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Ottomarzo
seconda tappa della rassegna “Contemporanearte” apertasi quest’inverno con “Out of the sacred”.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sarà inaugurata sabato 5 marzo alle ore 18.30 la mostra d’arte contemporanea “Ottomarzo”, seconda tappa della rassegna “Contemporanearte” apertasi quest’inverno con “Out of the sacred”. La mostra è realizzata in collaborazione con l’Associazione culturale Madonna del Duomo ONLUS, il patrocinio gratuito del Comune, della Provincia, della Regione e della Camera di Commercio di Arezzo e la partecipazione dell’Azienda Usl 8 in qualità di sponsor dell’iniziativa.
Nell’ambito di questa rassegna, che intende presentare ad Arezzo opere di alcuni tra i massimi protagonisti della scena artistica contemporanea internazionale accanto a giovani già molto affermati, gli ideatori e curatori Susanna Buricchi, storica e critica d’arte e Igino Materazzi, conoscitore dei linguaggi artistici contemporanei, in questa esposizione hanno voluto dedicare una particolare attenzione al tema dell’arte contemporanea al femminile, offrendo uno spaccato di sguardi di donne artiste sul mondo e sulla propria identità.
Per la prima volta l’Azienda Usl 8 di Arezzo ha deciso di sostenere un progetto dedicato all’arte contemporanea attraverso un’idea originale che intende aprire all’arte e alla creazione artistica le sedi deputate alla cura e alla diagnosi delle malattie: ad ognuna delle 14 opere selezionate è stato abbinato un dipartimento dell’Azienda sanitaria aretina in modo tale da creare un legame simbolico e ricco di significati tra le opere stesse, i loro significati e il contesto socio-operativo a cui sono state assegnate.
Il titolo della Mostra “Ottomarzo” è di per sé un omaggio alle donne che in questa mostra sono molto più che oggetto delle opere: sono artefici e padrone di mezzi espressivi - video, pittura, fotografia - e spesso, anche se non sempre, soggetto privilegiato della ricerca artistica. Sono in mostra opere realizzate da alcune artiste di più alto riconoscimento nazionale ed internazionale e di cultura e provenienza geografica diverse. Tra di queste Marina Abramoviĉ, che fin dagli esordi a Belgrado negli anni settanta è stata una delle protagoniste principali della scena artistica mondiale, della quale viene presentata la foto “Mambo a Marienbad” – 2001 – gentilmente concessa in prestito dalla Galleria d’Arte Continua di San Gimignano (SI). Il tentativo di catturare un’identità del genere femminile contraddistingue il lavoro di Vanessa Beecroft, della quale è presentata una foto del 1994, di modelle che indossano parrucche a trecce di colore arancio, colte in un istante di pensosa inquietitudine. Di Nan Goldin, icona americana dell’arte contemporanea, famosissima fotografa e autrice di video, si espongono tre fotograife, “Trixie”, “Monopoli game” e “Geno in the lake – Bavaria-”, che tracciano aspetti dell’identità di diversi tipi di donne. Altra artista americana in mostra è Kathe Burckhard, pittrice concettuale, con un lavoro tratto dalla famosa serie dedicata a Liz Taylor, in cui l’attrice hollywoodiana diviene un modello di dominio femminile e di potere sessuale. Dell’artista francese Gina Pane, famosa per essere stata una delle rappresentanti più autorevoli della Body art, si propone la fotografia “Psyche”, tratta dall’ omonima performance degli anni settanta, in cui l’artista ha sperimentato il tema della sofferenza fisica, facendo nascere l’idea del proprio corpo come limite da conoscere e superare. Forti allusioni erotiche sono presenti nell’opera dell’artista svizzera Sylvie Fleury dal titolo “Play girl”, nella quale si invoca una parità sessuale delle donne, prendendo ironicamente a prestito i mezzi e i modi con cui la stampa, riservata all’universo maschile, fa uso delle immagini del corpo femminile.
Le altre artiste presenti in mostra sono tra le giovani più interessanti dell’ ultima generazione come Shilpa Gupta, indiana, che è presente con una foto della serie “ I have many dreams”-sonoro- 2007-2008, in cui si svelano sogni ed aspirazioni di bambine-future donne del continente indiano; Margherita Manzelli con il dipinto “Quello che ho visto-La montagna-”; le due cinesi Cao Fei con la foto “Dog Bone” e Yin Xiuzhen con l’istallazione “Shoes”, nella quale scatole contenenti scarpe, ovvero l’oggetto feticcio per eccellenza di ciascuna donna in ogni parte del mondo, rievocano poeticamente le loro proprietarie.
La serie continua con Ilaria Margutti, nata a Sansepolcro-Arezzo, già affermatasi a livello nazionale e internazionale con mostre a Berlino e a San Diego (CA), presente in mostra con la tela “Agnese’s mend” di grande forza poetica nel cantare le ferite che le donne sanno ricucire; la guatemalteca Regina Josè Galindo, presente con il video “La voy a gritar al viento”, in cui l’artista stessa, appesa con una corda all’Arco del Palazzo delle Poste di Città del Guatemala, legge poesie al vento, per esprimere tutta la straordinaria energia vitale delle donne e la forza indomabile delle loro emozioni.
