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Opus loci
Opere d’arte e contesti dopo il terremoto
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si inaugura il giorno 8 GIUGNO 2007, alle ore 17,30 a Campobasso, presso i locali dei Grandi Magazzini Teatrali, via Gorizia, la mostra OPUS LOCI. Opere d’arte e contesti dopo il terremoto, realizzata congiuntamente dalla Regione Molise e dal Ministero Beni e Attività Culturali - Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici.
La mostra si pone come momento conclusivo di una collaborazione tra i due Enti, già sperimentata nella conduzione di diverse iniziative nelI’ambito del progetto europeo INTEREGG IIlC - NOE’ dedicato alla salvaguardia di beni e monumenti dalle catastrofi naturali.
La mostra prende le mosse da una serie di riflessioni sugli effetti dei terremoti sul patrimonio culturale.
Il terremoto rappresenta una delle principali cause di dispersione e di decontestualizzazione delle opere d’arte. Ogni evento sismico ha innescato processi di movimentazione dei beni con tempi, modi e procedure storicamente diversificati, determinati dagli orientamenti critici delle politiche di tutela. E così, nel corso della travagliata vicenda sismica del territorio nazionale abbiamo periodicamente assistito a rimozioni generalizzate dei beni o, al contrario, a trasferimenti selettivi e monitorati, alla istituzione di nuove realtà museali (si pensi ai musei di Reggio Calabria o di Messina, ai musei civici friulani) o all’allestimento di ricoveri temporanei (ad esempio quelli di Folloni e Padula dopo il 1980) o alla strutturazione di depositi attrezzati (ad esempio, nelle Marche a Fabriano dopo il 1997). In Molise dopo il 2002 è prevalsa la scelta della “temporaneità”; la Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. di Campobasso ha ritenuto opportuno predisporre un deposito, che pur organizzato quale luogo di lavoro e studio, risulta scientemente destinato ad esaurire la sua funzione, a svuotarsi progressivamente a favore di un ritorno delle opere nei luoghi originari.
Nella complessità di relazioni tra l’opera d’arte, il luogo in cui essa si situa, le modalità della sua fruizione e l’uso che se ne fa, risiede il senso di questa iniziativa.
Il titolo Opus loci sta ad indicare due chiavi di lettura del percorso espositivo: da una parte le opere con una propria intrinseca qualità estetica, dall’altra i luoghi e le forme di fruizione, in una accezione quanto più ampia del termine.
In mostra sarà presente una selezione di opere provenienti dal deposito della Soprintendenza BAPPSAE del Molise: si tratta di oggetti già estraniati dai contesti devozionali originari, oggi collocati in una condizione di temporanea “cattività” ed esposti in mostra in un contesto percettivo di carattere museale.
Si tratta prevalentemente di sculture lignee sei – settecentesche la cui conservazione è stata spesso garantita dalla cura personale dei devoti che nel tempo ne hanno promosso – in maniera non sempre ortodossa – restauri o rifacimenti. Alcune di queste sculture, opere di maestri napoletani del Seicento o di artisti quali Giacomo Colombo e Paolo Di Zinno, vengono proposte dopo il restauro curato dalla Soprintendenza molisana.
Accanto alle sculture verranno presentati alcuni dipinti di grande rilevanza come l’Annunciazione di Teodoro D’Errico proveniente da Montorio nei Frentani, o il San Michele Arcangelo proveniente da Ripabottoni un tempo attribuito a Francesco Solimena ed ora più giustamente ascritto al suo allievo molisano Paolo Gamba.
La mostra però non si propone come mera esposizione di un florilegio, ma nasce con una doppia ambizione che i curatori affidano alle riflessioni contemporanee degli artisti Andrea Aquilanti, Paolo Bresciani e Antonello Matarazzo ed alle immagini fotografiche di Antonio Priston. Ad essi è stato assegnato il compito di evocare l’originaria connessione dei beni culturali trasferiti con i paesi e le comunità di provenienza, di rileggere lo spazio chiuso del deposito con altri occhi, e di fornire al contempo nuove opportunità di ri-creazione dei contesti e nuove condizioni di fruizione delle opere e dei luoghi.
Le indagini paesologiche dello scrittore Franco Arminio apriranno la lettura delle opere ai territori da cui provengono, ai caratteri e alle fragilità dei paesi in progressivo spopolamento e isolamento, ad interrogativi attualissimi sulle prospettive della conservazione del patrimonio culturale diffuso.
Affianca l’iniziativa una rassegna di documentari e cortometraggi d’autore relativi agli effetti dei terremoti e delle ricostruzioni sugli equilibri territoriali del nostro paese.
