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Outlines
In un unico progetto tre protagonisti dell’arte contemporanea internazionale che hanno in comune la considerazione della superficie pittorica come un campo dinamico da usare come una traccia e una carta assorbente per trattare il tema dello svolgersi e della immutabilità del tempo, dell’addensarsi e del diradarsi della luce e del rapporto tra l’io soggettivo dell’artista creatore e quello individuale dello spettatore
Comunicato stampa
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La Fondazione Mudima presenta “Outlines”, una mostra curata da Lorand Hegyi che riunisce per la prima volta in un unico progetto espositivo tre protagonisti dell’arte contemporanea internazionale: Roman Opalka (Abbeville, Francia, 1931), Gunther Uecker (Wendorf, Germania, 1930) e Lee Ufan (Kyongnam, Corea, 1936).
La mostra propone un percorso attraverso le opere storiche e quelle più recenti di tre artisti appartenenti alla medesima generazione, ma abitualmente considerati indipendentemente l’uno dall’altro.
La ragione che ha permesso al curatore di accostare le tre figure sta nella loro comune considerazione della superficie pittorica come un campo dinamico da usare come una traccia e una carta assorbente per trattare il tema dello svolgersi e della immutabilità del tempo, dell’addensarsi e del diradarsi della luce e del rapporto tra l’io soggettivo dell’artista creatore e quello individuale dello spettatore.
I tre artisti condividono un progetto creativo che “segna” la tela con l’infinità della progressione dei numeri (Opalka), con le modulazioni cinetiche della luce prodotte dalle ombre dei chiodi piantati sulla superficie (Uecker), con le tracce sospese e metafisiche del passaggio del pennello sulla tela (Ufan).
Il tempo che scorre, che si snocciola davanti allo spettatore nelle serie numeriche di Opalka e nelle variazioni di luce di Uecker, così come il tema della relazione tra spazio e tempo presente nelle sculture e nelle tele di Lee Ufan, permettono di inquadrare il loro lavoro secondo una prospettiva inedita che vede in questi tre approcci all’arte un ponte tra l’idea occidentale del divenire e del progredire della storia e quella orientale della circolarità del tempo e della relatività.
Le tre opere, pur così diverse per tema e sensibilità, condividono la volontà dei tre artisti di fermare il senso del loro passaggio e del loro intervento con un’azione fisica che marca la superficie pittorica: lo scorrere dei numeri che intessono in un fittissimo horror vacui, le tracce del colore che svaniscono nel gioco delle sfumature dal grigio al bianco, le geometrie delineate dai chiodi che si sfaldano o si ricombattano a seconda della posizione dello spettatore.
In una parola, un unico grande affresco sul tema dell’agire umano e sul senso della presenza dell’uomo nel mondo che lo circonda, da una parte attraverso le mutazioni imposte a ognuno di noi dalla vita, dall’altra attraverso gli impercettibili cambiamenti e l’immutabilità del tempo lungo della natura.
Note biografiche:
Roman Opalka nasce a Abbeville (Francia) nel 1931, da genitori polacchi. Compie i suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti di Varsavia. Inizia la sua carriera come grafico con vari riconoscimenti a livello internazionale. Dal 1965 si dedica a dipingere le sue progressioni numeriche, tutte intitolate “Particolare”. L’artista considera tutto il suo lavoro una cosa sola, la descrizione dal numero uno all’infinito. Attualmente vive e lavora in Francia.
Gunther Uecker nasce a Wendorf (Germania) nel 1930. Scultore, scenografo e artista cinetico. Frequenta l’Accademia di Düsseldorf fino al 1957, anno a cui risalgono i primi lavori a rilievo in cui fa uso dei chiodi. Amico di Yves Klein, Heinz Mack e Otto Piene, nel 1961 fonda con questi ultimi il Gruppo Zero, che sviluppa ricerche nell’ambito della nascente Arte Cinetica.
Dal 1966 la sperimentazione dell’artista comprende anche progetti con la corrente ad alta frequenza e, dal 1969, progetti di grandi dimensioni all’aperto. L’artista vive attualmente a Düsseldorf.
Lee Ufan nasce nel 1936 a Kyongnam (Corea). Dopo aver interrotto gli studi a Seoul si trasferisce in Giappone dove inizia ad interessarsi all’arte contemporanea. Si laurea nel 1961 in Filosofia. Verso la fine degli anni Sessanta abbina alla sua attività di artista quella di critico e negli anni Settanta diventa teorico del Gruppo Mono-ha. La sua ricerca artistica tocca la pittura, la scultura e l’istallazione. Attualmente vive e lavora tra Giappone e Francia.
