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Open studios # 4: Officina Quindici + Magazzino Bruno
Un progetto in fieri che, oltre all’apertura al pubblico in occasione degli open studios, concepisce l’atelier come cantiere creativo, luogo-altro al di fuori dei canonici circuiti commerciali, in cui ospitare artisti, promuovere eventi culturali, mostre, installazioni, performance
Comunicato stampa
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OFFICINA QUINDICI e MAGAZZINO BRUNO presentano, venerdì 1° aprile 2016, dalle ore 18, presso gli atelier degli artisti Franco Cimitan, Tiziano G Guzzetta, Michele Tombolini, Fabrizio Vatta e Paola Volpato di Marghera (Zona Industriale), via della Pila 105, OPEN STUDIOS # 4.
Studi aperti e artisti a confronto, coordinati dal critico d’arte Gaetano Salerno di Segnoperenne, come luogo d’incontri, scambi e sinergie in un ambizioso tentativo di recupero e riqualificazione di un’ex area industriale di Porto Marghera dal forte impatto architettonico e urbanistico post-industrial e segnata dalla vicinanza geografica ed emotiva di Venezia, orizzonte ideale e universale spunto di riflessione estetica.
Gli spazi, inaugurati a maggio 2015, sviluppano infatti un progetto in fieri che, oltre all’apertura al pubblico in occasione degli open studios, concepisce l’atelier come cantiere creativo, luogo-altro al di fuori dei canonici circuiti commerciali, in cui ospitare artisti, promuovere eventi culturali, mostre, installazioni, performance.
I cinque artisti di OFFICINA QUINDICI e MAGAZZINO BRUNO, tre pittori, un fotografo e un artista multimediale, presenteranno al pubblico per l’occasione, come già avvenuto in occasione dei precedenti Open Studios, i loro ultimi lavori: le atmosfere surreali e metafisiche con radici salde nella tradizione dei paesaggisti veneti di Franco Cimitan, gli sguardi sulla realtà contemporanea, sfaccettata e multiforme, degli scatti fotografici di Tiziano G Guzzetta, le figure-icone pop dal forte impatto visivo ed emotivo dell’artista internazionale Michele Tombolini, i linguaggi di matrice espressionista dei quadri di grande formato di Fabrizio Vatta, in cui il colore forma e deforma la realtà sensibile, le tematiche ambientali e l’indagine introspettive sulle connessioni tra uomo-natura-storia di Paola Volpato, sviluppati sinergicamente da un progetto creativo condiviso, radicato nelle quotidiane contaminazioni e scambi biunivoci tra linguaggi e ricerche individuali.
Cinque personalità dunque diverse tra loro apriranno lo spazio tradizionalmente intimo e privato dell’atelier per compartecipare suggestioni, idee, parole e una nuova modalità di presentare la propria produzione artistica, posta in dialogo serrato con quella di artisti esterni ospitati durante gli open studios che si susseguiranno con cadenza trimestrale.
In occasione di questo quarto evento il critico Gaetano Salerno ha invitato due nuovi artisti - Enrico Bonetto e Paolo Pavan - per cercare nuovi spunti di dialogo con gli artisti residenti e fornire nuove letture dello spazio espositivo.
Negli spazi di OFFICINA QUINDICI verranno esposti alcuni lavori pittorici dell’artista Paolo Pavan, la cui pittura riprende e sviluppa tematiche e suggestioni tonali care al pittore Fabrizio Vatta, con il quale verrà posto in dialogo.
I due artisti presentano infatti forti e significative similitudini nel modo di concepire la pittura, lontana dalle ortodossie di una realtà verosimigliante e definita, quanto piuttosto incline alla documentazione temporale del passaggio dalla certezza della visione all’incertezza della suggestione.
Mentre Fabrizio Vatta prosegue la propria lunga ricerca sulla moltitudine umana, ritraendola anonima e dispersa nelle forme cromatiche in disfacimento di universi dei quali sembra essersi smarrito l’equilibrio, Paolo Pavan focalizza la propria attenzione, con lo stesso intento, sugli oggetti minori, anch’essi anonimi, espressione oggettiva della medesima società massificata.
