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Padiglioni Invisibili / buone pratiche
Due degli elementi cardine della progettazione culturale europea sono l’attenzione e la promozione dell’ecosostenibilità e la responsabilità sociale della cultura e dell’arte, che la Fondazione Matera – Basilicata 2019 ha rilanciato come alcuni dei pilastri della progettazione culturale delle celebrazioni della Capitale Europea della Cultura. In qualità di co-produttore del programma ufficiale di Matera 2019 con il progetto denominato Padiglioni Invisibili, focalizzato sull’architettura scavata e ipogea, la Fondazione SoutHeritage presenta una mostra dedicata alle buone pratiche previste per l’implementazione e la realizzazione del programma
Comunicato stampa
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Due degli elementi cardine della progettazione culturale europea sono l’attenzione e la promozione dell’ecosostenibilità e la responsabilità sociale della cultura e dell’arte, che la Fondazione Matera – Basilicata 2019 ha rilanciato come alcuni dei pilastri della progettazione culturale delle celebrazioni della Capitale Europea della Cultura.
In qualità di co-produttore del programma ufficiale di Matera 2019 con il progetto denominato Padiglioni Invisibili, focalizzato sull’architettura scavata e ipogea, la Fondazione SoutHeritage presenta una mostra dedicata alle buone pratiche previste per l’implemetazione e la realizzazione del programma.
In questo quadro, coerentemente alla politica di sostenibilità ambientale ed ecologica, la Fondazione SoutHeritage ha redatto una « Carta dei Valori» volta a mantenere e rafforzare un sistema di governance del progetto allineato, ove possibile, con gli standard delle cosiddette best practices in materia di ecologia ambientale e, più generalmente, culturale. Su queste linee il programma Padiglioni Invisibili (veicolato attraverso medium a impatto zero prediligendo formati elettronici e supporti stampa derivanti da riciclo), prevede anche l’impiego di procedure e istruzioni operative per le attività a più significativo impatto sull’ambiente, il contenimento dei materiali di rifiuto e soluzioni per eventuali problematiche ambientali di imprese esterne che operano per il progetto.
Al fine di mitigare l’impatto ambientale dei gas serra prodotti per l’implementazione del programma Padiglioni Invisibili, che sta portando a Matera artisti, ricercatori e professionisti provenienti da diverse discipline e diverse città d’Italia e d’Europa , la fondazione SoutHeritage aderisce al progetto in progress dell’artista Gustav Metzger* intitolato RAF / Reduce Art Flights chiedendo a chiunque debba viaggiare per rendere possibile le attività di progetto, di usare mezzi di trasporto meno inquinanti dell’aereo, come la nave o il treno.
Nello stesso quadro, la Fondazione SoutHeritage supporta il progetto intitolato COLOR EARTH: Linea Rossa- Linea Gialla dell’artista Angelo Caruso che tra aprile e luglio 2019, negli spazi urbani di Viale Monza a Milano e presso alcuni spazi verdi del Rione Agna e del parco dell’Open Design School di Matera, prevede, su una superficie complessiva di 13.000 mq., la semina di papaveri e girasoli come gesto di compensazione ambientale.
Promuovendo la responsabilità sociale della cultura e dell’arte contemporanea, la Fondazione SoutHeritage presenta in mostra i primi esiti delle azioni previste nel programma di Audience Development Program di Padiglioni Invisibili, con il quale il progetto intende perseguire una riflessione approfondita sulle possibilità, le dinamiche, gli scopi e i potenziali effetti dell’ inclusione sociale e intergenerazionale, attraverso un più ampio accesso all’arte e alla cultura contemporanea.
