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Paese come Cosmo. Antonio Castelli. Documenti e scritture
La mostra raccoglie documenti, testi, fotografie, opere di artisti e altri materiali che ricostruiscono la personalità, il contesto, il milieu culturale dello scrittore nativo di Castelbuono, e approfondisce la figura e l’opera di Antonio Castelli attraverso una serie di materiali documentali che disegnano il profilo dello scrittore, a partire dagli anni Cinquanta
Comunicato stampa
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Il Museo Civico di Castelbuono è lieto di presentare al pubblico la mostra “PAESE COME COSMO. Antonio Castelli. Documenti e scritture”, dedicata all’opera di uno degli autori più interessanti della storia letteraria del Novecento non solo siciliano e organizzata con la collaborazione dell’Associazione culturale “Castelli Di Pace”, che ne cura la memoria e la riscoperta dell’opera e del pensiero, grazie anche al sentito impegno di Liana Di Pace Castelli.
Scrittore spesso distante dalle cronache letterarie, Castelli ha suscitato l’interesse di autori coevi come Mario Luzi, Romano Bilenchi, Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo, distinguendosi per un vitale eclettismo culturale che lo ha avvicinato, oltre che alla letteratura, al giornalismo, alla musica, predilezioni che il percorso espositivo mette in luce, evidenziando l’originalità della forma letteraria e ponendo in rilievo la figura di un intellettuale di alto spessore, del quale il Museo Civico intende restituire una testimonianza storico-critica quanto più esaustiva possibile. La mostra si inserisce all’interno del più ampio programma del Museo volto alla valorizzazione e alla promozione del patrimonio culturale materiale e immateriale locale, anche attraverso iniziative che approfondiscono figure di spicco della cultura letteraria, come Antonio Castelli.
La mostra raccoglie documenti, testi, fotografie, opere di artisti e altri materiali che ricostruiscono la personalità, il contesto, il milieu culturale dello scrittore nativo di Castelbuono, e approfondisce la figura e l’opera di Antonio Castelli attraverso una serie di materiali documentali che disegnano il profilo dello scrittore, a partire dagli anni Cinquanta.
Giuseppe Saja, co-curatore della mostra, scrive: “La mostra cerca di presentare l’architettura intellettuale di Antonio Castelli attraverso la genesi della sua prosa, le relazioni novecentesche della sua opera, la misura musicale del suo ductus narrativo. Scrisse Castelli in una delle ultime prose non pubblicate in vita: «Più che di paura della morte (la mia ventiquattr’ore per la morte è pronta da tempo) io soffro di una sindrome – come dire? – della cancellazione […]»”.
Proprio per affrontare questa idea della “dimenticanza”, la mostra è stata concepita come un percorso di conoscenza tematica dell’opera di Castelli. Tommaso Gambaro così racconta il progetto espositivo: “Il ritratto che ne viene fuori, ci pare possa dirsi quello di uno scrittore (ed è d’obbligo insistere su tale termine) che seppur da posizioni di margine ha fortemente contribuito all’arricchimento delle coscienze dei suoi contemporanei, all’elaborazione di quei nuovi confini, nei quali agisce ancora l’attuale produzione artistico-letteraria - la più innovativa, naturalmente - oggi non meno di ieri legata ai temi dello sradicamento, della solitudine imposta, della riflessione su uno spaesamento generalizzato, che rende se possibile più problematica e penetrante l’espressione, incisa nella memoria dei tanti estimatori di Castelli, e non per niente titolo della mostra, paese come cosmo.”
Biografia
Antonio Castelli, compiuti gli studi classici a Cefalù, si laureò in legge a Palermo. Fu collaboratore de «Il Mondo», il settimanale di Mario Pannunzio e de «Il Caffè» di Giambattista Vicari. Nel 1962 pubblicò il suo primo libro Gli ombelichi tenui per la casa editrice Lerici (poi riedito, insieme con altre prose, nel 1998 con introduzione di Natale Tedesco) e nel 1967 pubblicò la sua seconda e ultima opera Entromondo per la casa editrice Vallecchi. Nel 1985 la casa editrice Sellerio diede alle stampe Passi a piedi passi a memoria, una raccolta di passi scelti dai due libri precedenti. Nel 1986 il Comune di Cefalù gli conferì la cittadinanza onoraria. La casa editrice Sciascia ne ha pubblicato l'opera omnia con il titolo Opere, comprendente anche gli inediti, a cura del prof. Giuseppe Saja. Antonio Castelli, uomo schivo e fuori da lobby e circuiti letterari, non fu conosciuto dal grande pubblico né valorizzato a livello di riconoscimenti letterari, sebbene fosse apprezzato da autori come Ennio Flaiano, Sebastiano Addamo, Leonardo Sciascia, suo amico fraterno e Vincenzo Consolo.
Ringraziamenti
Il Museo Civico di Castelbuono desidera ringraziare Liana Di Pace Castelli, i curatori della mostra e Giuseppe Oddo per il prestito delle opere e dei documenti. Si ringraziano inoltre Ferdinando Scianna, Carlo Pastena, Direttore della Biblioteca Centrale della Regione Siciliana “A. Bombace” di Palermo, Giuseppe Cucco, Salvatore Genchi, e quanti hanno contribuito a rendere possibile il progetto.