Le apparizioni epifaniche e inattese – apparentemente effimere - di elementi archetipici negli oli su tela di Paolo Pavan, ottenute tramite scomposizioni cromatiche, in perenne mutazione e trasformazione, ridiscutono la certezza dell’oggetto ritratto stesso, negata dalla inarrestabile metamorfosi in atto e dalla netta e inevitabile simbiosi tra la forma compiuta e la sua speculare incompiutezza, visualizzazione pittorica del dubbio intellettivo proprio della contemporaneità.
Contemporaneamente avrà luogo, negli spazi di MAGAZZINO BRUNO, un significativo scambio dialettico tra l’artista dello studio Paola Volpato e l’artista multimediale Enrico Bonetto, invitato dal critico Gaetano Salerno ad “occupare lo spazio” mediante un’installazione concepita appositamente per l’evento, attraverso la quale ridiscutere il significato dell’”esposizione artistica” in relazione alle possibilità offerte agli artisti dalla situazione artistica odierna, il valore stesso dell’azione artistica in spazi espositivi “estranei” e, in ultima analisi, la relazione stretta e biunivoca tra artista e luogo espositivo.
Enrico Bonetto, sarà presente con un’installazione composta da video, suono e stampe digitali.
Così descrive l’artista il proprio intervento: “Una serie di stampe ritraggono differenti orologi a cucù. Ho scelto il tema del cuculo per vari motivi: il primo è che come un cuculo occupo lo spazio (il nido) altrui sostituendo le opere (le uova) altrui con le mie. Inoltre come artista contemporaneo mi sento un po' cuculo poiché nei miei lavori mi approprio spesso di cose altrui; e questa opera segue un filo logico intrapreso con le mie ultime installazioni, ad esempio “SLOOOW” dove utilizzavo le immagini prese da internet a seguito della ricerca di “precipitevolissimevolmente” o nella più recente “IL PORTO NASCOSTO” (a cura di Gaetano Salerno e Adolfina De Stefani, Bologna Arte Fiera Art City 2015) dove mi sono appropriato di una poesia di Ungaretti.
Il secondo è invece collegato al Cucù in quanto “orologio”. L'orologio a Cucù è interessante perché segna il tempo (e nei miei lavori il tempo, il suo passaggio ed i segni che lascia sono sempre predominanti), è un oggetto kitsch che in questa occasione voglio elevare ad opera d'arte intendendolo come una sorta di ready-made; ultimo ma predominante è l'aspetto legato alla “presenza/assenza” dell'uccellino che nell'orologio con cadenza regolare esce per un istante per poi rientrare.
Questo ultimo aspetto è sottolineato dal video dove una giovane donna dal viso coperto dalle mani (a simboleggiare le finestre dell'orologio a cucù) esce all'improvviso e dice “CUCU'”. Questo è “rassicurante” perché rassicura che ciò che scompare anche temporaneamente dalla vista non è andato via per sempre”.
In risposta all’”invasione artistica” di Enrico Bonetto del proprio spazio espositivo, Paola Volpato ha strategicamente organizzato una “strategia difensiva”, sviluppando l’opera Dilemma che verrà presentata al pubblico in occasione dell’open studio.
Dice, a proposito dell’opera, l’artista Paola Volpato: “Il cuculo è un uccello che non fa il nido, ma usa il nido di altri uccelli per deporre le sue uova. Così altri uccelli le covano e soprattutto quando si schiudono, ne nutrono i piccoli affaticandosi molto. Ma perché questa invasione non viene respinta? Perché il cuculo col ciuffo va a controllare che le sue uova non siano state gettate fuori dal nido - nel qual caso lui distruggerebbe le altre ed il nido stesso. Per questo è considerato un uccello dal comportamento mafioso.
