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Osvaldo Licini – La Svezia. Disegni
E’ la prima mostra, inedita per l’Italia, dei venti disegni di Osvaldo Licini che sono stati esposti presso l’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma nel 2007. Curata da Enrica Torelli Landini, la mostra di Stoccolma presentava la più recente integrazione del fondo liciniano acquisita dal Comune di Ascoli Piceno da Caterina Celi Hellstrom, figlia adottiva della moglie dell’artista, la svedese Nanny Hellstrom.
Comunicato stampa
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E’ la prima mostra, inedita per l’Italia, dei venti disegni di Osvaldo Licini che sono stati esposti presso l’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma nel 2007. Curata da Enrica Torelli Landini, la mostra di Stoccolma presentava la più recente integrazione del fondo liciniano acquisita dal Comune di Ascoli Piceno da Caterina Celi Hellstrom, figlia adottiva della moglie dell’artista, la svedese Nanny Hellstrom.
I disegni restaurati e incorniciati sono un sorta di mostra personale sul paesaggio concepita dall’artista ed una tangibile testimonianza dei legami della città scandinava con il maestro piceno dove egli, per ben due volte, nel 1926 e nel 1930, mise in luce il suo talento attraverso due acclamate mostre.
La mostra di Falconara M., apre la programmazione espositiva del Centro per la Documentazione dell’Arte Contemporanea (inaugurato il 16 maggio 2009), con uno degli artisti del Novecento come Licini presenti nelle sale del museo, e vuole contribuire nel proseguire l’intento di estendere la conoscenza e l’opera di Osvaldo Licini oltre i confini del territorio ascolano nella convinzione che il genio inquieto dell’artista marchigiano abbia saputo esprimere un sentire comune ad altre personalità del Novecento. L’esperienza parigina e le frequentazioni francesi, l’amicizia con Modigliani contestualizzano la produzione di Licini in un riconosciuto ambito di respiro internazionale. E questo anche attraverso i suoi disegni, dai quali traspare la complessità del suo modus operandi, e dai quali è possibile avvicinarsi alla sua opera.
Dopo le celebrazioni nel 2008 del cinquantenario della scomparsa dell’artista, questa piccola e sofisticata mostra documenta così, attraverso 20 disegni inediti, il genio capace di mediare fra avanguardia internazionale e solitaria, limpida poesia. Della Svezia, terra della moglie, parla un Paesaggio di Goteborg del 1931, di poco precedente alla “conversione” di Licini all'astrazione, testimoniata dallo studio per Addentare, della metà degli anni Trenta. Del tempo maturo sono le invenzioni di un'astrazione lirica e limpida come Gentiluomo volante del 1944 e Miracolo di S. Marrr co del 1948, quasi forme di un surrealismo libero dal peso greve della carnalità e del sogno.
La mostra, che riprende il progetto critico svedese firmato da Enrica Torelli Landini è organizzata e curata da Stefano Papetti (curatore scientifico delle collezioni comunali di Ascoli Piceno) e da Stefano Tonti (responsabile scientifico del Centro Documentazione Arte Contemporanea di Falconara M.) con il contributo di Silvia Cuppini dell’Università di Urbino.
La mostra, aperta anche per visite guidate su prenotazione, è stata organizzata in in collaborazione con la Pinacoteca Civica del Comune di Ascoli Piceno.
Osvaldo Licini e la Svezia – Disegni
Nota propedeutica alla mostra di Stefano Tonti
“Personaggi, Olandesi, Milionari volanti e di seguito Amalasunte ed Angeli ribelli, sono tutte metafore volanti del suo personale esistenzialismo: una lettera, forse anche autobiografica, che si estende all’uomo, alla condizione umana. “
In questo passaggio critico di Enrica Torelli Landini, presente nel catalogo Licini e la Svezia pubblicato in occasione dell’omonima mostra di Stoccolma, è comprensibile, in estrema sintesi, il senso ed il valore intrinseco dell’esito di un percorso espressivo che anche nel disegno a partire dagli anni Quaranta conduce Licini a quell’aspetto della sua poetica tra i più riconosciuti e riconoscibili della sua confermata esperienza di rinnovamento artistico.
In questa mostra (introdotta da uno Studio per marina degli anni Venti e da uno Studio per Addentare del ’35), si riscopre l’origine tematica di alcune opere liciniane, il cui titolo è chiaramente riferito a leggende nordiche che risultano corredate da una forte vena romantica.
