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Openwork. Focus on painting
È un progetto che pone l’attenzione sul processo pittorico e vuole mettere in relazione artisti e curatori con il pubblico. Il progetto si svolge in diversi appuntamenti della durata di 3 giorni, dove le coppie invitate si ritrovano ad incontrarsi in un contesto dinamico e di sperimentazione.
Comunicato stampa
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Testo di Silvano Manganaro
Scriveva, ormai parecchi decenni fa, Harold Rosenberg: “Un quadro o una scultura contemporanei sono una specie di centauro, fatto per metà di materiali artistici e per metà di parole”1. Un definizione quantomai riuscita che spiega bene la situazione artistica del XX come del XXI secolo. Parole che devono essere ascritte tanto alla critica quanto all’artista stesso. Fosse anche un pittore. Ovvero colui che, nella vulgata comune, dipinge e basta; tutto concentrato nell’atto formale dello stendere dei colori su una tela.
Benché già Leonardo da Vinci sostenesse che “la pittura è discorso mentale”2, mai quanto oggi la parola ha fatto irruzione in questa tecnica artistica, da un lato come “soggetto” del dipinto stesso (i caratteri tipografici compaiono sulle tele occupandone, in alcuni casi, la totalità dello spazio disponibile), dall’altro come sintagma di un discorso che non serve a “giustificare" il lavoro artistico ma ne diventa complemento.
La ricerca che attualmente Andrea Martinucci (Roma, 1991) sta portando avanti fa fare un passo più in là a questo sconfinamento della pittura in un contesto narrativo; un progetto fatto anche di parole. Turbomondi (questo il titolo che accomuna una serie eterogenea di lavori) vuole svilupparsi anche attraverso il linguaggio, in una modalità che va al di là del saggio critico o di una mera descrizione delle opere. Non a caso, nel corso del 2020, questa ricerca è diventata - e sta diventando- qualcosa di molto complesso, che prende forma dal suo stesso divenire; lo stesso Martinucci scrive che “in Turbomondi vengono immaginati mondi sospesi, popolati da creature alla perpetua ricerca della loro integrità e in continua evoluzione tra di loro. Nessun essere resta mai uguale a sé stesso ma si scompone e ricompone, secondo forze superiori. Cosa sono? Cosa sono stato? Cosa diventerò? Turbomondi ci invita a riconsiderare le idee che ci siamo fatti su cosa significa esistere, su cos’è la Terra, su cos’è la società.”
Se i dipinti per cui Martinucci è conosciuto appaiono apparentemente facili, subito intellegibili, ma poi, ad uno sguardo più attento, sempre più complessi, ambigui, per certi versi perturbanti; la serie Fondali (che rientra, appunto, nel progetto Turbomondi) abbandona ogni riferimento alla figurazione per dar vita a pure superfici orizzontali pensate per ospitare “paesaggi nebulosi, bidimensionali, stratificati”. L’artista gioca con la definizione stessa di fondale, rimandando al doppio significato della parola: sfondo di un set teatrale o cinematografico e, allo stesso tempo, abisso marino. Una profondità che lavora tanto in senso orizzontale (la lontananza) che in senso verticale (gli abissi oceanici). Ma, in questo caso, i Fondali servono a generare uno spazio di condivisione, come dice l’artista, a dar vita a “un’interazione collettiva in grado di evocare sequenze di immagini, senza nessuna proiezione cinematografica o rappresentazione figurativa; ponendosi a quinta rispetto ai fruitori che vi si ritrovano davanti. Attraverso un’azione di
1 H. ROSENBERG, Arte e parole, in ID. La s-definizione dell’arte, Feltrinelli, Milano 1975, p. 51
2 L. DA VINCI, Trattato della pittura, Primo volume, PARTE PRIMA Capitolo 36, in ID. Trattato della pittura, Demetra, Verona 1997, p. 44
immaginazione partecipata, lo spettatore viene assorbito all’interno della scena, diventando di conseguenza uno degli abitanti dei Turbomondi.” È, infatti, attraverso la condivisione - e le parole che verranno - che è possibile generare una dimensione altra, una dimensione nella quale, perché no, possono trovare cittadinanza anche i centauri.
