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Otilia Saldana – Allegorie del mare
Otilia Saldana interpreta la Barcolana attraverso i colori e i motivi della sua cultura e della sua terra, Panama, e porta – scrive Accerboni – nella “nordica” Trieste una versione nuova della famosa regata, in cui i moduli compositivi escono dal consueto trinomio di blu, bianchi e azzurri, per librarsi verso vivaci e per noi inconsuete allusioni alla natura e agli animali, come per esempio tartarughine e piccoli granchi. Incorniciati in un tripudio cromatico vivissimo, che fa della regata più affollata del mondo, una sorta di festa senza limiti nell’approccio poetico e libero al tema.
Comunicato stampa
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Otilia Saldana interpreta la Barcolana attraverso i colori e i motivi della sua cultura e della sua terra, Panama, e porta - scrive Accerboni - nella “nordica” Trieste una versione nuova della famosa regata, in cui i moduli compositivi escono dal consueto trinomio di blu, bianchi e azzurri, per librarsi verso vivaci e per noi inconsuete allusioni alla natura e agli animali, come per esempio tartarughine e piccoli granchi. Incorniciati in un tripudio cromatico vivissimo, che fa della regata più affollata del mondo, una sorta di festa senza limiti nell’approccio poetico e libero al tema.
Incontriamo così in mostra quasi una decina di grandi opere realizzate su tela con pigmenti oleosi preziosissimi, il cui uso la Saldana ha appreso nel corso della recente frequentazione dell’Atelier che il pittore Livio Možina tiene alla Galleria Rettori Tribbio 2 di Trieste, dopo essersi affinata presso quello di Paolo Cervi Kervischer.
In questa rassegna la solare creatività della pittrice mostra di scandagliare istintivamente nuovi moduli e percorsi espressivi. Pur tenendo fermi certi importanti riferimenti culturali all’arte e alle tradizioni del Centro America, già presenti nella sua pittura e ammiccanti all’abitudine delle donne indios Kunas di decorare il proprio corpo con simboli coloratissimi, poi ripetuti anche in abiti e camicie di uso quotidiano detti mola, ed esprimendosi in divertenti iterazioni del segno, dell’immagine e del colore, l’artista intraprende una nuova via: quella di selezionare in chiave macro un particolare, per farlo poi divenire protagonista della tela, grazie anche a un’acquisita raffinatezza del segno pittorico. Scelta linguistica che ricorda per altro la raffinatissima ricerca del pittore, illustratore e scenografo Domenico Gnoli (Roma 1933 - New York 1970), che operò in tal senso, dilatando oggetti di uso quotidiano secondo una figurazione neometafisica non lontana dalla cultura popolare.
Fermo restando tuttavia che, nella pittura in evoluzione di Otilia, la cifra principale resta quella del simbolismo, corrente artistica che appare nella Francia di fine ‘800, fondendo elementi della percezione sensoriale con quelli spirituali in un unicum dal fascino vincente, che ispira molti artisti con linfa e vigore nuovi anche oggi. Tale esprit si arricchisce nella Saldana, della memoria dell’elemento decorativo ancestrale, già preso come riferimento agli inizi del secolo dalle avanguardie europee e da lei trasposto nella modernità attraverso una sorta di naturalismo magico; mentre il cromatismo nei suoi lavori è così ricco - conclude Accerboni - che si può dire possieda l’energia dell’antica arte Incas, intrecciata a quella dei pittori Fauves (belve) della prima metà del novecento parigino e francese.
Incontriamo così in mostra quasi una decina di grandi opere realizzate su tela con pigmenti oleosi preziosissimi, il cui uso la Saldana ha appreso nel corso della recente frequentazione dell’Atelier che il pittore Livio Možina tiene alla Galleria Rettori Tribbio 2 di Trieste, dopo essersi affinata presso quello di Paolo Cervi Kervischer.
In questa rassegna la solare creatività della pittrice mostra di scandagliare istintivamente nuovi moduli e percorsi espressivi. Pur tenendo fermi certi importanti riferimenti culturali all’arte e alle tradizioni del Centro America, già presenti nella sua pittura e ammiccanti all’abitudine delle donne indios Kunas di decorare il proprio corpo con simboli coloratissimi, poi ripetuti anche in abiti e camicie di uso quotidiano detti mola, ed esprimendosi in divertenti iterazioni del segno, dell’immagine e del colore, l’artista intraprende una nuova via: quella di selezionare in chiave macro un particolare, per farlo poi divenire protagonista della tela, grazie anche a un’acquisita raffinatezza del segno pittorico. Scelta linguistica che ricorda per altro la raffinatissima ricerca del pittore, illustratore e scenografo Domenico Gnoli (Roma 1933 - New York 1970), che operò in tal senso, dilatando oggetti di uso quotidiano secondo una figurazione neometafisica non lontana dalla cultura popolare.
Fermo restando tuttavia che, nella pittura in evoluzione di Otilia, la cifra principale resta quella del simbolismo, corrente artistica che appare nella Francia di fine ‘800, fondendo elementi della percezione sensoriale con quelli spirituali in un unicum dal fascino vincente, che ispira molti artisti con linfa e vigore nuovi anche oggi. Tale esprit si arricchisce nella Saldana, della memoria dell’elemento decorativo ancestrale, già preso come riferimento agli inizi del secolo dalle avanguardie europee e da lei trasposto nella modernità attraverso una sorta di naturalismo magico; mentre il cromatismo nei suoi lavori è così ricco - conclude Accerboni - che si può dire possieda l’energia dell’antica arte Incas, intrecciata a quella dei pittori Fauves (belve) della prima metà del novecento parigino e francese.
01
ottobre 2011
Otilia Saldana – Allegorie del mare
Dal primo al 22 ottobre 2011
arte contemporanea
Location
HOTEL DUCHI D’AOSTA – VIS A VIS
Trieste, Piazza Dello Squero Vecchio, 1, (Trieste)
Trieste, Piazza Dello Squero Vecchio, 1, (Trieste)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 9.00 - 17.00 / sabato 9.00 - 15.30 / domenica chiuso / orario speciale in occasione della Barcolana: venerdì 7 e sabato 8 ottobre dalle 9.00 alle 23.00 / domenica 9 ottobre dalle 8.00 alle 15.00
Vernissage
1 Ottobre 2011, ore 18.00
Autore
Curatore