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Out of True
Byblos Art Gallery è lieta di presentare, in contemporanea con l’apertura della fiera di design veronese Abitare il Tempo, la collettiva Out of True – quando le aspettative non coincidono con la realtà, alla quale partecipano artisti del panorama artistico internazionale
Comunicato stampa
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Byblos Art Gallery è lieta di presentare, in contemporanea con l’apertura della fiera di design veronese Abitare il Tempo, la collettiva Out of True – quando le aspettative non coincidono con la realtà, alla quale partecipano artisti del panorama artistico internazionale. La mostra, curata da Micaela Giovannotti e Joyce Korotkin, che è già stata presentata in dicembre 2006 al Miami Design District, si articola in due eventi distinti: il primo sarà caratterizzato da una mostra collettiva esposta presso Byblos Art Gallery, ed il secondo si concentrerà esclusivamente sulla scultura - installazione che Beatriz Millar ha creato come site specific work per Byblos Art Hotel Villa Amistà. Quest’opera verrà presentata in hotel il giorno seguente l’inaugurazione della mostra in galleria.
01. OUT OF TRUE – 21 Settembre – 31 Ottobre 2007
Il termine Out of True, usato in architettura per descrivere elementi formali che non combaciano – viene qui esteso alla sfera dell’arte. Gli artisti criticano attraverso la loro opera la visione presente del mondo e si oppongono a questa realtà distorta di un’umanità senza rispetto per se stessa.
Il progresso scientifico, il desiderio dell’uomo di ottenere il benessere a qualunque costo e la sua cecità di fronte ai limiti imposti dalla realtà hanno alimentato l’opera di questi artisti che si sono espressi attraverso tecniche diverse come la pittura, la fotografia e la scultura.
I trofei di caccia di Joshua Levine, trofei del progresso umano, si trasformano in animali mutati geneticamente che potrebbero essere visti come evoluzioni della specie, aberrazioni di laboratorio o il risultato di una reazione compensativa della natura ad un ambiente ormai corrotto. Attraverso le grottesche rappresentazioni a cui dà vita, l’artista vuole mettere in risalto il risultato degli errori commessi dall’uomo nei confronti della natura.
Nei quadri dai colori molto vivi di Dan Kopp, l’artista rappresenta un futuro surreale nel quale non c’è più lo spazio per l’umanità che, oltre ad aver distrutto se stessa, ha portato alla distruzione dell’intero mondo animale. Resiste soltanto una parvenza di natura frammista a scheletri di antiche strutture architettoniche a ricordo del tempo che fu.
I paesaggi di Mary Mattingly si ispirano alla letteratura fantascientifica per mostrarci un mondo ecologicamente mutato dove non esistono più razze, religioni e abiti che le rappresentino. Queste figure infatti, abbigliate con delle uniformi, distolgono l’attenzione dal singolo per porla sul paesaggio circostante. Isolate dalla civiltà e stagliate contro un paesaggio svuotato della capacità di dare vita rappresentano la solitudine ontologica che inevitabilmente accompagna l’uomo nel suo rapporto con la natura.
Le opere di Robert Lazzarini, composte da oggetti deformati e distorti che cambiano da figure bidimensionali a tridimensionali a seconda della posizione dell’osservatore, sottolineano la superficialità della prospettiva umana: l’inganno percettivo che caratterizza la visione dell’uomo lo conduce infatti ad un’inevitabile distorsione della realtà. Le sue opere pertanto diventano il simbolo della relatività di qualsiasi punto di vista.
Sebastiaan Bremer si concentra sulla divergenza tra ciò che vediamo e ciò che la realtà è; disegnando linee e punti su delle fotografie mette in evidenza come il mondo dei fenomeni non sia costruito su delimitazioni nette ma riveli soltanto una parte della sua anima interiore e vera. La rielaborazione fotografica compiuta tramite un disegno manuale complesso e laborioso concretizza i pensieri stessi dell’artista. Osservare l’opera è come affondare nell’inconscio: parallelamente all’immagine fotografica si espande un mondo onirico e fantastico che si estende al di là del tempo e dello spazio.
