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Onthecontrary
Un lavoro di commistione tra scultori, musicisti, attori… Una serata di esibizioni non esibizioniste e di una mostra senza l’inaugurazione
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Onthecontrary
Oggi il consumatore è la vittima del produttore che gli rovescia addosso una massa di prodotti ai
quali deve trovar posto nella sua anima.
(On the contrary, 1961, Mary McCarthy, Seattle 21.06.2012/ New York 25.10.1989)
C’era una volta un consumatore che si vide rovesciare addosso un’intera massa di prodotti.
La vittima del produttore si ritrovò con l’anima talmente ricolma di tutte quelle cose da non sapere
più dove riporle. E quel che è peggio, non era nemmeno in grado di distinguerle, perché loro
un’anima proprio non ce l’avevano.
Così, un giorno il consumatore, furioso decise che non avrebbe mai più accettato alcun prodotto.
Si incamminò per intimare al produttore di smettere di rovesciargli addosso tutta quella roba.
Lungo il tragitto però fu costretto a fermarsi più volte per il peso che si portava appresso: quella
massa pesava tanto, troppo, anche per pochi passi.
Affaticato, cominciò a guardarsi dentro. Si accorse di possedere molte cose che non gli
appartenevano, non perché erano inutili, ma semplicemente non gli servivano.
Scrutò intorno assicurandosi che nessuno potesse incolparlo del “furto”, fece un profondo respiro
e con tutta l’energia che aveva in corpo cominciò a espellere quella massa fuori da sé.
Braccia, spalle e persino quel brutto solco tra le sopracciglia si distesero. Aveva trovato dei
proprietari per tutte quelle cose: l‘ennesimo doppiopetto blu, le retine di pompelmi comprate al
3x2, i binocoli sgangherati “perché-può-sempre-tornare-utile”, addirittura ne uscirono vecchie
custodie di cd prive di musica.
Più distribuiva quei prodotti alla gente, più il consumatore si alleggeriva e più gli oggetti
prendevano un’anima. Erano finiti nelle mani degli artisti!
Simona si legò i pompelmi alle braccia, offrendoli come seni fertili di Madre Natura, Marco prese
il blu dipingendo ogni cosa, Daniele costruì un osservatorio dove le persone potevano entrare a
veder le stelle, Paola prese retine e stoffe e confezionò un coloratissimo sipario, Andrea….
Un pianoforte e un violino cominciarono a volteggiare nell’aria insieme alla musica, e mentre le
Lou Triskelion suonavano, Olga riuscì a trasformare due amanti nella luna riflessa in un occhio.
Fu così che il consumatore si accorse di non essere mai stato così felice.
Allora si affrettò per raggiungere il produttore e mostrargli cosa stava accadendo. Lo trovò
accigliato, curvo su strani macchinari pieni di pulsanti e schermi luminosi: anche a lui quella
massa di prodotti senz’anima non piaceva…
Uscirono di nuovo insieme per vedere la magia di quella tarda serata di primavera e sorrisero
all’infinito, perché una cosa così utile non l’avevano mai vista.
Abbiamo bisogno di coinvolgere per farci coinvolgere, di creare un contatto onesto e generoso tra le
persone e con le cose, capace di dare un’accezione positiva al produttore così come al consumatore,
perché tutto abbia un’anima.
Continuiamo a incontrarci, perché siamo alla ricerca di noi stessi attraverso gli altri, sperimentiamo
nuovi modi di stare insieme e di rapportarsi l’uno all’altro e con l’esterno.
Ognuno ha messo in gioco le proprie abilità condividendo il tempo, i luoghi e le esperienze; ha
inteso partecipare alla creazione di un momento unico in cui il lavoro di ciascun artista si completa
con gli altri; ma per una sera soltanto.
Nel cortile del Transit Lab e negli spazi interni dello studio, lo spettatore viene chiamato a far parte
integrante dell’atto in scena, utilizzando quei piedistalli dai quali al contrario le opere d’arte sono
scese.
Una serata per godere insieme di esibizioni non esibizioniste e di una mostra senza l’inaugurazione.
Progetto a cura di Paola Boccaletti, Marco Chiesa, Maria Silvana Pavan, Valeria Squillante, Olga
Schigal, Andrea Carrara, Daniele Salvalai, Paola Anziché, Simona Da Pozzo.
Transit Lab
via dei Transiti 5 Milano
Sabato 16 giugno, a partire dalle 19.30
Oggi il consumatore è la vittima del produttore che gli rovescia addosso una massa di prodotti ai
quali deve trovar posto nella sua anima.
