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OUTSIDE 2014 | door
La IV° edizione di OUTSIDE ha come riferimento la parola inglese door. Termine molto caro all’artista Franco Summa, il quale è stato chiamato a realizzare un progetto specifico volto alla riappropriazione di un luogo: il centro storico di Castelvecchio Subequo (AQ), interdetto ai residenti per via del terribile sisma che ha colpito la regione Abruzzo nel 2009. Tutta l’operazione è indicata con il titolo door | franco summa project | angelo della rivelazione ed è arricchita da altri due interventi che hanno come riferimento sempre il simbolo della porta: l’installazione audiovisiva door del collettivo minus.log (Giustino Di Gregorio – Manuela Cappucci) e l’happening PORTA/PARTO del giovane artista Marco Flamminio.
Comunicato stampa
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La IV° edizione di OUTSIDE ha come riferimento la parola inglese door, che in italiano significa porta;
termine molto caro all’artista Franco Summa, il quale è stato chiamato a realizzare un progetto specifico
volto alla riappropriazione di un luogo: il centro storico di Castelvecchio Subequo (AQ) interdetto ai
residenti e ai turisti per via del terribile sisma che ha colpito la regione Abruzzo nel 2009.
Tutta l’operazione è indicata con il titolo door | franco summa project | angelo della rivelazione:
un’occasione per riconsegnare, sia concettualmente che fisicamente, agli abitanti di Castelvecchio una
parte del centro urbano, da troppo tempo tenuto “sotto chiave”.
door | franco summa project | angelo della rivelazione vuole essere la metafora di una “porta spalancata”
capace, attraverso l’esperienza dell’arte, di stimolare l’immaginazione del pubblico che potrà finalmente
“rivivere” un luogo abbandonato e dimenticato. L’operazione permetterà di riconsegnare ai residenti, e non
solo, gli spazi domestici, i luoghi identitari e la dimensione comunitaria.
Alla base di questo progetto c’è l’atto del “varcare una soglia” che simbolicamente identifica il desiderio
di riunirsi ad un mondo nuovo.
La porta in questo caso rappresenta sia la separazione che la comunicazione tra due ambiti, non solo come
identificazione dello spazio fisico che delimita l’esterno dall’interno o viceversa, ma anche come passaggio
tra due livelli: il noto e l’ignoto, il profano e il sacro.
Come la porta definisce il limite tra il mondo estraneo e quello domestico di una normale abitazione, così la
porta di un tempio identifica il passaggio tra il mondo profano e quello sacro.
Il progetto di Franco Summa rappresenta il ponte tra questi due livelli: il divino e il terreno. Il suo intervento
urbano, infatti, parte proprio da un luogo sacro, la piccola Chiesa della Rivelazione per irradiarsi in tutto il
borgo di Castelvecchio Subequo attraverso l’uso di segni e segnali che intercettano le porte delle case del
centro storico.
OUTSIDE 2014 si arricchisce di altri due interventi che hanno come riferimento sempre il simbolo della
porta: l’installazione audiovisiva door del collettivo minus.log (Giustino Di Gregorio – Manuela Cappucci) e
l’happening PORTA/PARTO del giovane artista Marco Flamminio.
Anche in queste altre due proposte la porta è intesa più come luogo di passaggio che come linea di
confine: elemento di identificazione della vita, che non è altro che un continuo varcare soglie, attraverso
il passaggio da una fase all’altra: dalla nascita alla morte. Passaggi comuni agli umani, ma che l’individuo
deve affrontare per accedere da una “stanza” all’altra; dal momento del primo ingresso “nell’edificio”, con
la nascita, e attraverso una serie di transiti intermedi fino all’uscita che avviene con la morte, ma che può
costituire, a sua volta, passaggio verso altri “edifici”, trasformando l’intero percorso effettuato durante la
vita in una tappa verso l’aggregazione al mondo ultraterreno.