Nell’ambito di questa rassegna, che intende presentare ad Arezzo opere di alcuni tra i massimi protagonisti della scena artistica contemporanea internazionale accanto a giovani già molto affermati, gli ideatori e curatori Susanna Buricchi, storica e critica d’arte e Igino Materazzi, conoscitore dei linguaggi artistici contemporanei, in questa esposizione hanno voluto dedicare una particolare attenzione al tema dell’arte contemporanea al femminile, offrendo uno spaccato di sguardi di donne artiste sul mondo e sulla propria identità.
Per la prima volta l’Azienda Usl 8 di Arezzo ha deciso di sostenere un progetto dedicato all’arte contemporanea attraverso un’idea originale che intende aprire all’arte e alla creazione artistica le sedi deputate alla cura e alla diagnosi delle malattie: ad ognuna delle 14 opere selezionate è stato abbinato un dipartimento dell’Azienda sanitaria aretina in modo tale da creare un legame simbolico e ricco di significati tra le opere stesse, i loro significati e il contesto socio-operativo a cui sono state assegnate.
Il titolo della Mostra “Ottomarzo” è di per sé un omaggio alle donne che in questa mostra sono molto più che oggetto delle opere: sono artefici e padrone di mezzi espressivi - video, pittura, fotografia - e spesso, anche se non sempre, soggetto privilegiato della ricerca artistica. Sono in mostra opere realizzate da alcune artiste di più alto riconoscimento nazionale ed internazionale e di cultura e provenienza geografica diverse. Tra di queste Marina Abramoviĉ, che fin dagli esordi a Belgrado negli anni settanta è stata una delle protagoniste principali della scena artistica mondiale, della quale viene presentata la foto “Mambo a Marienbad” – 2001 – gentilmente concessa in prestito dalla Galleria d’Arte Continua di San Gimignano (SI). Il tentativo di catturare un’identità del genere femminile contraddistingue il lavoro di Vanessa Beecroft, della quale è presentata una foto del 1994, di modelle che indossano parrucche a trecce di colore arancio, colte in un istante di pensosa inquietitudine. Di Nan Goldin, icona americana dell’arte contemporanea, famosissima fotografa e autrice di video, si espongono tre fotograife, “Trixie”, “Monopoli game” e “Geno in the lake – Bavaria-”, che tracciano aspetti dell’identità di diversi tipi di donne. Altra artista americana in mostra è Kathe Burckhard, pittrice concettuale, con un lavoro tratto dalla famosa serie dedicata a Liz Taylor, in cui l’attrice hollywoodiana diviene un modello di dominio femminile e di potere sessuale. Dell’artista francese Gina Pane, famosa per essere stata una delle rappresentanti più autorevoli della Body art, si propone la fotografia “Psyche”, tratta dall’ omonima performance degli anni settanta, in cui l’artista ha sperimentato il tema della sofferenza fisica, facendo nascere l’idea del proprio corpo come limite da conoscere e superare. Forti allusioni erotiche sono presenti nell’opera dell’artista svizzera Sylvie Fleury dal titolo “Play girl”, nella quale si invoca una parità sessuale delle donne, prendendo ironicamente a prestito i mezzi e i modi con cui la stampa, riservata all’universo maschile, fa uso delle immagini del corpo femminile.
Le altre artiste presenti in mostra sono tra le giovani più interessanti dell’ ultima generazione come Shilpa Gupta, indiana, che è presente con una foto della serie “ I have many dreams”-sonoro- 2007-2008, in cui si svelano sogni ed aspirazioni di bambine-future donne del continente indiano; Margherita Manzelli con il dipinto “Quello che ho visto-La montagna-”; le due cinesi Cao Fei con la foto “Dog Bone” e Yin Xiuzhen con l’istallazione “Shoes”, nella quale scatole contenenti scarpe, ovvero l’oggetto feticcio per eccellenza di ciascuna donna in ogni parte del mondo, rievocano poeticamente le loro proprietarie.
La serie continua con Ilaria Margutti, nata a Sansepolcro-Arezzo, già affermatasi a livello nazionale e internazionale con mostre a Berlino e a San Diego (CA), presente in mostra con la tela “Agnese’s mend” di grande forza poetica nel cantare le ferite che le donne sanno ricucire; la guatemalteca Regina Josè Galindo, presente con il video “La voy a gritar al viento”, in cui l’artista stessa, appesa con una corda all’Arco del Palazzo delle Poste di Città del Guatemala, legge poesie al vento, per esprimere tutta la straordinaria energia vitale delle donne e la forza indomabile delle loro emozioni.
05
marzo 2011
Ottomarzo
Dal 05 marzo al primo maggio 2011
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
EX CHIESA DELLA MADONNA DEL DUOMO
Arezzo, Via Guglielmo Oberdan, 61, (Arezzo)
Arezzo, Via Guglielmo Oberdan, 61, (Arezzo)
Orario di apertura
giovedì e venerdì 16.00-19.30; sabato, domenica e festivi 11.00-13.00 e 16.00-19,30.
Vernissage
5 Marzo 2011, ore 18.30
Autore
Curatore