Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Ottavio Pinarello / Emiliano Zucchini
La galleria LIBA di Pontedera (Pisa) propone, dal 12 dicembre 2015 al 16 gennaio 2016, le opere di Ottavio Pinarello e Emiliano Zucchini, una mostra curata e presentata dal critico Diego Antonio Collovini.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Galleria Liba – Pontedera (Pisa) 12 dicembre 2015 - 16 gennaio 2016
Inaugurazione sabato 12 dicembre 2015 ore 18.30
La galleria LIBA di Pontedera (Pisa) propone, dal 12 dicembre 2015 al 16 gennaio 2016, le opere di Ottavio Pinarello e Emiliano Zucchini, una mostra curata e presentata dal critico Diego Antonio Collovini.
Legati da diversi anni di amicizia e da comuni punti di vista e riflessioni sull’esistenza, Pinarello e Zucchini da tempo si proponevano di esporre insieme. Ed è interessante come un sentire comune possa essere in realtà rappresentato tramite percorsi artistici ed espressivi diversi, in grado però di coabitare in uno spazio con una certa armonia, sintomo della loro stessa amicizia e sintonia di vedute su vari aspetti della realtà e della vita.
Non so se esista una priorità di lettura nelle opere di Ottavio Pinarello. Di certo l'artista ci propone almeno due elementi espressivi e significanti che dialogano fra loro, il ritratto e il profilo (per non parlare della pittura e della fotografia). Quale dei due aspetti assume il ruolo di protagonista o di guida nel suo fare artistico? Quale, nelle composizioni, sia il contenuto e quale il contenente? Non sono avvertibili piani diversi o antecedenze figurative. Come due sono le azioni dell'artista: il trasferimento della foto su tela, poi un intervento pittorico, che non invade il campo della fotografia. Azioni queste che eliminano ogni scansione temporale e nello stesso tempo ne riducono l'incidenza spaziale, unificandosi in un solo elemento: l'immagine.
Bisogna dunque guardare all'unità formale del lavoro, rincorrendo una logica interpretativa che oltrepassa la pura rappresentazione della realtà per entrare nel mondo complesso delle idee e dei concetti.
Nelle opere di Pinarello si avverte un personale modo di guardare all'esistere, che si manifesta nella contrapposizione logica dei significati che generalmente sono attribuiti all'idea di profilo e a quella del ritratto. Se con il profilo l'artista intende definire solamente una forma generica come una silhouette senza corrispondenza reale, il secondo invece è riconoscibile, ha dunque un'identità; se la pittura permette un rapporto spazio tempo che interpreta le sensazioni individuali e personali dell'artista, dall'altro lo scatto fotografico consente di registrare l'immediatezza della figura nel suo essere reale e immobile. Affermazioni per altro già anticipate da Carlo Emanuele Bugatti che scrisse: “Le immagini derivate da scatti fotografici assumono il valore di analisi concettuale della complessità della condizione esistenziale e della realtà. Le immagini fotografiche sono finalizzate alla resa materiale di concetti e pensieri interiori. Concetti e pensieri, che paradossalmente diventano percettibili proprio grazie all'uso dello strumento fotografico, in sé rappresentazione solo della realtà tangibile”.
Pinarello vuole così intrecciare esperienze interiori con l'espressività dell'esistenza materiale (e il messinese Antonello ci insegna che lo sguardo e il sorriso dicono dell'uomo); e lo fa sentendosi attivo nella pittura e narratore con la fotografia.
L'intento è superare il contrasto tra i linguaggi per materializzare uno stato d'animo vissuto in un mondo dove il singolo (ben interpretato dal ritratto) si confronta con le silhouette prefiguranti l'idea dell'uomo comune che osserva solamente. E bene interpreta questo stato d'animo con i due profili, indefiniti e privi di identità, che, guardando ai piedi di uno sconosciuto, riconoscono un loro simile nel cartellino indicativo della persona; quasi l'ossessione di non aver un nome o un volto. O con l'opera nella quale l'artista (in autoritratto) guarda il mondo, oltrepassando un limite rappresentato da un telo nero. Un uomo poco curioso e accompagnato da una certa rassegnazione. O ancora mediante una fugace apparizione in un palcoscenico la cui luce illumina diagonalmente un personaggio insonne con l'incubo di non poter chiudere gli occhi. Rimanendo così, scuro di notte o chiaro di giorno, vigile osservatore di un mondo che comunque evolve ignorando l'immobilismo del ritratto. Poi sbarre che limitano la libertà, bende sugli occhi o sulla bocca, bende che impediscono di guardare o parlare; tutto inserito in silhouette nere anonime, pari ai personaggi che accompagnano il divenire della storia senza mai esserne protagonisti. Solo spettatori del mondo.
È la condizione umana che Pinarello mette in evidenza e che intende quotidianamente indagare. Il messaggio dunque non ci appare incerto o problematico; nel linguaggio dei simboli e delle similitudini emerge un significato di per sé rappresentativo, i cui contenuti si materializzano nel simbolico dialogo tra certezze e incertezze. Comunque espressione di uno stato esistenziale e di un vivere nello spazio, accompagnati da un tempo indefinito.
