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Ottocento e Novecento piemontese. Un patrimonio artistico infranto
Evento di eccellenza che presenta oltre sessanta opere scelte di grandi autori piemontesi a raccontare l’evoluzione storica dell’arte italiana a cavallo di due secoli. Il tutto accolto in una prestigiosa sede espositiva
Comunicato stampa
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Grande evento che riporta, dopo anni di silenzio, le opere dei Maestri dell’800 e primo ‘900, piemontesi e non, a Savigliano si caratterizza subito, con la grande qualità e quantità di lavori esposti, per il fatto di volersi attestare sui primi fondamentali movimenti artistici dell’Ottocento: il Romanticismo ed il Realismo. Due correnti di pensiero che si insinuano, oltre che nelle arti figurative anche nella poesia, nella letteratura, nel teatro, nella musica. E’ un mutamento di gusto, di pensiero; è il rifiuto d’ogni ideale e d’ogni univoca classificazione del bello per dare libero sfogo alla creazione individuale, al valore soggettivo, fantastico, sentimentale, sociale; è un costante richiamo all’"io"che, rispetto a tutti e a tutto, si contrappone come alternativa; è la libera creazione fondata su soggettivi valori emozionali e fantastici. Un fenomeno tipicamente "romantico" del periodo preso in considerazione si ha in Francia, con il formarsi della cosiddetta scuola di Barbizon, un villaggio ai margini della foresta di Fontainebleau dove un gruppo di pittori si propone una riforma in senso liricamente spontaneo della pittura di paesaggio. Il mutare degli orientamenti si manifesta poi verso la metà del secolo ed è brusco. Le scoperte scientifiche e le trasformazioni tecniche in atto inducevano a dare preminenza ai fatti e alle sperimentazioni concrete; la scienza in pieno sviluppo mirava a dare una spiegazione a tutto, non accettando interventi discutibili o soprannaturali; le teorie evoluzionistiche che trovano in Darwin il grande propugnatore si richiamavano alla spassionata obiettività della realtà. Diceva Courbet: "La pittura è un’arte essenzialmente concreta e non può consistere che nella rappresentazione di cose reali ed esistenti …". Il Realismo, quindi, diventerà il punto di partenza per un più profondo impegno creativo e per l’affermazione di nuovi valori. I macchiaioli toscani, i veristi napoletani (come la Scuola di Posillipo) i divisionisti lombardi, i pittori piemontesi attenti alla scuola di Barbizon, sono figli di questo periodo. In Piemonte, in particolare, si forma un gruppo estremamente qualificato di paesisti, il cui esempio migliore è dato dall’opera di Antonio Fontanesi. E, come si può notare in mostra, i soggetti sono tratti, anche romanticamente, dal mondo reale, con una preferenza per gli ambienti umili e per i personaggi raffigurati colti nella semplicità della vita quotidiana. Soggetti colti, sulla scia dell'evoluzione artistica di cui si è trattato, dai maggiori rappresentanti della pittura dell'epoca che qui si offrono quali testimoni dei mutamenti del periodo preso in considerazione e che, certo, merita di essere vista per la qualità e l’abilità di impostazione. Impostazione che sottolinea il naturalismo emergente da Paesaggio nei pressi di Racconigi di Carlo Follini e da Pascolo di Marco Calderini nonché dal romanticismo che esulta prepotente dal A sera di Antonio Fontanesi. A seguire si impongono il piacevole Passeggiata verso Oropa di Lorenzo Delleani, Campagna del quasi impressionista Enrico Reycend, il grande Paesaggio con figure del magico Andrea Tavernier ed i più recenti scorci di Camillo Merlo e Leonardo Roda i quali risentono tuttavia della lezione pittorica dei loro contemporanei e predecessori. Un tocco di allegria, pur sempre legato alle correnti imperanti nel periodo Otto/Novecento, viene dal luminoso Monte Bianco di Cesare Maggi, dal materico e coloratissimo Donna a Gressoney di Alessandro Lupo, dall’ intrigante Mercato a Saluzzo di Giulio Boetto , che porta avanti, in mostra, il proprio discorso con altrettante rarità. Distacco tecnico emerge invece in Barca sul fiume di Carlo Pittara, nella Staccionata di GiovanBattista Quadrone e nella prestigiosa Natura Morta dell’iperrealista Giuseppe Falchetti maggiormente influenzati dalle correnti d’oltralpe ma che, in contrapposizione agli impressionisti, predicarono sempre una pittura solida e costruttiva. Non mancano poi,in rassegna, lavori di Gheduzzi, Levis, Cosola, Piacenza ed altri che hanno contribuito ad innalzare la pittura piemontese ai meritati livelli ormai internazionalmente riconosciuti.
Giorgio Barberis
Giorgio Barberis
07
maggio 2011
Ottocento e Novecento piemontese. Un patrimonio artistico infranto
Dal 07 maggio al 05 giugno 2011
arte moderna e contemporanea
Location
DIMENSIONE ARTE GALLERIA SAN PIETRO
Savigliano, Via Giuseppe Garibaldi, 47, (Cuneo)
Savigliano, Via Giuseppe Garibaldi, 47, (Cuneo)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 15,30/19 – sabato, domenica, prefestivi e festivi 10/12,30 – 15,30/19
Curatore