In questo ambito la fondazione supporta il progetto intitolato Ciak si critica!, nato dalla collaborazione con il Dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità – Istituto penale per i minorenni E. Gianturco di Potenza, dove dal 15 dicembre 2018 al 28 febbraio 2019 è stato attivato un percorso formativo per l’integrazione sociale e culturale di minori ristretti. L’obiettivo dell’impegno sostenuto dalla fondazione è quello di favorire l’accesso all’arte e alla cultura contemporanea a persone che normalmente non compongono il «suo» pubblico, come i giovani detenuti, attraverso la produzione di alcuni momenti di formazione volti a donare strumenti linguistici, pratici e teorici di base per una comprensione dell’arte come strumento di crescita e di esperienza, condividendo i materiali visivi sviluppati e prodotti attorno ai temi del progetto Padiglioni Invisibili. In mostra saranno presentati gli esiti di questo percorso formativo che questiona principalmente il concetto di spazio chiuso, limitato e misurato che caratterizza e accomuna gli spazi ipogei al centro del progetto Padiglioni Invisibili e lo spazio penitenziario, riconnettendo in una sincronia metatemporale la dimensione spaziale degli ambienti carcerari e quella degli ambienti scavati.
L’inaugurazione della mostra sarà anche il momento di presentazione dello spin-off imprenditoriale sociale del progetto Padiglioni Invisibili, che da un lato si focalizza sulla valorizzazione del patrimonio culturale, dall’altro dà il suo contributo alla formazione continua e alla creazione di occupazione grazie alla costituzione di un nuovo soggetto d’impresa culturale composto da personale qualificato che si occuperà di organizzare laboratori educativi, gestire i luoghi del progetto e di operare attraverso visite guidate e attività di mediazione culturale con il pubblico, e di interpretariato LIS (Lingua Italiana dei Segni).
Infine, fino al 25 maggio sarà possibile visitare la mostra Padiglioni Invisibili: rehearsing the Subterranean, ospitata nei suggestivi ambienti ipogei di Palazzo Viceconte (già Venusio), precisamente presso il Museo per la Fotografia Pino Settanni.
Il percorso espositivo, pensato come un’immersione nell’internità della terra e nella sua materia con un particolare allestimento che raccoglie una selezione-campionario di conci di calcarenite che nei secoli hanno strutturato l’agglomerato urbano dei Rioni Sassi (patrimonio UNESCO), include alcuni lavori di artisti di diversa generazione e provenienza culturale e stilistica come Monica Bonvicini*, Peter Fischli & David Weiss* e Pierangelo Laterza*, creando un’interazione inedita tra la materia ancestrale e la sperimentazione artistica contemporanea, da cui emergono nuovi potenziali immaginari del « sotterraneo ».
artisti:
*Monica Bonvicini (Venezia 1965, vive e lavora a Berlino)
La sua multiforme pratica, che indaga il rapporto tra l’architettura, il potere, il genere, lo spazio e la sorveglianza, si traduce in opere che mettono in discussione l’ambiguità del linguaggio e i limiti e le possibilità legati all’ideale di libertà. Bonvicini ha ottenuto diversi premi, tra cui il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia (1999); il Preis der Nationalgalerie für junge Kunst, dallo Staatliche Museen zu Berlin (2005); e il Rolandpreis für Kunst per l’arte nel settore pubblico dalla Foundation Bremen, Germania (2013). Suoi lavori sono stati presentati in molte biennali di spicco, tra cui Berlino (1998, 2003 2014), La TriennaIe, Parigi (2012), Istanbul (2003), Gwangju (2006), New Orleans (2008), e Venezia (1999, 2001, 2005 2011, 2015). Ha avuto mostre personali presso Palais de Tokyo di Parigi (2002), Modern Art Oxford, Inghilterra (2003), Secession, Vienna (2003), Staedtisches Museum, Abteiberg (2005, 2012), Sculpture Center (2007), l’Istituto d’Arte di Chicago (2009), il Kunstmuseum di Basilea (2009), Frac des Pays de la Loire (2009), la Kunsthalle Fridericianum di Kassel (2011), il Centro di Arte Contemporanea di Malaga, Spagna (2011), il Deichtorhallen Hamburg (2012), Kunsthalle Mainz (2013), BALTIC Center for Contemporary Art (2016/17). Sculture create da Bonvicini sono ora installate in modo permanente al Queen Elizabeth Olympic Park, Londra; al Teatro dell’Opera di Oslo, Norvegia e presso il Museo di Arte Moderna di Istanbul.