Scrittore spesso distante dalle cronache letterarie, Castelli ha suscitato l’interesse di autori coevi come Mario Luzi, Romano Bilenchi, Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo, distinguendosi per un vitale eclettismo culturale che lo ha avvicinato, oltre che alla letteratura, al giornalismo, alla musica, predilezioni che il percorso espositivo mette in luce, evidenziando l’originalità della forma letteraria e ponendo in rilievo la figura di un intellettuale di alto spessore, del quale il Museo Civico intende restituire una testimonianza storico-critica quanto più esaustiva possibile. La mostra si inserisce all’interno del più ampio programma del Museo volto alla valorizzazione e alla promozione del patrimonio culturale materiale e immateriale locale, anche attraverso iniziative che approfondiscono figure di spicco della cultura letteraria, come Antonio Castelli.
La mostra raccoglie documenti, testi, fotografie, opere di artisti e altri materiali che ricostruiscono la personalità, il contesto, il milieu culturale dello scrittore nativo di Castelbuono, e approfondisce la figura e l’opera di Antonio Castelli attraverso una serie di materiali documentali che disegnano il profilo dello scrittore, a partire dagli anni Cinquanta.
Giuseppe Saja, co-curatore della mostra, scrive: “La mostra cerca di presentare l’architettura intellettuale di Antonio Castelli attraverso la genesi della sua prosa, le relazioni novecentesche della sua opera, la misura musicale del suo ductus narrativo. Scrisse Castelli in una delle ultime prose non pubblicate in vita: «Più che di paura della morte (la mia ventiquattr’ore per la morte è pronta da tempo) io soffro di una sindrome – come dire? – della cancellazione […]»”.
Proprio per affrontare questa idea della “dimenticanza”, la mostra è stata concepita come un percorso di conoscenza tematica dell’opera di Castelli. Tommaso Gambaro così racconta il progetto espositivo: “Il ritratto che ne viene fuori, ci pare possa dirsi quello di uno scrittore (ed è d’obbligo insistere su tale termine) che seppur da posizioni di margine ha fortemente contribuito all’arricchimento delle coscienze dei suoi contemporanei, all’elaborazione di quei nuovi confini, nei quali agisce ancora l’attuale produzione artistico-letteraria - la più innovativa, naturalmente - oggi non meno di ieri legata ai temi dello sradicamento, della solitudine imposta, della riflessione su uno spaesamento generalizzato, che rende se possibile più problematica e penetrante l’espressione, incisa nella memoria dei tanti estimatori di Castelli, e non per niente titolo della mostra, paese come cosmo.”
Biografia
Antonio Castelli, compiuti gli studi classici a Cefalù, si laureò in legge a Palermo. Fu collaboratore de «Il Mondo», il settimanale di Mario Pannunzio e de «Il Caffè» di Giambattista Vicari. Nel 1962 pubblicò il suo primo libro Gli ombelichi tenui per la casa editrice Lerici (poi riedito, insieme con altre prose, nel 1998 con introduzione di Natale Tedesco) e nel 1967 pubblicò la sua seconda e ultima opera Entromondo per la casa editrice Vallecchi. Nel 1985 la casa editrice Sellerio diede alle stampe Passi a piedi passi a memoria, una raccolta di passi scelti dai due libri precedenti. Nel 1986 il Comune di Cefalù gli conferì la cittadinanza onoraria. La casa editrice Sciascia ne ha pubblicato l'opera omnia con il titolo Opere, comprendente anche gli inediti, a cura del prof. Giuseppe Saja. Antonio Castelli, uomo schivo e fuori da lobby e circuiti letterari, non fu conosciuto dal grande pubblico né valorizzato a livello di riconoscimenti letterari, sebbene fosse apprezzato da autori come Ennio Flaiano, Sebastiano Addamo, Leonardo Sciascia, suo amico fraterno e Vincenzo Consolo.
Ringraziamenti
Il Museo Civico di Castelbuono desidera ringraziare Liana Di Pace Castelli, i curatori della mostra e Giuseppe Oddo per il prestito delle opere e dei documenti. Si ringraziano inoltre Ferdinando Scianna, Carlo Pastena, Direttore della Biblioteca Centrale della Regione Siciliana “A. Bombace” di Palermo, Giuseppe Cucco, Salvatore Genchi, e quanti hanno contribuito a rendere possibile il progetto.
05
ottobre 2019
Paese come Cosmo. Antonio Castelli. Documenti e scritture
Dal 05 ottobre all'otto dicembre 2019
documentaria
Location
MUSEO CIVICO CASTELBUONO
Castelbuono, Piazza Castello, (Palermo)
Castelbuono, Piazza Castello, (Palermo)
Biglietti
intero € 5,00; ridotto € 3,00
Orario di apertura
dal lunedì a domenica: 09.30 – 17.00
Vernissage
5 Ottobre 2019, ore 18
Curatore