Beatriz Millar presenta la sua opera in occasione di questa mostra in due luoghi: i Tattoo Tree in galleria e l’installazione Clown Clone and the Piano Tattoo presso il Byblos Art Hotel Villa Amistà.
Nell’opera fotografica Tattoo Tree vengono elaborate digitalmente delle immagini ed incise con dei tatuaggi arcaici e simbolici. La spinta che ha condotto l’artista a realizzare questi lavori di intensa liricità è stato il desiderio di scoprire il segreto del creato e di penetrare nella profondità del mistero spazio-tempo per poter copiare e clonare l’essenza di vita senza limiti.
02. CLOWN CLONE AND THE PIANO TATTOO - 22 Settembre ‘07 ore 19:30 – Byblos Art Hotel Villa Amistà
Il giorno dopo l’inaugurazione in galleria verrà presentato nella sala principale del Byblos Art Hotel Villa Amistà la scultura – installazione Clown Clone and the Piano Tattoo, creata da Beatriz Millar. L’installazione, realizzata attraverso la scultura e l’accompagnamento di un pianoforte, mira a rappresentare un Io fisico clonato – come afferma l’artista – un alter ego che la rappresenti mentalmente e fisicamente.
L’opera ironizza sulla fuga dalla noia di un’esistenza chiusa su se stessa, spinta dall’eterna ricerca di una perfezione irraggiungibile che a sua volta diventa foriera di un narcisismo ed di un ego smisurato. Questa disperata lotta per il raggiungimento della sfera di un sé ideale e della perfezione può solo condurre alla deformazione ed alla decadenza interiore ed esteriore dell’Io clonato, a meno che non riesca a ritrovare la salvezza nel risveglio verso un mondo di diversità.
Dal corpo sonoro del pianoforte, tatuato da cicatrici tribali ed arcaiche, escono delle melodie malinconiche composte e cantate dalla musicista svizzera Helena Stocker che ha saputo, attraverso la sua sensibilità musicale, trasformare ed interpretare i testi poetici di Beatriz Millar.
Il catalogo della mostra ed il CD dell’opera “Clown Clone and the Piano Tattoo”, con testo critico di Gabriella Belli, saranno presenti in galleria.
01. OUT OF TRUE – 21 Settembre – 31 Ottobre 2007
Il termine Out of True, usato in architettura per descrivere elementi formali che non combaciano – viene qui esteso alla sfera dell’arte. Gli artisti criticano attraverso la loro opera la visione presente del mondo e si oppongono a questa realtà distorta di un’umanità senza rispetto per se stessa.
Il progresso scientifico, il desiderio dell’uomo di ottenere il benessere a qualunque costo e la sua cecità di fronte ai limiti imposti dalla realtà hanno alimentato l’opera di questi artisti che si sono espressi attraverso tecniche diverse come la pittura, la fotografia e la scultura.
I trofei di caccia di Joshua Levine, trofei del progresso umano, si trasformano in animali mutati geneticamente che potrebbero essere visti come evoluzioni della specie, aberrazioni di laboratorio o il risultato di una reazione compensativa della natura ad un ambiente ormai corrotto. Attraverso le grottesche rappresentazioni a cui dà vita, l’artista vuole mettere in risalto il risultato degli errori commessi dall’uomo nei confronti della natura.
Nei quadri dai colori molto vivi di Dan Kopp, l’artista rappresenta un futuro surreale nel quale non c’è più lo spazio per l’umanità che, oltre ad aver distrutto se stessa, ha portato alla distruzione dell’intero mondo animale. Resiste soltanto una parvenza di natura frammista a scheletri di antiche strutture architettoniche a ricordo del tempo che fu.