(On the contrary, 1961, Mary McCarthy, Seattle 21.06.2012/ New York 25.10.1989)
C’era una volta un consumatore che si vide rovesciare addosso un’intera massa di prodotti.
La vittima del produttore si ritrovò con l’anima talmente ricolma di tutte quelle cose da non sapere
più dove riporle. E quel che è peggio, non era nemmeno in grado di distinguerle, perché loro
un’anima proprio non ce l’avevano.
Così, un giorno il consumatore, furioso decise che non avrebbe mai più accettato alcun prodotto.
Si incamminò per intimare al produttore di smettere di rovesciargli addosso tutta quella roba.
Lungo il tragitto però fu costretto a fermarsi più volte per il peso che si portava appresso: quella
massa pesava tanto, troppo, anche per pochi passi.
Affaticato, cominciò a guardarsi dentro. Si accorse di possedere molte cose che non gli
appartenevano, non perché erano inutili, ma semplicemente non gli servivano.
Scrutò intorno assicurandosi che nessuno potesse incolparlo del “furto”, fece un profondo respiro
e con tutta l’energia che aveva in corpo cominciò a espellere quella massa fuori da sé.
Braccia, spalle e persino quel brutto solco tra le sopracciglia si distesero. Aveva trovato dei
proprietari per tutte quelle cose: l‘ennesimo doppiopetto blu, le retine di pompelmi comprate al
3x2, i binocoli sgangherati “perché-può-sempre-tornare-utile”, addirittura ne uscirono vecchie
custodie di cd prive di musica.
Più distribuiva quei prodotti alla gente, più il consumatore si alleggeriva e più gli oggetti
prendevano un’anima. Erano finiti nelle mani degli artisti!
Simona si legò i pompelmi alle braccia, offrendoli come seni fertili di Madre Natura, Marco prese
il blu dipingendo ogni cosa, Daniele costruì un osservatorio dove le persone potevano entrare a
veder le stelle, Paola prese retine e stoffe e confezionò un coloratissimo sipario, Andrea….
Un pianoforte e un violino cominciarono a volteggiare nell’aria insieme alla musica, e mentre le
Lou Triskelion suonavano, Olga riuscì a trasformare due amanti nella luna riflessa in un occhio.
Fu così che il consumatore si accorse di non essere mai stato così felice.
Allora si affrettò per raggiungere il produttore e mostrargli cosa stava accadendo. Lo trovò
accigliato, curvo su strani macchinari pieni di pulsanti e schermi luminosi: anche a lui quella
massa di prodotti senz’anima non piaceva…
Uscirono di nuovo insieme per vedere la magia di quella tarda serata di primavera e sorrisero
all’infinito, perché una cosa così utile non l’avevano mai vista.
Abbiamo bisogno di coinvolgere per farci coinvolgere, di creare un contatto onesto e generoso tra le
persone e con le cose, capace di dare un’accezione positiva al produttore così come al consumatore,
perché tutto abbia un’anima.
Continuiamo a incontrarci, perché siamo alla ricerca di noi stessi attraverso gli altri, sperimentiamo
nuovi modi di stare insieme e di rapportarsi l’uno all’altro e con l’esterno.
Ognuno ha messo in gioco le proprie abilità condividendo il tempo, i luoghi e le esperienze; ha
inteso partecipare alla creazione di un momento unico in cui il lavoro di ciascun artista si completa
con gli altri; ma per una sera soltanto.
Nel cortile del Transit Lab e negli spazi interni dello studio, lo spettatore viene chiamato a far parte
integrante dell’atto in scena, utilizzando quei piedistalli dai quali al contrario le opere d’arte sono
scese.
Una serata per godere insieme di esibizioni non esibizioniste e di una mostra senza l’inaugurazione.
Progetto a cura di Paola Boccaletti, Marco Chiesa, Maria Silvana Pavan, Valeria Squillante, Olga
Schigal, Andrea Carrara, Daniele Salvalai, Paola Anziché, Simona Da Pozzo.
Transit Lab
via dei Transiti 5 Milano
Sabato 16 giugno, a partire dalle 19.30
16
giugno 2012
Onthecontrary
16 giugno 2012
arte contemporanea
performance - happening
serata - evento
performance - happening
serata - evento
Location
TRANSIT LAB
Milano, Via Dei Transiti, 5, (Milano)
Milano, Via Dei Transiti, 5, (Milano)
Vernissage
16 Giugno 2012, ore 19.30
Autore
Curatore