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Opiemme – Vortex: In Limine Mundi
Il concetto latino di “limen” viene interpretato dall’artista in senso fisico e politico, attraverso una serie di lavori di poesia visiva che giocano sul contrasto tra la progressiva chiusura dei limiti geografici e politici e l’incessante valicare degli immaginari confini dello spazio siderale.
Comunicato stampa
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A partire da giovedì 17 gennaio 2019, Burning Giraffe Art Gallery ospita la mostra In Limine Mundi, personale dell’artista Opiemme; un nuovo capitolo di Vortex, progetto nato nel 2014, dedicato all’universo e all’osservazione di quella piccola parte di esso, il cielo e le stelle, visibile dalla Terra. In questo contesto, ispirato dal pensiero di Giuseppe Sermonti – biologo, genetista e divulgatore scientifico recentemente scomparso – e, in particolare, alla sua intuizione della diretta derivazione della scrittura e dell’alfabeto dall’osservazione delle costellazioni, la mostra In Limine Mundi intende tracciare un percorso a ritroso: dalla visione particolare di territori terrestri circoscritti dai loro limiti geografici e politici, all’universale di un viaggio spaziale che, superando il confine dell’atmosfera, traccia la distanza, non più insormontabile, che ci separa dal pianeta Marte.
Il concetto latino di limen, inteso come “soglia di casa”, il primo limite da varcare per scoprire ciò che ci circonda, è inteso dall’artista sia in senso fisico, che politico. L’utilizzo di cartine geografiche antiche come supporto per gli interventi pittorici di poesia visiva offrono una contestualizzazione forte e attuale al concetto di confine: che sia esso quello della linea immaginaria, ma sempre più reale e invalicabile, che separa le nazioni; o il mare, quella soglia reale a cui si affidano i migranti della contemporaneità, così come facevano, per motivi diversi, gli esploratori dell’antichità, che nel concetto di “alto mare aperto” avevano trovato il loro limite ultimo.
Nei lavori in mostra, frasi, singole parole, lettere nere tracciate ad acrilico sulle cartine geografiche, sembrano atterrare al suolo da distanze siderali, coprire porzioni di territori codificandone graficamente la condizione attuale. Le opere di Opiemme mostrano un mondo impreparato che affronta un drastico cambiamento di paradigma geopolitico e lo fanno da una prospettiva insolita, distaccata, che rende ancor più ficcante il loro messaggio. Il limite terrestre viene finalmente superato in una serie di lavori appositamente creati per la mostra, in cui risuona l’eco del recente arrivo del rover InSight su Marte, e dell'ingresso della sonda Voyager 2, lanciata nel 1977, nello spazio interstellare, quasi a suggerire l’effimerità connaturata al concetto di confine: il nuovo “alto mare aperto” è sempre oltre; oltre la nostra Terra, oltre la Luna e Marte.
Erede di un’importante tradizione novecentesca di poesia visiva e lettrismo, Opiemme, a fianco delle numerose mostre in spazi pubblici e privati, è l’autore di numerosi interventi urbani attraverso i quali reinventa la fruizione e l’occasione della lettura, nonché lo spazio della poesia, come testimoniano il recente murale realizzato a Lisbona, per le fondazioni Fernando Pessoa e Josè Saramago, e quello in ricordo di Stephen Hawking in Corso Tassoni a Torino, per il Museo di Arte Urbana.
Il concetto latino di limen, inteso come “soglia di casa”, il primo limite da varcare per scoprire ciò che ci circonda, è inteso dall’artista sia in senso fisico, che politico. L’utilizzo di cartine geografiche antiche come supporto per gli interventi pittorici di poesia visiva offrono una contestualizzazione forte e attuale al concetto di confine: che sia esso quello della linea immaginaria, ma sempre più reale e invalicabile, che separa le nazioni; o il mare, quella soglia reale a cui si affidano i migranti della contemporaneità, così come facevano, per motivi diversi, gli esploratori dell’antichità, che nel concetto di “alto mare aperto” avevano trovato il loro limite ultimo.
Nei lavori in mostra, frasi, singole parole, lettere nere tracciate ad acrilico sulle cartine geografiche, sembrano atterrare al suolo da distanze siderali, coprire porzioni di territori codificandone graficamente la condizione attuale. Le opere di Opiemme mostrano un mondo impreparato che affronta un drastico cambiamento di paradigma geopolitico e lo fanno da una prospettiva insolita, distaccata, che rende ancor più ficcante il loro messaggio. Il limite terrestre viene finalmente superato in una serie di lavori appositamente creati per la mostra, in cui risuona l’eco del recente arrivo del rover InSight su Marte, e dell'ingresso della sonda Voyager 2, lanciata nel 1977, nello spazio interstellare, quasi a suggerire l’effimerità connaturata al concetto di confine: il nuovo “alto mare aperto” è sempre oltre; oltre la nostra Terra, oltre la Luna e Marte.
Erede di un’importante tradizione novecentesca di poesia visiva e lettrismo, Opiemme, a fianco delle numerose mostre in spazi pubblici e privati, è l’autore di numerosi interventi urbani attraverso i quali reinventa la fruizione e l’occasione della lettura, nonché lo spazio della poesia, come testimoniano il recente murale realizzato a Lisbona, per le fondazioni Fernando Pessoa e Josè Saramago, e quello in ricordo di Stephen Hawking in Corso Tassoni a Torino, per il Museo di Arte Urbana.
17
gennaio 2019
Opiemme – Vortex: In Limine Mundi
Dal 17 gennaio al 20 aprile 2019
arte contemporanea
Location
BURNING GIRAFFE ART GALLERY
Torino, Via Eusebio Bava, 8a, (Torino)
Torino, Via Eusebio Bava, 8a, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato, ore 14:30 - 19:30
Vernissage
17 Gennaio 2019, ore 18:30
Autore