*Fischli & Weiss (Peter Fischli, Zurigo 1952, vive e lavora a Zurigo; David Weiss, Zurigo 1946 – 2012).
Costituiscono uno dei sodalizi più celebri dell’arte contemporanea. Noti per la loro abilità nel trasformare, analizzare e rivisitare il senso delle cose: ribaltando la quotidianità e reinventando nuovi universi possibili hanno esposto con mostre personali in musei e istituzioni internazionali, tra cui : il Museo Nacional Reina Sofía di Madrid (2009), la Kunsthaus Zürich di Zurigo (2007), il Museé d’Art moderne de la Ville de Paris (2007), la Tate Modern di Londra (2006), il Museum Boijmans van Beuningen di Rotterdam (2003), il Museum Ludwig di Colonia (2002), il MACBA di Barcelona (2000), il San Francisco Museum of Contemporary Art (1997), la Serpentine Gallery di Londra (1996) e il Museum of Contemporary Art di Los Angeles (1987). I due artisti hanno contribuito alla realizzazione del Padiglione Svizzero dell’Esposizione Internazionale di Siviglia del 1992 e hanno partecipato a numerose mostre collettive in spazi come Punta della Dogana a Venezia (2009), l’Hamburger Bahnhof di Berlino (2008), il Guggenheim Museum di New York (2003), il Centre Pompidou di Parigi (1992) e il Walker Art Center di Minneapolis (1996). Il duo ha rappresentato la Svizzera alla Biennale di Venezia – 46. Esposizione Internazionale d’Arte (1995), ha vinto il Leone d’Oro sempre alla Biennale di Venezia nel 2003 e preso parte alle più importanti kermesse per l’arte contemporanea come la 55. Carnegie International del Carnegie Museum of Art di Pittsburgh (2008-2009), la Yokohama Triennale (2008), l’11. Biennale of Sydney (1998), Documenta a Kassel ( ed.1997 e 1987), e lo Skulptur Projekte di Münster (ed.1997 e 1987).
*Gustav Metzger (Norimberga 1926 – Londra 2017)
E’ stato uno degli artisti più importanti delle avanguardie del dopoguerra, ha contribuito, negli anni ‘60, alla ridefinizione dell’arte, esplorando nuovi metodi per creare e ancorare il suo approccio estetico alle questioni sociali e alla cultura ambientale. Come in molti artisti della sua generazione, tra cui i New Realists e i Fluxus, nelle sue opere viene tematizzato il potenziale distruttivo del XX secolo è sviluppata una critica al capitalismo e al sistema dell’arte. Metzger è stato l’inventore della “Auto Creative Art”, “Auto Destructive Art” e “Historic Photographs” ; suoi progetti sono stati presentati presso importanti istituzioni tra cui : l’Institute of Contemporary Arts /Londra, il Museum of Modern Art / Oxford, la Serpentine Gallery / Londra, il MAMAC / Nizza, la Generali Foundation / Vienna e Palazzo Grassi / Venezia
*Pierangelo Laterza (Matera, 1981. Vive e lavora a Matera)
Laureato in Sociologia alla Sapienza di Roma, inizia il proprio percorso nella fotografia diplomandosi nel 2013 alla Scuola Romana di Fotografia a Roma specializzandosi in reportage, fotografia documentaria, paesaggistica e architettura.
Suoi lavori sono stati pubblicati su riviste italiane ed internazionali quali : Domus, Interior Design,Architectural Record, Bell’Italia, Boaat Press, Yet Magazine, Blacklie, Progetti, Bob Magazine, Handkerchief, Ark, AD, Divisare, Archilovers, Daily Star, La Repubblica, Sette – Corriere della Sera, Hauser, Maps Magazine.