I Paesaggi fantastici presenti in questi disegni sono riferiti ai ricordi di tali leggende accanto alle quali il nome di Wagner compare nel primo personaggio aereo, l’Olandese volante, ripreso dall’omonima opera lirica più nota come Vascello fantasma. Il mito norvegese del marinaio errante per l’eternità, per avere oltraggiato Dio, che sarà redento solo da una donna che gli sarà fedele, si identifica con il Licini che si autodefinisce “errante ed eretico”.
Così come l’avventura del Barone di Munchhausen (altra figura legata a leggende nordiche), che viaggia verso la luna per recuperare l’accetta d’argento, è la positiva “caricatura” di un uomo errante liciniano infiammato dal desiderio di vedere il mondo. Non da meno è presente un riferimento a quella “esasperata ricerca del nostro significato nel cosmo” di Licini testimoniata da un disegno non datato del ritratto di scorcio di un altro marchigiano come Leopardi.
E se è nell’immediato dopoguerra che Licini si esercita particolarmente con il disegno, di questo momento sono anche significativi quelli dal titolo Croci viventi (uno dei quali in questa mostra) esiti di un coinvolgimento emotivo della negativa esperienza della guerra.
La mostra presenta infine alcune e significative realizzazioni delle numerose versioni di Amalasunte, nessuna uguale all’altra, con elementi sempre diversi o addirittura di segno antropomorfo come Amalasunta mano-piede (1954) di certa influenza surrealista e di Angeli ribelli, alcuni effigiati frontalmente che esibiscono anatomie umane, altri di spalle o ripresi da diversi, picassiani punti di vista.
La raccolta dei venti disegni si completa con un autografo (Licini, 1946) a dimostrazione di come tra scrittura e pittura, scrive Enrica Torelli Landini, “ci sia una evidente armonia e che una lettera, una vocale, o lo stesso suo nome, pur se scritto con calligrafia infantile, possa essere espressivo, così come può esserlo un volto: <>, così Licini autodefinisce la sua pittura”.
OSVALDO LICINI - BIOGRAFIA
1894 Osvaldo Licini nasce il 22 marzo a Monte Vidon Corrado
1902 I genitori si trasferiscono a Parigi, mentre il giovane Osvaldo rimane nel paese natale con il nonno Filippo. Il padre, abile disegnatore, è cartellonista, la madre direttrice di una casa di moda, la sorella Esmeralda sarà ballerina all'Opéra.
1908-1914 Frequenta l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Suoi compagni di studi sono Giorgio Morandi, Mario Bacchelli, Giacomo Vespignani e Severo Pozzati. Si avvicina al Futurismo.
1913 A Monte Vidon Corrado scrive I racconti di Bruto.
1914 Espone per la prima volta in una collettiva artistica allestita all'Hotel Baglioni di Bologna definita la mostra dei secessionisti : all'inaugurazione partecipa anche Martinetti. Si trasferisce a Firenze dove si iscrive all' Accademia di Belle Arti.
1916 Parte volontario per la Grande Guerra e rimane ferito ad una gamba. Conosce un'infermiera volontaria di nazionalità elvetica, Beatrice Müller, dalla quale avrà l'unico figlio Paolo.
1917 Convalescente, è in licenza a Parigi presso la madre. Si immerge nella vita artistico- culturale della capitale. Conosce Picasso e altri artisti del periodo; stringe amicizia con Modigliani. Soggiorna spesso in Costa Azzurra,dove dipinge paesaggi.
1918-1920 Presumibilmente è a Firenze presso lo zio Lucio.
1921-1926 Alterna soggiorni a Parigi con permanenze temporanee a Monte Vidon Corrado, a Fermo, dove è insegnante presso l'Istituto Tecnico Industriale, a Montefalcone, ospite di Felice Catalini e a Porto San Giorgio, presso l'amico Acruto Vitali. A Parigi svolge un'intensa attività espositiva, prima presso i caffè di Montparnasse, poi alla Société nazionale des beaux-arts, al Salone degli artisti indipendenti, alla Closerie des Lilas.
1926 Partecipa alla Prima Mostra del Novecento Italiano tenuta presso il Palazzo della Permanente a Milano. Sposa la pittrice svedese Nanny Hellström e si trasferisce definitivamente a Monte Vidon Corrado.
1927-1928 Grazie all'amico pittore Mario Tozzi, partecipa all'Esposizione d'arte italiana in Olanda ad Amsterdam e alla collettiva Les artistes italiens de Paris a Parigi.
1929 Espone alla II Mostra del Novecento Italiano. Compila il Questionario Scheiwiller.
1930 Partecipa alle due mostre itineranti del Novecento a Basilea e a Berna.
1931 Soggiorna in Svezia, presso i parenti della moglie, e continua l'attività espositiva: I Quadriennale di Roma e Il Novecento Italiano - Nutida italiensk konst a Stoccolma.
