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Ottocento Novecento. Arte a Lodi tra due secoli
Un percorso espositivo che raccoglie 120, tra dipinti e sculture, di 40 tra i più importanti artisti operanti nel Lodigiano e che si sviluppa su tre sedi cittadine: la Sala Espositiva Centro Direzionale Banca Popolare di Lodi, il Tempio civico dell’Incoronata e la Chiesa dell’Angelo.
Comunicato stampa
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Un percorso espositivo che raccoglie 120, tra dipinti e sculture, di 40 tra i più importanti artisti operanti nel Lodigiano e che si sviluppa su tre sedi cittadine: la Sala Espositiva Centro Direzionale Banca Popolare di Lodi, il Tempio civico dell’Incoronata e la Chiesa dell’Angelo.
Il prossimo evento d’arte che si terrà dal 27 ottobre al 16 dicembre a Lodi offrirà un’inedita ricognizione sul fecondo momento culturale che per tutto l’Ottocento e il Novecento, ha pervaso la città e il suo territorio, facendo diventare il capoluogo un significativo punto di riferimento per la produzione artistica nazionale.
“Ottocento Novecento. Arte a Lodi tra due secoli”, questo il titolo dell’iniziativa, è organizzata dall’Amministrazione Comunale di Lodi con il sostegno della Provincia di Lodi, della Banca Popolare di Lodi e della Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi.
Il progetto, curato da Sergio Rebora, in collaborazione con Sara Fontana e Paolo Plebani, coordinato da Cecilia Cametti, propone un itinerario espositivo che presenta 120, tra dipinti e sculture, di 40 tra i più importanti artisti operanti nell’arco dei due secoli nel Lodigiano, quali Francesco Hayez, Enrico Scuri, Angelo Pietrasanta, Mosè Bianchi da Mairago, Angelo Prada, Osvaldo Bignami, Giorgio Belloni, Stefano Bersani, Ettore Archinti, Enrico Spelta, Giuseppe Vajani, Vitaliano Marchini, Giuseppe Novello, Cristoforo De Amicis, Giovanni Vigorelli. Per la maggior parte, le opere mancano dai circuiti espositivi pubblici da parecchi decenni e sono il frutto di ritrovamenti recenti; alcune di esse sono state valorizzate da impegnative operazioni di restauro, finanziate dal Comune di Lodi, che le hanno riportate all’originario splendore.
Per saldare ancora di più la mostra con il territorio che la ospita, dipinti e sculture saranno collocati in tre importanti luoghi cittadini secondo una ripartizione cronologica. Nella Sala Espositiva Centro Direzionale Banca Popolare di Lodi, la sezione dedicata all’Ottocento; nel Tempio civico dell’Incoronata, gli otto bozzetti di Enrico Scuri per i dipinti che decorano la volta del tempio stesso; nella Chiesa dell’Angelo, la sezione con le opere del Novecento.
I lavori, provenienti dalle più importanti collezioni pubbliche e private italiane saranno presentati in un percorso espositivo cronologico e ripercorreranno la grande stagione vissuta da Lodi e dal suo territorio, soprattutto dopo l’Unità d’Italia, in grado di ripercorrere gli ormai lontani fasti del Rinascimento. Infatti, parallelamente al crescente sviluppo del tessuto sociale ed economico della borghesia dei commerci e delle imprese e del primo proletariato urbano, le città di Lodi e, sia pure in dimensione minore, di Codogno, Melegnano, Casalpusterlengo, Sant’Angelo Lodigiano, sono state animate dalla presenza di non pochi artisti attivi per la committenza locale sia pubblica – civile e religiosa – che privata.