*Angelo Caruso (Pisticci –MT 1956, vive e lavora a Milano)
Nei suoi progetti è solito indagare le possibili relazioni fra arte e ambiente, spesso allargando il dialogo anche agli individui. Materiali e strumenti del suo lavoro sono la città, l’ambiente e gli spazi aperti che si trasformano in piattaforme ideali per rappresentazioni simboliche dalle molteplici funzionalità.
In qualità di co-produttore del programma ufficiale di Matera 2019 con il progetto denominato Padiglioni Invisibili, focalizzato sull’architettura scavata e ipogea, la Fondazione SoutHeritage presenta una mostra dedicata alle buone pratiche previste per l’implemetazione e la realizzazione del programma.
In questo quadro, coerentemente alla politica di sostenibilità ambientale ed ecologica, la Fondazione SoutHeritage ha redatto una « Carta dei Valori» volta a mantenere e rafforzare un sistema di governance del progetto allineato, ove possibile, con gli standard delle cosiddette best practices in materia di ecologia ambientale e, più generalmente, culturale. Su queste linee il programma Padiglioni Invisibili (veicolato attraverso medium a impatto zero prediligendo formati elettronici e supporti stampa derivanti da riciclo), prevede anche l’impiego di procedure e istruzioni operative per le attività a più significativo impatto sull’ambiente, il contenimento dei materiali di rifiuto e soluzioni per eventuali problematiche ambientali di imprese esterne che operano per il progetto.
Al fine di mitigare l’impatto ambientale dei gas serra prodotti per l’implementazione del programma Padiglioni Invisibili, che sta portando a Matera artisti, ricercatori e professionisti provenienti da diverse discipline e diverse città d’Italia e d’Europa , la fondazione SoutHeritage aderisce al progetto in progress dell’artista Gustav Metzger* intitolato RAF / Reduce Art Flights chiedendo a chiunque debba viaggiare per rendere possibile le attività di progetto, di usare mezzi di trasporto meno inquinanti dell’aereo, come la nave o il treno.
Nello stesso quadro, la Fondazione SoutHeritage supporta il progetto intitolato COLOR EARTH: Linea Rossa- Linea Gialla dell’artista Angelo Caruso che tra aprile e luglio 2019, negli spazi urbani di Viale Monza a Milano e presso alcuni spazi verdi del Rione Agna e del parco dell’Open Design School di Matera, prevede, su una superficie complessiva di 13.000 mq., la semina di papaveri e girasoli come gesto di compensazione ambientale.
Promuovendo la responsabilità sociale della cultura e dell’arte contemporanea, la Fondazione SoutHeritage presenta in mostra i primi esiti delle azioni previste nel programma di Audience Development Program di Padiglioni Invisibili, con il quale il progetto intende perseguire una riflessione approfondita sulle possibilità, le dinamiche, gli scopi e i potenziali effetti dell’ inclusione sociale e intergenerazionale, attraverso un più ampio accesso all’arte e alla cultura contemporanea.
In questo ambito la fondazione supporta il progetto intitolato Ciak si critica!, nato dalla collaborazione con il Dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità – Istituto penale per i minorenni E. Gianturco di Potenza, dove dal 15 dicembre 2018 al 28 febbraio 2019 è stato attivato un percorso formativo per l’integrazione sociale e culturale di minori ristretti. L’obiettivo dell’impegno sostenuto dalla fondazione è quello di favorire l’accesso all’arte e alla cultura contemporanea a persone che normalmente non compongono il «suo» pubblico, come i giovani detenuti, attraverso la produzione di alcuni momenti di formazione volti a donare strumenti linguistici, pratici e teorici di base per una comprensione dell’arte come strumento di crescita e di esperienza, condividendo i materiali visivi sviluppati e prodotti attorno ai temi del progetto Padiglioni Invisibili. In mostra saranno presentati gli esiti di questo percorso formativo che questiona principalmente il concetto di spazio chiuso, limitato e misurato che caratterizza e accomuna gli spazi ipogei al centro del progetto Padiglioni Invisibili e lo spazio penitenziario, riconnettendo in una sincronia metatemporale la dimensione spaziale degli ambienti carcerari e quella degli ambienti scavati.
