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Paganini rockstar
Palazzo Ducale e Genova dedicano a Niccolò Paganini una grande mostra con l’intento di raccontare attraverso una narrazione contemporanea, curiosa e spettacolare, multimediale e interattiva la vita del grande musicista, caratterizzata da un enorme successo di pubblico, ma anche da rapporti umani spesso travagliati e complessi.
Comunicato stampa
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Palazzo Ducale e Genova dedicano a Niccolò Paganini dal 19 ottobre una grande mostra con l’intento di
raccontare attraverso una narrazione contemporanea, curiosa e spettacolare, multimediale e interattiva la
vita del grande musicista, caratterizzata da un enorme successo di pubblico, ma anche da rapporti umani
spesso travagliati e complessi. Lo scopo principale del percorso espositivo è quello di indagare quale sia
stata l’eredità che il grande maestro ha trasmesso ai suoi contemporanei e molto oltre, fino al confronto
estremo con la nostra musica e un grande e indimenticato protagonista della musica rock: Jimi Hendrix.
Per meglio comprendere la grandezza e l’importanza di Paganini, sia dal punto di vista musicale che da
quello performativo e spettacolare, il confronto si estende ad alcune personalità della scena musicale
contemporanea, sia pop-rock che classica, scelte per esplorare, attraverso la propria esperienza, raccontata
in video, alcuni aspetti della propria vita artistica e eventuali similitudini con l’esperienza paganiniana.
In questa mostra è la musica a essere protagonista, rappresentata e raccontata attraverso metafore visive
che mettono in scena le caratteristiche essenziali della musica del grande artista genovese.
Talentuoso, istrionico, amante degli eccessi, sempre lontano dalle convenzioni, Niccolò Paganini non è
stato soltanto uno dei più grandi violinisti mai esistiti, nonché compositore dei celebri Capricci per violino
solo. È stato anche un personaggio che per il suo carattere singolare, dovuto a un percorso di vita
decisamente unico, perfino ai giorni nostri riuscirebbe ad attrarre la curiosità del pubblico.
I capelli lunghi e scarmigliati e l’imponente naso aquilino spiccavano sul viso pallido e ossuto. Magrissimo e
cupo, esaltava questi caratteri vestendosi sempre di nero e portando occhiali dalle lenti blu, perché sapeva
che parte della sua fama era dovuta all’aura di mistero che lo circondava. Paganini si può considerare
l’inventore di un nuovo rapporto con il pubblico e con la propria immagine, anche attraverso oculate strategie
di comunicazione, come diremmo oggi. Le sue apparizioni erano caratterizzate da una vertiginosa salita del
prezzo dei biglietti a teatro. Addirittura, la sua immagine veniva utilizzata per vendere le caramelle, o
proporre acconciature alla Paganini. Il suo nome era sulla bocca di tutti.
Tutto ciò non deve far pensare che sia diventato famoso grazie a ciò che rappresentava, i suoi virtuosismi,
infatti, sono assolutamente leggendari. Oggi i suoi pezzi sono nel curriculum di ogni violinista che si rispetti
ma all’epoca nessun altro violinista fu mai capace di avvicinarsi al suo livello strumentale. Era velocissimo,
compiva salti melodici di diverse ottave, eseguiva lunghi passi con accordi che coprivano tutte e quattro le
corde, alternava velocemente note eseguite con l’arco e note pizzicate alla mano sinistra.
Per tutto questo, per lo spettacolo che il suo modo di suonare comportava, oltreché per l’immagine di sé, si
può considerare un antesignano di una vera rockstar, se poi è anche vero che molte delle sue esibizioni
terminavano con la rottura delle corde del violino. Così Paganini chiudeva i suoi concerti sull’unica corda
superstite, quella di sol.
La mostra, quindi, dedica grande attenzione all’idea di Paganini come prima “rockstar” della storia,
azzardando, a ragione, raffronti con alcuni grandi virtuosi della musica rock, in particolare con Jimi Hendrix,
raccontando e confrontando i personaggi attraverso non solo oggetti e documenti, ma anche elementi
scenici fortemente suggestivi, che possano creare una forte empatia con il pubblico.
