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Open source
La mostra mette assieme due progetti in corso d’opera nel comune obiettivo di coniugare la figura del curatore, dell’organizzatore e dell’artista all’insegna del concetto di open source.
Comunicato stampa
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La mostra mette assieme due progetti in corso d’opera nel comune obiettivo di coniugare la figura del curatore, dell’organizzatore e dell’artista all’insegna del concetto di open source. Nonostante la differenza delle aree di ricerca e delle singole attività, da diverso tempo Ronny e Massimo condividono l’interesse per le questioni formali e concettuali inerenti l’allestimento delle opere e la sua documentazione, l’attività artistica locale e il fare arte come processo privato. Dopo aver discusso molte volte tali questioni, si è reso necessario richiamare nuovamente l’argomento chiedendo quale relazione collega immagine e oggetto del desiderio, e più precisamente "che cosa è un’immagine privata?".
La risposta potrebbe trovarsi nel dialogo spontaneo e imprevisto generato da alcuni pezzi raccolti nello stesso spazio espositivo. Questo è il motivo per cui l’indagine percettiva di alcuni oggetti colti nel tempo e nello spazio tramite la fotografia analogica fronteggia la questione di come esporre vestiti cuciti a mano intesi come produzione artistica in relazione a figurazioni urbane metropolitane.
Negli ultimi anni la diffusione delle immagini documentarie di opere e allestimenti è aumentata e si è accumulata enormemente. Un libero flusso di versioni ad alta e bassa qualità è entrato a far parte della grande quantità d’immagini che inondano la nostra iconosfera tecnocratica dove si perdono tutte le qualità materiali e i processi di produzione. Le immagini sono parte della veloce e facile retorica dei beni immateriali, dove l’informazione copre verità riguardanti la reale produzione materiale e la sua effettiva presenza fisica, proprio come accade con la merce. Parlando degli oggetti artistici contemporanei, la metodologia concettuale diventa il valore aggiunto a cose inutili, in un processo che spesso non comporta alcuna abilità da parte dell’artista che non realizza nemmeno il lavoro.
Questa mostra è incentrata sullo scontro tra oggetti tangibili e immagini e propone un sistema di linguaggio associativo dove ready-made, estetica minimalista e artigianato si incontrano e dialogano. Open Source accenna a diversi modi possibili di lavorare attorno all’argomento proponendo un progetto condiviso, in cui entrambe le parti coinvolte possono vedere il codice sorgente e contribuire alla creazione dell'intero progetto. Lontano da qualsiasi ricerca di autenticità o dall’affermazione "tutti artisti’, il titolo si riferisce a una pratica comune per introdurre il nostro modo di giocare con gli oggetti, rallentando i processi per visualizzare il lavoro manuale.
La risposta potrebbe trovarsi nel dialogo spontaneo e imprevisto generato da alcuni pezzi raccolti nello stesso spazio espositivo. Questo è il motivo per cui l’indagine percettiva di alcuni oggetti colti nel tempo e nello spazio tramite la fotografia analogica fronteggia la questione di come esporre vestiti cuciti a mano intesi come produzione artistica in relazione a figurazioni urbane metropolitane.
Negli ultimi anni la diffusione delle immagini documentarie di opere e allestimenti è aumentata e si è accumulata enormemente. Un libero flusso di versioni ad alta e bassa qualità è entrato a far parte della grande quantità d’immagini che inondano la nostra iconosfera tecnocratica dove si perdono tutte le qualità materiali e i processi di produzione. Le immagini sono parte della veloce e facile retorica dei beni immateriali, dove l’informazione copre verità riguardanti la reale produzione materiale e la sua effettiva presenza fisica, proprio come accade con la merce. Parlando degli oggetti artistici contemporanei, la metodologia concettuale diventa il valore aggiunto a cose inutili, in un processo che spesso non comporta alcuna abilità da parte dell’artista che non realizza nemmeno il lavoro.
Questa mostra è incentrata sullo scontro tra oggetti tangibili e immagini e propone un sistema di linguaggio associativo dove ready-made, estetica minimalista e artigianato si incontrano e dialogano. Open Source accenna a diversi modi possibili di lavorare attorno all’argomento proponendo un progetto condiviso, in cui entrambe le parti coinvolte possono vedere il codice sorgente e contribuire alla creazione dell'intero progetto. Lontano da qualsiasi ricerca di autenticità o dall’affermazione "tutti artisti’, il titolo si riferisce a una pratica comune per introdurre il nostro modo di giocare con gli oggetti, rallentando i processi per visualizzare il lavoro manuale.
15
gennaio 2015
Open source
Dal 15 gennaio al 03 febbraio 2015
arte contemporanea
Location
SPACE 4235
Genova, Via Goito, 8, (Genova)
Genova, Via Goito, 8, (Genova)
Orario di apertura
da martedì a domenica su appuntamento
Vernissage
15 Gennaio 2015, ore 18:00
Autore