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Open Work, a focus on painting: Simone Camerlengo
II° appuntamento di “Open Work, a focus on paintings”
Comunicato stampa
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Mi è stato chiesto, in quest’occasione, di riflettere sulla pratica della pittura e di raccontare le opere di Simone Camerlengo.
Per afferrare ed interpretare il messaggio artistico di Simone ho cercato di conoscere la relazione umana che intrattiene con la realtà, di entrare nel suo universo, perché ritengo che la pittura sia una forma di minuziosa indagine sul mondo. Qualsiasi postulazione aprioristica di forme o di modalità in ipotesi artistiche, sarebbe stata infatti non rigorosa e arbitraria, nulla. La pittura di Simone vive nella tensione di capire, di stabilire relazioni, di cercare risposte alle domande che ogni circostanza porta con sé.
Attraverso la pittura astratta, attraverso la forte immediatezza visiva dei suoi lavori, Simone esprime, anzitutto, il suo essere al mondo in una determinata condizione dello spazio e del tempo. Nelle sue mani la pittura è una “pratica quotidiana”, fisica e mentale. D’altronde Mark Rothko ha affermato che un quadro non è l’immagine di un’esperienza, ma è l’esperienza stessa, esperienza dibattuta nella propria interiorità, ora impulsivamente, ora in maniera distaccata, ora immediata, ora incerta…
E così l’atto del dipingere di Simone, codificato in una gestualità riconoscibile e identitaria, è una dichiarazione, un’azione istintiva, una “lotta a reprimere” come lui stesso l’ha definita. Nel grande spazio vuoto della tela stende velatamente e spesso frettolosamente pochi colori, tra i quali si distingue il suo tratto, la sua linea continua e costante. Osservando i suoi lavori, seguiamo il fluire del gesto che mai perde il suo valore estetico e il suo senso emotivo, notiamo i ripensamenti, le cancellature, le rotture, percepiamo la sua sincerità narrativa. La traccia, il segno che Simone lascia, è la sua parola, sottile o veemente, il racconto di sé, delle sue incertezze, dei suoi incontri e dei suoi viaggi. La sua pittura è istintiva, ma osservando le sue opere ci pervade un senso di calma, di purezza: Simone occulta gli eccessi, trattiene i suoi impulsi, le sue paure, cancella o interrompe la narrazione.
Timido oratore, il nostro artista, è affascinato da tutto ciò che è inascoltato e marginale. Riutilizza materiali che nel suo girovagare lo suggestionano e fotografa la quotidianità. Reti, calcinacci, tubi di ferro, acquistano, attraverso la consacrazione segnico-gestuale di Simone, un nuovo significato. Metafora della sua esistenza, questa valorizzazione del marginale rappresenta il perenne chiasmo tra equilibrio e disequilibrio: è la dichiarazione del proprio senso di non accettazione.
Conoscere questo flâneur contemporaneo impone dunque una riflessione sul nostro incerto presente, sul momento di crisi che stiamo vivendo. La pittura in questi frangenti tende ad essere il mezzo espressivo prediletto ed è forse per questa ragione che è tornata alla ribalta nel panorama dell’arte contemporanea. Simone Camerlengo e tutta l’attuale avanguardia di giovani artisti vedono la pittura -chi in maniera più colta e cerebrale, chi più istintivamente- come un’azione incondizionata che tuttavia fa del “proprio tempo” una caratteristica essenziale ed in questo modo agisce nella storia.
Per afferrare ed interpretare il messaggio artistico di Simone ho cercato di conoscere la relazione umana che intrattiene con la realtà, di entrare nel suo universo, perché ritengo che la pittura sia una forma di minuziosa indagine sul mondo. Qualsiasi postulazione aprioristica di forme o di modalità in ipotesi artistiche, sarebbe stata infatti non rigorosa e arbitraria, nulla. La pittura di Simone vive nella tensione di capire, di stabilire relazioni, di cercare risposte alle domande che ogni circostanza porta con sé.
Attraverso la pittura astratta, attraverso la forte immediatezza visiva dei suoi lavori, Simone esprime, anzitutto, il suo essere al mondo in una determinata condizione dello spazio e del tempo. Nelle sue mani la pittura è una “pratica quotidiana”, fisica e mentale. D’altronde Mark Rothko ha affermato che un quadro non è l’immagine di un’esperienza, ma è l’esperienza stessa, esperienza dibattuta nella propria interiorità, ora impulsivamente, ora in maniera distaccata, ora immediata, ora incerta…
E così l’atto del dipingere di Simone, codificato in una gestualità riconoscibile e identitaria, è una dichiarazione, un’azione istintiva, una “lotta a reprimere” come lui stesso l’ha definita. Nel grande spazio vuoto della tela stende velatamente e spesso frettolosamente pochi colori, tra i quali si distingue il suo tratto, la sua linea continua e costante. Osservando i suoi lavori, seguiamo il fluire del gesto che mai perde il suo valore estetico e il suo senso emotivo, notiamo i ripensamenti, le cancellature, le rotture, percepiamo la sua sincerità narrativa. La traccia, il segno che Simone lascia, è la sua parola, sottile o veemente, il racconto di sé, delle sue incertezze, dei suoi incontri e dei suoi viaggi. La sua pittura è istintiva, ma osservando le sue opere ci pervade un senso di calma, di purezza: Simone occulta gli eccessi, trattiene i suoi impulsi, le sue paure, cancella o interrompe la narrazione.
Timido oratore, il nostro artista, è affascinato da tutto ciò che è inascoltato e marginale. Riutilizza materiali che nel suo girovagare lo suggestionano e fotografa la quotidianità. Reti, calcinacci, tubi di ferro, acquistano, attraverso la consacrazione segnico-gestuale di Simone, un nuovo significato. Metafora della sua esistenza, questa valorizzazione del marginale rappresenta il perenne chiasmo tra equilibrio e disequilibrio: è la dichiarazione del proprio senso di non accettazione.
Conoscere questo flâneur contemporaneo impone dunque una riflessione sul nostro incerto presente, sul momento di crisi che stiamo vivendo. La pittura in questi frangenti tende ad essere il mezzo espressivo prediletto ed è forse per questa ragione che è tornata alla ribalta nel panorama dell’arte contemporanea. Simone Camerlengo e tutta l’attuale avanguardia di giovani artisti vedono la pittura -chi in maniera più colta e cerebrale, chi più istintivamente- come un’azione incondizionata che tuttavia fa del “proprio tempo” una caratteristica essenziale ed in questo modo agisce nella storia.
09
maggio 2019
Open Work, a focus on painting: Simone Camerlengo
Dal 09 all'undici maggio 2019
arte contemporanea
incontro - conferenza
incontro - conferenza
Location
SENZABAGNO
Pescara, Via Silvio Spaventa, 26, (Pescara)
Pescara, Via Silvio Spaventa, 26, (Pescara)
Orario di apertura
ore 10-13 e 15-19
Vernissage
9 Maggio 2019, ore 16.00
Autore
Curatore