Scriveva, ormai parecchi decenni fa, Harold Rosenberg: “Un quadro o una scultura contemporanei sono una specie di centauro, fatto per metà di materiali artistici e per metà di parole”1. Un definizione quantomai riuscita che spiega bene la situazione artistica del XX come del XXI secolo. Parole che devono essere ascritte tanto alla critica quanto all’artista stesso. Fosse anche un pittore. Ovvero colui che, nella vulgata comune, dipinge e basta; tutto concentrato nell’atto formale dello stendere dei colori su una tela.
Benché già Leonardo da Vinci sostenesse che “la pittura è discorso mentale”2, mai quanto oggi la parola ha fatto irruzione in questa tecnica artistica, da un lato come “soggetto” del dipinto stesso (i caratteri tipografici compaiono sulle tele occupandone, in alcuni casi, la totalità dello spazio disponibile), dall’altro come sintagma di un discorso che non serve a “giustificare" il lavoro artistico ma ne diventa complemento.
La ricerca che attualmente Andrea Martinucci (Roma, 1991) sta portando avanti fa fare un passo più in là a questo sconfinamento della pittura in un contesto narrativo; un progetto fatto anche di parole. Turbomondi (questo il titolo che accomuna una serie eterogenea di lavori) vuole svilupparsi anche attraverso il linguaggio, in una modalità che va al di là del saggio critico o di una mera descrizione delle opere. Non a caso, nel corso del 2020, questa ricerca è diventata - e sta diventando- qualcosa di molto complesso, che prende forma dal suo stesso divenire; lo stesso Martinucci scrive che “in Turbomondi vengono immaginati mondi sospesi, popolati da creature alla perpetua ricerca della loro integrità e in continua evoluzione tra di loro. Nessun essere resta mai uguale a sé stesso ma si scompone e ricompone, secondo forze superiori. Cosa sono? Cosa sono stato? Cosa diventerò? Turbomondi ci invita a riconsiderare le idee che ci siamo fatti su cosa significa esistere, su cos’è la Terra, su cos’è la società.”
Se i dipinti per cui Martinucci è conosciuto appaiono apparentemente facili, subito intellegibili, ma poi, ad uno sguardo più attento, sempre più complessi, ambigui, per certi versi perturbanti; la serie Fondali (che rientra, appunto, nel progetto Turbomondi) abbandona ogni riferimento alla figurazione per dar vita a pure superfici orizzontali pensate per ospitare “paesaggi nebulosi, bidimensionali, stratificati”. L’artista gioca con la definizione stessa di fondale, rimandando al doppio significato della parola: sfondo di un set teatrale o cinematografico e, allo stesso tempo, abisso marino. Una profondità che lavora tanto in senso orizzontale (la lontananza) che in senso verticale (gli abissi oceanici). Ma, in questo caso, i Fondali servono a generare uno spazio di condivisione, come dice l’artista, a dar vita a “un’interazione collettiva in grado di evocare sequenze di immagini, senza nessuna proiezione cinematografica o rappresentazione figurativa; ponendosi a quinta rispetto ai fruitori che vi si ritrovano davanti. Attraverso un’azione di
1 H. ROSENBERG, Arte e parole, in ID. La s-definizione dell’arte, Feltrinelli, Milano 1975, p. 51
2 L. DA VINCI, Trattato della pittura, Primo volume, PARTE PRIMA Capitolo 36, in ID. Trattato della pittura, Demetra, Verona 1997, p. 44
immaginazione partecipata, lo spettatore viene assorbito all’interno della scena, diventando di conseguenza uno degli abitanti dei Turbomondi.” È, infatti, attraverso la condivisione - e le parole che verranno - che è possibile generare una dimensione altra, una dimensione nella quale, perché no, possono trovare cittadinanza anche i centauri.
15
ottobre 2020
Openwork. Focus on painting
Dal 15 al 17 ottobre 2020
arte contemporanea
arte moderna e contemporanea
doppia personale
incontro - conferenza
serata - evento
arte moderna e contemporanea
doppia personale
incontro - conferenza
serata - evento
Location
SENZABAGNO
Pescara, Via Silvio Spaventa, 26, (Pescara)
Pescara, Via Silvio Spaventa, 26, (Pescara)
Orario di apertura
da giovedì a sabato ore 10-13 e 15-19
Vernissage
15 Ottobre 2020, Lo spazio è aperto al pubblico negli orari indicati. Sabato 17 OTTOBRE ore 19 TALK aperto al pubblico
Autore
Curatore
Autore testo critico
Allestimento
Progetto grafico
Produzione organizzazione
Trasporti
Sponsor