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Paesaggi Primordiali
‘Ester Maria Negretti e la Scuola di Minoprio visitano Paesaggi Primordiali’
nei saloni di Villa Raimondi – Fondazione Minoprio
Vertemate con Minoprio (Co), viale Raimondi
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il mondo di Ester Maria Negretti è un mondo complesso e, allo stesso tempo, immediato.
È un mondo che nasce dalla materia, una materia forte, compatta, prorompente nello spazio e nel tempo.
Le sue sculture sono massicce ed imponenti, i suoi quadri sfondano la barriera del piatto bidimensionalismo
e invadono lo spazio dello spettatore con la loro superficie piena di testimonianze materiali.
Sono opere che richiedono condivisione e attenta osservazione da chi si avvicina ad esse, condivisione dello
spazio circostante e della luce che viene come intrappolata sulla loro superficie complessa in un gioco di
chiaro e scuro dinamico e affascinante.
Quando Ester dipinge un paesaggio è solita raccogliere terra, sabbia, sassi, radici e altri reperti dal luogo
che intende riprodurre e trasportarli sulla tela.
È importante specificare che questo gesto, come tutti i gesti di Ester Maria Negretti, va però oltre al banale
trasporto sull’opera di materiale per renderla più esplicita; al contrario, il gesto dell’artista è carico di valori
concettuali. In primo luogo Ester raccoglie materia che sicuramente definiremmo di poco valore, che nel
nostro quotidiano ormai abituati a conoscere, a vedere e a calpestare ha perso ogni sua innata bellezza; per
l’artista, invece, questo momento di ricerca e scelta silenziosa rappresenta un importante legame e dialogo
con la natura che la pone in stretta relazione con il mondo e la sua essenza.
Perché è questo ciò che l‘artista e la persona Ester ricerca da sempre: l’essenza. L’essenza delle cose, delle
persone, del mondo e della vita. Ed è questo a cui l’artista aspira, senza filosofeggiamenti arcaici e vuoti e
senza giustificazioni, a un’ arte che con la forza prorompente della materia possa toccare ed esprimere
l’essenziale e dunque raggiungere l’infinito, l’eterno.
Ester non trasporta semplicemente il materiale sulla tela ma lo sceglie, lo raccoglie, lo fa proprio, lo ripensa
e lo ricolloca in modo nuovo e personale sulla sua opera. Lo fa rivivere, in un processo che può ricordarci
quello usato da Duchamp nei suoi ready-mades.
Le tele dell’artista, così piene e materiche, così forti e dall’importante impatto visivo risultano nel loro
complesso estremamente equilibrate ed armoniche.
L’artista, infatti, utilizza per la loro composizione schemi geometrici ben precisi che sono scaturiti da
riflessioni sullo scritto “punto linea superficie” di Kandinskij e che rendono l’opera equilibrata nella
disposizione dei pesi e che riflettono sul legame dell’uomo e della sua anima con l’arte; ecco quindi che il
cerchio rappresenta il mondo spirituale mentre il quadrato quello dell’uomo ed entrambe le figure
diventano struttura principale per la suddivisione e riempimento della tela.
Grazie alla profonda ricerca dell’artista sull’invisibile, sul silenzio e sullo spirituale, lo spettatore che si trova
a vivere l’opera di Ester e il suo enviroment, si trova davanti a un’arte che non pretende di dare risposte
dall’alto ma, al contrario, diviene nuova forma di riflessione e di ricerca.
Nicla Calegari
È un mondo che nasce dalla materia, una materia forte, compatta, prorompente nello spazio e nel tempo.
Le sue sculture sono massicce ed imponenti, i suoi quadri sfondano la barriera del piatto bidimensionalismo
e invadono lo spazio dello spettatore con la loro superficie piena di testimonianze materiali.
Sono opere che richiedono condivisione e attenta osservazione da chi si avvicina ad esse, condivisione dello
spazio circostante e della luce che viene come intrappolata sulla loro superficie complessa in un gioco di
chiaro e scuro dinamico e affascinante.
Quando Ester dipinge un paesaggio è solita raccogliere terra, sabbia, sassi, radici e altri reperti dal luogo
che intende riprodurre e trasportarli sulla tela.
È importante specificare che questo gesto, come tutti i gesti di Ester Maria Negretti, va però oltre al banale
trasporto sull’opera di materiale per renderla più esplicita; al contrario, il gesto dell’artista è carico di valori
concettuali. In primo luogo Ester raccoglie materia che sicuramente definiremmo di poco valore, che nel
nostro quotidiano ormai abituati a conoscere, a vedere e a calpestare ha perso ogni sua innata bellezza; per
l’artista, invece, questo momento di ricerca e scelta silenziosa rappresenta un importante legame e dialogo
con la natura che la pone in stretta relazione con il mondo e la sua essenza.
Perché è questo ciò che l‘artista e la persona Ester ricerca da sempre: l’essenza. L’essenza delle cose, delle
persone, del mondo e della vita. Ed è questo a cui l’artista aspira, senza filosofeggiamenti arcaici e vuoti e
senza giustificazioni, a un’ arte che con la forza prorompente della materia possa toccare ed esprimere
l’essenziale e dunque raggiungere l’infinito, l’eterno.
Ester non trasporta semplicemente il materiale sulla tela ma lo sceglie, lo raccoglie, lo fa proprio, lo ripensa
e lo ricolloca in modo nuovo e personale sulla sua opera. Lo fa rivivere, in un processo che può ricordarci
quello usato da Duchamp nei suoi ready-mades.
Le tele dell’artista, così piene e materiche, così forti e dall’importante impatto visivo risultano nel loro
complesso estremamente equilibrate ed armoniche.
L’artista, infatti, utilizza per la loro composizione schemi geometrici ben precisi che sono scaturiti da
riflessioni sullo scritto “punto linea superficie” di Kandinskij e che rendono l’opera equilibrata nella
disposizione dei pesi e che riflettono sul legame dell’uomo e della sua anima con l’arte; ecco quindi che il
cerchio rappresenta il mondo spirituale mentre il quadrato quello dell’uomo ed entrambe le figure
diventano struttura principale per la suddivisione e riempimento della tela.
Grazie alla profonda ricerca dell’artista sull’invisibile, sul silenzio e sullo spirituale, lo spettatore che si trova
a vivere l’opera di Ester e il suo enviroment, si trova davanti a un’arte che non pretende di dare risposte
dall’alto ma, al contrario, diviene nuova forma di riflessione e di ricerca.
Nicla Calegari
07
ottobre 2012
Paesaggi Primordiali
07 ottobre 2012
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE MINOPRIO
Vertemate Con Minoprio, Viale Raimondi, 54, (Como)
Vertemate Con Minoprio, Viale Raimondi, 54, (Como)
Orario di apertura
domenica 10.00-18.00
Autore