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Orazio Coco – Esercito della Speranza
Sculture terapeutiche di Orazio Coco. Un viaggio di virtù in virtù, attraverso le 60 sculture di bambini realizzati in terracotta rosa, nel succedersi delle 10 sale barocche in un percorso di magnificenza.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Come non commuoversi davanti all'esercito di Orazio Coco, scultore ispirato da una sublime armonia che plasma 56 bambini di argilla rosa per dire in 8 forme la Virtù? Impossibile non recepire nel profondo la forza di un messaggio che si amplifica plasticamente in 1120 piccole dita, 114 occhi innocenti che aprono agli adulti un mondo di verità semplici, di etica altissima. Ospitare a Noto, nel suggestivo spazio espositivo di Palazzo Rau, per la prima volta offerto alla fruizione pubblica grazie alla illuminata collaborazione di Giuseppe Zen, una mostra che muove dalla necessità di ridare all'arte la sua funzione sociale, il suo ruolo terapeutico, è per me oltrechè una grande emozione, anche la rappresentazione simbolica di un progetto molto più ampio di un piano di politiche culturali che orienta tout court le proprie azioni sulla valorizzazione dell'Arte e della Bellezza. Un progetto che, ricercando attraverso la Cultura la coesione di una comunità sfilacciata e indifferente, pone al centro l'uomo e la sua virtù, il senso nobile dell'impegno, la purezza, la conoscenza e la coscienza, il coraggio di lottare contro le ingiustizie, la capacità di perdonare. Tutte virtù che i bambini di Orazio Coco incarnano trasmettendole. Una mostra che è un viaggio interiore alla ricerca del bambino che è in noi attraverso un'esperienza artistica di fortissimo impatto comunicativo. Una civiltà in decadenza non può permettersi solo ripiegamenti vittimistici o derive cieche, ma deve saper poter ripartire da un gesto, da un segno, dagli occhi dei bambini. All'Arte, come è sempre stato, il compito di afferrare tali segni, di dire nuovamente: “Speranza”.
Un grazie a Vincenzo Medica, al suo lavoro paziente e accurato, alla sua speciale virtù, quella di intuire quale delicata relazione esiste fra i luoghi, il tempo e le persone che lo interpretano.
Il Vicesindaco e Assessore alla Cultura
Cettina Raudino
::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
IDENTITA' COLLETTIVA, PUREZZA E CREATIVITA'
“Ci ho messo una vita per imparare a dipingere come un bambino”
Pablo Picasso
Nell'opera narrativa e visiva di Orazio Coco si intravede una ricerca introspettiva che ogni artista indaga come purezza dell'Anima. La collettività antropologica e l'essenza etica e creativa dell'infante/bambino ci conduce ad un annullamento di preconcetti bellici e consumistici, Coco ci invita ad un' attenta riflessione al gesto corporale e fisiognomico che conduce la collettività contemporanea ad una linea di comunicazione cosmica, una riproposizione del sistema umano a modello di gruppo e familiarità.
I temi trattati dall'artista , solidarietà, fiducia, colpa, coscienza e tanti altri, sono i principi fondanti di una comunità cosmogonica, che grazie a questi puri messaggi visivi e plastici giungono all'osservatore attento attraverso una danza spaziale (i gruppi seriali di bambini) quasi ancestrale, l'essenza e la monocromia delle forme corporali alludono ad una purezza primordiale, quell'infanzia ricca di valori creativi e interattivi.
La danza nelle arti visive rievoca una atavica collettività, una identità antropologica che Matisse, nel momento più buio del Novecento traduce in un abbraccio universale, segno di chiara armonia umana, una felicità che solo nel puro gioco dell'infanzia si trasmuta in musica e poesia dell'Anima.
Le pose semplici, quasi quotidiane, dei bambini di Coco, la loro ludicità rituale inducono l'osservatore ad interagire ruotando e attraversando lo spazio vitale dell'opera, una interazione attiva che spiazza e coinvolge, che pongono quesiti apparentemente semplici e seriali, lo sguardo e la fisiognomica corporale, quasi ginnica, è un vero segno rituale, dove la luce dialoga con la pura forma dell'infanzia.
