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Paesaggi dell’invisibile
Il concetto di paesaggio è legato di per sé a un’idea di visibilità. Così pensare a un paesaggio invisibile potrebbe sembrare una contraddizione in termini. La ricerca si è sviluppata tra quegli artisti che affrontano il tema del paesaggio individuandone all’interno più le assenze che le presenze.
Comunicato stampa
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La mostra dal titolo Paesaggi dell'invisibile è divisa nelle due sedi della Galleria Traghetto tra Venezia e Roma. La rassegna comprende i lavori di dodici artisti contemporanei che lavorano su questo tema da diversi punti di vista e con differenti linguaggi: dalla pittura al video, alla fotografia.
Sono paesaggi da videogame quelli dei quadri dai colori freddi di Pierpaolo Curti, mondi virtuali dove il paesaggio è solo un’invenzione. Le tele di Antonio Marchetti Lamera presentano forme
sfumate con un rimando ai paesaggi urbani. I paesaggi inventati di Alessandro Cimmino sono una ricerca di matrice linguistica in ambito fotografico. Esther Mathis crea foto quasi totalmente bianche in cui le persone sono immerse in un vuoto di rimando nordico. Il paesaggio nei lavori di Hiroiuki Masuyama, in cui sono montaggi di diverse immagini, sono un punto di partenza per riuscire a indagare la complessità della realtà. Quelli di Paolo Ventura sono set interamente costruiti dall’artista. L’artista italiano, che da anni vive negli Stati Uniti, presenta atmosfere di matrice pittorica con un linguaggio diverso da quello della pittura. Anche le fotografie di James Casebere ritraggono modelli, maquette da lui realizzate. Sono panoptici costruiti con il cartoncino e illuminati artificialmente. Il suo è uno spazio simbolico, uno spazio dell’inconscio, un laboratorio in continua evoluzione, dove il tempo è sospeso. Gli alberi della sua città natale, costretti a una terribile condizione di inquinamento, sono il soggetto delle opere di Lucas Reiner. Sono quasi tutti notturni senza flash, realizzati con una piccola Leica 35 mm quelli dell’israeliano Itay Eisenstein e riescono a identificare l’essenza del nostro circostante. I lavori video di Lohner & Carlson, che svolgono la professione di documentaristi. sono costituiti dalle immagini scartate, quelle “belle immagini”, che non riescono a fare rientrare nei loro filmati commerciali. Un essere umano invisibile, che riprende corpo nell’immaginazione dello spettatore è il soggetto della ricerca di Ulrich Egger. La sua si pone come una documentazione di quanto sfugge alla vista in un tempo come il nostro di consumismo culturale. Quello di Paul Seawright sull’invisibile è un tentativo di perdersi in ogni luogo proprio per sentirsi nel proprio luogo.
Sono paesaggi da videogame quelli dei quadri dai colori freddi di Pierpaolo Curti, mondi virtuali dove il paesaggio è solo un’invenzione. Le tele di Antonio Marchetti Lamera presentano forme
sfumate con un rimando ai paesaggi urbani. I paesaggi inventati di Alessandro Cimmino sono una ricerca di matrice linguistica in ambito fotografico. Esther Mathis crea foto quasi totalmente bianche in cui le persone sono immerse in un vuoto di rimando nordico. Il paesaggio nei lavori di Hiroiuki Masuyama, in cui sono montaggi di diverse immagini, sono un punto di partenza per riuscire a indagare la complessità della realtà. Quelli di Paolo Ventura sono set interamente costruiti dall’artista. L’artista italiano, che da anni vive negli Stati Uniti, presenta atmosfere di matrice pittorica con un linguaggio diverso da quello della pittura. Anche le fotografie di James Casebere ritraggono modelli, maquette da lui realizzate. Sono panoptici costruiti con il cartoncino e illuminati artificialmente. Il suo è uno spazio simbolico, uno spazio dell’inconscio, un laboratorio in continua evoluzione, dove il tempo è sospeso. Gli alberi della sua città natale, costretti a una terribile condizione di inquinamento, sono il soggetto delle opere di Lucas Reiner. Sono quasi tutti notturni senza flash, realizzati con una piccola Leica 35 mm quelli dell’israeliano Itay Eisenstein e riescono a identificare l’essenza del nostro circostante. I lavori video di Lohner & Carlson, che svolgono la professione di documentaristi. sono costituiti dalle immagini scartate, quelle “belle immagini”, che non riescono a fare rientrare nei loro filmati commerciali. Un essere umano invisibile, che riprende corpo nell’immaginazione dello spettatore è il soggetto della ricerca di Ulrich Egger. La sua si pone come una documentazione di quanto sfugge alla vista in un tempo come il nostro di consumismo culturale. Quello di Paul Seawright sull’invisibile è un tentativo di perdersi in ogni luogo proprio per sentirsi nel proprio luogo.
09
aprile 2009
Paesaggi dell’invisibile
Dal 09 aprile al 29 maggio 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA TRAGHETTO
Venezia, Campo Santa Maria Del Giglio, 2543, (Venezia)
Venezia, Campo Santa Maria Del Giglio, 2543, (Venezia)
Orario di apertura
Dal lunedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00
Vernissage
9 Aprile 2009, ore 18.30
Autore
Curatore