Il percorso della mostra è fondamentalmente tematico e suddiviso in 7 sezioni, dalla scoperta del
talento al virtuosismo, dall’innovazione all’espressività, dal mito all’aspetto personale e intimo, fino
al confronto con il contemporaneo, senza tralasciare le elaborazioni della sua musica nel XX secolo.
Per raccontare il personaggio Paganini si entra nella sua storia, attraverso forti elementi scenici, grandi
fondali, quinte teatrali, l’esposizione di oggetti intensamente rappresentativi come la chitarra, autografi
musicali, la famosa agenda rossa, proveniente dalla Biblioteca del Congresso di Washington, il libro mastro
dei suoi conti ecc., che grazie ad una messa in scena teatrale, propongono al visitatore una fitta serie di
rimandi evocativi, rafforzati dall’ascolto della musica e dalle proiezioni visive.
Il mondo della musica e del teatro viene rievocato da elementi scenici dell’allestimento che servono ad
esporre in maniera non tradizionale, oggetti e documenti. Alcuni flight case (contenitori per il trasporto degli
strumenti utilizzati nei concerti) divengono vere e proprie vetrine, grandi quinte teatrali riproducono scenari
evocativi dell’epoca ottocentesca, e superfici composite di grandi dimensioni diventano pareti narrative che,
attraverso l’accostamento di immagini, citazioni e testi, approfondiscono la vita di Paganini e le tematiche
delle singole sale, costruendo connessioni tra diverse epoche e discipline, ad esempio, le analogie tra
virtuosismo musicale e sportivo.
L’esposizione, organizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, è curata da Roberto Grisley,
Raffaele Mellace e Ivano Fossati, affiancati da un Comitato scientifico composto dagli stessi curatori e da
Claudio Proietti, coordinatore, Roberto Iovino, Maria Fontana Amoretti, Pietro Leveratto.
raccontare attraverso una narrazione contemporanea, curiosa e spettacolare, multimediale e interattiva la
vita del grande musicista, caratterizzata da un enorme successo di pubblico, ma anche da rapporti umani
spesso travagliati e complessi. Lo scopo principale del percorso espositivo è quello di indagare quale sia
stata l’eredità che il grande maestro ha trasmesso ai suoi contemporanei e molto oltre, fino al confronto
estremo con la nostra musica e un grande e indimenticato protagonista della musica rock: Jimi Hendrix.
Per meglio comprendere la grandezza e l’importanza di Paganini, sia dal punto di vista musicale che da
quello performativo e spettacolare, il confronto si estende ad alcune personalità della scena musicale
contemporanea, sia pop-rock che classica, scelte per esplorare, attraverso la propria esperienza, raccontata
in video, alcuni aspetti della propria vita artistica e eventuali similitudini con l’esperienza paganiniana.
In questa mostra è la musica a essere protagonista, rappresentata e raccontata attraverso metafore visive
che mettono in scena le caratteristiche essenziali della musica del grande artista genovese.
Talentuoso, istrionico, amante degli eccessi, sempre lontano dalle convenzioni, Niccolò Paganini non è
stato soltanto uno dei più grandi violinisti mai esistiti, nonché compositore dei celebri Capricci per violino
solo. È stato anche un personaggio che per il suo carattere singolare, dovuto a un percorso di vita
decisamente unico, perfino ai giorni nostri riuscirebbe ad attrarre la curiosità del pubblico.
