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Out of the Red II. The photographic session
Sulla scia del successo internazionale che sta registrando l’arte contemporanea Cinese, e in attesa dell’apertura di una sede a Pechino, la Marella Gallery compie un altro grande passo nell’ambito della ricerca artistica che sta effettuando già da alcuni anni su quest’area geografica ampia e variegata.
Comunicato stampa
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Sulla scia del successo internazionale che sta registrando l'arte contemporanea Cinese, e in attesa dell'apertura di una sede a Pechino, la Marella Gallery compie un altro grande passo nell'ambito della ricerca artistica che sta effettuando già da alcuni anni su quest'area geografica ampia e variegata. Il 17 Febbraio inaugura infatti una collettiva che richiama la mostra-evento del 2003, Out of the Red, ma, a differenza di New Perspectives in Chinese painting svoltasi nel 2004 in cui si analizzavano opere pittoriche, vengono ora presentate esclusivamente fotografie.
Alcuni artisti collaborano già da tempo con la galleria mentre altri sono frutto di recenti analisi; tutti i lavori sono però pressoché inediti e per la prima volta esposti in Italia. Sono prevalentemente scatti recenti che svelano un processo di crescita artistica sempre più rapido e interessante.
Vi sono le immagini di Ma Liuming travestito da donna, che lui stesso ripropone per rievocare quel periodo d'apice della performance-art cinese in cui egli aveva ideato un personaggio dalla duplice sessualità che rievova la simbologia taoista dello Yin e dello Yang.
Sempre legate a questo genere vengono esposte nuove documentazioni di altri performers come quelle di Li Wei, da poco "caduto" in Italia e "conficcatosi" nel lago di Como e tra le macerie della Ticosa e sorpreso in piazza del Duomo a Milano col suo specchio attorno al collo; di Zhu Ming, che rotola sull'acqua dentro un pallone trasparente o rende la sagoma del proprio corpo fluorescente e simile a quella di un marziano; o di Cang Xin, che si autoritrae nudo in un lago di ninfee, intrappolato in un cerchio di fuoco e in un paesaggio dai colori e dall'atmosfera quasi irreali.
Poi ancora le composizioni floreali di Wang Qingsong, che richiamano l'antica pittura cinese di fiori e rocce ma vengono riproposte congelate o con fette di prosciutto al posto dei petali; i volti dipinti da Huang Yan con le quattro piante simboliche dell'iconografia cinese, l'orchidea, il bambù, il crisantemo e il ciliegio; o altre panoramiche a "volo d'uccello" che Weng Fen realizza in altre città della Cina, perché sempre di più in questo paese sono le realtà in via di sviluppo che lasciano attonite le sue giovani studentesse.
Sempre delle ragazzine con l'uniforme popolano le immagini di Cui Xiuwen che le scompone, le accosta, le sconvolge e le martoria attraverso l'abile uso del computer. Bai Yiluo crea composizioni formate da tante fototessere di suoi connazionali, che poi nel suo ultimo trittico va a bruciare come negazione, al contempo, di massa e individuo. Di tutt'altro tipo sono invece gli scatti in bianco e nero di Wand Ningde, che riportano ad una dimensione onirica in cui tutto si è fermato e su cui pervade un forte senso poetico.
Opere diversissime tra loro, che rispondono ai differenti gusti di chi le guarda, ma che rendono onore e merito a una società che anche nell'arte sa porsi vincente su un panorama internazionale di grande attualità, mantenendo però tutto il patrimonio del proprio affascinante passato.
Alcuni artisti collaborano già da tempo con la galleria mentre altri sono frutto di recenti analisi; tutti i lavori sono però pressoché inediti e per la prima volta esposti in Italia. Sono prevalentemente scatti recenti che svelano un processo di crescita artistica sempre più rapido e interessante.
Vi sono le immagini di Ma Liuming travestito da donna, che lui stesso ripropone per rievocare quel periodo d'apice della performance-art cinese in cui egli aveva ideato un personaggio dalla duplice sessualità che rievova la simbologia taoista dello Yin e dello Yang.
Sempre legate a questo genere vengono esposte nuove documentazioni di altri performers come quelle di Li Wei, da poco "caduto" in Italia e "conficcatosi" nel lago di Como e tra le macerie della Ticosa e sorpreso in piazza del Duomo a Milano col suo specchio attorno al collo; di Zhu Ming, che rotola sull'acqua dentro un pallone trasparente o rende la sagoma del proprio corpo fluorescente e simile a quella di un marziano; o di Cang Xin, che si autoritrae nudo in un lago di ninfee, intrappolato in un cerchio di fuoco e in un paesaggio dai colori e dall'atmosfera quasi irreali.
Poi ancora le composizioni floreali di Wang Qingsong, che richiamano l'antica pittura cinese di fiori e rocce ma vengono riproposte congelate o con fette di prosciutto al posto dei petali; i volti dipinti da Huang Yan con le quattro piante simboliche dell'iconografia cinese, l'orchidea, il bambù, il crisantemo e il ciliegio; o altre panoramiche a "volo d'uccello" che Weng Fen realizza in altre città della Cina, perché sempre di più in questo paese sono le realtà in via di sviluppo che lasciano attonite le sue giovani studentesse.
Sempre delle ragazzine con l'uniforme popolano le immagini di Cui Xiuwen che le scompone, le accosta, le sconvolge e le martoria attraverso l'abile uso del computer. Bai Yiluo crea composizioni formate da tante fototessere di suoi connazionali, che poi nel suo ultimo trittico va a bruciare come negazione, al contempo, di massa e individuo. Di tutt'altro tipo sono invece gli scatti in bianco e nero di Wand Ningde, che riportano ad una dimensione onirica in cui tutto si è fermato e su cui pervade un forte senso poetico.
Opere diversissime tra loro, che rispondono ai differenti gusti di chi le guarda, ma che rendono onore e merito a una società che anche nell'arte sa porsi vincente su un panorama internazionale di grande attualità, mantenendo però tutto il patrimonio del proprio affascinante passato.
17
febbraio 2005
Out of the Red II. The photographic session
Dal 17 febbraio al 16 aprile 2005
fotografia
Location
MARELLA ARTE CONTEMPORANEA
Milano, Via Lepontina, 8, (Milano)
Milano, Via Lepontina, 8, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 11-19.30. Sabato 12-19
Vernissage
17 Febbraio 2005, ore 19
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