Le opere più recenti che accompagnano la ricerca artistica di Emiliano Zucchini si muovono all'interno di una problematica espressiva che ha per oggetto l'idea di presenza e, nello stesso tempo, della sua negazione: l'assenza. E non è solo con i linguaggi logici della matematica o della fisica che ci è possibile intendere l'assenza, anche i linguaggi dell'arte, ambigui e rappresentativi, ci permettono di dare consistenza materiale a tale concetto.
Kandinskij sosteneva che l'arte non doveva rappresentare emozioni, ma non negava affatto che le emozioni potessero spingere l'uomo a guardare il mondo sotto l'aspetto emozionale. All'immaginazione è data la possibilità di pensare l'infinito, alla fisica e alla matematica di quantificarlo (sempre che ciò sia possibile).
La logica che accompagna il lavoro di Zucchini è dunque rappresentare l'assenza. Una ricerca che parte da lontano; contenuta anche nelle sue non più recenti installazioni e foto che avevano per soggetto le antenne. Anche queste immagini riportavano il duplice aspetto dell'esistenza materiale (in quanto antenna) e della loro funzione. L'invisibile funzione di raccogliere dall'etere le idee. Una presenza, quella delle antenne, che simboleggia e concettualizza la trasmissione di dati, informazioni e immagini. La sola immagine che percepiamo però è solo l'antenna.
È con questi presupposti che ci si avvicina alla lettura delle recenti opere dell'artista. Se da una lato ci è possibile guardare un'immagine come struttura nello spazio, dall'altro le stesse immagini ci permettono di comprendere i significati che in esse sono contenuti.
Nelle opere di Zucchini lo spettatore troverà una figura ricoperta da una scacchiera. Benché questa sia visibile è la rappresentazione dell'assenza di immagine. E tale significato lo si evince dal linguaggio del software che Zucchini utilizza nell'elaborazione delle sue foto. Infatti, quando, con un programma di rielaborazione grafica, si vuol rappresentare l'assenza di colorazione della superficie si inseriscono dei quadrati bianchi e grigi a forma di scacchiera. Ciò indica che quello è uno spazio vuoto. Ed è dunque all'informatica, al suo linguaggio e alla sua rappresentabilità che fa affidamento il nostro artista. Estrania quell'elemento linguistico dal suo contesto e lo utilizza nel mondo della rappresentazione artistica. Una superficie ricoperta dalla "scacchiera", vuol dire che assente è proprio la superficie.
Un'intuizione linguistica che stravolge la certezza del reale. Un'idea ben sostenuta dai sistemi logici occidentali (per altro in matematica per rappresentare una quantità assente vengono usati i numeri negativi, razionali sì ma comunque visibili!), che ci permettono un ragionamento estraneo alle pure osservazioni ontologiche. Il nulla, dunque, esiste se solo riusciamo a dargli una definizione, e quindi un'identità.
E come Fontana che intendendo negare la limitatezza della superficie con un taglio o un buco, concettualizzava uno "spazio altro" dal piano pittorico, similmente, il nostro artista delinea come non esistente una parte della superficie, lasciando così allo spettatore il compito di individuare, in quella assenza, una realtà immaginaria, uno spazio irreale cui dare concettualmente un'identità.
Ma ancor più problematiche, e per questo più invitanti alla riflessione, sono le forme sospese nello spazio. Installate in serie e con all'interno un elemento a scacchiera, l'artista alterna forme reali a forme inesistenti, dando l'idea dell'essenzialità della civiltà mediatica sempre più necessaria al linguaggio contemporaneo.
Le opere di Zucchini ci appaiono come ridondanti similitudini dell'essere nel vissuto quotidiano, dove si avverte, oltre alla fisicità delle cose, anche l'assenza di quelle che non si possono né avere né vivere. Un po' come le mete che l'Ulisse dantesco intende raggiungere, stimolato dall'idea della loro esistenza ma ancora difficili da essere avvicinate, perché, sebbene raffigurate in una forma, rimangono relegati nel loro non essere, figure ancora anonime come insignificanti elementi di sfondo.
Diego Collovini (2015)
SCHEDA TECNICA
Artisti: Ottavio Pinarello – Emiliano Zucchini
Catalogo con testo di Diego Collovini
Periodo espositivo: 12 dicembre 2015 – 16 gennaio 2016
Inaugurazione: 12 dicembre 2015 ore 18.30
Sede: Galleria Liba
Indirizzo: Via G. Bruno 9, 56025 Pontedera (PI)
Orario: giovedì, venerdì e sabato 17.00 - 19.30
Ingresso: libero
Telefono: +39 347 2320947
E-mail: gallerialiba@gmail.com
Website: www.gallerialiba.com
12
dicembre 2015
Ottavio Pinarello / Emiliano Zucchini
Dal 12 dicembre 2015 al 16 gennaio 2016
arte contemporanea
Location
LIBA ARTE CONTEMPORANEA
Pontedera, Via Giordano Bruno, 9, (Pisa)
Pontedera, Via Giordano Bruno, 9, (Pisa)
Orario di apertura
giovedì, venerdì e sabato 17.00 - 19.30
Vernissage
12 Dicembre 2015, ore 18:30
Autore
Curatore