1935 È l'anno chiave del Licini "astratto". Partecipa alla Quadriennale romana e alla Prima mostra collettiva di arte astratta a Torino. In maggio tiene la sua prima personale in Italia presso la galleria Il Milione a Milano. Accompagna la mostra un'autopresentazione: Lettera aperta al Milione.
1936 Prende parte alla Mostra d'arte astratta a Roma e alla Mostra di pittura moderna italiana a Como.
1937 È alla collettiva Venti firme alla galleria Il Milione
1938 Si reca in Svezia; al ritorno si concede un soggiorno in Francia. Inizia la corrispondenza con Franco Ciliberti, che in quell'anno aveva fondato il movimento e la rivista Valori Primordiali.
1939 Espone alla III Quadriennale di Roma.
1941-1947 A seguito dell'evoluzione degli eventi bellici europei, decide «di non mostrare, di non esporre e di non vendere per tutta la durata della guerra».
1944 Accetta di rappresentare il Partito Comunista Italiano nel locale Comitato di liberazione.
1946 Viene eletto sindaco di Monte Vidon Corrado.
1948 Riprende l'attività espositiva partecipando alla XXIV Biennale di Venezia.
1950 Espone alla XXV Biennale di Venezia.
1951 È presente ad una collettiva presso la Galleria Bompiani a Milano, alla Prima Biennale di San Paolo in Brasile e alla mostra Pittori d'oggi Francia - Italia a Torino.
1953 Partecipa alla mostra Nutida italiensk konst organizzata dalla Biennale di Venezia a Stoccolma e poi a Helsinki. Compie un viaggio a Parigi.
1954 Partecipa alla Mostra nazionale d'arte astratta a Macerata. Viene rieletto sindaco.
1957 In autunno compie un viaggio a Basiliea con l'amico Dania e a Parigi.Espone una trentina di opere alla V edizione della mostra Pittori d'oggi Francia - Italia a Torino, a cura di Luigi Carluccio.
1958 A febbraio al Centro Culturale Olivetti di Ivrea vengono esposte 62 opere dal 1921 al 1957. Partecipa alla XXIX Biennale di Venezia con 53 opere realizzate tra il 1925 e il 1958. Vince il Gran Premio Internazionale di Pittura . Muore a Monte Vidon Corrado l'11 ottobre.
I disegni restaurati e incorniciati sono un sorta di mostra personale sul paesaggio concepita dall’artista ed una tangibile testimonianza dei legami della città scandinava con il maestro piceno dove egli, per ben due volte, nel 1926 e nel 1930, mise in luce il suo talento attraverso due acclamate mostre.
La mostra di Falconara M., apre la programmazione espositiva del Centro per la Documentazione dell’Arte Contemporanea (inaugurato il 16 maggio 2009), con uno degli artisti del Novecento come Licini presenti nelle sale del museo, e vuole contribuire nel proseguire l’intento di estendere la conoscenza e l’opera di Osvaldo Licini oltre i confini del territorio ascolano nella convinzione che il genio inquieto dell’artista marchigiano abbia saputo esprimere un sentire comune ad altre personalità del Novecento. L’esperienza parigina e le frequentazioni francesi, l’amicizia con Modigliani contestualizzano la produzione di Licini in un riconosciuto ambito di respiro internazionale. E questo anche attraverso i suoi disegni, dai quali traspare la complessità del suo modus operandi, e dai quali è possibile avvicinarsi alla sua opera.
Dopo le celebrazioni nel 2008 del cinquantenario della scomparsa dell’artista, questa piccola e sofisticata mostra documenta così, attraverso 20 disegni inediti, il genio capace di mediare fra avanguardia internazionale e solitaria, limpida poesia. Della Svezia, terra della moglie, parla un Paesaggio di Goteborg del 1931, di poco precedente alla “conversione” di Licini all'astrazione, testimoniata dallo studio per Addentare, della metà degli anni Trenta. Del tempo maturo sono le invenzioni di un'astrazione lirica e limpida come Gentiluomo volante del 1944 e Miracolo di S. Marrr co del 1948, quasi forme di un surrealismo libero dal peso greve della carnalità e del sogno.
La mostra, che riprende il progetto critico svedese firmato da Enrica Torelli Landini è organizzata e curata da Stefano Papetti (curatore scientifico delle collezioni comunali di Ascoli Piceno) e da Stefano Tonti (responsabile scientifico del Centro Documentazione Arte Contemporanea di Falconara M.) con il contributo di Silvia Cuppini dell’Università di Urbino.