Una scienziata ha studiato le reazioni diverse che a volte gli altri uccelli mettono in atto e la loro probabilità di successo, evidenziando come il rischio della perdita dell’intera covata sia superabile solo subendo tale situazione. Dunque un dilemma che affrontano gli uccelli e che comporta diverse possibilità e conseguenze - che sono da me rappresentate nella istallazione delle uova. Enrico Bonetto, mettendo in luce la continua rapina delle idee altrui fatte da molti artisti, viene nel mio nido (magazzino Bruno) per occuparlo proprio con i suoi cuculi. La mia prima reazione è stata quella di buttare fuori l’uovo/artista invasore.
Ma poi ho riflettuto sull’interessante dilemma che si veniva a creare e di cui sono grata ad Enrico.
Come rispondere all’invasore?
La mia risposta si è manifestata in una immagine mitologica ed enigmatica che a mia volta ho rubato al Giambologna: una delle sirene della fontana di Nettuno cui ho dato il mio volto e dal seno della quale sgorga acqua come latte - quale simbologia dell’infinita capacità generatrice per tutte le creature, compresi i cuculi. Il mio quadro fronteggia le opere di Enrico a superare il dilemma tra rubare - subire, tra danneggiare e rapinare: la natura è irridente e infinita. E’ femminile Non ha paura".
Prosegue inoltre la collaborazione con la fotografa Federica Palmarin la cui ricerca artistica e il cui sguardo abituato al reportage e alla documentazione tradurrà in immagini gli intenti del progetto di residenza BELLEVUE MARGHERA, coordinato dal critico d’arte Gaetano Salerno e presentato ufficialmente in occasione del secondo open studios (dicembre 2015), nato dall’esigenza di riflettere, attraverso l’arte, sulla specificità del luogo e intuire, nel fare arte, nuove formule di recupero sociale, culturale e urbanistico dell’intera area industriale ormai dismessa.
Il programma di residenza, le cui modalità organizzative e realizzative verranno adattate, a partire già dal prossimo anno, alle specificità del luogo e le cui metodologie di studio e osservazione saranno declinate e attuate in funzione delle differenti realtà culturali che parteciperanno al progetto, nasce dalla sinergia tra SEGNOPERENNE (progetto-azione culturale, ideato e diretto da Gaetano Salerno, come tentativo di esportare l’arte in spazi impropri, esterni ai circuiti espositivi ortodossi museali o di galleria, per contaminare macro-aree, estenderne la fruizione a gruppi allargati ed eterogenei, ridefinire il valore autoreferenziale dell’oggetto artistico in relazione al luogo e al tempo) e B&A (progetto nato dall'idea di un gruppo di professionisti e creativi come reazione al processo di abbandono d’intere porzioni dei centri storici delle città in cui lavoriamo e viviamo e mira a costruire una rete di atelier per artisti/viaggiatori, realizzati recuperando spazi dismessi o inutilizzati delle nostre città, in particolare negozi dei centri storici ed ex aree produttive) e si ripropone di studiare nuove energie per una rinascita e una nuova definizione delle potenzialità latenti di contesti urbani sui quali verrà chiesto agli artisti (coinvolti attraverso progetti di residenza) di posare lo sguardo e intervenire concettualmente per fornire, muovendo da punti di vista esterni e non pregiudizievoli, potenziali forme di recupero finalizzate alla realizzazione, nel futuro prossimo, di un vero e proprio DISTRETTO DELL’ARTE.
Nel corso della serata è previsto inoltre un intervento performativo di teatro-danza, dal titolo IL CORVO, a cura di Alexandra Foffano e Nicolò Rossi.
Dicono i due autori a proposito della performance:
“La performance, tratta da Il Corvo di Edgar Allan Poe, e' nata con l'intento artistico di riuscire ad incrociare recitazione e danza in un'unica rappresentazione scenica.
Il tutto e' reso possibile da un accurato lavoro attoriale svolto da Nicolo' Rossi e da un meticoloso studio coreografico realizzato dalla danzatrice Alexandra Foffano.
Mentre l'attore personifica il poeta, la ballerina interpreta la personalità di Poe nelle sue diverse sfaccettature, che si evincono dal componimento poetico, e il personaggio di Lenore, ovvero la donna amata dall'autore”.
