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Oscar Morosini – Antinomie
Personale dell’acquerellista Oscar Morosini
Comunicato stampa
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Castelli, il nuovo spazio espositivo nella zona Tortona che amplia ed evolve il concetto tradizionale della galleria d’arte, integrandolo con le atmosfere ricercate e raffinate di un bistrot, continua con la sua ricerca nell’ampio mondo dell’Arte Contemporanea, proponendo sempre artisti capaci di coniugare ricerca estetica con la riflessione sull’Uomo e sul suo ruolo nel mondo
Un programma ambizioso che, dopo il trittico dedicato alla femminilità, con gli istinti primordiali evocati da Dorian Rex, la malinconica bellezza catturata da Manuela Morgia e la dialettica tra essere ed apparire su cui si fonda la pittura di Kindia Blu, continua presentando l’antologia del grande acquarellista milanese Oscar Morosini.
Mostra in cui l’artista, ricollegandosi alle ricerche della scuola americana (A.Wieth, Homer, Hopper, Rockwell ed ai nostri giorni C. Jhonson e B.Tilton) esplora con la pittura quanto di bello gli capita di osservare nella vita di tutti i giorni, ponendolo al di là del Tempo e dello Spazio, in una dimensione platonica. Se l’acquarellista tradizionale con le sue macchie, cerca di rendere su carta il divenire, Morosini lo trascende, nella ricerca dell’Eterno e del Razionale
Oscar Morosini nasce a Milano nel 1956, dove vive e lavora. Autodidatta, dipinge da oltre venticinque anni. Ha cominciato a partecipare a collettive di strada dagli inizi degli anni ’90, nell’area milanese e lombarda.
Nel 1995, la prima piccola personale fu una serie di dipinti ad olio dal vero con a tema il paesaggio dell’alto cremonese, installata in un giardino antico vicino a Soncino. Dopo questa esperienza abbandonò quasi del tutto l’olio per dedicarsi esclusivamente alla pratica dell’acquarello, che più gli confaceva.
Nel 1999 una mostra di acquarelli in una famosa corniceria milanese. Da allora decise di non fare più esposizioni e si dedicò esclusivamente allo studio approfondito dell’acquarello
Dal 2008 dipinge a tempo pieno. Nel 2010 si riaffaccia al pubblico partecipando a due concorsi di tema motoristico.
Quello che ha iniziato a cogliere fin da subito è stato il desiderio di evidenziare come al di là delle apparenti contraddizioni del Reale, delle contrapposizioni tra Natura e Cultura, vi è un’ armonia di fondo che richiama le riflessioni rinascimentali tra Micro Cosmo e Macro Cosmo.
Perché Oscar è certo, come lo Pseudo Dionigi l’Aeropagita, che la pittura è una forma di teologia e la Bellezza una forma del Divino.
La Bellezza, che coincide con la Verità, trova la sua massima espressione nelle Idee Platoniche, e sono frantumate nella materia in una molteplicità indefinita. L'arte ha quindi il compito di mostrare la verità delle cose, dietro la loro parvenza materiale, e, per fare questo, deve tendere al trascendente.
Non deve più essere solo "mimesis del reale",come la definì Aristotele, ma anche specchio dell'ideale.
Centrale in questo compito non è solo l'elevata sensibilità dell'artista, che deve cogliere ciò che della realtà sfugge alle persone comuni, ma anche la sua intelligenza, l'unica in grado di vedere le idee negli enti materiali.
L'artista nella sua opera devi quindi rendere la bellezza è sempre semplicità, armonia, simmetria, regolarità di forme, luce.
L'opera deve dare un'idea di unità, con continui richiami fra gli oggetti rappresentati: forme regolari, che così hanno gli stessi angoli, colori simili, e simmetrie.
E Oscar Morosini rende tutto ciò con una tecnica prodigiosa che sfida nel suo stesso terreno l'iperrealismo
In particolare, così viene definita la sua attività di pittore
La sua è una pittura intrisa di sentimento che ritiene sia la base di ogni opera pittorica. Da alcuni anni, una sua particolare preferenza va per le automobili storiche (motoring art) fotografate da lui stesso all’autodromo di Monza e durante i vari raduni che interpreta in modo molto personale senza per questo non rendere la riconoscibilità del modello ritratto. La serie “auto senza tempo” in grigio di Payne ne è un esempio.
Ama le atmosfere delicate anche nel colore e nel tono ed ha una particolare predilezione per il “grigio di payne” , una tinta ternaria che, meglio di ogni altra a suo dire, gli permette di esprimere la sua natura di sognatore.
Considera un acquarello ben riuscito quando l’osservatore ha la sensazione di entrare nel dipinto come in un racconto e libera la propria fantasia, proprio per questo pur essendo realista, lascia volutamente enfatizzate certe parti in modo che chi lo guarda completi soggettivamente l’immagine.
Tiene molto alla qualità dei materiali soprattutto per rispetto del possibile fruitore dei suo dipinti. Lavora in uno studio piccolissimo, ma ben organizzato e luminoso, dove ogni angolo ha la sua utile funzione così come prevede la rigorosa tecnica dell’acquarello.