La mostra, aperta anche per visite guidate su prenotazione, è stata organizzata in in collaborazione con la Pinacoteca Civica del Comune di Ascoli Piceno.
Osvaldo Licini e la Svezia – Disegni
Nota propedeutica alla mostra di Stefano Tonti
“Personaggi, Olandesi, Milionari volanti e di seguito Amalasunte ed Angeli ribelli, sono tutte metafore volanti del suo personale esistenzialismo: una lettera, forse anche autobiografica, che si estende all’uomo, alla condizione umana. “
In questo passaggio critico di Enrica Torelli Landini, presente nel catalogo Licini e la Svezia pubblicato in occasione dell’omonima mostra di Stoccolma, è comprensibile, in estrema sintesi, il senso ed il valore intrinseco dell’esito di un percorso espressivo che anche nel disegno a partire dagli anni Quaranta conduce Licini a quell’aspetto della sua poetica tra i più riconosciuti e riconoscibili della sua confermata esperienza di rinnovamento artistico.
In questa mostra (introdotta da uno Studio per marina degli anni Venti e da uno Studio per Addentare del ’35), si riscopre l’origine tematica di alcune opere liciniane, il cui titolo è chiaramente riferito a leggende nordiche che risultano corredate da una forte vena romantica.
I Paesaggi fantastici presenti in questi disegni sono riferiti ai ricordi di tali leggende accanto alle quali il nome di Wagner compare nel primo personaggio aereo, l’Olandese volante, ripreso dall’omonima opera lirica più nota come Vascello fantasma. Il mito norvegese del marinaio errante per l’eternità, per avere oltraggiato Dio, che sarà redento solo da una donna che gli sarà fedele, si identifica con il Licini che si autodefinisce “errante ed eretico”.
Così come l’avventura del Barone di Munchhausen (altra figura legata a leggende nordiche), che viaggia verso la luna per recuperare l’accetta d’argento, è la positiva “caricatura” di un uomo errante liciniano infiammato dal desiderio di vedere il mondo. Non da meno è presente un riferimento a quella “esasperata ricerca del nostro significato nel cosmo” di Licini testimoniata da un disegno non datato del ritratto di scorcio di un altro marchigiano come Leopardi.
E se è nell’immediato dopoguerra che Licini si esercita particolarmente con il disegno, di questo momento sono anche significativi quelli dal titolo Croci viventi (uno dei quali in questa mostra) esiti di un coinvolgimento emotivo della negativa esperienza della guerra.
La mostra presenta infine alcune e significative realizzazioni delle numerose versioni di Amalasunte, nessuna uguale all’altra, con elementi sempre diversi o addirittura di segno antropomorfo come Amalasunta mano-piede (1954) di certa influenza surrealista e di Angeli ribelli, alcuni effigiati frontalmente che esibiscono anatomie umane, altri di spalle o ripresi da diversi, picassiani punti di vista.
La raccolta dei venti disegni si completa con un autografo (Licini, 1946) a dimostrazione di come tra scrittura e pittura, scrive Enrica Torelli Landini, “ci sia una evidente armonia e che una lettera, una vocale, o lo stesso suo nome, pur se scritto con calligrafia infantile, possa essere espressivo, così come può esserlo un volto: <
OSVALDO LICINI - BIOGRAFIA
1894 Osvaldo Licini nasce il 22 marzo a Monte Vidon Corrado
1902 I genitori si trasferiscono a Parigi, mentre il giovane Osvaldo rimane nel paese natale con il nonno Filippo. Il padre, abile disegnatore, è cartellonista, la madre direttrice di una casa di moda, la sorella Esmeralda sarà ballerina all'Opéra.
1908-1914 Frequenta l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Suoi compagni di studi sono Giorgio Morandi, Mario Bacchelli, Giacomo Vespignani e Severo Pozzati. Si avvicina al Futurismo.
1913 A Monte Vidon Corrado scrive I racconti di Bruto.
1914 Espone per la prima volta in una collettiva artistica allestita all'Hotel Baglioni di Bologna definita la mostra dei secessionisti : all'inaugurazione partecipa anche Martinetti. Si trasferisce a Firenze dove si iscrive all' Accademia di Belle Arti.
1916 Parte volontario per la Grande Guerra e rimane ferito ad una gamba. Conosce un'infermiera volontaria di nazionalità elvetica, Beatrice Müller, dalla quale avrà l'unico figlio Paolo.