La rassegna si completa con due incontri-dibattiti: il primo previsto per venerdì I° agosto, alle ore 18.30,
dal titolo Oltre la Porta, identità culturali “sottochiave”: come le arti visive rigenerano un luogo, che
vedrà il coinvolgimento di Ivan D’Alberto, storico dell’arte e curatore di OUTSIDE 2014, Sibilla Panerai
dell’Università “G. d'Annunzio” Chieti – Pescara, Antonio Cipriani, architetto e membro dello Studio He5 di
Pescara e l’artista Franco Summa.
Introdurranno i lavori il Sindaco di Castelvecchio Subequo Pietro Salutari e l’assessore alla Cultura del
Comune, Andrea Padovani.
Il secondo appuntamento, previsto per sabato 2 agosto, prevede un incontro tra l’architetto Lucio Rosato e
l’artista Franco Summa. Insieme entreranno nel merito dell’intervento urbano realizzato a Castelvecchio.
Cenni biografici degli artisti coinvolti
Franco Summa è nato a Pescara dove vive e lavora. Ha frequentato la Facoltà di Lettere dell’Università “La
Sapienza” di Roma laureandosi in Storia dell’Arte con una tesi in Estetica. Dalla metà degli anni Sessanta
sviluppa una ricerca artistica incentrata sul rapporto uomo-ambiente, che ha trovato negli spazi urbani uno
specifico campo di intervento.
La sua prima presenza in manifestazioni artistiche significative risale al 1964, con la partecipazione, su
invito di Giulio Carlo Argan, alla mostra Strutture di Visione di Avezzano (Aq) a questa sono seguite molte
altre mostre in Italia e all’estero, tra cui: Proposte Uno (premiato ex aequo con Pino Pascali) Avezzano,
1965; Biennale di Venezia, 1976 (tema: l’Ambiente), dove realizza, con Michelangelo Pistoletto, Il Silenzio
rosa; Biennale di Venezia 1978 (tema: Dalla natura all’arte, dall’arte alla natura);Triennale di Milano
1979; International Art Exhibition, Slovenj Gradec 1980; Documenta Urbana, Kassel 1980; Wir Anderen,
Regensburg 1982; O territorio: pratica artistica e projectaçao, Sao Paulo, Rio de Janeiro 1983; Arte in
Italia dal 1958 al 1985, Bacoli 1985; Itinerari Paralleli, Neuchatel, Hamilton 1987; Premio Michetti, 1988
(premiato); Abitare con Arte, Milano 1990/92; Abitare il Tempo, Verona 1989, 1994 ,1995; Abitare con
Arte Milano 1989; Le Temps de l’Ailleurs Galleria Lara Vincy, Parigi 1994; Live Ceramic Art (con Tilson,
Tadini, Hsiao Chin) ad Artefiera Bologna 1996; Design og identitet al Louisiana Museum di Copenaghen
1996; Ai Confini della Terra al Flash Art Museum di Trevi 1996; Le Diversità Fortezza da Basso, Firenze
1998; Riferimenti Forti, Premio Vasto 2002; Pastor Angelicus Vetrina 133 di Via Ripetta Roma 2008; Arte
ambientale urbana nella Facoltà di Architettura Valle Giulia di Roma 2008/9; Die Stadt als Kunst nell’Istituto
Italiano di Cultura di Vienna, 2009; Le Vie del Dipingere, Galleria Civica di Arte Moderna di Spoleto 2009; Il
Festino degli Dei, Lamezia Terme e Cosenza 2009; Profondità 45, Torino 2008; Arte e Spazio Pubblico Terni
2009; La Porta dell’Infinito, Firenze 2011; De Pictura: il Filo di Arianna, Lamezia Terme 2011; Un Arcobaleno
sulla Via, Roma 2009/2011; Quali Cose Siamo, Triennale di Milano nel 2010/2011; Abitare l’Utopia, Verona
2011; Magnus ab integro saeclorum nascitur ordo, Biennale di Venezia 2011.
