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Paesaggio e identità – Storie di luoghi, di donne e di uomini. I grandi reporter della Magnum in Sardegna
La Magnum Photos, la più nota agenzia fotografica al mondo, presenta, per la prima volta in un’unica esposizione, gli scatti realizzati in Sardegna dai suoi reporter più famosi: Henri Cartier-Bresson e David Seymour – fondatori della Magnum – Bruno Barbey, Werner Bischof, Leonard Freed, Ferdinando Scianna, maestri indiscussi del panorama fotografico internazionale
Comunicato stampa
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La Magnum Photos, la più nota agenzia fotografica al mondo, presenta, per la prima volta in un’unica esposizione, gli scatti realizzati in Sardegna dai suoi reporter più famosi:
Henri Cartier-Bresson e David Seymour – fondatori della Magnum - Bruno Barbey, Werner Bischof, Leonard Freed, Ferdinando Scianna, maestri indiscussi del panorama fotografico internazionale.
Settanta immagini realizzate tra il secondoDopoguerra e gli anni Sessanta del Novecento delle quali alcune, diventate vere e proprie icone,
hanno percorso il mondo nelle pagine delle riviste specialistiche e nelle esposizioni internazionali.
La mostra, curata dai Musei Civici di Cagliari e la casa editrice Ilisso di Nuoro, con allestimenti di Antonello Cuccu e Paola Mura,
si inserisce all'interno delle iniziative legate al festival CagliariPaesaggio, alla sua prima edizione sul tema “La natura costruita”.
Il festival e la mostra della Magnum si incontrano nel dialogo fra paesaggio, cultura, arte e storia evidenziando la relazione dinamica tra l'uomo e il territorio.
Una relazione, quella tra l'uomo e il paesaggio, ben rappresentata nelle immagini in esposizione a Palazzo di Città che prima hanno "ascoltato”
il momento cristallizzandolo nella pellicola, per poi raccontarlo tracciando un importante percorso che non vuole diventare destinazione, ma ricerca di quell'idea di identità
fondamentale per creare il legame tra i luoghi e chi li vive.
Gli scatti in mostra rappresentano le donne, che trasportano in testa corbule o brocche; il lavoro solidale nei campi di bestie e umani, uniti dalle medesime fatiche; le misere ma dignitose abitazioni in pietra del centro Sardegna che diventano grotte nel capoluogo sardo; i mercati all’aperto con i soli prodotti del luogo; il lavoro delle donne, filatrici o benzinaie a Desulo;
le feste popolari e le straordinarie immagini di Sant’Efisio; il contrasto tra la povertà assoluta e il busto e le mani della donna di Quartu, coperti d’oro e di monili preziosi.
La mostra restituisce immagini potenti e di grande suggestione, che documentano l’Isola nel momento del passaggio fra una cultura quasi immutata da millenni e la cosiddetta “modernità”. Nel secondo dopoguerra, la rivalutazione degli studi sul folklore e sull'etnografia richiamarono in Sardegna studiosi e reporter da tutto
il mondo, fra questi gli inviati dell'agenzia parigina. È il 1950, quando Werner Bischof documenta per il settimanale "Epoca" la durezza e l'arretratezza del lavoro nel Campidano di Cagliari e nell'Iglesiente.
David Seymour, interviene nel 1954, raccontando la profonda devozione dei sardi verso il martire Efisio.
Henri Cartier Bresson giunge nell'isola su incarico di "Vogue" nell'estate del 1962 ed esegue un reportage tra Cagliari e la Barbagia che diventa pietra miliare della fotografia internazionale, esposto nelle gallerie più prestigiose del mondo. Il primo reportage sardo di Bruno Barbey risale al 1964 e, negli anni seguenti, altri reporter della Magnum si
alterneranno sul suolo isolan, tra cui Ferdinando Scianna nel 1969.
Ulteriore elemento di pregio della mostra è la stampa in grande formato delle immagini eseguita dalla stessa Magnum, partendo dai negativi originali.
Agli scatti realizzati dai reporter Magnum, si è voluto affiancare un significativo documentario di Fiorenzo Serra che mostra quella medesima vita sarda, colta però “in movimento”, arricchendo così la rassegna di un documento che allarga la completezza dei contenuti. Paesaggio e identità – Storie di luoghi, di donne e di uomini. I grandi reporter della Magnum in Sardegna, diventa
un omaggio per il settantesimo compleanno della storica agenzia fotografica: le immagini dei piccoli gesti del quotidiano e delle comunità dell'isola diventano storia della Sardegna.