Il percorso espositivo prenderà avvio dall’età della Restaurazione, quando il chimico e possidente Francesco Cavezzali faceva della sua villa al Tormo un punto di riferimento per gli artisti più affermati del momento e si registrava l’arrivo di maestri dall’esterno coinvolti in alcune importanti imprese di decorazione ad affresco, come il cremonese Antonio Bottazzi e il milanese Mauro Conconi nel Duomo e il bergamasco Enrico Scuri nella chiesa dell’Incoronata. Poco più tardi, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, all’Accademia di Brera sotto la guida di Francesco Hayez prima e di Giuseppe Bertini poi, si formarono quelli che sarebbero stati i protagonisti delle arti in loco, come i pittori Angelo Pietrasanta e Mosè Bianchi da Mairago - così chiamato per distinguerlo dall’omonimo artista monzese - e lo scultore Giuseppe Bianchi, sensibili sia allo storicismo di derivazione letteraria sia alle prime caute analisi del vero.
Al servizio della committenza nei settori della pittura di genere, del paesaggio e del ritratto si incontrano altri solidi professionisti di analoga formazione braidense, come Osvaldo Bignami di Lodi e Angelo Prada di Casalpusterlengo che danno il meglio di sé nella decorazione ad affresco, o Francesco Fiocchi di Melegnano e soprattutto Giorgio Belloni di Codogno. Tra le presenze esterne più assidue si ricorda quella del milanese Emilio Magistretti.
Nell’ultimo quarto del secolo le piazze iniziano a popolarsi di monumenti dedicati ai padri della patria (Vittorio Emanuele, Garibaldi in primis) e i cimiteri ad arricchirsi di complesse raffigurazioni allegoriche in cui architettura, pittura, scultura e arti decorative trovano un felice connubio. Contemporaneamente, si assiste al passaggio dalla sperimentazione naturalista – cui cooperano alcuni distinti “dilettanti” - al recepimento e all’elaborazione delle istanze del simbolismo. In questo àmbito, spicca la personalità di Stefano Bersani di Melegnano, che nelle sue visioni bucoliche sfiora le problematiche del divisionismo, cui si associano più giovani allievi di Cesare Tallone a Brera, quali ad esempio i lodigiani Enrico Spelta, Giuseppe Vajani, Carlo Zaninelli, affermatisi poi appieno negli anni compresi tra le due guerre, quando gli influssi tardo ottocenteschi di derivazione scapigliata si confrontano necessariamente con la lezione di Novecento, rappresentati esemplarmente da Vitaliano Marchini e da Ottavio Steffenini. L’accezione intimista che connota il contributo espresso dal territorio di Lodi a tale dibattito, vede la presenza attiva di Giuseppe Novello, Attilio Majocchi, Giuseppe Vailetti; a inquietudini espressioniste di stampo europeo, suggestionati in loco da Cristoforo De Amicis, fanno successivamente seguito le sperimentazioni di Enrico Groppi, Giovanni Vigorelli, Enrico Oldani, Mario Ottobelli, Luigi Brambati, attivi fino al secondo dopoguerra inoltrato.
La rassegna prevede una serie di eventi collaterali tra cui visite ai luoghi della città dove si conservano opere eseguite nel periodo in esame.
Accompagna l’esposizione un catalogo edito da Skira.
Elenco prestatori: Civico Museo Rivoltella - Galleria d'Arte Moderna di Trieste, Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze, Galleria d'Arte Moderna "Ricci Oddi" di Piacenza, Museo Civico di Lodi, Musei Civici di Monza, Musei Civici di Pavia, Pinacoteca di Brera, Accademia di Belle Arti di Brera, Collegio San Francesco dei Padri Barnabiti di Lodi, Pinacoteca Ambrosiana, Fondazione Cariplo, Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano, Fondazione Maria Cosway di Lodi, Raccolta d'Arte "Carlo Lamberti" di Codogno, Banca Popolare Commercio & Industria di Milano, Banca Popolare di Lodi, Enrico Gallerie D'arte, Galleria Arteidea e Galleria Ponte Rosso
Il prossimo evento d’arte che si terrà dal 27 ottobre al 16 dicembre a Lodi offrirà un’inedita ricognizione sul fecondo momento culturale che per tutto l’Ottocento e il Novecento, ha pervaso la città e il suo territorio, facendo diventare il capoluogo un significativo punto di riferimento per la produzione artistica nazionale.
