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Orfani
La mostra, promossa da Gigi Rigliaco Gallery con il patrocinio della Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare, è dedicata al vincitore del Premio di Pittura “Giuseppe Casciaro”. Vincitore della quinta edizione (2022) è stato Francesco Cuna
Comunicato stampa
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La mostra, promossa da Gigi Rigliaco Gallery con il patrocinio della Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare, è dedicata al vincitore del Premio di Pittura “Giuseppe Casciaro”. Vincitore della quinta edizione (2022) - la prima dopo la sosta biennale dovuta alla pandemia da Covid 19 – è stato Francesco Cuna con l’opera Risacca del 2015-2020, olio e smalto su tela montata su multistrato di betulla.
Il Premio di Pittura “Giuseppe Casciaro”, organizzato dall'Associazione Turistica Pro Loco “Ippocampo" di Vignacastrisi, con il sostegno del Comune di Ortelle e in collaborazione con l’Associazione culturale “De là da mar. Centro Studi sulle arti pugliesi” di Lecce e Gigi Rigliaco Gallery di Galatina, gode del patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Lecce e della Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare.
«Talvolta alcune storie meritano di essere riportate alla luce» ha scritto Francesco Cuna. Questo spirito lo ha mosso nella realizzazione di questa nuova, complessa, avventura espositiva. Scelto come titolo di questa nuova personale, Cuna utilizza il termine “orfani” con riferimento non ad oggetti qualsiasi ma alle sue opere d'arte. Dipinti e disegni non realizzati ad hoc e relativi ad un ciclo recente, come fino ad oggi ha fatto l’artista in tutte le sue precedenti esposizioni, ma già esistenti, con cui convive quotidianamente. Opere appartenenti ad un passato più o meno recente e a più cicli, tutti conclusisi nel tempo ma che, attraverso ciò che rimane – gli “orfani” appunto – mostrano ancora tutta la loro attualità. Lavori che raccolti oggi per la prima volta e osservati con un inedito sguardo d’insieme, raccontano gli ultimi vent'anni di pittura dell’artista (2000-2020), dagli esordi all’attualità, in un primo bilancio del percorso fin qui compiuto. Affinché la mostra non assumesse l’aspetto di un’antologica, certamente inappropriato per un artista poco più che quarantenne, si è scelto di presentare i lavori non assecondando un didascalico ordine cronologico ma rivelando impreviste associazioni formali e concettuali, al fine di mostrare quanto un percorso creativo creduto dallo stesso artista “frammentario” e “discontinuo” in realtà non lo sia. Fatta salva la visionaria ironia con cui Cuna da sempre agisce, autentico fil rouge di tutta la sua produzione, affiliabili a rielaborazioni dell’intramontabile filone surrealista, le sue opere, nella diversità di tecnica e cronologia, si riscoprono sorelle nei temi e nello stile, anche a distanza di molti anni tra loro.
Dell’artista Carmelo Cipriani, curatore della mostra, scrive:
«Gli “orfani” di Cuna sono le opere rimaste in suo possesso, sole, non necessariamente perché non scelte da acquirenti che hanno preferito loro altre opere degli stessi cicli, ma anche per una più o meno manifesta scelta dell’artista, che ha deciso di tenerle con sé per farne materiale d’archivio, per motivi affettivi o semplicemente perché particolarmente riuscite. Nessuna accezione negativa dunque, anzi la parola “orfani” assume in questo caso un valore contrario, indicando non qualcosa che è privo di un’origine, di un passato, ma qualcosa che quel pregresso lo testimonia e lo compendia, in altre parole non il rifiutato o l’abbandonato ma il custodito. Dipinti ma anche disegni – nel suo lavoro il disegno è fondativo, indispensabile punto di partenza per il dipinto e ancor più insostituibile mezzo per annotare idee e visioni – tutelati dalla dispersione, mantenuti dall'artista in maniera più o meno consapevole, che oggi assolvono ad un compito più importante di quello per cui, a loro tempo, sono nati: testimoniare un percorso (e un processo) creativo, spesso combattuto e complesso, funzionare da anelli di una stessa catena, da facce di un medesimo, composito poliedro. Ne è nata una mostra sentimentale, un’antologica involontaria, vale a dire non dettata come di consueto dalla necessità di indagare e documentare un percorso assai lungo e articolato come è generalmente quello di un maestro, un artista approdato alla piena maturità, ma dalla volontà di un artista più giovane, giunto appena alla metà, o forse meno, del suo percorso, di stilare un primo bilancio, rintracciando nell’inevitabile, anzi auspicabile, diversità di stagioni e tecniche, temi e iconografie ricorrenti, corrispondenze inaspettate, talvolta sorprendenti tanto più lungo è il lasso di tempo che le separa: assonanze stilistiche e tematiche, talvolta non previste o sfuggite allo stesso artista […] Ed è così che oggi (ri)scopriamo la pittura di Francesco Cuna, una figurazione capace d’inserirsi negli interstizi della realtà combinando verità e finzione, smascherando gli inganni visivi del ricordo e dando forma alla memoria collettiva in immagini sempre evocative e mai didascaliche. Simile a un padre che si preoccupa di valorizzare i propri figli mettendone in mostra qualità e attitudini, l'artista raccoglie nella mostra i lavori realizzati negli ultimi vent’anni, alcuni "maggiorenni", altri ancora in formazione, riscoperte testimonianze di un discorso non ancora del tutto interrotto. Oltre cinquanta opere che raccontano riflessioni ed esperienze eterogenee, componendo un percorso solo in apparenza frammentario, ma che oggi, riguardato con sguardo unitario, si rivela coerente e unico».
