Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
p.i.t.t.u.r.a.
Ipotesi Figurative Italiane
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Un tema: la pittura cresciuta in Italia negli ultimi quindici anni
Una selezione: nove nomi che coprono alcuni archetipi significativi
Un percorso: fatto di opere importanti che delineano la natura di ogni autore
Sintetizzare due decenni di (giovane) figurazione italiana è questione complessa, in bilico tra evidenze e meandri. La mostra, in tal senso, non dichiara promossi e bocciati ma esalta la qualità figurativa, la coerenza temporale, la forza tematica, la rigorosa gestione delle scelte espositive. Farlo al meglio significa usare modi curatoriali in cui si bilanciano i gusti personali, alcune oggettive realtà, il percorso della galleria coinvolta e le fattibilità progettuali. Ne risulta un risultato significativo, prima di tutto per onestà e calibratura intellettuale, poi per veggenza mercantile e attitudine aperta. Nella sana limitatezza di un progetto galleristico, ci bastavano alcuni archetipi che sintetizzassero la pittura cresciuta di recente in Italia.
MARCO CINGOLANI narra storie visive all’insegna del colore assoluto
SANTOLO DE LUCA costruisce concettualismi pittorici attraverso accumuli feticistici
ALBERTO DI FABIO è artista d’apparenze astratte e riflessioni sul Pianeta
DANIELE GALLIANO guarda la realtà con occhio anomalo e trasversale
THORSTEN KIRCHHOFF racconta le tensioni individuali in una società mediatica
GIOVANNI MANFREDINI indaga la luce del corpo nel nero pittorico
ANTONELLO MATARAZZO affonda nella bellezza del rimosso collettivo
MARCO NERI legge il mondo da una prospettiva di sintesi interiore
RAFAEL PAREJA inventa favole cattive tra cinema e letteratura
Un dato comune riguarda l’attitudine iconografica degli autori con base italiana. La nostra memoria storica, insomma, rimane il tessuto cellulare che produce la giusta attualità visiva con le sue contaminazioni metastoriche. Gli artisti dimostrano pregi figurativi, intuizione stilistica, senso plastico dei volumi, sensibilità per il colore e la materia. Attraverso ciò, tuffandosi dentro le istanze del quotidiano, producono ulteriori modelli stilistici, secondo approcci sì innovativi ma fedeli a modelli più “classici” del presente. Talvolta capita l’artista straniero che sceglie l’Italia, intensificando un’empatia dove il bagaglio genetico e la formazione giovanile creano il giusto cortocircuito con la dimensione primordiale del dipingere. Se poi ad unirsi sono la cultura di una certa Europa (la Danimarca) e l’Italia (in particolare Roma che non è solo un luogo fisico ma, assieme a Napoli e Palermo, una vera dimensione mentale), non poteva che esplodere un immaginario come quello di Thorsten Kirchhoff. Autore che non ha nulla di italiano, almeno in apparenza, ma che dimostra la strana empatia tra freddezza stilistica e morbidezza mediterranea.
Nove frangenti autonomi di un prisma che si ricostituisce in forma omogenea. Alcuni di loro lavorano da oltre quindici anni, qualcuno ha una storia meno dilatata nel passato. Ma tutti stanno dentro la propria ossessione, dentro il proprio mistero, dentro la bellezza di un viaggio che sfida le ragioni della normalità. Ognuno rappresenta una via possibile del quadro contemporaneo. Un archetipo che ci piace sottolineare, riconoscendo la coerenza e la potenza di un’ossessione chiamata pittura.
Una selezione: nove nomi che coprono alcuni archetipi significativi
Un percorso: fatto di opere importanti che delineano la natura di ogni autore
Sintetizzare due decenni di (giovane) figurazione italiana è questione complessa, in bilico tra evidenze e meandri. La mostra, in tal senso, non dichiara promossi e bocciati ma esalta la qualità figurativa, la coerenza temporale, la forza tematica, la rigorosa gestione delle scelte espositive. Farlo al meglio significa usare modi curatoriali in cui si bilanciano i gusti personali, alcune oggettive realtà, il percorso della galleria coinvolta e le fattibilità progettuali. Ne risulta un risultato significativo, prima di tutto per onestà e calibratura intellettuale, poi per veggenza mercantile e attitudine aperta. Nella sana limitatezza di un progetto galleristico, ci bastavano alcuni archetipi che sintetizzassero la pittura cresciuta di recente in Italia.
MARCO CINGOLANI narra storie visive all’insegna del colore assoluto
SANTOLO DE LUCA costruisce concettualismi pittorici attraverso accumuli feticistici
ALBERTO DI FABIO è artista d’apparenze astratte e riflessioni sul Pianeta
DANIELE GALLIANO guarda la realtà con occhio anomalo e trasversale
THORSTEN KIRCHHOFF racconta le tensioni individuali in una società mediatica
GIOVANNI MANFREDINI indaga la luce del corpo nel nero pittorico
ANTONELLO MATARAZZO affonda nella bellezza del rimosso collettivo
MARCO NERI legge il mondo da una prospettiva di sintesi interiore
RAFAEL PAREJA inventa favole cattive tra cinema e letteratura
Un dato comune riguarda l’attitudine iconografica degli autori con base italiana. La nostra memoria storica, insomma, rimane il tessuto cellulare che produce la giusta attualità visiva con le sue contaminazioni metastoriche. Gli artisti dimostrano pregi figurativi, intuizione stilistica, senso plastico dei volumi, sensibilità per il colore e la materia. Attraverso ciò, tuffandosi dentro le istanze del quotidiano, producono ulteriori modelli stilistici, secondo approcci sì innovativi ma fedeli a modelli più “classici” del presente. Talvolta capita l’artista straniero che sceglie l’Italia, intensificando un’empatia dove il bagaglio genetico e la formazione giovanile creano il giusto cortocircuito con la dimensione primordiale del dipingere. Se poi ad unirsi sono la cultura di una certa Europa (la Danimarca) e l’Italia (in particolare Roma che non è solo un luogo fisico ma, assieme a Napoli e Palermo, una vera dimensione mentale), non poteva che esplodere un immaginario come quello di Thorsten Kirchhoff. Autore che non ha nulla di italiano, almeno in apparenza, ma che dimostra la strana empatia tra freddezza stilistica e morbidezza mediterranea.
Nove frangenti autonomi di un prisma che si ricostituisce in forma omogenea. Alcuni di loro lavorano da oltre quindici anni, qualcuno ha una storia meno dilatata nel passato. Ma tutti stanno dentro la propria ossessione, dentro il proprio mistero, dentro la bellezza di un viaggio che sfida le ragioni della normalità. Ognuno rappresenta una via possibile del quadro contemporaneo. Un archetipo che ci piace sottolineare, riconoscendo la coerenza e la potenza di un’ossessione chiamata pittura.
10
marzo 2006
p.i.t.t.u.r.a.
Dal 10 marzo al 03 maggio 2006
arte contemporanea
Location
STUDIOSEI ARTE CONTEMPORANEA
Milano, Viale Regina Giovanna, 6, (Milano)
Milano, Viale Regina Giovanna, 6, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-19
Vernissage
10 Marzo 2006, ore 18.30
Autore
Curatore