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Pace lavoro e resistenza. La Camera del Lavoro, Alberto Sughi e gli altri Artisti Cesenati
La mostra comprende nove cartelloni dipinti da Alberto Sughi negli anni ’60, piu’ cartelloni e manifesti di altri artisti cesenati tra cui quelli dei pittori Silvano e Stambazzi.
Comunicato stampa
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Il rapporto che Alberto Sughi intrattenne con le organizzazioni sindacali e il mondo del lavoro fu uno duraturo e molto ben documentato. Nipote del pittore e sindacalista Otello Magnani Alberto Sughi entro' presto in contatto con i lavoratori braccianti, il movimento antifascista e con i dirigenti del partito comunista. Per quanto vicino al partito alle organizzazioni sindacali, per le quali in piu' occasioni gia' a partire dai primi anni 50 disegno' e dipinse manifesti e cartelloni politici, rivendico' e sempre mantenne per se' una piena indipendenza ideologica ed espressiva, indipendenza che riteneva una condizione prima dell'artista, una condizione alla quale un'artista non puo' sottrarsi.
***
In un' intervista con Luigi Martini Alberto Sughi ebbe una volta modo di soffermarsi e parlare, anche in rapporto alla propria pittura, di questi manifesti e cartelloni fatti per lo piu' per le Feste dell'Unita' e le Camere del Lavoro appunto. Da quella intervista e' l'estratto che qui segue.
Lugi Martini
Mi dicevi che nel dopoguerra tu e Muccini andavate nelle diverse citta’ a dipingere i cartelloni o striscioni che servivano per le manifestazioni sindacali e politiche.
Alberto Sughi
Un ricordo molto bello, stavamo insieme, si disegnava; in una notte facevamo fino a 20 cartelloni, che chiamavamo manifesti, di 2-3-4 m., facevamo le gare fra di noi a chi li faceva meglio e a volte uscivano cose anche di grande qualita’. Per me e’ stata una grande scuola, di disegni in grandi dimensioni; e’ probabile che questo mio misurarmi con le grandi dimensioni, con opere che non trovavamo origine dai quadri piccoli, provenga da questo lungo tirocinio. Lavoravo molto per le Feste de l’Unita’, del l° Maggio, per le manifestazioni. A Cesena facevo queste cose con Cappelli e Caldari, poi venuto a Roma con Muccini e assieme andavamo anche in altre citta’: Ancona, Bologna, ecc., ci chiamavano dappertutto. Nelle citta’ ci fermavamo 3-4 giorni, andavamo nelle grandi sale delle Camere del Lavoro utilizzate normalmente per le riunioni, facevamo portare via tutto e stendevamo questi grandi teli per terra, disegnavamo, preparavamo i colori. Ci davano pochissimo e l’unico vantaggio e’ che potevamo farne molti in poco tempo, per questo ingaggiavo dei ragazzi di Cesena che mi aiutavano; io lavoravo in continuazione per tre giorni senza andare a dormire, mentre loro, ogni tanto, cadevano. Ci davano un rimborso piccolissimo che assumeva una certa importanza solo se ne facevamo molti, se si lavorava lentamente ci rimettavamo.
Questi gruppi di pittori c’era dappertutto, mi ricordo che anche Vespignani mi ha detto di averne fatti. E’ una pratica iniziata nei primissimi anni ‘50. A Cesena un po’ di questi miei “cartelloni” sono stati conservati ma di quelli fatti in anni piu’ recenti, negli anni ‘60, solo allora il gruppo dirigente ha pensato che potesse valerne la pena. Se fossero stati conservati” i cartelloni degli anni ‘48-’55, oggi potremmo avere un’idea visiva di come evolveva in quegli anni la battaglia sindacale.
Facemmo qualcosa anche a Bologna, nel 1951, per il xxx° del PCI, nel 1952 ne fecero anche un libro, venimmo chiamati: io, Borgonzoni, Nocera, Rambaldi - che poi e’ diventato un grande scenografo cinematografico negli USA -, ecc, facemmo grandi quadri di m. 3x4 sulla storia del movimento socialista fino alla fondazione del Partito Comunista, erano 12 opere. Dopo due anni questi quadri vennero imbiancati per fare delle scritte, non avevano idea del valore che poteva rappresentare un’esperienza di quel genere. A quel tempo era così, finita la festa o la manifestazione le opere fatte appositamente, perdevano la loro ragione d’essere.
Luigi Martini
come potresti giudicare quel tuo lavoro rispetto alla tua pittura.
Alberto Sughi
A pensarci bene non c’era un grande divario fra ciò che animava la nostra pittura, i nostri pensieri di pittori e questa attività di cartellonisti o di illustratori. Le idee di rinascita del paese mettevano sulla stessa strada intellettuali e lavoratori, c’era una spinta unitaria che semplificava la convergenza.
