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Palinsesti 2018
Rassegna nata a San Vito al Tagliamento che apre un dialogo tra il patrimonio storico-artistico della cittadina e le più aggiornate ricerche artistiche italiane e internazionali.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La XXVII a edizione della rassegna d’arte contemporanea Palinsesti, organizzata dal
Comune di San Vito al Tagliamento, sarà inaugurata sabato 10 novembre alle ore 16.30
nell’Antico Teatro Sociale “G. G. Arrigoni”.
Con il suo ricco e variegato programma di mostre ed eventi la rassegna, anche in questo
2018, coinvolge numerosi artisti, nazionali e internazionali, e ben cinque diverse sedi, distribuite tra
San Vito al Tagliamento e Pordenone.
Si parte dunque, con questa nuova edizione, dal Castello di San Vito dov’è presentato il
progetto espositivo Notturni volto ad indagare il rapporto dell’uomo con l’universo, inteso come
infinito spaziale e temporale, ma anche come luogo del “non conosciuto”, della spiritualità,
dell’origine di tutte le cose, della possibile catastrofe. La mostra, curata da Giorgia Gastaldon,
coinvolge due artiste visive italiane: Silvia Mariotti e Maria Elisabetta Novello. I paradigmi cui si
fa ricorso, in entrambi i casi, sono quelli del “notturno” e del “sublime”, categorie estetiche
peculiari del movimento ottocentesco europeo del Romanticismo, rilette però in chiave
contemporanea e attuale, con esiti poetici inaspettati e sorprendenti. Con le opere del progetto
Melancholia, Silvia Mariotti affronta il tema dell’universo come luogo dell’ignoto e causa di una
sempre possibile catastrofe: il titolo stesso, citazione dell’omonimo film di Lars von Trier del 2011,
riconduce infatti alla precarietà e caducità delle nostre esistenze, individuali e collettive. Maria
Elisabetta Novello con la mostra Atlas, rinvia invece alla pratica millenaria dell’uomo di ricorrere
alle mappe celesti e alla lettura delle stelle per orientarsi nei suoi viaggi per mare e per terra. In
questo progetto monografico il cielo notturno è infatti interpretato come paradigma
dell’inafferrabilità del tempo e dello spazio, ma anche, parallelamente, come luogo di conoscenza e
orientamento. A corollario di questa esposizione si tiene anche la performance Ciò che resta del
fuoco, realizzata in collaborazione con la compagnia di danza contemporanea AREAREA: una riflessione, sul tema della luce e del buio, dove il fuoco si palesa nel suo essere elemento
primordiale e rituale.
All’Essiccatoio Bozzoli è ospitata la personale di Paolo Comuzzi, curata da Giada Centazzo
e Antonio Garlatti, che costituisce un affondo sul lavoro Incontri quasi possibili lungo gli assi
cartesiani (2011) presente nella collezione d’arte contemporanea di San Vito al Tagliamento Punto
Fermo. Nella videoinstallazione Diario d’impermanenza, site specific per l’Essiccatoio bozzoli,
l’artista, utilizzando la tecnica del videomapping, ripropone su una parete l’immagine delle finestre
presenti nella stanza, ma che si affacciano su altri spazi, luoghi, mondi, conducendoci in un viaggio
introspettivo, che si dipana in zone periferiche, di confine.
Si rinnova in questa decima edizione, curata da Michela Lupieri, anche il connubio tra
Premio In Sesto e Antiche Carceri di San Vito al Tagliamento, le cui celle ospitano per la durata
della rassegna, a carattere internazionale, l’esposizione dei progetti elaborati da Ulrike Schulze,
Alberto Scodro e Nataša Sienčnik, insieme a una selezione delle loro opere. Gli artisti provengono
rispettivamente dalla Renania Settentrionale-Vestfalia, dal Veneto e dalla Carinzia. La scelta è
ricaduta su queste aree geografiche perché comprese, con il Friuli, nell’Euroregione Alpe Adria e
nella rete di gemellaggi della cittadina di San Vito al Tagliamento: Sankt Veit an der Glan e
Stadtlohn.