L’inaugurazione della mostra sarà anche il momento di presentazione dello spin-off imprenditoriale sociale del progetto Padiglioni Invisibili, che da un lato si focalizza sulla valorizzazione del patrimonio culturale, dall’altro dà il suo contributo alla formazione continua e alla creazione di occupazione grazie alla costituzione di un nuovo soggetto d’impresa culturale composto da personale qualificato che si occuperà di organizzare laboratori educativi, gestire i luoghi del progetto e di operare attraverso visite guidate e attività di mediazione culturale con il pubblico, e di interpretariato LIS (Lingua Italiana dei Segni).
Infine, fino al 25 maggio sarà possibile visitare la mostra Padiglioni Invisibili: rehearsing the Subterranean, ospitata nei suggestivi ambienti ipogei di Palazzo Viceconte (già Venusio), precisamente presso il Museo per la Fotografia Pino Settanni.
Il percorso espositivo, pensato come un’immersione nell’internità della terra e nella sua materia con un particolare allestimento che raccoglie una selezione-campionario di conci di calcarenite che nei secoli hanno strutturato l’agglomerato urbano dei Rioni Sassi (patrimonio UNESCO), include alcuni lavori di artisti di diversa generazione e provenienza culturale e stilistica come Monica Bonvicini*, Peter Fischli & David Weiss* e Pierangelo Laterza*, creando un’interazione inedita tra la materia ancestrale e la sperimentazione artistica contemporanea, da cui emergono nuovi potenziali immaginari del « sotterraneo ».
artisti:
*Monica Bonvicini (Venezia 1965, vive e lavora a Berlino)
La sua multiforme pratica, che indaga il rapporto tra l’architettura, il potere, il genere, lo spazio e la sorveglianza, si traduce in opere che mettono in discussione l’ambiguità del linguaggio e i limiti e le possibilità legati all’ideale di libertà. Bonvicini ha ottenuto diversi premi, tra cui il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia (1999); il Preis der Nationalgalerie für junge Kunst, dallo Staatliche Museen zu Berlin (2005); e il Rolandpreis für Kunst per l’arte nel settore pubblico dalla Foundation Bremen, Germania (2013). Suoi lavori sono stati presentati in molte biennali di spicco, tra cui Berlino (1998, 2003 2014), La TriennaIe, Parigi (2012), Istanbul (2003), Gwangju (2006), New Orleans (2008), e Venezia (1999, 2001, 2005 2011, 2015). Ha avuto mostre personali presso Palais de Tokyo di Parigi (2002), Modern Art Oxford, Inghilterra (2003), Secession, Vienna (2003), Staedtisches Museum, Abteiberg (2005, 2012), Sculpture Center (2007), l’Istituto d’Arte di Chicago (2009), il Kunstmuseum di Basilea (2009), Frac des Pays de la Loire (2009), la Kunsthalle Fridericianum di Kassel (2011), il Centro di Arte Contemporanea di Malaga, Spagna (2011), il Deichtorhallen Hamburg (2012), Kunsthalle Mainz (2013), BALTIC Center for Contemporary Art (2016/17). Sculture create da Bonvicini sono ora installate in modo permanente al Queen Elizabeth Olympic Park, Londra; al Teatro dell’Opera di Oslo, Norvegia e presso il Museo di Arte Moderna di Istanbul.
*Fischli & Weiss (Peter Fischli, Zurigo 1952, vive e lavora a Zurigo; David Weiss, Zurigo 1946 – 2012).