La mostra propone un percorso attraverso le opere storiche e quelle più recenti di tre artisti appartenenti alla medesima generazione, ma abitualmente considerati indipendentemente l’uno dall’altro.
La ragione che ha permesso al curatore di accostare le tre figure sta nella loro comune considerazione della superficie pittorica come un campo dinamico da usare come una traccia e una carta assorbente per trattare il tema dello svolgersi e della immutabilità del tempo, dell’addensarsi e del diradarsi della luce e del rapporto tra l’io soggettivo dell’artista creatore e quello individuale dello spettatore.
I tre artisti condividono un progetto creativo che “segna” la tela con l’infinità della progressione dei numeri (Opalka), con le modulazioni cinetiche della luce prodotte dalle ombre dei chiodi piantati sulla superficie (Uecker), con le tracce sospese e metafisiche del passaggio del pennello sulla tela (Ufan).
Il tempo che scorre, che si snocciola davanti allo spettatore nelle serie numeriche di Opalka e nelle variazioni di luce di Uecker, così come il tema della relazione tra spazio e tempo presente nelle sculture e nelle tele di Lee Ufan, permettono di inquadrare il loro lavoro secondo una prospettiva inedita che vede in questi tre approcci all’arte un ponte tra l’idea occidentale del divenire e del progredire della storia e quella orientale della circolarità del tempo e della relatività.
Le tre opere, pur così diverse per tema e sensibilità, condividono la volontà dei tre artisti di fermare il senso del loro passaggio e del loro intervento con un’azione fisica che marca la superficie pittorica: lo scorrere dei numeri che intessono in un fittissimo horror vacui, le tracce del colore che svaniscono nel gioco delle sfumature dal grigio al bianco, le geometrie delineate dai chiodi che si sfaldano o si ricombattano a seconda della posizione dello spettatore.
In una parola, un unico grande affresco sul tema dell’agire umano e sul senso della presenza dell’uomo nel mondo che lo circonda, da una parte attraverso le mutazioni imposte a ognuno di noi dalla vita, dall’altra attraverso gli impercettibili cambiamenti e l’immutabilità del tempo lungo della natura.
Note biografiche:
Roman Opalka nasce a Abbeville (Francia) nel 1931, da genitori polacchi. Compie i suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti di Varsavia. Inizia la sua carriera come grafico con vari riconoscimenti a livello internazionale. Dal 1965 si dedica a dipingere le sue progressioni numeriche, tutte intitolate “Particolare”. L’artista considera tutto il suo lavoro una cosa sola, la descrizione dal numero uno all’infinito. Attualmente vive e lavora in Francia.
Gunther Uecker nasce a Wendorf (Germania) nel 1930. Scultore, scenografo e artista cinetico. Frequenta l’Accademia di Düsseldorf fino al 1957, anno a cui risalgono i primi lavori a rilievo in cui fa uso dei chiodi. Amico di Yves Klein, Heinz Mack e Otto Piene, nel 1961 fonda con questi ultimi il Gruppo Zero, che sviluppa ricerche nell’ambito della nascente Arte Cinetica.
Dal 1966 la sperimentazione dell’artista comprende anche progetti con la corrente ad alta frequenza e, dal 1969, progetti di grandi dimensioni all’aperto. L’artista vive attualmente a Düsseldorf.
Lee Ufan nasce nel 1936 a Kyongnam (Corea). Dopo aver interrotto gli studi a Seoul si trasferisce in Giappone dove inizia ad interessarsi all’arte contemporanea. Si laurea nel 1961 in Filosofia. Verso la fine degli anni Sessanta abbina alla sua attività di artista quella di critico e negli anni Settanta diventa teorico del Gruppo Mono-ha. La sua ricerca artistica tocca la pittura, la scultura e l’istallazione. Attualmente vive e lavora tra Giappone e Francia.
11
giugno 2008
Outlines
Dall'undici giugno al 10 luglio 2008
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE MUDIMA
Milano, Via Alessandro Tadino, 26, (Milano)
Milano, Via Alessandro Tadino, 26, (Milano)
Orario di apertura
lunedì - venerdì 11 / 13 e 16 / 19,30 – sabato e festivi chiuso
Vernissage
11 Giugno 2008, ore 18.30
Autore
Curatore