Tutto ciò è in stretto dialogo con la mostra Paesaggio e identità. Storie di luoghi, di donne e di uomini - Gli artisti della Collezione Civica Sarda, in corso a Palazzo di Città dal 30 giugno. Questa inaugurazione è l’occasione per arricchire le selezione delle opere degli artisti sardi già in mostra con l’immagine fortissima
del sacro e della religione nell’identità dell’isola: sarà esposta al pubblico la Sindone di Maria Lai.
La tela, attraversata da un filo sottile, delinea limmagine di Cristo come una geografia creata da fitte ragnatele. Segni che si aggrovigliano nel difficile percorso che li conduce al fulcro dell’opera, un volto senza lineamenti, fatto di capelli, di barba e di spine. L’opera, del 1998, è stata offerta ai Musei Civici di Cagliari per completare questa esposizione dalla nipote dell'artista, Sofia Pisu.
I celebri scatti in bianco e nero della Magnum dialogheranno quindi felicemente con i riti senza tempo che da Giuseppe Biasi conducono a Mario Delitala e Pietro Antonio Manca, fino a Maria Lai e Pinuccio Sciola, con l'ironia tagliente di Tarquinio Sini, le sintesi plastiche di Italo Agus, i bagliori infuocati di Foiso Fois, l’afflato surreale di Hoder Claro Grassi,
l’originalità di Costantino Nivola capaci di "raccontare" lo spirito dell’Isola attraverso un linguaggio unico e originale.
Avere oggi la possibilità di confrontare sguardi così differenti e pur concentrati sullo stesso territorio, ora come figli, ora come ospiti, appare evento davvero unico. Viaggiatori, scopritori che arrivano da lontano o che su questa terra hanno ricevuto i natali, tutti accomunati da una volontà di conoscenza e dalla capacità di narrare luoghi con rara profondità, siano essi mediati dal gesto lento e meditato di una pennellata variopinta o dal rapido click di uno scatto fotografico in bianco e nero. Tutti pronti a immortalare il volto autentico della Sardegna.
Henri Cartier-Bresson e David Seymour – fondatori della Magnum - Bruno Barbey, Werner Bischof, Leonard Freed, Ferdinando Scianna, maestri indiscussi del panorama fotografico internazionale.
Settanta immagini realizzate tra il secondoDopoguerra e gli anni Sessanta del Novecento delle quali alcune, diventate vere e proprie icone,
hanno percorso il mondo nelle pagine delle riviste specialistiche e nelle esposizioni internazionali.
La mostra, curata dai Musei Civici di Cagliari e la casa editrice Ilisso di Nuoro, con allestimenti di Antonello Cuccu e Paola Mura,
si inserisce all'interno delle iniziative legate al festival CagliariPaesaggio, alla sua prima edizione sul tema “La natura costruita”.
Il festival e la mostra della Magnum si incontrano nel dialogo fra paesaggio, cultura, arte e storia evidenziando la relazione dinamica tra l'uomo e il territorio.
Una relazione, quella tra l'uomo e il paesaggio, ben rappresentata nelle immagini in esposizione a Palazzo di Città che prima hanno "ascoltato”
il momento cristallizzandolo nella pellicola, per poi raccontarlo tracciando un importante percorso che non vuole diventare destinazione, ma ricerca di quell'idea di identità
fondamentale per creare il legame tra i luoghi e chi li vive.
Gli scatti in mostra rappresentano le donne, che trasportano in testa corbule o brocche; il lavoro solidale nei campi di bestie e umani, uniti dalle medesime fatiche; le misere ma dignitose abitazioni in pietra del centro Sardegna che diventano grotte nel capoluogo sardo; i mercati all’aperto con i soli prodotti del luogo; il lavoro delle donne, filatrici o benzinaie a Desulo;
le feste popolari e le straordinarie immagini di Sant’Efisio; il contrasto tra la povertà assoluta e il busto e le mani della donna di Quartu, coperti d’oro e di monili preziosi.