Nel 1952 ho lavorato alla “Guida del Lavoratore Agricolo”, era la rivista della Federbraccianti, veniva fatta a Bologna dove un intellettuale di grande rilievo come Luciano Romagnoli la dirigeva. Intellettuali, artisti, lavoratori, a quel tempo, costruivano assieme le cose. In quegli anni, ed e’ proseguito per un certo periodo, il blocco di forze che aveva fatto la Resistenza lavoravano assieme e avevano dimenticato di appartenere a spezzoni diversi. Rivedere oggi, a distanza di tanto tempo, questi lavori che sono nella collezione della CGIL, fatti da artisti, e’ bello; non sono lavori di propaganda, c’e’ grande tensione poetica. Vedi i lavoratori erano importanti, avevano fatto la Resistenza e stavano facendo l’Italia.
in Luigi Martini, Conversazione con Alberto Sughi (trascritto di un’ intervista registrata a Roma, tra gli anni 1986-1996 e 2003, di cui i nastri/cassette originali si trovano depositati presso l’ Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi , Roma )
***
Alberto Sughi e la CGIL Nota Bibliografica
Uno stralcio di questa testimonianza è stato pubblicato in "Arte in lotta. Pittori e scultori del '900 nella raccolta della Cgil" a cura di Luigi Martini e pubblicato da Ediesse, nel 1996.
Sulle opere di Alberto nelle raccolte d'arte della Cgil in tutta Italia, le informazioni si possono trovare in "Cgil: Le raccolte d'arte", due volumi, il secondo è il "Repertorio", a cura di Luigi Martini e Patrizia Lazoi, editati nel 2005, nel quadro delle manifestazioni per il centenario della Cgil, da Ediesse. Nel primo volume ci sono testi che citano Alberto Sughi, con foto.
Su Alberto Sughi Luigi Martini ha anche scritto quando ha riordinato la raccolta d'arte della FLAI e ha curato il volumetto "FLAI. Per una storia per immagini", nel 1996. In altre pubblicazioni sempre curate da Martini sono stati pubblicati diversi suoi manifesti creati per il mondo sindacale.
Infine alla Camera del Lavoro di Cesena ci sono alcuni grandi pannelli-dipinti da Alberto, che lui considerava parte della sua partecipazione ideale e sociale alla vita del mondo del lavoro, che non considerava arte, ma che, almeno in alcuni, trattengono l'autenticità del suo lavoro e del suo stile.
***
In un' intervista con Luigi Martini Alberto Sughi ebbe una volta modo di soffermarsi e parlare, anche in rapporto alla propria pittura, di questi manifesti e cartelloni fatti per lo piu' per le Feste dell'Unita' e le Camere del Lavoro appunto. Da quella intervista e' l'estratto che qui segue.
Lugi Martini
Mi dicevi che nel dopoguerra tu e Muccini andavate nelle diverse citta’ a dipingere i cartelloni o striscioni che servivano per le manifestazioni sindacali e politiche.
Alberto Sughi
Un ricordo molto bello, stavamo insieme, si disegnava; in una notte facevamo fino a 20 cartelloni, che chiamavamo manifesti, di 2-3-4 m., facevamo le gare fra di noi a chi li faceva meglio e a volte uscivano cose anche di grande qualita’. Per me e’ stata una grande scuola, di disegni in grandi dimensioni; e’ probabile che questo mio misurarmi con le grandi dimensioni, con opere che non trovavamo origine dai quadri piccoli, provenga da questo lungo tirocinio. Lavoravo molto per le Feste de l’Unita’, del l° Maggio, per le manifestazioni. A Cesena facevo queste cose con Cappelli e Caldari, poi venuto a Roma con Muccini e assieme andavamo anche in altre citta’: Ancona, Bologna, ecc., ci chiamavano dappertutto. Nelle citta’ ci fermavamo 3-4 giorni, andavamo nelle grandi sale delle Camere del Lavoro utilizzate normalmente per le riunioni, facevamo portare via tutto e stendevamo questi grandi teli per terra, disegnavamo, preparavamo i colori. Ci davano pochissimo e l’unico vantaggio e’ che potevamo farne molti in poco tempo, per questo ingaggiavo dei ragazzi di Cesena che mi aiutavano; io lavoravo in continuazione per tre giorni senza andare a dormire, mentre loro, ogni tanto, cadevano. Ci davano un rimborso piccolissimo che assumeva una certa importanza solo se ne facevamo molti, se si lavorava lentamente ci rimettavamo.
