-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Osicran Narciso
La mostra intesse un racconto attraverso il lavoro di sei artisti, in cui la pluralità di valori simbolici e di risonanze allegoriche trasmessi dal mito, prendono forme, colori e medium diversi. Il Narciso di Fabrizio Plessi gioca sulla percezione della luminosità, spiazzante in quanto la luce si duplica tra il neon stesso e la riproduzione del suo movimento, verso una contemplazione senza oggetto e soggetto ben delineati, ma avvalorata dal senso della pulsione. La scultura di Antonio Violetta dal silenzio ferma il tempo, sprigionando l’assolutezza dell’essere, mentre Paolo Borghi scava oltre la superficie riflettente indagando le dinamiche stratificate dell’universo. Il dato corporeo meticolosamente e ripetutamente indagato da Ricardo Cinalli da’ eco alla tensione del singolo individuo al tutto cosmico. Il narcisismo quindi si propone in forma di compiacimento, ambivalenza ed esibizione. Tensione che diventa combinazione di forze che si irradiano, componendo e scomponendo l’essere, lungo le nervature delle figure lignee di Bruno Chersicla, individuandole in personaggi della vita di tutti i giorni. L’opera di Alberto Abate, infine, è del mito stesso la letterale e colta riscoperta. Tre elementi fondamentali emergono dall’opera dell’artista romano: la realtà, il suo riflesso, e la morte della realtà, filtrata dallo specchio ed esplicitatasi nella presenza del fiore, che di Narciso condivide il nome e la sorte.
La vicenda di Narciso costituisce nella storia della cultura occidentale una fonte inesauribile di interpretazioni e di corrispondenze. Dal carattere intransitivo della pulsione nasce il dramma dell’impossibilità di comunicare sul piano dell’oggettività della forma. Narciso è figura della pura identità, ed arriva ad identificarsi con la totale alterità di un’immagine riflessa irraggiungibile. Mentre Narciso, resta imprigionato, fino a morire, dall’oggettività e dalla matericità della visione, l’Arte, riflettendo su se stessa, si inoltra all’interno della forma fino a giungere alle fonti autorappresentative della visione. Il narcisismo dell’Arte rappresenta emblematicamente la proiezione dell’immagine trasfigurata che propende all’assoluto eterno.
La mostra intesse un racconto attraverso il lavoro di sei artisti, in cui la pluralità di valori simbolici e di risonanze allegoriche trasmessi dal mito, prendono forme, colori e medium diversi. Il Narciso di Fabrizio Plessi gioca sulla percezione della luminosità, spiazzante in quanto la luce si duplica tra il neon stesso e la riproduzione del suo movimento, verso una contemplazione senza oggetto e soggetto ben delineati, ma avvalorata dal senso della pulsione. La scultura di Antonio Violetta dal silenzio ferma il tempo, sprigionando l’assolutezza dell’essere, mentre Paolo Borghi scava oltre la superficie riflettente indagando le dinamiche stratificate dell’universo. Il dato corporeo meticolosamente e ripetutamente indagato da Ricardo Cinalli da’ eco alla tensione del singolo individuo al tutto cosmico. Il narcisismo quindi si propone in forma di compiacimento, ambivalenza ed esibizione. Tensione che diventa combinazione di forze che si irradiano, componendo e scomponendo l’essere, lungo le nervature delle figure lignee di Bruno Chersicla, individuandole in personaggi della vita di tutti i giorni. L’opera di Alberto Abate, infine, è del mito stesso la letterale e colta riscoperta. Tre elementi fondamentali emergono dall’opera dell’artista romano: la realtà, il suo riflesso, e la morte della realtà, filtrata dallo specchio ed esplicitatasi nella presenza del fiore, che di Narciso condivide il nome e la sorte.
Osicran Narciso
Trieste, Via Fabio Filzi, 4, (Trieste)