Un pittore silenzioso, meditativo, pignolo e sognatore quanto basta.
Un programma ambizioso che, dopo il trittico dedicato alla femminilità, con gli istinti primordiali evocati da Dorian Rex, la malinconica bellezza catturata da Manuela Morgia e la dialettica tra essere ed apparire su cui si fonda la pittura di Kindia Blu, continua presentando l’antologia del grande acquarellista milanese Oscar Morosini.
Mostra in cui l’artista, ricollegandosi alle ricerche della scuola americana (A.Wieth, Homer, Hopper, Rockwell ed ai nostri giorni C. Jhonson e B.Tilton) esplora con la pittura quanto di bello gli capita di osservare nella vita di tutti i giorni, ponendolo al di là del Tempo e dello Spazio, in una dimensione platonica. Se l’acquarellista tradizionale con le sue macchie, cerca di rendere su carta il divenire, Morosini lo trascende, nella ricerca dell’Eterno e del Razionale
Oscar Morosini nasce a Milano nel 1956, dove vive e lavora. Autodidatta, dipinge da oltre venticinque anni. Ha cominciato a partecipare a collettive di strada dagli inizi degli anni ’90, nell’area milanese e lombarda.
Nel 1995, la prima piccola personale fu una serie di dipinti ad olio dal vero con a tema il paesaggio dell’alto cremonese, installata in un giardino antico vicino a Soncino. Dopo questa esperienza abbandonò quasi del tutto l’olio per dedicarsi esclusivamente alla pratica dell’acquarello, che più gli confaceva.
Nel 1999 una mostra di acquarelli in una famosa corniceria milanese. Da allora decise di non fare più esposizioni e si dedicò esclusivamente allo studio approfondito dell’acquarello
Dal 2008 dipinge a tempo pieno. Nel 2010 si riaffaccia al pubblico partecipando a due concorsi di tema motoristico.
Quello che ha iniziato a cogliere fin da subito è stato il desiderio di evidenziare come al di là delle apparenti contraddizioni del Reale, delle contrapposizioni tra Natura e Cultura, vi è un’ armonia di fondo che richiama le riflessioni rinascimentali tra Micro Cosmo e Macro Cosmo.
Perché Oscar è certo, come lo Pseudo Dionigi l’Aeropagita, che la pittura è una forma di teologia e la Bellezza una forma del Divino.
La Bellezza, che coincide con la Verità, trova la sua massima espressione nelle Idee Platoniche, e sono frantumate nella materia in una molteplicità indefinita. L'arte ha quindi il compito di mostrare la verità delle cose, dietro la loro parvenza materiale, e, per fare questo, deve tendere al trascendente.
Non deve più essere solo "mimesis del reale",come la definì Aristotele, ma anche specchio dell'ideale.
Centrale in questo compito non è solo l'elevata sensibilità dell'artista, che deve cogliere ciò che della realtà sfugge alle persone comuni, ma anche la sua intelligenza, l'unica in grado di vedere le idee negli enti materiali.
L'artista nella sua opera devi quindi rendere la bellezza è sempre semplicità, armonia, simmetria, regolarità di forme, luce.
L'opera deve dare un'idea di unità, con continui richiami fra gli oggetti rappresentati: forme regolari, che così hanno gli stessi angoli, colori simili, e simmetrie.
E Oscar Morosini rende tutto ciò con una tecnica prodigiosa che sfida nel suo stesso terreno l'iperrealismo
In particolare, così viene definita la sua attività di pittore
La sua è una pittura intrisa di sentimento che ritiene sia la base di ogni opera pittorica. Da alcuni anni, una sua particolare preferenza va per le automobili storiche (motoring art) fotografate da lui stesso all’autodromo di Monza e durante i vari raduni che interpreta in modo molto personale senza per questo non rendere la riconoscibilità del modello ritratto. La serie “auto senza tempo” in grigio di Payne ne è un esempio.
Ama le atmosfere delicate anche nel colore e nel tono ed ha una particolare predilezione per il “grigio di payne” , una tinta ternaria che, meglio di ogni altra a suo dire, gli permette di esprimere la sua natura di sognatore.
Considera un acquarello ben riuscito quando l’osservatore ha la sensazione di entrare nel dipinto come in un racconto e libera la propria fantasia, proprio per questo pur essendo realista, lascia volutamente enfatizzate certe parti in modo che chi lo guarda completi soggettivamente l’immagine.
Tiene molto alla qualità dei materiali soprattutto per rispetto del possibile fruitore dei suo dipinti. Lavora in uno studio piccolissimo, ma ben organizzato e luminoso, dove ogni angolo ha la sua utile funzione così come prevede la rigorosa tecnica dell’acquarello.
Un pittore silenzioso, meditativo, pignolo e sognatore quanto basta.
13
gennaio 2011
Oscar Morosini – Antinomie
Dal 13 gennaio all'otto febbraio 2011
arte contemporanea
Location
CASTELLI GALLERY
Milano, Via Cerano, 15, (Milano)
Milano, Via Cerano, 15, (Milano)
Orario di apertura
ore 18:30
Vernissage
13 Gennaio 2011, ore 18:30
Autore
Curatore