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Paesaggi interiori
Collettiva di pittura
Comunicato stampa
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Gli artisti sanno di disegnare mappe. Di fronte alla tela pulita, di fronte alle emozioni urgenti, essi iniziano a tracciare geometrie e geografie, segni per una corografia che pian piano si distende e si allarga, fino a rivelare percorsi possibili, piani d’accesso e di scoperta, morfologie e distanze, l’insieme di un mondo e delle sue conformazioni. Solo che si tratta della descrizione di un territorio nascosto alla vista ed al senso comune, perché è il territorio dell’anima, non quello fisico di monti, piani e coste, ma quello, non meno concreto però, delle passioni umane, quello sconosciuto ed affascinante dell’intima percezione del sé e della relazione con l’esistenza. Per questo, la Galleria Crispi, a partire da sabato 12 maggio, armonizza le diversità espressive degli artisti in una collettiva che vuole sondare aspetti e ambiti dell’animo umano, presi come connessioni di visuali e panorami, come l’aprirsi, appunto, di “Paesaggi interiori”. Ogni artista partecipante all’esposizione presenta una propria idea, ed una propria definizione della relazione fra un’apparente oggettivazione, come è insita nel concetto di paesaggio, e l’interpretazione personale, la suggestione creativa ed immaginifica, quale deriva dall’interiorizzazione del reale. E così Katya Andreeva, con un espressionismo vivace e rabescato, un po’ fumettistico e squillante di colori, ci fa vedere un mondo esotico e vitale, pieno degli slanci emotivi, dei momenti intensi e appassionati. Una dimensione sognata è invece quella che si allarga infinita nei colori di Marina Profumo, onde e volute si susseguono ad aprire spazi di libertà per la mente e il cuore, si accendono di profondità cui abbandonarsi. Le intensità luminose si stemperano appena, nei quadri di Maria Rita Bertuccelli, si diluiscono in una tensione lieve e riverberante, che passa di tono in tono come il morbido declinarsi degli stati d’animo. Gradazione, che diventa pioggia di luce, fitta rifrazione impressionistica negli occhi di Livio Lopedote, diventa l’organico scomporsi di ogni singola emozione nel rapimento dell’attimo. Le emozioni fuggono via anche negli amalgami di Liliana Scocco Cilla, pittura fatta di sovrapposizioni e assimilazioni, fisicamente toccata e condotta alla luce di forme intraviste, appena formate, appena fermate. Gianluca Pastori fa che la figurazione si deformi secondo linee veloci di luminosità, componga una visuale rapita da un movimento o da uno scarto di prospettiva, rimanga abbagliata da un viraggio. Così come Giovanni Tesauro, in cui però l’alterazione è tutta interiore, segno e ricerca di un’espressività che si affranca ed emerge dalla semplice riproduzione del reale, e che riferisce l’esperienza spirituale della vita. Esperienza spirituale ed emozionale che diventa se possibile ancora più centrale e sostanziale nei lavori di Riccardo Wilczek, dove materiali e cromatismi si intersecano intricati a creare schemi di ordinaria estraniazione. Si schiude anche con Luca Tornambè un panorama su dimensioni della mente, flashes onirici e psichedelici, fantasie organicistiche e biomorfe, ambiti per aliene presenze o per intimi dualismi. E su una simile ebbrezza si collocano le visioni di Ogu (Ugo Buttazzo), i colori compongono impasti metamorfici, nebulose sature in cui le forme galleggiano disperse e vaghe. Al contrario, Monica Palermo crea nella forma spazi per il colore, l’espressione si compone nella precisata delimitazione e nella contiguità degli elementi, l’emozione è un collage visionario. Non di emozioni, ma di sconnessioni parla l’opera di CH2111 (Christian), del dissidio fra i linguaggi invasivi della contemporaneità e l’emarginazione ormai compiuta della essenza umana profonda. Suggestioni pop dominano invece l’immaginario di Mario Catalano, colori elettrici e rilievi materici si stendono su iconografie tradizionali alla ricerca di una mediazione fra passato e presente, fra il peso della memoria e la leggerezza dell’esistere. Il rapporto stretto con la contemporaneità e la misura dell’io sono sfondi su cui si stagliano i volti di Federica Dubbini, fra mutazioni e contaminazioni, figure e colori mantengono la loro definizione essenziale e raffinata, la loro accensione patinata. Dove il realismo si impone puro e lirico, è invece nella pittura di Antonella Verdino, che scava l’interiorità degli sguardi e delle vicende umane, solca universi di relazione con l’altro e con il mondo. Antonietta Campilongo lega il realismo con un sentimento struggente degli oggetti e delle persone, crea atmosfere quasi metafisiche tagliate da una luce penetrante, profonda di chiaro-scuri, rivelatrice di passioni. Velata di malinconia sognante, un po’ surreale, liricamente dimessa, la scultura di Ivan Lardschneider traccia i volumi per un’umanità come appena catturata in uno spazio straniante, in bilico fra quotidianità e misura poetica della vita.
Che siano finalmente cifre veristiche o meno, quelle che producono gli impianti comunicativi di tutti questi artisti ci parlano di una esplorazione ininterrotta, di un’osservazione assidua, che dalla descrizione alla narrazione all’invenzione ci menano fino ai reconditi di un territorio affascinante, misterioso, doloroso, esaltante, ci fanno vedere con sguardo aperto, ed amare i paesaggi dell’Uomo.
(francesco giulio farachi)
Che siano finalmente cifre veristiche o meno, quelle che producono gli impianti comunicativi di tutti questi artisti ci parlano di una esplorazione ininterrotta, di un’osservazione assidua, che dalla descrizione alla narrazione all’invenzione ci menano fino ai reconditi di un territorio affascinante, misterioso, doloroso, esaltante, ci fanno vedere con sguardo aperto, ed amare i paesaggi dell’Uomo.
(francesco giulio farachi)
12
maggio 2007
Paesaggi interiori
Dal 12 al 27 maggio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA CRISPI
Roma, Via Vittoria, 74, (Roma)
Roma, Via Vittoria, 74, (Roma)
Orario di apertura
dal Lunedì al Sabato h. 10,00 – 13,00 / 15,30 – 19,30
Vernissage
12 Maggio 2007, ore 18,30
Autore
Curatore