A partire dal 1968 ha realizzato, in varie città, numerosi opere ambientali sia temporanee che stabili
come Un arcobaleno in fondo alla via nel 1975 a Città Sant’Angelo (Pe), Le Parole vivono nella Realtà le
Cose nella Mente a Castel di Sangro (Aq) nel 1976, a Pescara La Porta del Mare nel 1993, Essere nel 1994,
Laudato sì nel 2000; La Raccolta nel 2006 a Bolognano (Pe); Preludio nel 2006 a Montesilvano (Pe).
minus.log (Giustino Di Gregorio – Manuela Cappucci)
Giustino Di Gregorio è attivo fin dagli anni ’90 come compositore (Sprut, 1999, Tzadik records), videomaker
e audiovisual artist (Memorie 4.0, 2011; Trapped Light, 2012).
Manuela Cappucci proviene dalla pittura informale (Istantanee di mondi possibili, 2011; Omaggio a Jack
Kerouac, 2012).
Hanno iniziato a collaborare lavorando sull’integrazione di luce e materia in Menhir (site-specific
audiovisual installation, 2012) e nel progetto di installazioni audiovisive Oblivion (2013).
Marco Flamminio
Si avvicina all’arte sviluppando il proprio lavoro attraverso diverse tecniche: dalla pittura alla scultura, dalla
fotografia all’installazione, al video. La sua ricerca è di tipo post-produttiva, i sui lavori sono il risultato di
una visione estetica concettuale estremamente cinica ed essenziale costruita attingendo a piene mani
da esperienze pregresse: come i tagli di Lucio Fontana, le Marylin di Andy Warhol o i pensierini sui fogli a
quadretti di Maurizio Cattelan.
Nel 2010 partecipa al Premio Terna con il video Untitled dove emerge tutta la sua meridionalità e nel
2011 presenta, presso lo Spazio JAG di Spoltore (Pe), la mostra Sew Up/Sex Up. Nel 2012 gli viene
data una grande opportunità: realizzare nella basilica di San Clemente a Casauria, simbolo massimo
della cultura medievale abruzzese, un’installazione site-specific intitolata Tagli periferici con cui viola
completamente l’integrità e la sacralità del luogo. Successivamente partecipa con il video Amen alla
rassegna MadeinAbruzzo presso lo spazio VisualContainer di Milano e realizza con il maestro Angelo
Colangelo la mostra Generation Gap presso lo studio/galleria He5 di Pescara.
termine molto caro all’artista Franco Summa, il quale è stato chiamato a realizzare un progetto specifico
volto alla riappropriazione di un luogo: il centro storico di Castelvecchio Subequo (AQ) interdetto ai
residenti e ai turisti per via del terribile sisma che ha colpito la regione Abruzzo nel 2009.
Tutta l’operazione è indicata con il titolo door | franco summa project | angelo della rivelazione:
un’occasione per riconsegnare, sia concettualmente che fisicamente, agli abitanti di Castelvecchio una
parte del centro urbano, da troppo tempo tenuto “sotto chiave”.
door | franco summa project | angelo della rivelazione vuole essere la metafora di una “porta spalancata”
capace, attraverso l’esperienza dell’arte, di stimolare l’immaginazione del pubblico che potrà finalmente
“rivivere” un luogo abbandonato e dimenticato. L’operazione permetterà di riconsegnare ai residenti, e non
solo, gli spazi domestici, i luoghi identitari e la dimensione comunitaria.
Alla base di questo progetto c’è l’atto del “varcare una soglia” che simbolicamente identifica il desiderio
di riunirsi ad un mondo nuovo.
La porta in questo caso rappresenta sia la separazione che la comunicazione tra due ambiti, non solo come
identificazione dello spazio fisico che delimita l’esterno dall’interno o viceversa, ma anche come passaggio
tra due livelli: il noto e l’ignoto, il profano e il sacro.
Come la porta definisce il limite tra il mondo estraneo e quello domestico di una normale abitazione, così la
porta di un tempio identifica il passaggio tra il mondo profano e quello sacro.