I capelli lunghi e scarmigliati e l’imponente naso aquilino spiccavano sul viso pallido e ossuto. Magrissimo e
cupo, esaltava questi caratteri vestendosi sempre di nero e portando occhiali dalle lenti blu, perché sapeva
che parte della sua fama era dovuta all’aura di mistero che lo circondava. Paganini si può considerare
l’inventore di un nuovo rapporto con il pubblico e con la propria immagine, anche attraverso oculate strategie
di comunicazione, come diremmo oggi. Le sue apparizioni erano caratterizzate da una vertiginosa salita del
prezzo dei biglietti a teatro. Addirittura, la sua immagine veniva utilizzata per vendere le caramelle, o
proporre acconciature alla Paganini. Il suo nome era sulla bocca di tutti.
Tutto ciò non deve far pensare che sia diventato famoso grazie a ciò che rappresentava, i suoi virtuosismi,
infatti, sono assolutamente leggendari. Oggi i suoi pezzi sono nel curriculum di ogni violinista che si rispetti
ma all’epoca nessun altro violinista fu mai capace di avvicinarsi al suo livello strumentale. Era velocissimo,
compiva salti melodici di diverse ottave, eseguiva lunghi passi con accordi che coprivano tutte e quattro le
corde, alternava velocemente note eseguite con l’arco e note pizzicate alla mano sinistra.
Per tutto questo, per lo spettacolo che il suo modo di suonare comportava, oltreché per l’immagine di sé, si
può considerare un antesignano di una vera rockstar, se poi è anche vero che molte delle sue esibizioni
terminavano con la rottura delle corde del violino. Così Paganini chiudeva i suoi concerti sull’unica corda
superstite, quella di sol.
La mostra, quindi, dedica grande attenzione all’idea di Paganini come prima “rockstar” della storia,
azzardando, a ragione, raffronti con alcuni grandi virtuosi della musica rock, in particolare con Jimi Hendrix,
raccontando e confrontando i personaggi attraverso non solo oggetti e documenti, ma anche elementi
scenici fortemente suggestivi, che possano creare una forte empatia con il pubblico.
Il percorso della mostra è fondamentalmente tematico e suddiviso in 7 sezioni, dalla scoperta del
talento al virtuosismo, dall’innovazione all’espressività, dal mito all’aspetto personale e intimo, fino
al confronto con il contemporaneo, senza tralasciare le elaborazioni della sua musica nel XX secolo.
Per raccontare il personaggio Paganini si entra nella sua storia, attraverso forti elementi scenici, grandi
fondali, quinte teatrali, l’esposizione di oggetti intensamente rappresentativi come la chitarra, autografi
musicali, la famosa agenda rossa, proveniente dalla Biblioteca del Congresso di Washington, il libro mastro
dei suoi conti ecc., che grazie ad una messa in scena teatrale, propongono al visitatore una fitta serie di
rimandi evocativi, rafforzati dall’ascolto della musica e dalle proiezioni visive.
Il mondo della musica e del teatro viene rievocato da elementi scenici dell’allestimento che servono ad
esporre in maniera non tradizionale, oggetti e documenti. Alcuni flight case (contenitori per il trasporto degli
strumenti utilizzati nei concerti) divengono vere e proprie vetrine, grandi quinte teatrali riproducono scenari
evocativi dell’epoca ottocentesca, e superfici composite di grandi dimensioni diventano pareti narrative che,
attraverso l’accostamento di immagini, citazioni e testi, approfondiscono la vita di Paganini e le tematiche
delle singole sale, costruendo connessioni tra diverse epoche e discipline, ad esempio, le analogie tra
virtuosismo musicale e sportivo.
L’esposizione, organizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, è curata da Roberto Grisley,
Raffaele Mellace e Ivano Fossati, affiancati da un Comitato scientifico composto dagli stessi curatori e da
Claudio Proietti, coordinatore, Roberto Iovino, Maria Fontana Amoretti, Pietro Leveratto.
18
ottobre 2018
Paganini rockstar
Dal 18 ottobre 2018 al 10 marzo 2019
Location
PALAZZO DUCALE
Genova, Piazza Giacomo Matteotti, 9, (Genova)
Genova, Piazza Giacomo Matteotti, 9, (Genova)
Vernissage
18 Ottobre 2018, su invito
Curatore