Questi gruppi di pittori c’era dappertutto, mi ricordo che anche Vespignani mi ha detto di averne fatti. E’ una pratica iniziata nei primissimi anni ‘50. A Cesena un po’ di questi miei “cartelloni” sono stati conservati ma di quelli fatti in anni piu’ recenti, negli anni ‘60, solo allora il gruppo dirigente ha pensato che potesse valerne la pena. Se fossero stati conservati” i cartelloni degli anni ‘48-’55, oggi potremmo avere un’idea visiva di come evolveva in quegli anni la battaglia sindacale.
Facemmo qualcosa anche a Bologna, nel 1951, per il xxx° del PCI, nel 1952 ne fecero anche un libro, venimmo chiamati: io, Borgonzoni, Nocera, Rambaldi - che poi e’ diventato un grande scenografo cinematografico negli USA -, ecc, facemmo grandi quadri di m. 3x4 sulla storia del movimento socialista fino alla fondazione del Partito Comunista, erano 12 opere. Dopo due anni questi quadri vennero imbiancati per fare delle scritte, non avevano idea del valore che poteva rappresentare un’esperienza di quel genere. A quel tempo era così, finita la festa o la manifestazione le opere fatte appositamente, perdevano la loro ragione d’essere.
Luigi Martini
come potresti giudicare quel tuo lavoro rispetto alla tua pittura.
Alberto Sughi
A pensarci bene non c’era un grande divario fra ciò che animava la nostra pittura, i nostri pensieri di pittori e questa attività di cartellonisti o di illustratori. Le idee di rinascita del paese mettevano sulla stessa strada intellettuali e lavoratori, c’era una spinta unitaria che semplificava la convergenza.
Nel 1952 ho lavorato alla “Guida del Lavoratore Agricolo”, era la rivista della Federbraccianti, veniva fatta a Bologna dove un intellettuale di grande rilievo come Luciano Romagnoli la dirigeva. Intellettuali, artisti, lavoratori, a quel tempo, costruivano assieme le cose. In quegli anni, ed e’ proseguito per un certo periodo, il blocco di forze che aveva fatto la Resistenza lavoravano assieme e avevano dimenticato di appartenere a spezzoni diversi. Rivedere oggi, a distanza di tanto tempo, questi lavori che sono nella collezione della CGIL, fatti da artisti, e’ bello; non sono lavori di propaganda, c’e’ grande tensione poetica. Vedi i lavoratori erano importanti, avevano fatto la Resistenza e stavano facendo l’Italia.
in Luigi Martini, Conversazione con Alberto Sughi (trascritto di un’ intervista registrata a Roma, tra gli anni 1986-1996 e 2003, di cui i nastri/cassette originali si trovano depositati presso l’ Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi , Roma )
***
Alberto Sughi e la CGIL Nota Bibliografica
Uno stralcio di questa testimonianza è stato pubblicato in "Arte in lotta. Pittori e scultori del '900 nella raccolta della Cgil" a cura di Luigi Martini e pubblicato da Ediesse, nel 1996.
Sulle opere di Alberto nelle raccolte d'arte della Cgil in tutta Italia, le informazioni si possono trovare in "Cgil: Le raccolte d'arte", due volumi, il secondo è il "Repertorio", a cura di Luigi Martini e Patrizia Lazoi, editati nel 2005, nel quadro delle manifestazioni per il centenario della Cgil, da Ediesse. Nel primo volume ci sono testi che citano Alberto Sughi, con foto.
Su Alberto Sughi Luigi Martini ha anche scritto quando ha riordinato la raccolta d'arte della FLAI e ha curato il volumetto "FLAI. Per una storia per immagini", nel 1996. In altre pubblicazioni sempre curate da Martini sono stati pubblicati diversi suoi manifesti creati per il mondo sindacale.
Infine alla Camera del Lavoro di Cesena ci sono alcuni grandi pannelli-dipinti da Alberto, che lui considerava parte della sua partecipazione ideale e sociale alla vita del mondo del lavoro, che non considerava arte, ma che, almeno in alcuni, trattengono l'autenticità del suo lavoro e del suo stile.
24
aprile 2019
Pace lavoro e resistenza. La Camera del Lavoro, Alberto Sughi e gli altri Artisti Cesenati
Dal 24 aprile al primo maggio 2019
arte moderna e contemporanea
Location
GALLERIA COMUNALE D’ARTE – PALAZZO DEL RIDOTTO
Cesena, Corso Giuseppe Mazzini, 1, (Forlì-cesena)
Cesena, Corso Giuseppe Mazzini, 1, (Forlì-cesena)
Orario di apertura
feriali dalle 16:00 alle 19:00 / festivi dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00
Vernissage
24 Aprile 2019, ore 17.30
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