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Pablo Mesa Capella – Innesti
L’installazione site specific, post residenza artistica, dedicata all’annosa questione del rapporto uomo-Natura, rivisita l’iconografia dell’Albero della vita e, con l’innesto di agrumi di specie differenti, crea un’inedita cucitura concettuale tra tradizione (natura morta) e postnaturalismo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 14 marzo 2020, alle ore 18:30, presso gli spazi dell'associazione L'arca degli esposti di via Dante 25 (PA), avrà luogo l'inaugurazione dell'installazione site specific "Innesti", realizzata dall'artista spagnolo Pablo Mesa Capella durante il suo periodo di residenza a Palermo e corredata da un testo a cura di Eliana Urbano Raimondi nonché da un'improvvisazione sonora di Valerio Mirone con il Guzheng (cetra cinese).
L'opera, frutto di un progetto presentato nel 2014 a Roma, presso il Casale dei Cedrati di Villa Doria Pamphili, e appositamente rivisitato per la sua inedita declinazione palermitana, resterà visibile fino al 28 marzo, su appuntamento. INFO: 366 3462971 – larcadegliesposti@gmail.com
Per la partecipazione all'evento inaugurale, comprensivo della performance musicale e di una degustazione, è richiesto un contributo di euro 5.
Si ringrazia il Teatro Mediterraneo Occupato per la collaborazione.
INNESTI
L'opera, dedicata all’annosa questione del rapporto uomo-Natura, con tutte le sue implicazioni biologiche, ecologiche e tecnologiche, acquisisce particolari sfumature di significato, a partire dal suggestivo allestimento scenografico in penombra, memore delle camere oscure e dei noti dipinti di Juan Sanchez Cotàn, tra i principali pittori seicenteschi di bodegones - termine con cui si definiscono le nature morte in Spagna, terra natia del nostro Pablo Mesa Capella.
Fulcro dell'installazione, che cita l'iconografia dell'Albero della Vita, è la scoperta delle sensazioni scaturite dal contatto con gli agrumi, ora pendenti dal soffitto e sospesi come in quei quadri spagnoli, ora schedati come in un museo di anatomia patologica, quali sofferenti membra sopraffatte dal morbo/muffa (segno che trattiene il passaggio del tempo), o ancora esposti quali scultorei cadaveri, offesi dai chiodi e cuciti col fil di ferro, vera e propria sutura che obbliga la convivenza di specie diverse.
Una cucitura concettuale e culturale, quella operata da Capella, tra tradizione (natura morta) e postnaturalismo, in una dimensione multisensoriale in cui visioni terribili e accattivanti si mescolano a odori dolci e acri e su cui, a loro volta, proprio a proposito di “Innesti”, si inseriscono le melodie orientali di Valerio Mirone, perfettamente integrate allo spirito dell'opera, a partire dall'immagine del mandarino, simbolo tanto della locale Conca d'Oro, quanto della lontana Cina.
____________________________
PABLO MESA CAPELLA
(Málaga 1982) dopo la formazione e l’attività in ambito teatrale (cura regia e scenografia di spettacoli e performances) ,comincia a dedicarsi alle arti plastiche.
Ha esposto in numerose mostre in Italia e all’estero, sia in gallerie che in prestigiosi spazi pubblici e privati, tra cui la Fondazione Pastificio Cerere, il Museo Carlo Bilotti, il MAAM, l’Accademia del Belgio di Roma, il Palazzo dei Papi di Viterbo, il Museo Nazionale del Risorgimento di Torino, la galleria Antonio Nardone di Bruxelles, il Centre Pompidou di Malaga.
È reduce da una residenza artistica presso il MACRO di Roma.
VALERIO MIRONE
(Palermo 1985) studioso di throat singing e musicista, ha lavorato come attore e compositore presso la Compagnia del Teatro del Baglio di Villafrati diretta da Enzo Toto, collaborato per lungo tempo con l'Associazione Curva Minore di Lelio Giannetto come didatta e membro dell'ensemble Contemporary Sounds Unity e insegnato lingua giapponese nei licei per una decina d'anni. Dopo aver conseguito la laurea in lingua giapponese presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sul compositore giapponese Takemitsu Toru, si trasferisce per un anno a Tokyo dove lavora presso l'Istituto Italiano di Cultura. Tornato in Italia, ad oggi canta con gli Utveggi, con cui ha all'attivo quattro album e un tour in Giappone, e si divide tra l'attività di soli(psis)sta e il mestiere di traduttore.