Un popolo di pace, di gioco e di purezza, una comunità che si narra attraverso l'artista con gesta cadenzate dalla forza plasmatrice delle sue mani, un messaggio alto e altro, che punta l'indice verso una realtà quotidiana e metropolitana fortemente assente ai principi di comunicazione e di ascolto collettivo. Una visione non sempre felice di questa nostra realtà, che disattenta ai piccoli gesti si dirige e si concentra a manipolazioni genetiche e virtuali. Coco ci illumina attraverso la purezza del gesto e all'essenza di uno sguardo emozionato e stupito di un bambino, che disorienta anche il grande cultore della scienza e del sapere.
Un messaggio etico avvolge la spettacolarità della scultura di Orazio Coco, la sua scelta di una comunità infantile o dell'infanzia non è, a mio parere, puramente casuale, l'artista mira la sua attenzione sulla crescita generazionale, quel sistema universale e umano, che intravede nell'Essere, il fulcro di un mondo più sensibile all'Uomo, alla sua coscienza e al suo valore introspettivo.
Michele Romano
Critico e storico dell'Arte
Un grazie a Vincenzo Medica, al suo lavoro paziente e accurato, alla sua speciale virtù, quella di intuire quale delicata relazione esiste fra i luoghi, il tempo e le persone che lo interpretano.
Il Vicesindaco e Assessore alla Cultura
Cettina Raudino
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IDENTITA' COLLETTIVA, PUREZZA E CREATIVITA'
“Ci ho messo una vita per imparare a dipingere come un bambino”
Pablo Picasso
Nell'opera narrativa e visiva di Orazio Coco si intravede una ricerca introspettiva che ogni artista indaga come purezza dell'Anima. La collettività antropologica e l'essenza etica e creativa dell'infante/bambino ci conduce ad un annullamento di preconcetti bellici e consumistici, Coco ci invita ad un' attenta riflessione al gesto corporale e fisiognomico che conduce la collettività contemporanea ad una linea di comunicazione cosmica, una riproposizione del sistema umano a modello di gruppo e familiarità.
I temi trattati dall'artista , solidarietà, fiducia, colpa, coscienza e tanti altri, sono i principi fondanti di una comunità cosmogonica, che grazie a questi puri messaggi visivi e plastici giungono all'osservatore attento attraverso una danza spaziale (i gruppi seriali di bambini) quasi ancestrale, l'essenza e la monocromia delle forme corporali alludono ad una purezza primordiale, quell'infanzia ricca di valori creativi e interattivi.
La danza nelle arti visive rievoca una atavica collettività, una identità antropologica che Matisse, nel momento più buio del Novecento traduce in un abbraccio universale, segno di chiara armonia umana, una felicità che solo nel puro gioco dell'infanzia si trasmuta in musica e poesia dell'Anima.
Le pose semplici, quasi quotidiane, dei bambini di Coco, la loro ludicità rituale inducono l'osservatore ad interagire ruotando e attraversando lo spazio vitale dell'opera, una interazione attiva che spiazza e coinvolge, che pongono quesiti apparentemente semplici e seriali, lo sguardo e la fisiognomica corporale, quasi ginnica, è un vero segno rituale, dove la luce dialoga con la pura forma dell'infanzia.
Un popolo di pace, di gioco e di purezza, una comunità che si narra attraverso l'artista con gesta cadenzate dalla forza plasmatrice delle sue mani, un messaggio alto e altro, che punta l'indice verso una realtà quotidiana e metropolitana fortemente assente ai principi di comunicazione e di ascolto collettivo. Una visione non sempre felice di questa nostra realtà, che disattenta ai piccoli gesti si dirige e si concentra a manipolazioni genetiche e virtuali. Coco ci illumina attraverso la purezza del gesto e all'essenza di uno sguardo emozionato e stupito di un bambino, che disorienta anche il grande cultore della scienza e del sapere.
Un messaggio etico avvolge la spettacolarità della scultura di Orazio Coco, la sua scelta di una comunità infantile o dell'infanzia non è, a mio parere, puramente casuale, l'artista mira la sua attenzione sulla crescita generazionale, quel sistema universale e umano, che intravede nell'Essere, il fulcro di un mondo più sensibile all'Uomo, alla sua coscienza e al suo valore introspettivo.
Michele Romano
Critico e storico dell'Arte
02
luglio 2015
Orazio Coco – Esercito della Speranza
Dal 02 luglio al 30 settembre 2015
arte contemporanea
Location
STUDIO BARNUM
Noto, Via Silvio Spaventa, 4, (Siracusa)
Noto, Via Silvio Spaventa, 4, (Siracusa)
Orario di apertura
ore 10.00/13.00 - 18.00/21.00
Vernissage
2 Luglio 2015, ore 19.00
Autore
Curatore