La mostra restituisce immagini potenti e di grande suggestione, che documentano l’Isola nel momento del passaggio fra una cultura quasi immutata da millenni e la cosiddetta “modernità”. Nel secondo dopoguerra, la rivalutazione degli studi sul folklore e sull'etnografia richiamarono in Sardegna studiosi e reporter da tutto
il mondo, fra questi gli inviati dell'agenzia parigina. È il 1950, quando Werner Bischof documenta per il settimanale "Epoca" la durezza e l'arretratezza del lavoro nel Campidano di Cagliari e nell'Iglesiente.
David Seymour, interviene nel 1954, raccontando la profonda devozione dei sardi verso il martire Efisio.
Henri Cartier Bresson giunge nell'isola su incarico di "Vogue" nell'estate del 1962 ed esegue un reportage tra Cagliari e la Barbagia che diventa pietra miliare della fotografia internazionale, esposto nelle gallerie più prestigiose del mondo. Il primo reportage sardo di Bruno Barbey risale al 1964 e, negli anni seguenti, altri reporter della Magnum si
alterneranno sul suolo isolan, tra cui Ferdinando Scianna nel 1969.
Ulteriore elemento di pregio della mostra è la stampa in grande formato delle immagini eseguita dalla stessa Magnum, partendo dai negativi originali.
Agli scatti realizzati dai reporter Magnum, si è voluto affiancare un significativo documentario di Fiorenzo Serra che mostra quella medesima vita sarda, colta però “in movimento”, arricchendo così la rassegna di un documento che allarga la completezza dei contenuti. Paesaggio e identità – Storie di luoghi, di donne e di uomini. I grandi reporter della Magnum in Sardegna, diventa
un omaggio per il settantesimo compleanno della storica agenzia fotografica: le immagini dei piccoli gesti del quotidiano e delle comunità dell'isola diventano storia della Sardegna.
Tutto ciò è in stretto dialogo con la mostra Paesaggio e identità. Storie di luoghi, di donne e di uomini - Gli artisti della Collezione Civica Sarda, in corso a Palazzo di Città dal 30 giugno. Questa inaugurazione è l’occasione per arricchire le selezione delle opere degli artisti sardi già in mostra con l’immagine fortissima
del sacro e della religione nell’identità dell’isola: sarà esposta al pubblico la Sindone di Maria Lai.
La tela, attraversata da un filo sottile, delinea limmagine di Cristo come una geografia creata da fitte ragnatele. Segni che si aggrovigliano nel difficile percorso che li conduce al fulcro dell’opera, un volto senza lineamenti, fatto di capelli, di barba e di spine. L’opera, del 1998, è stata offerta ai Musei Civici di Cagliari per completare questa esposizione dalla nipote dell'artista, Sofia Pisu.
I celebri scatti in bianco e nero della Magnum dialogheranno quindi felicemente con i riti senza tempo che da Giuseppe Biasi conducono a Mario Delitala e Pietro Antonio Manca, fino a Maria Lai e Pinuccio Sciola, con l'ironia tagliente di Tarquinio Sini, le sintesi plastiche di Italo Agus, i bagliori infuocati di Foiso Fois, l’afflato surreale di Hoder Claro Grassi,
l’originalità di Costantino Nivola capaci di "raccontare" lo spirito dell’Isola attraverso un linguaggio unico e originale.
Avere oggi la possibilità di confrontare sguardi così differenti e pur concentrati sullo stesso territorio, ora come figli, ora come ospiti, appare evento davvero unico. Viaggiatori, scopritori che arrivano da lontano o che su questa terra hanno ricevuto i natali, tutti accomunati da una volontà di conoscenza e dalla capacità di narrare luoghi con rara profondità, siano essi mediati dal gesto lento e meditato di una pennellata variopinta o dal rapido click di uno scatto fotografico in bianco e nero. Tutti pronti a immortalare il volto autentico della Sardegna.
21
luglio 2017
Paesaggio e identità – Storie di luoghi, di donne e di uomini. I grandi reporter della Magnum in Sardegna
Dal 21 luglio al 26 novembre 2017
fotografia
Location
MUSEI CIVICI CAGLIARI – ANTICO PALAZZO DI CITTA’
Cagliari, Piazza Palazzo, (Cagliari)
Cagliari, Piazza Palazzo, (Cagliari)
Biglietti
euro 6 intero - euro 4 ridotto
Biglietto cumulativo Magnum e Collezione Sarda 8 euro
Orario di apertura
10:00 – 20:00 chiuso il lunedì
Vernissage
21 Luglio 2017, ore 19
Ufficio stampa
VILLAGGIO GLOBALE
Autore