Il progetto di Franco Summa rappresenta il ponte tra questi due livelli: il divino e il terreno. Il suo intervento
urbano, infatti, parte proprio da un luogo sacro, la piccola Chiesa della Rivelazione per irradiarsi in tutto il
borgo di Castelvecchio Subequo attraverso l’uso di segni e segnali che intercettano le porte delle case del
centro storico.
OUTSIDE 2014 si arricchisce di altri due interventi che hanno come riferimento sempre il simbolo della
porta: l’installazione audiovisiva door del collettivo minus.log (Giustino Di Gregorio – Manuela Cappucci) e
l’happening PORTA/PARTO del giovane artista Marco Flamminio.
Anche in queste altre due proposte la porta è intesa più come luogo di passaggio che come linea di
confine: elemento di identificazione della vita, che non è altro che un continuo varcare soglie, attraverso
il passaggio da una fase all’altra: dalla nascita alla morte. Passaggi comuni agli umani, ma che l’individuo
deve affrontare per accedere da una “stanza” all’altra; dal momento del primo ingresso “nell’edificio”, con
la nascita, e attraverso una serie di transiti intermedi fino all’uscita che avviene con la morte, ma che può
costituire, a sua volta, passaggio verso altri “edifici”, trasformando l’intero percorso effettuato durante la
vita in una tappa verso l’aggregazione al mondo ultraterreno.
La rassegna si completa con due incontri-dibattiti: il primo previsto per venerdì I° agosto, alle ore 18.30,
dal titolo Oltre la Porta, identità culturali “sottochiave”: come le arti visive rigenerano un luogo, che
vedrà il coinvolgimento di Ivan D’Alberto, storico dell’arte e curatore di OUTSIDE 2014, Sibilla Panerai
dell’Università “G. d'Annunzio” Chieti – Pescara, Antonio Cipriani, architetto e membro dello Studio He5 di
Pescara e l’artista Franco Summa.
Introdurranno i lavori il Sindaco di Castelvecchio Subequo Pietro Salutari e l’assessore alla Cultura del
Comune, Andrea Padovani.
Il secondo appuntamento, previsto per sabato 2 agosto, prevede un incontro tra l’architetto Lucio Rosato e
l’artista Franco Summa. Insieme entreranno nel merito dell’intervento urbano realizzato a Castelvecchio.
Cenni biografici degli artisti coinvolti
Franco Summa è nato a Pescara dove vive e lavora. Ha frequentato la Facoltà di Lettere dell’Università “La
Sapienza” di Roma laureandosi in Storia dell’Arte con una tesi in Estetica. Dalla metà degli anni Sessanta
sviluppa una ricerca artistica incentrata sul rapporto uomo-ambiente, che ha trovato negli spazi urbani uno
specifico campo di intervento.
La sua prima presenza in manifestazioni artistiche significative risale al 1964, con la partecipazione, su
invito di Giulio Carlo Argan, alla mostra Strutture di Visione di Avezzano (Aq) a questa sono seguite molte
altre mostre in Italia e all’estero, tra cui: Proposte Uno (premiato ex aequo con Pino Pascali) Avezzano,
1965; Biennale di Venezia, 1976 (tema: l’Ambiente), dove realizza, con Michelangelo Pistoletto, Il Silenzio
rosa; Biennale di Venezia 1978 (tema: Dalla natura all’arte, dall’arte alla natura);Triennale di Milano
1979; International Art Exhibition, Slovenj Gradec 1980; Documenta Urbana, Kassel 1980; Wir Anderen,
Regensburg 1982; O territorio: pratica artistica e projectaçao, Sao Paulo, Rio de Janeiro 1983; Arte in
Italia dal 1958 al 1985, Bacoli 1985; Itinerari Paralleli, Neuchatel, Hamilton 1987; Premio Michetti, 1988
(premiato); Abitare con Arte, Milano 1990/92; Abitare il Tempo, Verona 1989, 1994 ,1995; Abitare con
Arte Milano 1989; Le Temps de l’Ailleurs Galleria Lara Vincy, Parigi 1994; Live Ceramic Art (con Tilson,
Tadini, Hsiao Chin) ad Artefiera Bologna 1996; Design og identitet al Louisiana Museum di Copenaghen
1996; Ai Confini della Terra al Flash Art Museum di Trevi 1996; Le Diversità Fortezza da Basso, Firenze
1998; Riferimenti Forti, Premio Vasto 2002; Pastor Angelicus Vetrina 133 di Via Ripetta Roma 2008; Arte
ambientale urbana nella Facoltà di Architettura Valle Giulia di Roma 2008/9; Die Stadt als Kunst nell’Istituto
Italiano di Cultura di Vienna, 2009; Le Vie del Dipingere, Galleria Civica di Arte Moderna di Spoleto 2009; Il
Festino degli Dei, Lamezia Terme e Cosenza 2009; Profondità 45, Torino 2008; Arte e Spazio Pubblico Terni
2009; La Porta dell’Infinito, Firenze 2011; De Pictura: il Filo di Arianna, Lamezia Terme 2011; Un Arcobaleno
sulla Via, Roma 2009/2011; Quali Cose Siamo, Triennale di Milano nel 2010/2011; Abitare l’Utopia, Verona
2011; Magnus ab integro saeclorum nascitur ordo, Biennale di Venezia 2011.
