Faenza è diventata oramai un punto di riferimento per la storia della ceramica e “la Faience” il nome con cui si identifica in tutto il mondo la ceramica stessa. Nel suo territorio numerose sono le botteghe d’artigianato e diversi gli artisti che si occupano di ricerca della ceramica e di arte contemporanea.

Openstudiofaenza2005, alla sua terza edizione, è un percorso all’interno del centro storico di Faenza rivolto alla valorizzazione dell’arte contemporanea e dell’artigiano legati alla ceramica.

In programma dal 11 al 19 giugno 2005, in concomitanza con il 54° Concorso internazionale della Ceramica curato dal Museo Internazionale delle Ceramiche, che ogni due anni premia la migliore opera d’arte ceramica accogliendo artisti di tutte le nazionalità, Openstudiofaenza2005 propone un itinerario alla scoperta dei laboratori, degli studi d'arte e di scorci inconsueti della città. In questo modo l’intera città si trasformerà in galleria d’arte. Le botteghe del centro ospiteranno pezzi d’arte contemporanea e classica, mentre nei locali e in altri luoghi espositivi della città saranno organizzate mostre, performance, installazioni, concerti, corsi e laboratori di ceramica, proiezioni video in una settimana densa di eventi.

Contaminazione è il tema centrale di questa edizione secondo una visione circolare dell’arti visive che affianca espressioni artistiche di diverse radici: ceramica, pittura, scultura, design, video, fotografia, installazioni e allo stesso tempo mette in mostra generazioni diverse di artisti che si sono confrontati con la ceramica.

Una cinquantina i nomi presenti. Da una parte i maestri che dagli anni ’60 in poi hanno portato la ceramica a slegarsi dalla sua tradizionale funzione di oggetto d’uso: Carlo Zauli, Mario Pezzi, Aldo Rontini, Goffredo Gaeta, Ivo Sassi, la Bottega d’arte Gatti, che è riferimento per molti artisti contemporanei come Mimmo Paladino, Luigi Ontani, Giosetta Fioroni, dall’altra le giovani generazioni, che si confrontano con le tematiche attuali del corpo, il recupero dell’argilla come materiale primitivo e aderiscono ad una certa corrente neo-pop dell’arte contemporanea.