L'opera, frutto di un progetto presentato nel 2014 a Roma, presso il Casale dei Cedrati di Villa Doria Pamphili, e appositamente rivisitato per la sua inedita declinazione palermitana, resterà visibile fino al 28 marzo, su appuntamento. INFO: 366 3462971 – larcadegliesposti@gmail.com
Per la partecipazione all'evento inaugurale, comprensivo della performance musicale e di una degustazione, è richiesto un contributo di euro 5.
Si ringrazia il Teatro Mediterraneo Occupato per la collaborazione.
INNESTI
L'opera, dedicata all’annosa questione del rapporto uomo-Natura, con tutte le sue implicazioni biologiche, ecologiche e tecnologiche, acquisisce particolari sfumature di significato, a partire dal suggestivo allestimento scenografico in penombra, memore delle camere oscure e dei noti dipinti di Juan Sanchez Cotàn, tra i principali pittori seicenteschi di bodegones - termine con cui si definiscono le nature morte in Spagna, terra natia del nostro Pablo Mesa Capella.
Fulcro dell'installazione, che cita l'iconografia dell'Albero della Vita, è la scoperta delle sensazioni scaturite dal contatto con gli agrumi, ora pendenti dal soffitto e sospesi come in quei quadri spagnoli, ora schedati come in un museo di anatomia patologica, quali sofferenti membra sopraffatte dal morbo/muffa (segno che trattiene il passaggio del tempo), o ancora esposti quali scultorei cadaveri, offesi dai chiodi e cuciti col fil di ferro, vera e propria sutura che obbliga la convivenza di specie diverse.
Una cucitura concettuale e culturale, quella operata da Capella, tra tradizione (natura morta) e postnaturalismo, in una dimensione multisensoriale in cui visioni terribili e accattivanti si mescolano a odori dolci e acri e su cui, a loro volta, proprio a proposito di “Innesti”, si inseriscono le melodie orientali di Valerio Mirone, perfettamente integrate allo spirito dell'opera, a partire dall'immagine del mandarino, simbolo tanto della locale Conca d'Oro, quanto della lontana Cina.
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PABLO MESA CAPELLA
(Málaga 1982) dopo la formazione e l’attività in ambito teatrale (cura regia e scenografia di spettacoli e performances) ,comincia a dedicarsi alle arti plastiche.
Ha esposto in numerose mostre in Italia e all’estero, sia in gallerie che in prestigiosi spazi pubblici e privati, tra cui la Fondazione Pastificio Cerere, il Museo Carlo Bilotti, il MAAM, l’Accademia del Belgio di Roma, il Palazzo dei Papi di Viterbo, il Museo Nazionale del Risorgimento di Torino, la galleria Antonio Nardone di Bruxelles, il Centre Pompidou di Malaga.
È reduce da una residenza artistica presso il MACRO di Roma.
VALERIO MIRONE
(Palermo 1985) studioso di throat singing e musicista, ha lavorato come attore e compositore presso la Compagnia del Teatro del Baglio di Villafrati diretta da Enzo Toto, collaborato per lungo tempo con l'Associazione Curva Minore di Lelio Giannetto come didatta e membro dell'ensemble Contemporary Sounds Unity e insegnato lingua giapponese nei licei per una decina d'anni. Dopo aver conseguito la laurea in lingua giapponese presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi sul compositore giapponese Takemitsu Toru, si trasferisce per un anno a Tokyo dove lavora presso l'Istituto Italiano di Cultura. Tornato in Italia, ad oggi canta con gli Utveggi, con cui ha all'attivo quattro album e un tour in Giappone, e si divide tra l'attività di soli(psis)sta e il mestiere di traduttore.
14
marzo 2020
Pablo Mesa Capella – Innesti
Dal 14 al 28 marzo 2020
arte contemporanea
Location
L’ARCA DEGLI ESPOSTI
Palermo, via Dante Alighieri, 25, (Palermo)
Palermo, via Dante Alighieri, 25, (Palermo)
Biglietti
euro 5
Orario di apertura
Su appuntamento
Vernissage
14 Marzo 2020, ore 18:30
Sito web
Editore
L'arca degli esposti
Autore
Curatore
Autore testo critico
Media partner