Nel suggestivo complesso di edifici dell’antica officina, restaurati per l’impegno della Comunità Montana della Valganna e Valmarchirolo, sono programmate per l’estate 2006 alcune mostre d’arte, che intendono continuare un discorso iniziato con successo nel 2005, al fine di fare apprezzare sempre più un bene unico e inestimabile della civiltà contadina della Valganna: il Maglio di Ghirla. E’ l’antico Maglio Pavoni (XV-XVI secolo) mosso dalle acque del torrente Margorabbia: qui avveniva la lavorazione del ferro per gli attrezzi agricoli del tempo.

Tre artisti. Tre storie differenti. Un unico punto di riferimento: il Paesaggio.

L’esposizione allo Spazio d’Arte del Maglio di Ghirla coordina il loro incontro artistico in un confronto diretto molto interessante, valorizzando le loro diverse personalità.

In un coinvolgimento di memorie esistenziali, per Alberto Nicora parla la luce nella poesia insita in una contemplazione silenziosa e intensa della realtà. Nel gesto pittorico sempre misurato, brani di paesi e di città si raccontano in una suggestione emotivamente molto sentita.

Una pittura fatta di intense sensazioni visive è quella di Paola Carabelli: boschi, acque, visioni naturalistiche vivono ‘oltre’ la condizione del reale in un respiro di soggettività, talora nelle tensioni dell’informale. Nelle contaminazioni dei colori emerge una sintesi immaginativa ricca di emozioni.

Giulio Palamara entra in un sensibile, lirico rapporto con la Natura. Fiori e paesaggi vivono in una percezione mai risolta, dove i limpidi cromatismi senza ombre si esaltano in mille palpiti segreti e il colore si pone come elemento primario strutturante.