I paesaggi di Mary Mattingly si ispirano alla letteratura fantascientifica per mostrarci un mondo ecologicamente mutato dove non esistono più razze, religioni e abiti che le rappresentino. Queste figure infatti, abbigliate con delle uniformi, distolgono l’attenzione dal singolo per porla sul paesaggio circostante. Isolate dalla civiltà e stagliate contro un paesaggio svuotato della capacità di dare vita rappresentano la solitudine ontologica che inevitabilmente accompagna l’uomo nel suo rapporto con la natura.
Le opere di Robert Lazzarini, composte da oggetti deformati e distorti che cambiano da figure bidimensionali a tridimensionali a seconda della posizione dell’osservatore, sottolineano la superficialità della prospettiva umana: l’inganno percettivo che caratterizza la visione dell’uomo lo conduce infatti ad un’inevitabile distorsione della realtà. Le sue opere pertanto diventano il simbolo della relatività di qualsiasi punto di vista.
Sebastiaan Bremer si concentra sulla divergenza tra ciò che vediamo e ciò che la realtà è; disegnando linee e punti su delle fotografie mette in evidenza come il mondo dei fenomeni non sia costruito su delimitazioni nette ma riveli soltanto una parte della sua anima interiore e vera. La rielaborazione fotografica compiuta tramite un disegno manuale complesso e laborioso concretizza i pensieri stessi dell’artista. Osservare l’opera è come affondare nell’inconscio: parallelamente all’immagine fotografica si espande un mondo onirico e fantastico che si estende al di là del tempo e dello spazio.
Beatriz Millar presenta la sua opera in occasione di questa mostra in due luoghi: i Tattoo Tree in galleria e l’installazione Clown Clone and the Piano Tattoo presso il Byblos Art Hotel Villa Amistà.
Nell’opera fotografica Tattoo Tree vengono elaborate digitalmente delle immagini ed incise con dei tatuaggi arcaici e simbolici. La spinta che ha condotto l’artista a realizzare questi lavori di intensa liricità è stato il desiderio di scoprire il segreto del creato e di penetrare nella profondità del mistero spazio-tempo per poter copiare e clonare l’essenza di vita senza limiti.
02. CLOWN CLONE AND THE PIANO TATTOO - 22 Settembre ‘07 ore 19:30 – Byblos Art Hotel Villa Amistà
Il giorno dopo l’inaugurazione in galleria verrà presentato nella sala principale del Byblos Art Hotel Villa Amistà la scultura – installazione Clown Clone and the Piano Tattoo, creata da Beatriz Millar. L’installazione, realizzata attraverso la scultura e l’accompagnamento di un pianoforte, mira a rappresentare un Io fisico clonato – come afferma l’artista – un alter ego che la rappresenti mentalmente e fisicamente.
L’opera ironizza sulla fuga dalla noia di un’esistenza chiusa su se stessa, spinta dall’eterna ricerca di una perfezione irraggiungibile che a sua volta diventa foriera di un narcisismo ed di un ego smisurato. Questa disperata lotta per il raggiungimento della sfera di un sé ideale e della perfezione può solo condurre alla deformazione ed alla decadenza interiore ed esteriore dell’Io clonato, a meno che non riesca a ritrovare la salvezza nel risveglio verso un mondo di diversità.
Dal corpo sonoro del pianoforte, tatuato da cicatrici tribali ed arcaiche, escono delle melodie malinconiche composte e cantate dalla musicista svizzera Helena Stocker che ha saputo, attraverso la sua sensibilità musicale, trasformare ed interpretare i testi poetici di Beatriz Millar.
Il catalogo della mostra ed il CD dell’opera “Clown Clone and the Piano Tattoo”, con testo critico di Gabriella Belli, saranno presenti in galleria.
21
settembre 2007
Out of True
Dal 21 settembre al 31 ottobre 2007
arte contemporanea
Location
FAMA GALLERY
Verona, Corso Cavour, 25, (Verona)
Verona, Corso Cavour, 25, (Verona)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 10.00 /13.00 – 14.30 /19.30
Vernissage
21 Settembre 2007, ore 19-24
Ufficio stampa
CONSOLO PRODUZIONI&CONSULENZA
Autore
Curatore