“Ottocento Novecento. Arte a Lodi tra due secoli”, questo il titolo dell’iniziativa, è organizzata dall’Amministrazione Comunale di Lodi con il sostegno della Provincia di Lodi, della Banca Popolare di Lodi e della Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi.
Il progetto, curato da Sergio Rebora, in collaborazione con Sara Fontana e Paolo Plebani, coordinato da Cecilia Cametti, propone un itinerario espositivo che presenta 120, tra dipinti e sculture, di 40 tra i più importanti artisti operanti nell’arco dei due secoli nel Lodigiano, quali Francesco Hayez, Enrico Scuri, Angelo Pietrasanta, Mosè Bianchi da Mairago, Angelo Prada, Osvaldo Bignami, Giorgio Belloni, Stefano Bersani, Ettore Archinti, Enrico Spelta, Giuseppe Vajani, Vitaliano Marchini, Giuseppe Novello, Cristoforo De Amicis, Giovanni Vigorelli. Per la maggior parte, le opere mancano dai circuiti espositivi pubblici da parecchi decenni e sono il frutto di ritrovamenti recenti; alcune di esse sono state valorizzate da impegnative operazioni di restauro, finanziate dal Comune di Lodi, che le hanno riportate all’originario splendore.
Per saldare ancora di più la mostra con il territorio che la ospita, dipinti e sculture saranno collocati in tre importanti luoghi cittadini secondo una ripartizione cronologica. Nella Sala Espositiva Centro Direzionale Banca Popolare di Lodi, la sezione dedicata all’Ottocento; nel Tempio civico dell’Incoronata, gli otto bozzetti di Enrico Scuri per i dipinti che decorano la volta del tempio stesso; nella Chiesa dell’Angelo, la sezione con le opere del Novecento.
I lavori, provenienti dalle più importanti collezioni pubbliche e private italiane saranno presentati in un percorso espositivo cronologico e ripercorreranno la grande stagione vissuta da Lodi e dal suo territorio, soprattutto dopo l’Unità d’Italia, in grado di ripercorrere gli ormai lontani fasti del Rinascimento. Infatti, parallelamente al crescente sviluppo del tessuto sociale ed economico della borghesia dei commerci e delle imprese e del primo proletariato urbano, le città di Lodi e, sia pure in dimensione minore, di Codogno, Melegnano, Casalpusterlengo, Sant’Angelo Lodigiano, sono state animate dalla presenza di non pochi artisti attivi per la committenza locale sia pubblica – civile e religiosa – che privata.
Il percorso espositivo prenderà avvio dall’età della Restaurazione, quando il chimico e possidente Francesco Cavezzali faceva della sua villa al Tormo un punto di riferimento per gli artisti più affermati del momento e si registrava l’arrivo di maestri dall’esterno coinvolti in alcune importanti imprese di decorazione ad affresco, come il cremonese Antonio Bottazzi e il milanese Mauro Conconi nel Duomo e il bergamasco Enrico Scuri nella chiesa dell’Incoronata. Poco più tardi, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, all’Accademia di Brera sotto la guida di Francesco Hayez prima e di Giuseppe Bertini poi, si formarono quelli che sarebbero stati i protagonisti delle arti in loco, come i pittori Angelo Pietrasanta e Mosè Bianchi da Mairago - così chiamato per distinguerlo dall’omonimo artista monzese - e lo scultore Giuseppe Bianchi, sensibili sia allo storicismo di derivazione letteraria sia alle prime caute analisi del vero.