Studi aperti e artisti a confronto, coordinati dal critico d’arte Gaetano Salerno di Segnoperenne, come luogo d’incontri, scambi e sinergie in un ambizioso tentativo di recupero e riqualificazione di un’ex area industriale di Porto Marghera dal forte impatto architettonico e urbanistico post-industrial e segnata dalla vicinanza geografica ed emotiva di Venezia, orizzonte ideale e universale spunto di riflessione estetica.
Gli spazi, inaugurati a maggio 2015, sviluppano infatti un progetto in fieri che, oltre all’apertura al pubblico in occasione degli open studios, concepisce l’atelier come cantiere creativo, luogo-altro al di fuori dei canonici circuiti commerciali, in cui ospitare artisti, promuovere eventi culturali, mostre, installazioni, performance.
I cinque artisti di OFFICINA QUINDICI e MAGAZZINO BRUNO, tre pittori, un fotografo e un artista multimediale, presenteranno al pubblico per l’occasione, come già avvenuto in occasione dei precedenti Open Studios, i loro ultimi lavori: le atmosfere surreali e metafisiche con radici salde nella tradizione dei paesaggisti veneti di Franco Cimitan, gli sguardi sulla realtà contemporanea, sfaccettata e multiforme, degli scatti fotografici di Tiziano G Guzzetta, le figure-icone pop dal forte impatto visivo ed emotivo dell’artista internazionale Michele Tombolini, i linguaggi di matrice espressionista dei quadri di grande formato di Fabrizio Vatta, in cui il colore forma e deforma la realtà sensibile, le tematiche ambientali e l’indagine introspettive sulle connessioni tra uomo-natura-storia di Paola Volpato, sviluppati sinergicamente da un progetto creativo condiviso, radicato nelle quotidiane contaminazioni e scambi biunivoci tra linguaggi e ricerche individuali.
Cinque personalità dunque diverse tra loro apriranno lo spazio tradizionalmente intimo e privato dell’atelier per compartecipare suggestioni, idee, parole e una nuova modalità di presentare la propria produzione artistica, posta in dialogo serrato con quella di artisti esterni ospitati durante gli open studios che si susseguiranno con cadenza trimestrale.
In occasione di questo quarto evento il critico Gaetano Salerno ha invitato due nuovi artisti - Enrico Bonetto e Paolo Pavan - per cercare nuovi spunti di dialogo con gli artisti residenti e fornire nuove letture dello spazio espositivo.
Negli spazi di OFFICINA QUINDICI verranno esposti alcuni lavori pittorici dell’artista Paolo Pavan, la cui pittura riprende e sviluppa tematiche e suggestioni tonali care al pittore Fabrizio Vatta, con il quale verrà posto in dialogo.
I due artisti presentano infatti forti e significative similitudini nel modo di concepire la pittura, lontana dalle ortodossie di una realtà verosimigliante e definita, quanto piuttosto incline alla documentazione temporale del passaggio dalla certezza della visione all’incertezza della suggestione.
Mentre Fabrizio Vatta prosegue la propria lunga ricerca sulla moltitudine umana, ritraendola anonima e dispersa nelle forme cromatiche in disfacimento di universi dei quali sembra essersi smarrito l’equilibrio, Paolo Pavan focalizza la propria attenzione, con lo stesso intento, sugli oggetti minori, anch’essi anonimi, espressione oggettiva della medesima società massificata.
Le apparizioni epifaniche e inattese – apparentemente effimere - di elementi archetipici negli oli su tela di Paolo Pavan, ottenute tramite scomposizioni cromatiche, in perenne mutazione e trasformazione, ridiscutono la certezza dell’oggetto ritratto stesso, negata dalla inarrestabile metamorfosi in atto e dalla netta e inevitabile simbiosi tra la forma compiuta e la sua speculare incompiutezza, visualizzazione pittorica del dubbio intellettivo proprio della contemporaneità.