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Kurumuny Esperidi, contenente le riproduzioni delle opere, il testo critico del curatore Carmelo Cipriani e la nota biografica dell’artista.
Il Premio di Pittura “Giuseppe Casciaro”, organizzato dall'Associazione Turistica Pro Loco “Ippocampo" di Vignacastrisi, con il sostegno del Comune di Ortelle e in collaborazione con l’Associazione culturale “De là da mar. Centro Studi sulle arti pugliesi” di Lecce e Gigi Rigliaco Gallery di Galatina, gode del patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Lecce e della Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare.
«Talvolta alcune storie meritano di essere riportate alla luce» ha scritto Francesco Cuna. Questo spirito lo ha mosso nella realizzazione di questa nuova, complessa, avventura espositiva. Scelto come titolo di questa nuova personale, Cuna utilizza il termine “orfani” con riferimento non ad oggetti qualsiasi ma alle sue opere d'arte. Dipinti e disegni non realizzati ad hoc e relativi ad un ciclo recente, come fino ad oggi ha fatto l’artista in tutte le sue precedenti esposizioni, ma già esistenti, con cui convive quotidianamente. Opere appartenenti ad un passato più o meno recente e a più cicli, tutti conclusisi nel tempo ma che, attraverso ciò che rimane – gli “orfani” appunto – mostrano ancora tutta la loro attualità. Lavori che raccolti oggi per la prima volta e osservati con un inedito sguardo d’insieme, raccontano gli ultimi vent'anni di pittura dell’artista (2000-2020), dagli esordi all’attualità, in un primo bilancio del percorso fin qui compiuto. Affinché la mostra non assumesse l’aspetto di un’antologica, certamente inappropriato per un artista poco più che quarantenne, si è scelto di presentare i lavori non assecondando un didascalico ordine cronologico ma rivelando impreviste associazioni formali e concettuali, al fine di mostrare quanto un percorso creativo creduto dallo stesso artista “frammentario” e “discontinuo” in realtà non lo sia. Fatta salva la visionaria ironia con cui Cuna da sempre agisce, autentico fil rouge di tutta la sua produzione, affiliabili a rielaborazioni dell’intramontabile filone surrealista, le sue opere, nella diversità di tecnica e cronologia, si riscoprono sorelle nei temi e nello stile, anche a distanza di molti anni tra loro.
Dell’artista Carmelo Cipriani, curatore della mostra, scrive:
«Gli “orfani” di Cuna sono le opere rimaste in suo possesso, sole, non necessariamente perché non scelte da acquirenti che hanno preferito loro altre opere degli stessi cicli, ma anche per una più o meno manifesta scelta dell’artista, che ha deciso di tenerle con sé per farne materiale d’archivio, per motivi affettivi o semplicemente perché particolarmente riuscite. Nessuna accezione negativa dunque, anzi la parola “orfani” assume in questo caso un valore contrario, indicando non qualcosa che è privo di un’origine, di un passato, ma qualcosa che quel pregresso lo testimonia e lo compendia, in altre parole non il rifiutato o l’abbandonato ma il custodito. Dipinti ma anche disegni – nel suo lavoro il disegno è fondativo, indispensabile punto di partenza per il dipinto e ancor più insostituibile mezzo per annotare idee e visioni – tutelati dalla dispersione, mantenuti dall'artista in maniera più o meno consapevole, che oggi assolvono ad un compito più importante di quello per cui, a loro tempo, sono nati: testimoniare un percorso (e un processo) creativo, spesso combattuto e complesso, funzionare da anelli di una stessa catena, da facce di un medesimo, composito poliedro. Ne è nata una mostra sentimentale, un’antologica involontaria, vale a dire non dettata come di consueto dalla necessità di indagare e documentare un percorso assai lungo e articolato come è generalmente quello di un maestro, un artista approdato alla piena maturità, ma dalla volontà di un artista più giovane, giunto appena alla metà, o forse meno, del suo percorso, di stilare un primo bilancio, rintracciando nell’inevitabile, anzi auspicabile, diversità di stagioni e tecniche, temi e iconografie ricorrenti, corrispondenze inaspettate, talvolta sorprendenti tanto più lungo è il lasso di tempo che le separa: assonanze stilistiche e tematiche, talvolta non previste o sfuggite allo stesso artista […] Ed è così che oggi (ri)scopriamo la pittura di Francesco Cuna, una figurazione capace d’inserirsi negli interstizi della realtà combinando verità e finzione, smascherando gli inganni visivi del ricordo e dando forma alla memoria collettiva in immagini sempre evocative e mai didascaliche. Simile a un padre che si preoccupa di valorizzare i propri figli mettendone in mostra qualità e attitudini, l'artista raccoglie nella mostra i lavori realizzati negli ultimi vent’anni, alcuni "maggiorenni", altri ancora in formazione, riscoperte testimonianze di un discorso non ancora del tutto interrotto. Oltre cinquanta opere che raccontano riflessioni ed esperienze eterogenee, componendo un percorso solo in apparenza frammentario, ma che oggi, riguardato con sguardo unitario, si rivela coerente e unico».
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Kurumuny Esperidi, contenente le riproduzioni delle opere, il testo critico del curatore Carmelo Cipriani e la nota biografica dell’artista.
28
luglio 2023
Orfani
Dal 28 luglio al 15 ottobre 2023
arte contemporanea
Location
GIGI RIGLIACO GALLERY
Galatina, Via Adige, 32, (Lecce)
Galatina, Via Adige, 32, (Lecce)
Orario di apertura
da lunedi a venerdì ore 10-12.30 e 17-20
sabato e domenica su appuntamento
Vernissage
30 Novembre -0001, 20.30
Sito web
Editore
Kurumuni
Autore
Curatore
Autore testo critico
Patrocini