Al servizio della committenza nei settori della pittura di genere, del paesaggio e del ritratto si incontrano altri solidi professionisti di analoga formazione braidense, come Osvaldo Bignami di Lodi e Angelo Prada di Casalpusterlengo che danno il meglio di sé nella decorazione ad affresco, o Francesco Fiocchi di Melegnano e soprattutto Giorgio Belloni di Codogno. Tra le presenze esterne più assidue si ricorda quella del milanese Emilio Magistretti.
Nell’ultimo quarto del secolo le piazze iniziano a popolarsi di monumenti dedicati ai padri della patria (Vittorio Emanuele, Garibaldi in primis) e i cimiteri ad arricchirsi di complesse raffigurazioni allegoriche in cui architettura, pittura, scultura e arti decorative trovano un felice connubio. Contemporaneamente, si assiste al passaggio dalla sperimentazione naturalista – cui cooperano alcuni distinti “dilettanti” - al recepimento e all’elaborazione delle istanze del simbolismo. In questo àmbito, spicca la personalità di Stefano Bersani di Melegnano, che nelle sue visioni bucoliche sfiora le problematiche del divisionismo, cui si associano più giovani allievi di Cesare Tallone a Brera, quali ad esempio i lodigiani Enrico Spelta, Giuseppe Vajani, Carlo Zaninelli, affermatisi poi appieno negli anni compresi tra le due guerre, quando gli influssi tardo ottocenteschi di derivazione scapigliata si confrontano necessariamente con la lezione di Novecento, rappresentati esemplarmente da Vitaliano Marchini e da Ottavio Steffenini. L’accezione intimista che connota il contributo espresso dal territorio di Lodi a tale dibattito, vede la presenza attiva di Giuseppe Novello, Attilio Majocchi, Giuseppe Vailetti; a inquietudini espressioniste di stampo europeo, suggestionati in loco da Cristoforo De Amicis, fanno successivamente seguito le sperimentazioni di Enrico Groppi, Giovanni Vigorelli, Enrico Oldani, Mario Ottobelli, Luigi Brambati, attivi fino al secondo dopoguerra inoltrato.
La rassegna prevede una serie di eventi collaterali tra cui visite ai luoghi della città dove si conservano opere eseguite nel periodo in esame.
Accompagna l’esposizione un catalogo edito da Skira.
Elenco prestatori: Civico Museo Rivoltella - Galleria d'Arte Moderna di Trieste, Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze, Galleria d'Arte Moderna "Ricci Oddi" di Piacenza, Museo Civico di Lodi, Musei Civici di Monza, Musei Civici di Pavia, Pinacoteca di Brera, Accademia di Belle Arti di Brera, Collegio San Francesco dei Padri Barnabiti di Lodi, Pinacoteca Ambrosiana, Fondazione Cariplo, Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano, Fondazione Maria Cosway di Lodi, Raccolta d'Arte "Carlo Lamberti" di Codogno, Banca Popolare Commercio & Industria di Milano, Banca Popolare di Lodi, Enrico Gallerie D'arte, Galleria Arteidea e Galleria Ponte Rosso
26
ottobre 2007
Ottocento Novecento. Arte a Lodi tra due secoli
Dal 26 ottobre al 16 dicembre 2007
arte moderna e contemporanea
Location
BANCA POPOLARE ITALIANA CENTER
Lodi, Via Polenghi Lombardo, 13, (Lodi)
Lodi, Via Polenghi Lombardo, 13, (Lodi)
Biglietti
€ 7,00 intero; € 5,00 (gruppi: min 10 - max 25 persone; club Skira; soci Touring Club); € 3,00 studenti sino 18 anni
Ingresso libero: bambini sino a 6 anni d’età; ultraottantenni
Orario di apertura
Dal martedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 13.00; dalle ore 14.00 alle 18.00; Sabato e domenica dalle ore 10.00 alle 18.30; Lunedì chiuso
Vernissage
26 Ottobre 2007, ore 18
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
CLP
Autore