Contemporaneamente avrà luogo, negli spazi di MAGAZZINO BRUNO, un significativo scambio dialettico tra l’artista dello studio Paola Volpato e l’artista multimediale Enrico Bonetto, invitato dal critico Gaetano Salerno ad “occupare lo spazio” mediante un’installazione concepita appositamente per l’evento, attraverso la quale ridiscutere il significato dell’”esposizione artistica” in relazione alle possibilità offerte agli artisti dalla situazione artistica odierna, il valore stesso dell’azione artistica in spazi espositivi “estranei” e, in ultima analisi, la relazione stretta e biunivoca tra artista e luogo espositivo.
Enrico Bonetto, sarà presente con un’installazione composta da video, suono e stampe digitali.
Così descrive l’artista il proprio intervento: “Una serie di stampe ritraggono differenti orologi a cucù. Ho scelto il tema del cuculo per vari motivi: il primo è che come un cuculo occupo lo spazio (il nido) altrui sostituendo le opere (le uova) altrui con le mie. Inoltre come artista contemporaneo mi sento un po' cuculo poiché nei miei lavori mi approprio spesso di cose altrui; e questa opera segue un filo logico intrapreso con le mie ultime installazioni, ad esempio “SLOOOW” dove utilizzavo le immagini prese da internet a seguito della ricerca di “precipitevolissimevolmente” o nella più recente “IL PORTO NASCOSTO” (a cura di Gaetano Salerno e Adolfina De Stefani, Bologna Arte Fiera Art City 2015) dove mi sono appropriato di una poesia di Ungaretti.
Il secondo è invece collegato al Cucù in quanto “orologio”. L'orologio a Cucù è interessante perché segna il tempo (e nei miei lavori il tempo, il suo passaggio ed i segni che lascia sono sempre predominanti), è un oggetto kitsch che in questa occasione voglio elevare ad opera d'arte intendendolo come una sorta di ready-made; ultimo ma predominante è l'aspetto legato alla “presenza/assenza” dell'uccellino che nell'orologio con cadenza regolare esce per un istante per poi rientrare.
Questo ultimo aspetto è sottolineato dal video dove una giovane donna dal viso coperto dalle mani (a simboleggiare le finestre dell'orologio a cucù) esce all'improvviso e dice “CUCU'”. Questo è “rassicurante” perché rassicura che ciò che scompare anche temporaneamente dalla vista non è andato via per sempre”.
In risposta all’”invasione artistica” di Enrico Bonetto del proprio spazio espositivo, Paola Volpato ha strategicamente organizzato una “strategia difensiva”, sviluppando l’opera Dilemma che verrà presentata al pubblico in occasione dell’open studio.
Dice, a proposito dell’opera, l’artista Paola Volpato: “Il cuculo è un uccello che non fa il nido, ma usa il nido di altri uccelli per deporre le sue uova. Così altri uccelli le covano e soprattutto quando si schiudono, ne nutrono i piccoli affaticandosi molto. Ma perché questa invasione non viene respinta? Perché il cuculo col ciuffo va a controllare che le sue uova non siano state gettate fuori dal nido - nel qual caso lui distruggerebbe le altre ed il nido stesso. Per questo è considerato un uccello dal comportamento mafioso.
Una scienziata ha studiato le reazioni diverse che a volte gli altri uccelli mettono in atto e la loro probabilità di successo, evidenziando come il rischio della perdita dell’intera covata sia superabile solo subendo tale situazione. Dunque un dilemma che affrontano gli uccelli e che comporta diverse possibilità e conseguenze - che sono da me rappresentate nella istallazione delle uova. Enrico Bonetto, mettendo in luce la continua rapina delle idee altrui fatte da molti artisti, viene nel mio nido (magazzino Bruno) per occuparlo proprio con i suoi cuculi. La mia prima reazione è stata quella di buttare fuori l’uovo/artista invasore.
Ma poi ho riflettuto sull’interessante dilemma che si veniva a creare e di cui sono grata ad Enrico.
Come rispondere all’invasore?
