Il significato recondito dell'arte sta proprio nell'impossibilità apparente del suo svelamento, quello che Karl Kraus imputava all'artista che fa della soluzione un enigma. Deviando dall'evidenza sfacciata ogni opera d'arte è una scatola, è un "velamen" ma anche un box come lo erano quelli di Brillo di Andy Warhol o l'opera in valigia di Duchamp. Il miracolo sta proprio qui, che anche nella esposizione patente dei fatti artistici rimane qualcosa che da questi fatti viene chiuso.
Marcello Carriero

Chiuso. In un packaging. Come dire “I am what I am”, la frase più autenticamente geniale o più autenticamente stupida pronunciata negli ultimi secoli (Gloria Gaynor a rappresentare la parte geniale naturalmente). Qualche tempo fa Michael Wright ha fatto un esperimento con degli autori di teatro: ha chiesto loro di scrivere un testo che comprendesse un’immagine: una chiave chiusa dentro una busta. L’immagine poteva trovarsi all’inizio, a metà o alla fine del testo. Poteva essere l’incidente scatenante o la conseguenza del testo. Un’immagine del mistero. In drammaturgia, se un testo desta poco interesse nello spettatore, si fa ricorso a un procedimento che si chiama “imposizione del mistero” (consiste nella ristrutturazione del testo con elementi del giallo, del poliziesco o dei racconti del mistero). Chiudere un’opera d’arte in un pacco è una super-imposizione del mistero?

Gian Maria Cervo

Mistero, enigma a doppia trama, si svela all’occhio, nell’opaco mutismo delle rotative pubblicitarie di massa
L’enigma di Isidore Ducasse
Maria Giovanna Tumino