1917 Convalescente, è in licenza a Parigi presso la madre. Si immerge nella vita artistico- culturale della capitale. Conosce Picasso e altri artisti del periodo; stringe amicizia con Modigliani. Soggiorna spesso in Costa Azzurra,dove dipinge paesaggi.
1918-1920 Presumibilmente è a Firenze presso lo zio Lucio.
1921-1926 Alterna soggiorni a Parigi con permanenze temporanee a Monte Vidon Corrado, a Fermo, dove è insegnante presso l'Istituto Tecnico Industriale, a Montefalcone, ospite di Felice Catalini e a Porto San Giorgio, presso l'amico Acruto Vitali. A Parigi svolge un'intensa attività espositiva, prima presso i caffè di Montparnasse, poi alla Société nazionale des beaux-arts, al Salone degli artisti indipendenti, alla Closerie des Lilas.
1926 Partecipa alla Prima Mostra del Novecento Italiano tenuta presso il Palazzo della Permanente a Milano. Sposa la pittrice svedese Nanny Hellström e si trasferisce definitivamente a Monte Vidon Corrado.
1927-1928 Grazie all'amico pittore Mario Tozzi, partecipa all'Esposizione d'arte italiana in Olanda ad Amsterdam e alla collettiva Les artistes italiens de Paris a Parigi.
1929 Espone alla II Mostra del Novecento Italiano. Compila il Questionario Scheiwiller.
1930 Partecipa alle due mostre itineranti del Novecento a Basilea e a Berna.
1931 Soggiorna in Svezia, presso i parenti della moglie, e continua l'attività espositiva: I Quadriennale di Roma e Il Novecento Italiano - Nutida italiensk konst a Stoccolma.
1935 È l'anno chiave del Licini "astratto". Partecipa alla Quadriennale romana e alla Prima mostra collettiva di arte astratta a Torino. In maggio tiene la sua prima personale in Italia presso la galleria Il Milione a Milano. Accompagna la mostra un'autopresentazione: Lettera aperta al Milione.
1936 Prende parte alla Mostra d'arte astratta a Roma e alla Mostra di pittura moderna italiana a Como.
1937 È alla collettiva Venti firme alla galleria Il Milione
1938 Si reca in Svezia; al ritorno si concede un soggiorno in Francia. Inizia la corrispondenza con Franco Ciliberti, che in quell'anno aveva fondato il movimento e la rivista Valori Primordiali.
1939 Espone alla III Quadriennale di Roma.
1941-1947 A seguito dell'evoluzione degli eventi bellici europei, decide «di non mostrare, di non esporre e di non vendere per tutta la durata della guerra».
1944 Accetta di rappresentare il Partito Comunista Italiano nel locale Comitato di liberazione.
1946 Viene eletto sindaco di Monte Vidon Corrado.
1948 Riprende l'attività espositiva partecipando alla XXIV Biennale di Venezia.
1950 Espone alla XXV Biennale di Venezia.
1951 È presente ad una collettiva presso la Galleria Bompiani a Milano, alla Prima Biennale di San Paolo in Brasile e alla mostra Pittori d'oggi Francia - Italia a Torino.
1953 Partecipa alla mostra Nutida italiensk konst organizzata dalla Biennale di Venezia a Stoccolma e poi a Helsinki. Compie un viaggio a Parigi.
1954 Partecipa alla Mostra nazionale d'arte astratta a Macerata. Viene rieletto sindaco.
1957 In autunno compie un viaggio a Basiliea con l'amico Dania e a Parigi.Espone una trentina di opere alla V edizione della mostra Pittori d'oggi Francia - Italia a Torino, a cura di Luigi Carluccio.
1958 A febbraio al Centro Culturale Olivetti di Ivrea vengono esposte 62 opere dal 1921 al 1957. Partecipa alla XXIX Biennale di Venezia con 53 opere realizzate tra il 1925 e il 1958. Vince il Gran Premio Internazionale di Pittura . Muore a Monte Vidon Corrado l'11 ottobre.
11
luglio 2009
Osvaldo Licini – La Svezia. Disegni
Dall'undici luglio al 14 agosto 2009
disegno e grafica
Location
CART – CENTRO DOCUMENTAZIONE ARTE CONTEMPORANEA – PALAZZO PERGOLI
Falconara Marittima, Piazza Giuseppe Mazzini, (Ancona)
Falconara Marittima, Piazza Giuseppe Mazzini, (Ancona)
Orario di apertura
martedì e giovedì ore 9.30-18.30; mercoledì ore 9.30-14; venerdì e sabato ore 18.30-22.30
Vernissage
11 Luglio 2009, ore 18
Autore
Curatore