La mostra si pone come momento conclusivo di una collaborazione tra i due Enti, già sperimentata nella conduzione di diverse iniziative nelI’ambito del progetto europeo INTEREGG IIlC - NOE’ dedicato alla salvaguardia di beni e monumenti dalle catastrofi naturali.
La mostra prende le mosse da una serie di riflessioni sugli effetti dei terremoti sul patrimonio culturale.
Il terremoto rappresenta una delle principali cause di dispersione e di decontestualizzazione delle opere d’arte. Ogni evento sismico ha innescato processi di movimentazione dei beni con tempi, modi e procedure storicamente diversificati, determinati dagli orientamenti critici delle politiche di tutela. E così, nel corso della travagliata vicenda sismica del territorio nazionale abbiamo periodicamente assistito a rimozioni generalizzate dei beni o, al contrario, a trasferimenti selettivi e monitorati, alla istituzione di nuove realtà museali (si pensi ai musei di Reggio Calabria o di Messina, ai musei civici friulani) o all’allestimento di ricoveri temporanei (ad esempio quelli di Folloni e Padula dopo il 1980) o alla strutturazione di depositi attrezzati (ad esempio, nelle Marche a Fabriano dopo il 1997). In Molise dopo il 2002 è prevalsa la scelta della “temporaneità”; la Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. di Campobasso ha ritenuto opportuno predisporre un deposito, che pur organizzato quale luogo di lavoro e studio, risulta scientemente destinato ad esaurire la sua funzione, a svuotarsi progressivamente a favore di un ritorno delle opere nei luoghi originari.
Nella complessità di relazioni tra l’opera d’arte, il luogo in cui essa si situa, le modalità della sua fruizione e l’uso che se ne fa, risiede il senso di questa iniziativa.
Il titolo Opus loci sta ad indicare due chiavi di lettura del percorso espositivo: da una parte le opere con una propria intrinseca qualità estetica, dall’altra i luoghi e le forme di fruizione, in una accezione quanto più ampia del termine.
In mostra sarà presente una selezione di opere provenienti dal deposito della Soprintendenza BAPPSAE del Molise: si tratta di oggetti già estraniati dai contesti devozionali originari, oggi collocati in una condizione di temporanea “cattività” ed esposti in mostra in un contesto percettivo di carattere museale.
Si tratta prevalentemente di sculture lignee sei – settecentesche la cui conservazione è stata spesso garantita dalla cura personale dei devoti che nel tempo ne hanno promosso – in maniera non sempre ortodossa – restauri o rifacimenti. Alcune di queste sculture, opere di maestri napoletani del Seicento o di artisti quali Giacomo Colombo e Paolo Di Zinno, vengono proposte dopo il restauro curato dalla Soprintendenza molisana.
Accanto alle sculture verranno presentati alcuni dipinti di grande rilevanza come l’Annunciazione di Teodoro D’Errico proveniente da Montorio nei Frentani, o il San Michele Arcangelo proveniente da Ripabottoni un tempo attribuito a Francesco Solimena ed ora più giustamente ascritto al suo allievo molisano Paolo Gamba.
La mostra però non si propone come mera esposizione di un florilegio, ma nasce con una doppia ambizione che i curatori affidano alle riflessioni contemporanee degli artisti Andrea Aquilanti, Paolo Bresciani e Antonello Matarazzo ed alle immagini fotografiche di Antonio Priston. Ad essi è stato assegnato il compito di evocare l’originaria connessione dei beni culturali trasferiti con i paesi e le comunità di provenienza, di rileggere lo spazio chiuso del deposito con altri occhi, e di fornire al contempo nuove opportunità di ri-creazione dei contesti e nuove condizioni di fruizione delle opere e dei luoghi.
Le indagini paesologiche dello scrittore Franco Arminio apriranno la lettura delle opere ai territori da cui provengono, ai caratteri e alle fragilità dei paesi in progressivo spopolamento e isolamento, ad interrogativi attualissimi sulle prospettive della conservazione del patrimonio culturale diffuso.
Affianca l’iniziativa una rassegna di documentari e cortometraggi d’autore relativi agli effetti dei terremoti e delle ricostruzioni sugli equilibri territoriali del nostro paese.
08
giugno 2007
Opus loci
Dall'otto al 30 giugno 2007
fotografia
arte antica
arte contemporanea
arte antica
arte contemporanea
Location
GRANDI MAGAZZINI TEATRALI
Campobasso, Via Gorizia, 42, (Campobasso)
Campobasso, Via Gorizia, 42, (Campobasso)
Orario di apertura
tutti i giorni 10-13 e 17-21
Autore
Curatore