Se le sculture di Scodro svelano l’interesse dell’artista verso i processi di fusione tra le materie, le
installazioni di Schulze raccontano della relazione, indagata dall’artista, tra le architetture e le
persone che abitano i suoi spazi. Infine, i lavori di Sienčnik parlano di una ricerca ibrida e per
questo impossibile da racchiudere all’interno di una precisa categoria artistica.
Una sezione del premio, curata da Giada Centazzo –, che verrà inaugurata sempre sabato 10
novembre, ma alle ore 11.00 –, si trova invece a Pordenone, nelle sale espositive della Fondazione
Ado Furlan (via Giuseppe Mazzini, 51). Espone l’artista francese Mathilde Caylou, vincitrice della
scorsa edizione del Premio In Sesto con Frozen River, una scultura in vetro trasparente con
intrusioni di minerali colorati, che riproduce il tragitto del fiume Tagliamento dalla sorgente sino
alla cittadina friulana di San Vito. L’opera sarà installata nell’area verde antistante le antiche mura.
A Casa Furlan, Caylou propone una selezione di opere in vetro che rappresentano bene le traiettorie
della sua ricerca artistica. I lavori scelti incarnano l’approccio creativo dell’artista, all’incrocio tra
topografia, topologia, geografia e geologia. Attraverso la materia malleabile del vetro, derivata dal suolo stesso, Caylou crea dei paesaggi astratti ma pregnanti: che si tratti del fiume che scorre nella
pianura friulana, del ghiacciaio che avanza lungo le pendici montane, dei profili delle banchise
islandesi. Il modellamento del vetro compiuto da questa maître verrier rimanda alla morfologia del
paesaggio prodotto dagli elementi naturali.
Comune di San Vito al Tagliamento, sarà inaugurata sabato 10 novembre alle ore 16.30
nell’Antico Teatro Sociale “G. G. Arrigoni”.
Con il suo ricco e variegato programma di mostre ed eventi la rassegna, anche in questo
2018, coinvolge numerosi artisti, nazionali e internazionali, e ben cinque diverse sedi, distribuite tra
San Vito al Tagliamento e Pordenone.
Si parte dunque, con questa nuova edizione, dal Castello di San Vito dov’è presentato il
progetto espositivo Notturni volto ad indagare il rapporto dell’uomo con l’universo, inteso come
infinito spaziale e temporale, ma anche come luogo del “non conosciuto”, della spiritualità,
dell’origine di tutte le cose, della possibile catastrofe. La mostra, curata da Giorgia Gastaldon,
coinvolge due artiste visive italiane: Silvia Mariotti e Maria Elisabetta Novello. I paradigmi cui si
fa ricorso, in entrambi i casi, sono quelli del “notturno” e del “sublime”, categorie estetiche
peculiari del movimento ottocentesco europeo del Romanticismo, rilette però in chiave
contemporanea e attuale, con esiti poetici inaspettati e sorprendenti. Con le opere del progetto
Melancholia, Silvia Mariotti affronta il tema dell’universo come luogo dell’ignoto e causa di una
sempre possibile catastrofe: il titolo stesso, citazione dell’omonimo film di Lars von Trier del 2011,
riconduce infatti alla precarietà e caducità delle nostre esistenze, individuali e collettive. Maria
Elisabetta Novello con la mostra Atlas, rinvia invece alla pratica millenaria dell’uomo di ricorrere
alle mappe celesti e alla lettura delle stelle per orientarsi nei suoi viaggi per mare e per terra. In
questo progetto monografico il cielo notturno è infatti interpretato come paradigma
dell’inafferrabilità del tempo e dello spazio, ma anche, parallelamente, come luogo di conoscenza e
orientamento. A corollario di questa esposizione si tiene anche la performance Ciò che resta del
fuoco, realizzata in collaborazione con la compagnia di danza contemporanea AREAREA: una riflessione, sul tema della luce e del buio, dove il fuoco si palesa nel suo essere elemento
primordiale e rituale.