A partire dal 1968 ha realizzato, in varie città, numerosi opere ambientali sia temporanee che stabili
come Un arcobaleno in fondo alla via nel 1975 a Città Sant’Angelo (Pe), Le Parole vivono nella Realtà le
Cose nella Mente a Castel di Sangro (Aq) nel 1976, a Pescara La Porta del Mare nel 1993, Essere nel 1994,
Laudato sì nel 2000; La Raccolta nel 2006 a Bolognano (Pe); Preludio nel 2006 a Montesilvano (Pe).
minus.log (Giustino Di Gregorio – Manuela Cappucci)
Giustino Di Gregorio è attivo fin dagli anni ’90 come compositore (Sprut, 1999, Tzadik records), videomaker
e audiovisual artist (Memorie 4.0, 2011; Trapped Light, 2012).
Manuela Cappucci proviene dalla pittura informale (Istantanee di mondi possibili, 2011; Omaggio a Jack
Kerouac, 2012).
Hanno iniziato a collaborare lavorando sull’integrazione di luce e materia in Menhir (site-specific
audiovisual installation, 2012) e nel progetto di installazioni audiovisive Oblivion (2013).
Marco Flamminio
Si avvicina all’arte sviluppando il proprio lavoro attraverso diverse tecniche: dalla pittura alla scultura, dalla
fotografia all’installazione, al video. La sua ricerca è di tipo post-produttiva, i sui lavori sono il risultato di
una visione estetica concettuale estremamente cinica ed essenziale costruita attingendo a piene mani
da esperienze pregresse: come i tagli di Lucio Fontana, le Marylin di Andy Warhol o i pensierini sui fogli a
quadretti di Maurizio Cattelan.
Nel 2010 partecipa al Premio Terna con il video Untitled dove emerge tutta la sua meridionalità e nel
2011 presenta, presso lo Spazio JAG di Spoltore (Pe), la mostra Sew Up/Sex Up. Nel 2012 gli viene
data una grande opportunità: realizzare nella basilica di San Clemente a Casauria, simbolo massimo
della cultura medievale abruzzese, un’installazione site-specific intitolata Tagli periferici con cui viola
completamente l’integrità e la sacralità del luogo. Successivamente partecipa con il video Amen alla
rassegna MadeinAbruzzo presso lo spazio VisualContainer di Milano e realizza con il maestro Angelo
Colangelo la mostra Generation Gap presso lo studio/galleria He5 di Pescara.
01
agosto 2014
OUTSIDE 2014 | door
Dal primo al 02 agosto 2014
arte contemporanea
Location
CENTRO STORICO
Castelvecchio Subequo, (L'aquila)
Castelvecchio Subequo, (L'aquila)
Orario di apertura
18.30 - 24.00
Vernissage
1 Agosto 2014, h 18.30
Autore
Curatore