dichiarare che la realtà non sia proprio questa? E che noi siamo soltanto schermi da qualche parte sull’altro lato della complessa prospettiva - della fede, della scienza, della credenza - ed oltre la curiosità e la conoscenza di quello che ci aspetta più avanti?
Ambigui davanti, dietro e intorno a noi, siamo.
Maria Rita Chichi
Una visione incondizionata, a volte rapida e sfumata, come un’ombra, oppure specchiante e speculare, come un riflesso. Quello che osserviamo veramente e quello che si proietta all’interno e all’esterno del nostro spazio vitale, è un mondo affascinante e misterioso.
In mezzo alla reale visione esistono infinite forme e quadri. Quello che conosciamo al di là della reale percezione è un modo differente di condividere e di considerare altre esistenze. Le visioni che entrano in gioco per la collettiva fotografica “Ombre e Riflessi”, sono uno “scacco matto” alla contingenza. Non osserviamo quello che realmente è, ma quello che ci appare, segretamente, parzialmente o essenzialmente.
Ernst H. Gombric scrive nel suo saggio sull’ombra: “Ci appare effimera e sfuggente ha un’evidenza che non può essere spiegata con le leggi dell’ottica e si sottrae alla logica della percezione. Ma al tempo stesso affonda le sue radici nella leggenda e nel mito, e tracce delle leggende e del mito fa affiorare allo sguardo, non solo ottico, dello spettatore”.
Visioni dunque, catturate dagli obiettivi dei nostri giovani fotografi sono allestite da Bartolo Chichi - Art & Photo Gallery, mostrando agli spettatori una nuova porta dalla quale accedere, per mettere in discussione la nostra realtà circostante.
“L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita”, questo è quello che leggiamo inciso sulla facciata del Teatro Massimo a Palermo, in questa ipotesi di lavoro creativo e artistico: Silvia Bava, Rosa Bonanno, Maria Luisa De Luca, Stefania Grimaldi, Silvia La Mantia, Giusy Liga, Corrado Pantò, Giancarlo Porzio e Alessandra Tripi, scattano immagini alla ricerca di quell’immenso spazio in cui l’alternanza di zone chiare e scure, disegnano le forme e si specchiano in quell’universo che ci consente di identificare una parte del reale.
Immagini nascoste e celate, ci svelano un attimo strano e insolito, sono frammenti di cielo e di aria respirate, di terra e di città calpestate, di luoghi e persone incontrate.
Passanti per le strade ci sviano con le loro ombre, come una bambina che gioca sul suo monopattino o un uomo a passeggio con la sua bicicletta oppure ancora, un anziano chino sul suo bastone, al tramonto della sua strada.
Il tempo di un click e ci troviamo proiettati dentro altre apparizioni, una vetrina di un negozio a mezzogiorno, un tavolino di cristallo durante una pausa, un finestrino di un’automobile, uno specchio antico, un paio di occhiali da sole o un manifesto pubblicitario.
L’acqua, antico specchio dei nostri antenati, ci fa diventare dei narcisi davanti ad una pozzanghera, in riva al mare, dentro una fontana, al margine di un porto o di una strada appena accennata dalla pioggia.
Gli occhi si posano là, dove le persone e le cose sono falsate. Suggestioni compresse e oblique ci duplicano e ci fanno interagire all’interno di una realtà parallela, tra il nascondersi, l’essere e l’apparire, o dove la vera natura e la superficialità si incontrano. Un inganno primitivo dei sensi.
Allucinazioni contemporanee e virtuali, nella persistenza di un sogno, di un passato e di un catartico e magico inizio.
Culliamoci e trastulliamoci d’illusioni nell’osservare queste fotografie, che altro non sono che proiezioni al di là di un corpo, ma in fondo chi può dichiarare che la realtà non sia proprio questa? E che noi siamo soltanto schermi da qualche parte sull’altro lato della complessa prospettiva - della fede, della scienza, della credenza - ed oltre la curiosità e la conoscenza di quello che ci aspetta più avanti?
Ambigui davanti, dietro e intorno a noi, siamo.
Maria Rita Chichi
05
novembre 2010
Ombre e Riflessi
Dal 05 novembre al 02 dicembre 2010
fotografia
Location
BARTOLO CHICHI ART & PHOTO GALLERY
Palermo, Via Vann'anto, 16, (Palermo)
Palermo, Via Vann'anto, 16, (Palermo)
Orario di apertura
La mostra sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9.45 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30 e il sabato dalle 9:45 alle 13.
Vernissage
5 Novembre 2010, ore 19:00
Autore
Curatore