La mia risposta si è manifestata in una immagine mitologica ed enigmatica che a mia volta ho rubato al Giambologna: una delle sirene della fontana di Nettuno cui ho dato il mio volto e dal seno della quale sgorga acqua come latte - quale simbologia dell’infinita capacità generatrice per tutte le creature, compresi i cuculi. Il mio quadro fronteggia le opere di Enrico a superare il dilemma tra rubare - subire, tra danneggiare e rapinare: la natura è irridente e infinita. E’ femminile Non ha paura".
Prosegue inoltre la collaborazione con la fotografa Federica Palmarin la cui ricerca artistica e il cui sguardo abituato al reportage e alla documentazione tradurrà in immagini gli intenti del progetto di residenza BELLEVUE MARGHERA, coordinato dal critico d’arte Gaetano Salerno e presentato ufficialmente in occasione del secondo open studios (dicembre 2015), nato dall’esigenza di riflettere, attraverso l’arte, sulla specificità del luogo e intuire, nel fare arte, nuove formule di recupero sociale, culturale e urbanistico dell’intera area industriale ormai dismessa.
Il programma di residenza, le cui modalità organizzative e realizzative verranno adattate, a partire già dal prossimo anno, alle specificità del luogo e le cui metodologie di studio e osservazione saranno declinate e attuate in funzione delle differenti realtà culturali che parteciperanno al progetto, nasce dalla sinergia tra SEGNOPERENNE (progetto-azione culturale, ideato e diretto da Gaetano Salerno, come tentativo di esportare l’arte in spazi impropri, esterni ai circuiti espositivi ortodossi museali o di galleria, per contaminare macro-aree, estenderne la fruizione a gruppi allargati ed eterogenei, ridefinire il valore autoreferenziale dell’oggetto artistico in relazione al luogo e al tempo) e B&A (progetto nato dall'idea di un gruppo di professionisti e creativi come reazione al processo di abbandono d’intere porzioni dei centri storici delle città in cui lavoriamo e viviamo e mira a costruire una rete di atelier per artisti/viaggiatori, realizzati recuperando spazi dismessi o inutilizzati delle nostre città, in particolare negozi dei centri storici ed ex aree produttive) e si ripropone di studiare nuove energie per una rinascita e una nuova definizione delle potenzialità latenti di contesti urbani sui quali verrà chiesto agli artisti (coinvolti attraverso progetti di residenza) di posare lo sguardo e intervenire concettualmente per fornire, muovendo da punti di vista esterni e non pregiudizievoli, potenziali forme di recupero finalizzate alla realizzazione, nel futuro prossimo, di un vero e proprio DISTRETTO DELL’ARTE.
Nel corso della serata è previsto inoltre un intervento performativo di teatro-danza, dal titolo IL CORVO, a cura di Alexandra Foffano e Nicolò Rossi.
Dicono i due autori a proposito della performance:
“La performance, tratta da Il Corvo di Edgar Allan Poe, e' nata con l'intento artistico di riuscire ad incrociare recitazione e danza in un'unica rappresentazione scenica.
Il tutto e' reso possibile da un accurato lavoro attoriale svolto da Nicolo' Rossi e da un meticoloso studio coreografico realizzato dalla danzatrice Alexandra Foffano.
Mentre l'attore personifica il poeta, la ballerina interpreta la personalità di Poe nelle sue diverse sfaccettature, che si evincono dal componimento poetico, e il personaggio di Lenore, ovvero la donna amata dall'autore”.
01
aprile 2016
Open studios # 4: Officina Quindici + Magazzino Bruno
01 aprile 2016
arte contemporanea
performance - happening
incontro - conferenza
performance - happening
incontro - conferenza
Location
OFFICINA QUINDICI + MAGAZZINO BRUNO
Venezia, Via Della Pila, 105, (Venezia)
Venezia, Via Della Pila, 105, (Venezia)
Orario di apertura
dalle 18.00 alle 22.00
Vernissage
1 Aprile 2016, ore 18.00
Autore
Curatore