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ozne / Yashima Mishto – Censorship goes strange Vol.1
Censorship goes strange Vol.1 mostrerà come le immagini erotiche, dopo essere state censurate, possano divenire più perturbanti di quanto si presume lo fossero in origine.
Comunicato stampa
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Censorship goes strange è il frutto della collaborazione tra Ozne, un’artista che ha elevato l’atto del cancellare a proprio modus operandi, e Yashima Mishto, fotografo erotico con base a Berlino. Due personalità molto diverse ma che dall’autunno 2009 lavorano insieme, recitando rispettivamente i ruoli del censuratore e dell’artista "censurato". Yashima, consapevole della distanza assai breve che separa l’erotismo dalla pornografia, ha quindi affidato le sue foto più scottanti a Ozne al fine di farne nascondere gli eccessi con stickers, pittura e cancellazioni varie.
Da questa singolare collaborazione sono scaturite due serie di lavori che verranno esposte separatamente presso le gallerie La Pillola e CA Gallery.
Censorship goes strange Vol.1 (Galleria La Pillola) mostrerà come le immagini erotiche, dopo essere state censurate, possano divenire più perturbanti di quanto si presume lo fossero in origine, mentre Censorship goes strange Vol.2 (CA Gallery) inscenerà una parodia della censura.
Censorship goes strange Vol. 1
(Galleria La Pillola)
La censura impedisce all’osservatore di venire a contatto con delle immagini sconvenienti, ma non è sempre detto che ciò che essa produce sia meno imbarazzante o urtante. A testimonianza di ciò basta osservare i barbari defacciamenti che Alexander Rodchenko praticò sui ritratti fotografici del suo album Ten Years of Uzbekistan (1934), foto di personaggi invisi al regime staliniano e di cui l’artista ha cancellato volti e nomi con dense pennellate di inchiostro nero. Immagini a dir poco perturbanti che Brian Dillon, parafrasando Valentin Groebner, ha commentato in questi termini: «Violence was shown in and with pictures, but the pictures showed only a terrifying void».
In maniera del tutto simile Ozne cerca di celare il potenziale erotico delle foto di Yashima, e le ricopre a tal punto, con grumosi strati di colore o fitti grovigli di segni, da catapultare le immagini in una poco rassicurante – sebbene suggestiva – dimensione dell’informe. Di corpi e visi cancellati rimangono quindi vestigia di particolari fisionomici, la sagoma originaria o tutt’al più un incolmabile vuoto.
Censorship goes strange Vol. 2
(CA Gallery)
Dismessi i panni seriosi di Censorship goes strange Vol. 1 Ozne adesso conduce la censura a parodiare se stessa. Egli non fagocita più la scena con interventi unilaterali, bensì cerca di instaurare un dialogo alla pari con le immagini di Yashima, e a tal fine detourna in chiave ironica e paradossale i propri stilemi censuranti. Per esempio pratica delle cancellazioni talmente striminzite da celare solo il viso delle modelle e lasciare bene in mostra tutto il resto; oppure copre le note più calienti delle foto con adesivi recanti la scritta banned – ma trasparenti, e che quindi lasciano intravedere o addirittura evidenziano ciò che avrebbero dovuto nascondere. Paradossi altrettanto eclatanti vengono innescati inoltre attraverso foglie di fico, parrucche, mutandoni, reggiseni dipinti e molto altro.
Da questa singolare collaborazione sono scaturite due serie di lavori che verranno esposte separatamente presso le gallerie La Pillola e CA Gallery.
Censorship goes strange Vol.1 (Galleria La Pillola) mostrerà come le immagini erotiche, dopo essere state censurate, possano divenire più perturbanti di quanto si presume lo fossero in origine, mentre Censorship goes strange Vol.2 (CA Gallery) inscenerà una parodia della censura.
Censorship goes strange Vol. 1
(Galleria La Pillola)
La censura impedisce all’osservatore di venire a contatto con delle immagini sconvenienti, ma non è sempre detto che ciò che essa produce sia meno imbarazzante o urtante. A testimonianza di ciò basta osservare i barbari defacciamenti che Alexander Rodchenko praticò sui ritratti fotografici del suo album Ten Years of Uzbekistan (1934), foto di personaggi invisi al regime staliniano e di cui l’artista ha cancellato volti e nomi con dense pennellate di inchiostro nero. Immagini a dir poco perturbanti che Brian Dillon, parafrasando Valentin Groebner, ha commentato in questi termini: «Violence was shown in and with pictures, but the pictures showed only a terrifying void».
In maniera del tutto simile Ozne cerca di celare il potenziale erotico delle foto di Yashima, e le ricopre a tal punto, con grumosi strati di colore o fitti grovigli di segni, da catapultare le immagini in una poco rassicurante – sebbene suggestiva – dimensione dell’informe. Di corpi e visi cancellati rimangono quindi vestigia di particolari fisionomici, la sagoma originaria o tutt’al più un incolmabile vuoto.
Censorship goes strange Vol. 2
(CA Gallery)
Dismessi i panni seriosi di Censorship goes strange Vol. 1 Ozne adesso conduce la censura a parodiare se stessa. Egli non fagocita più la scena con interventi unilaterali, bensì cerca di instaurare un dialogo alla pari con le immagini di Yashima, e a tal fine detourna in chiave ironica e paradossale i propri stilemi censuranti. Per esempio pratica delle cancellazioni talmente striminzite da celare solo il viso delle modelle e lasciare bene in mostra tutto il resto; oppure copre le note più calienti delle foto con adesivi recanti la scritta banned – ma trasparenti, e che quindi lasciano intravedere o addirittura evidenziano ciò che avrebbero dovuto nascondere. Paradossi altrettanto eclatanti vengono innescati inoltre attraverso foglie di fico, parrucche, mutandoni, reggiseni dipinti e molto altro.
12
marzo 2010
ozne / Yashima Mishto – Censorship goes strange Vol.1
Dal 12 al 18 marzo 2010
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
LA PILLOLA
Bologna, Via Castiglione, 25, (Bologna)
Bologna, Via Castiglione, 25, (Bologna)
Orario di apertura
sabato e mercoledì: 17:00 - 20:00
lunedì, martedì e giovedì: 10:30 - 12:30
Vernissage
12 Marzo 2010, ore 19:00
Autore
Curatore