Costituiscono uno dei sodalizi più celebri dell’arte contemporanea. Noti per la loro abilità nel trasformare, analizzare e rivisitare il senso delle cose: ribaltando la quotidianità e reinventando nuovi universi possibili hanno esposto con mostre personali in musei e istituzioni internazionali, tra cui : il Museo Nacional Reina Sofía di Madrid (2009), la Kunsthaus Zürich di Zurigo (2007), il Museé d’Art moderne de la Ville de Paris (2007), la Tate Modern di Londra (2006), il Museum Boijmans van Beuningen di Rotterdam (2003), il Museum Ludwig di Colonia (2002), il MACBA di Barcelona (2000), il San Francisco Museum of Contemporary Art (1997), la Serpentine Gallery di Londra (1996) e il Museum of Contemporary Art di Los Angeles (1987). I due artisti hanno contribuito alla realizzazione del Padiglione Svizzero dell’Esposizione Internazionale di Siviglia del 1992 e hanno partecipato a numerose mostre collettive in spazi come Punta della Dogana a Venezia (2009), l’Hamburger Bahnhof di Berlino (2008), il Guggenheim Museum di New York (2003), il Centre Pompidou di Parigi (1992) e il Walker Art Center di Minneapolis (1996). Il duo ha rappresentato la Svizzera alla Biennale di Venezia – 46. Esposizione Internazionale d’Arte (1995), ha vinto il Leone d’Oro sempre alla Biennale di Venezia nel 2003 e preso parte alle più importanti kermesse per l’arte contemporanea come la 55. Carnegie International del Carnegie Museum of Art di Pittsburgh (2008-2009), la Yokohama Triennale (2008), l’11. Biennale of Sydney (1998), Documenta a Kassel ( ed.1997 e 1987), e lo Skulptur Projekte di Münster (ed.1997 e 1987).
*Gustav Metzger (Norimberga 1926 – Londra 2017)
E’ stato uno degli artisti più importanti delle avanguardie del dopoguerra, ha contribuito, negli anni ‘60, alla ridefinizione dell’arte, esplorando nuovi metodi per creare e ancorare il suo approccio estetico alle questioni sociali e alla cultura ambientale. Come in molti artisti della sua generazione, tra cui i New Realists e i Fluxus, nelle sue opere viene tematizzato il potenziale distruttivo del XX secolo è sviluppata una critica al capitalismo e al sistema dell’arte. Metzger è stato l’inventore della “Auto Creative Art”, “Auto Destructive Art” e “Historic Photographs” ; suoi progetti sono stati presentati presso importanti istituzioni tra cui : l’Institute of Contemporary Arts /Londra, il Museum of Modern Art / Oxford, la Serpentine Gallery / Londra, il MAMAC / Nizza, la Generali Foundation / Vienna e Palazzo Grassi / Venezia
*Pierangelo Laterza (Matera, 1981. Vive e lavora a Matera)
Laureato in Sociologia alla Sapienza di Roma, inizia il proprio percorso nella fotografia diplomandosi nel 2013 alla Scuola Romana di Fotografia a Roma specializzandosi in reportage, fotografia documentaria, paesaggistica e architettura.
Suoi lavori sono stati pubblicati su riviste italiane ed internazionali quali : Domus, Interior Design,Architectural Record, Bell’Italia, Boaat Press, Yet Magazine, Blacklie, Progetti, Bob Magazine, Handkerchief, Ark, AD, Divisare, Archilovers, Daily Star, La Repubblica, Sette – Corriere della Sera, Hauser, Maps Magazine.
*Angelo Caruso (Pisticci –MT 1956, vive e lavora a Milano)
Nei suoi progetti è solito indagare le possibili relazioni fra arte e ambiente, spesso allargando il dialogo anche agli individui. Materiali e strumenti del suo lavoro sono la città, l’ambiente e gli spazi aperti che si trasformano in piattaforme ideali per rappresentazioni simboliche dalle molteplici funzionalità.
30
marzo 2019
Padiglioni Invisibili / buone pratiche
Dal 30 marzo al 25 maggio 2019
architettura
Location
PALAZZO VICECONTE
Matera, Via San Potito, 7, (Matera)
Matera, Via San Potito, 7, (Matera)
Vernissage
30 Marzo 2019, h. 18.30