All’Essiccatoio Bozzoli è ospitata la personale di Paolo Comuzzi, curata da Giada Centazzo
e Antonio Garlatti, che costituisce un affondo sul lavoro Incontri quasi possibili lungo gli assi
cartesiani (2011) presente nella collezione d’arte contemporanea di San Vito al Tagliamento Punto
Fermo. Nella videoinstallazione Diario d’impermanenza, site specific per l’Essiccatoio bozzoli,
l’artista, utilizzando la tecnica del videomapping, ripropone su una parete l’immagine delle finestre
presenti nella stanza, ma che si affacciano su altri spazi, luoghi, mondi, conducendoci in un viaggio
introspettivo, che si dipana in zone periferiche, di confine.
Si rinnova in questa decima edizione, curata da Michela Lupieri, anche il connubio tra
Premio In Sesto e Antiche Carceri di San Vito al Tagliamento, le cui celle ospitano per la durata
della rassegna, a carattere internazionale, l’esposizione dei progetti elaborati da Ulrike Schulze,
Alberto Scodro e Nataša Sienčnik, insieme a una selezione delle loro opere. Gli artisti provengono
rispettivamente dalla Renania Settentrionale-Vestfalia, dal Veneto e dalla Carinzia. La scelta è
ricaduta su queste aree geografiche perché comprese, con il Friuli, nell’Euroregione Alpe Adria e
nella rete di gemellaggi della cittadina di San Vito al Tagliamento: Sankt Veit an der Glan e
Stadtlohn.
Se le sculture di Scodro svelano l’interesse dell’artista verso i processi di fusione tra le materie, le
installazioni di Schulze raccontano della relazione, indagata dall’artista, tra le architetture e le
persone che abitano i suoi spazi. Infine, i lavori di Sienčnik parlano di una ricerca ibrida e per
questo impossibile da racchiudere all’interno di una precisa categoria artistica.
Una sezione del premio, curata da Giada Centazzo –, che verrà inaugurata sempre sabato 10
novembre, ma alle ore 11.00 –, si trova invece a Pordenone, nelle sale espositive della Fondazione
Ado Furlan (via Giuseppe Mazzini, 51). Espone l’artista francese Mathilde Caylou, vincitrice della
scorsa edizione del Premio In Sesto con Frozen River, una scultura in vetro trasparente con
intrusioni di minerali colorati, che riproduce il tragitto del fiume Tagliamento dalla sorgente sino
alla cittadina friulana di San Vito. L’opera sarà installata nell’area verde antistante le antiche mura.
A Casa Furlan, Caylou propone una selezione di opere in vetro che rappresentano bene le traiettorie
della sua ricerca artistica. I lavori scelti incarnano l’approccio creativo dell’artista, all’incrocio tra
topografia, topologia, geografia e geologia. Attraverso la materia malleabile del vetro, derivata dal suolo stesso, Caylou crea dei paesaggi astratti ma pregnanti: che si tratti del fiume che scorre nella
pianura friulana, del ghiacciaio che avanza lungo le pendici montane, dei profili delle banchise
islandesi. Il modellamento del vetro compiuto da questa maître verrier rimanda alla morfologia del
paesaggio prodotto dagli elementi naturali.
10
novembre 2018
Palinsesti 2018
Dal 10 novembre 2018 al 13 gennaio 2019
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – San Vito Al Tagliamento
San Vito Al Tagliamento, (Pordenone)
San Vito Al Tagliamento, (Pordenone)
Orario di apertura
sabato e domenica 10.30-12.30 / 15.30-19.00
Vernissage
10 Novembre 2018, h 16.30
Autore
Curatore